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SUSE Linux Enterprise Server 15 SP2

Guida alla distribuzione

Questa guida illustra nei dettagli come installare sistemi singoli o multipli e come utilizzare le funzionalità del prodotto per la creazione di un'infrastruttura di distribuzione. È possibile scegliere tra diversi approcci: installazione locale da supporti di installazione fisici, personalizzazione delle immagini di installazione standard, server di installazione di rete, distribuzione di massa tramite un processo di installazione automatizzato controllato da remoto e altamente personalizzato e configurazione iniziale del sistema.

Data di pubblicazione: 11 Dicembre 2023

Copyright © 2006– 2023 SUSE LLC e collaboratori. Tutti i diritti riservati.

L'autorizzazione per la copia, la distribuzione e/o la modifica di questo documento è soggetta ai termini indicati nella licenza GFDL (GNU Free Documentation License), versione 1.2 oppure, a scelta, 1.3, di cui la presente licenza e le presenti informazioni sul copyright rappresentano la sezione non variabile. Una copia della licenza versione 1.2 è inclusa nella sezione intitolata «GNU Free Documentation License».

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Tutte le informazioni nella presente pubblicazione sono state compilate con la massima attenzione ai dettagli. Ciò, tuttavia, non garantisce una precisione assoluta. SUSE LLC, le rispettive affiliate, gli autori e i traduttori non potranno essere ritenuti responsabili di eventuali errori o delle relative conseguenze.

Informazioni sulla Guida

È possibile eseguire le installazioni di SUSE Linux Enterprise Server in modi diversi. Non è possibile analizzare tutte le combinazioni di avvio o server di installazione, installazioni automatizzate o distribuzione di immagini. Questo manuale aiuta a selezionare il metodo corretto per la distribuzione della propria installazione.

Parte I, «Preparazione dell'installazione»

Le istruzioni standard di distribuzione differiscono a seconda dell'architettura utilizzata. Per differenze e requisiti riguardanti l'architettura, consultare questa parte.

Parte II, «Procedura di installazione»

Qui viene descritta la maggior parte dei task necessari durante l'installazione. Tra questi sono incluse la configurazione manuale del computer e l'installazione di software aggiuntivo, la clonazione delle immagini del disco e l'esecuzione della configurazione in remoto.

Parte III, «Personalizzazione delle immagini di installazione»

Se è necessario o si intende modificare le normali immagini di installazione di SUSE® Linux Enterprise (per ambienti virtuali, per creare immagini di avvio minime oppure per personalizzare moduli, estensioni e repository), questa sezione descrive la procedura da seguire.

Parte IV, «Configurazione di un server di installazione»

SUSE® Linux Enterprise Server può essere installato in diversi modi. Oltre alla consueta procedura di installazione tramite supporti, è possibile scegliere tra vari approcci basati sulla rete. In questa parte viene illustrata l'impostazione di un server di installazione e viene spiegato come preparare l'avvio del sistema di destinazione per l'installazione.

Parte V, «Configurazione iniziale del sistema»

Informazioni sulla configurazione del sistema dopo l'installazione. In questa parte vengono illustrate alcune attività comuni, come l'impostazione dei componenti hardware, l'installazione o la rimozione del software, la gestione degli utenti e la modifica delle impostazioni con YaST.

1 Documentazione disponibile

Nota
Nota: documentazione online e ultimi aggiornamenti

La documentazione relativa ai nostri prodotti è disponibile all'indirizzo https://documentation.suse.com/, dove sono disponibili anche gli ultimi aggiornamenti ed è possibile sfogliare ed effettuare il download della documentazione in vari formati. Gli ultimi aggiornamenti alla documentazione sono in genere disponibili nella versione in inglese di quest'ultima.

Per questo prodotto è disponibile la seguente documentazione:

Article “Riferimento rapido per l'installazione

Questo Riferimento rapido è una guida passo passo all'installazione di SUSE® Linux Enterprise Server 15 SP2.

Book “Guida alla distribuzione

Questa guida illustra nei dettagli come installare sistemi singoli o multipli e come utilizzare le funzionalità del prodotto per la creazione di un'infrastruttura di distribuzione. È possibile scegliere tra diversi approcci: installazione locale da supporti di installazione fisici, personalizzazione delle immagini di installazione standard, server di installazione di rete, distribuzione di massa tramite un processo di installazione automatizzato controllato da remoto e altamente personalizzato e configurazione iniziale del sistema.

Book “Administration Guide”

Illustra operazioni di amministrazione del sistema quali manutenzione, monitoraggio e personalizzazione di un sistema installato.

Book “Virtualization Guide”

Descrive la tecnologia di virtualizzazione in generale e introduce libvirt, l'interfaccia di virtualizzazione unificata, oltre a fornire informazioni dettagliate su hypervisor specifici.

Book “Storage Administration Guide”

Fornisce informazioni su come gestire i dispositivi di memorizzazione in un SUSE Linux Enterprise Server.

Book “AutoYaST Guide”

AutoYaST è un sistema per la distribuzione automatica su larga scala di SUSE Linux Enterprise Server tramite un profilo AutoYaST contenente dati di installazione e di configurazione. Nel manuale è indicata la procedura di base per eseguire l'installazione automatica attraverso le fasi di preparazione, installazione e configurazione.

Book “Security and Hardening Guide”

Introduce concetti di base relativi alla sicurezza dei sistemi e copre la sicurezza sia in ambito locale, sia in rete. Viene mostrato come utilizzare il software di sicurezza fornito con il prodotto, come AppArmor, o il sistema di revisione che raccoglie in maniera affidabile informazioni sugli eventi rilevanti per la sicurezza.

Book “System Analysis and Tuning Guide”

Una guida per l'amministratore relativa alla rilevazione e risoluzione dei problemi e all'ottimizzazione. Consente di scoprire come ispezionare e ottimizzare il sistema tramite strumenti di monitoraggio e come gestire le risorse in modo efficiente. Contiene inoltre una panoramica di problemi e soluzioni comuni e ulteriori risorse di guida e documentazione.

Book “Repository Mirroring Tool Guide”

Una guida a Subscription Management Tool (un sistema proxy per SUSE Customer Center, che fornisce un archivio e destinazioni di registrazione) per l'amministratore. Informazioni su come installare e configurare un server SMT in locale, gestire archivi ed eseguirne la copia speculare, gestire computer client e configurare client per l'uso di SMT.

Book “GNOME User Guide”

Viene presentato il desktop GNOME di SUSE Linux Enterprise Server. Guida l'utente all'uso e alla configurazione del desktop e a eseguire task chiave. È rivolto principalmente agli utenti che desiderano utilizzare in modo efficiente GNOME come desktop di default.

Le note di rilascio di questo prodotto sono disponibili all'indirizzo https://www.suse.com/releasenotes/.

2 Invio di feedback

I feedback e i contributi degli utenti ai contenuti di questa documentazione sono bene accetti. Sono disponibili vari canali di

Richieste di servizio e supporto

Per verificare i servizi e le opzioni di supporto disponibili per il proprio prodotto, fare riferimento a https://www.suse.com/support/.

Per aprire una richiesta di servizio, è necessaria la sottoscrizione al SUSE Customer Center. Andare a https://scc.suse.com/support/requests, eseguire il login e fare clic su Crea nuovo.

Segnalazioni di bug

Segnalare i problemi relativi alla documentazione all'indirizzo https://bugzilla.suse.com/. Per semplificare il processo, è possibile utilizzare i collegamenti per la segnalazione dei bug della documentazione, accanto ai titoli nella versione HTML del presente documento, che preselezionano la categoria e il prodotto corretti in Bugzilla e indirizzano alla sezione corrente. È possibile iniziare a digitare subito la segnalazione di bug. È necessario un account Bugzilla.

Contributi

Per contribuire alla presente documentazione, utilizzare i collegamenti Modifica sorgente, accanto ai titoli nella versione HTML del documento, che indirizzano al codice sorgente su GitHub, dove è possibile aprire una richiesta pull. È necessario un account GitHub.

Per ulteriori informazioni sull'ambiente di documentazione utilizzato, vedere il file README del repository.

Posta

In alternativa, è possibile segnalare gli errori e inviare un feedback sulla documentazione all'indirizzo <>. Accertarsi di includere il titolo del documento, la versione del prodotto e la data di pubblicazione della documentazione. Specificare il titolo e il numero della sezione pertinente (o includere l'URL) e fornire una breve descrizione del problema.

3 Convenzioni della documentazione

Nella presente documentazione vengono utilizzati gli avvisi e le convenzioni tipografiche illustrati di seguito:

  • /etc/passwd: nomi di directory e file

  • SEGNAPOSTO: sostituire SEGNAPOSTO con il valore effettivo

  • PERCORSO: PERCORSO della variabile d'ambiente

  • ls, --help: comandi, opzioni e parametri

  • utente: utenti o gruppi

  • nome pacchetto: nome del pacchetto

  • Alt, AltF1: un tasto o una combinazione di tasti da premere. I tasti vengono rappresentati in maiuscolo come su una tastiera

  • File, File › Salva con nome: voci di menu, pulsanti

  • AMD/Intel Questo paragrafo si riferisce esclusivamente all'architettura AMD64/Intel 64. Le frecce contrassegnano l'inizio e la fine del blocco di testo.

    IBM Z, POWER Questo paragrafo si riferisce esclusivamente alle architetture IBM Z e POWER. Le frecce contrassegnano l'inizio e la fine del blocco di testo.

  • Pinguini danzanti (Capitolo Pinguini, ↑altro manuale): riferimento a un capitolo di un altro manuale.

  • Comandi che devono essere eseguiti con privilegi di root. Per eseguire tali comandi come utente senza privilegi, è spesso possibile anteporvi il prefisso sudo.

    root # command
    tux > sudo command
  • Comandi che possono essere eseguiti anche da utenti senza privilegi.

    tux > command
  • legali

    Avvertimento
    Avvertimento: avvertenza

    Informazioni essenziali che è indispensabile conoscere prima di procedere. Segnala problemi di sicurezza, potenziali perdite di dati, danni hardware o pericoli fisici.

    Importante
    Importante: avviso importante

    Informazioni importanti che è consigliabile leggere prima di procedere.

    Nota
    Nota: nota

    Informazioni aggiuntive, che illustrano ad esempio le differenze tra le varie versioni del software.

    Suggerimento
    Suggerimento: suggerimento

    Informazioni utili, come linee guida o consigli pratici.

4 Ciclo di vita del prodotto e supporto

I prodotti SUSE prevedono un supporto fino a 13 anni. Per verificare le date del ciclo di vita del prodotto, visitare https://www.suse.com/lifecycle/.

Per SUSE Linux Enterprise, si applicano i seguenti cicli di vita e di rilascio:

  • Il ciclo di vita di SUSE Linux Enterprise Server è di 13 anni: 10 anni di supporto generale e tre anni di supporto esteso.

  • Il ciclo di vita di SUSE Linux Enterprise Desktop è di 10 anni: sette anni di supporto generale e tre anni di supporto esteso.

  • Le release principali vengono pubblicate ogni quattro anni. I Service Pack vengono pubblicati ogni 12-14 mesi.

  • SUSE supporta i Service Pack SUSE Linux Enterprise precedenti per i sei mesi successivi al rilascio di un nuovo Service Pack.

Per alcuni prodotti, è disponibile il Long Term Service Pack Support (LTSS). Agli indirizzi https://www.suse.com/support/policy.html e https://www.suse.com/support/programs/long-term-service-pack-support.html è possibile trovare informazioni sulle opzioni e la policy di supporto.

Il ciclo di vita, la policy di aggiornamento e la sequenza temporale di aggiornamento dei moduli sono diversi rispetto a quelli dei prodotti di base corrispondenti. I moduli contengono pacchetti software e sono parti completamente supportate di SUSE Linux Enterprise Server. Per ulteriori informazioni, vedere Article “Modules and Extensions Quick Start”.

4.1 Informativa sul supporto per SUSE Linux Enterprise Server

Per ricevere supporto, occorre una sottoscrizione idonea a SUSE. Per visualizzare le offerte di supporto specifiche disponibili, andare a https://www.suse.com/support/ e selezionare il prodotto in uso.

Di seguito sono riportate le definizioni dei livelli di supporto:

L1

Individuazione del problema, ovvero supporto tecnico pensato per fornire informazioni di compatibilità, assistenza per l'utilizzo, operazioni di manutenzione, raccolta di informazioni e risoluzione dei problemi di base tramite la documentazione disponibile.

L2

Isolamento del problema, ovvero supporto tecnico pensato per l'analisi dei dati, la riproduzione dei problemi dei clienti, l'isolamento dell'area del problema e la proposta di una risoluzione dei problemi non risolti al livello 1 o la loro preparazione per il livello 3.

L3

Risoluzione del problema, ovvero supporto tecnico pensato per la risoluzione dei difetti del prodotto identificati al livello di supporto 2.

Per i partner e i clienti con contratto, SUSE Linux Enterprise Server è fornito con supporto L3 per tutti i pacchetti, a eccezione di quanto segue:

  • Anteprime della tecnologia

  • Suoni, grafiche, tipi di carattere e oggetti grafici.

  • Pacchetti che richiedono un contratto con il cliente aggiuntivo.

  • Alcuni pacchetti rilasciati come parte del modulo Workstation Extension dispongono soltanto del supporto L2.

  • I pacchetti il cui nome termina in -devel (contenenti file di intestazione e simili risorse per sviluppatori) sono supportati soltanto insieme ai relativi pacchetti principali.

SUSE supporterà soltanto l'utilizzo dei pacchetti originali. Vale a dire, i pacchetti non modificati e non ricompilati.

4.2 Anteprime della tecnologia

Le anteprime della tecnologia sono pacchetti, stack o funzioni forniti da SUSE come anticipazioni sulle future innovazioni. Tramite le anteprime, i clienti hanno la possibilità di testare le nuove tecnologie all'interno del proprio ambiente. I feedback degli utenti sono bene accetti. Se si esegue il test di un'anteprima della tecnologia, contattare il proprio rappresentante SUSE per informarlo della propria esperienza utente e dei casi d'uso. I suggerimenti degli utenti sono molto utili per lo sviluppo futuro.

Tuttavia, le anteprime della tecnologia prevedono le limitazioni seguenti:

  • Le anteprime della tecnologia sono ancora in fase di sviluppo. Di conseguenza, potrebbero essere incomplete a livello di funzioni, instabili o in altri modi non adatte per l'utilizzo nell'ambiente di produzione.

  • Le anteprime della tecnologia non dispongono di alcun supporto.

  • Le anteprime della tecnologia potrebbero essere disponibili soltanto per architetture hardware specifiche.

  • I dettagli e le funzionalità delle anteprime della tecnologia sono soggetti a modifica. Di conseguenza, potrebbe non essere possibile eseguire l'upgrade alle successive release di un'anteprima della tecnologia e potrebbe essere necessario eseguire una nuova installazione.

  • Le anteprime della tecnologia possono essere rimosse in qualsiasi momento. Ad esempio, se SUSE rileva che un'anteprima non soddisfa le esigenze dei clienti o del mercato o se non si dimostra conforme agli standard aziendali. SUSE non si impegna a fornire una versione supportata di tali tecnologie in futuro.

Per una panoramica delle anteprime della tecnologia fornite con il prodotto, vedere le note di rilascio all'indirizzo https://www.suse.com/releasenotes/.

Parte I Preparazione dell'installazione

  • 1 Pianificazione per SUSE Linux Enterprise Server
  • In questo capitolo sono riportate alcune considerazioni di base di cui tenere conto prima di installare SUSE Linux Enterprise Server.

  • 2 Installazione in AMD64 e Intel 64
  • In questo capitolo vengono descritti i passaggi preliminari necessari per l'installazione di SUSE Linux Enterprise Server nei computer AMD64 e Intel 64. I passaggi illustrati si riferiscono a vari metodi di installazione. L'elenco di requisiti hardware fornisce una panoramica dei sistemi supportati da SUSE Linux Enterprise Server. Individuare ulteriori informazioni sui metodi di installazione disponibili e sui vari problemi comunemente noti. Apprendere inoltre come controllare l'installazione, fornire supporti di installazione ed eseguire l'avvio con i metodi standard.

  • 3 Installazione nei computer Arm AArch64
  • In questo capitolo viene illustrata la procedura da seguire per prepararsi all'installazione di SUSE Linux Enterprise Server nei computer Arm AArch64. I passaggi illustrati si riferiscono a vari metodi di installazione. L'elenco di requisiti hardware fornisce una panoramica dei sistemi supportati da SUSE Linux Enterprise Server. Raccogliere ulteriori informazioni sui metodi di installazione disponibili e sui problemi noti più comuni. Apprendere inoltre come controllare l'installazione, fornire supporti di installazione ed eseguire l'avvio con i metodi standard.

  • 4 Installazione su IBM POWER
  • Questo capitolo descrive la procedura di installazione di SUSE Linux Enterprise Server su sistemi IBM POWER.

  • 5 Installazione su IBM Z e LinuxONE
  • In questo capitolo è descritta la procedura di preparazione all'installazione di SUSE® Linux Enterprise Server su IBM Z. Vengono fornite tutte le informazioni necessarie per preparare l'installazione sul lato LPAR e z/VM.

  • 6 Installazione su hardware non supportata al momento del rilascio
  • Con alcuni hardware più recenti, è impossibile avviare il supporto di installazione di SUSE Linux Enterprise Server. Ciò può verificarsi nel caso in cui l'hardware sia inesistente al momento del rilascio di SUSE Linux Enterprise Server. Per situazioni simili, SUSE fornisce immagini Kernel Update ISO (kISO). In questo capitolo è descritto come utilizzare l'aggiornamento del kernel per installare SUSE Linux Enterprise Server sull'hardware attuale.

1 Pianificazione per SUSE Linux Enterprise Server

In questo capitolo sono riportate alcune considerazioni di base di cui tenere conto prima di installare SUSE Linux Enterprise Server.

1.1 Considerazioni relative alla distribuzione di SUSE Linux Enterprise Server

L'implementazione di un sistema operativo in un ambiente IT esistente o in una nuova installazione deve essere preparata con attenzione. All'inizio del processo di pianificazione provare a definire gli obiettivi del progetto e le funzioni necessarie. Tale operazione deve essere eseguita sempre per ciascun singolo progetto, ma le domande a cui rispondere devono includere quelle riportate di seguito.

  • Quante installazioni sono necessarie? Il metodo di distribuzione ottimale dipende da questo.

  • Il sistema viene eseguito come host fisico o come macchina virtuale?

  • Il sistema sarà in un ambiente ostile? Leggere il Book “Security and Hardening Guide”, Chapter 1 “Security and Confidentiality” per una panoramica sulle conseguenze.

  • Come verranno effettuati gli aggiornamenti regolari? Tutte le patch sono fornite online per gli utenti registrati. Il database di supporto patch e registrazione è disponibile all'indirizzo http://download.suse.com/.

  • È necessario un aiuto per l'installazione locale? SUSE offre corsi di formazione, assistenza e consulenza per tutto ciò che riguarda SUSE Linux Enterprise Server. Per ulteriori informazioni andare all'indirizzo https://www.suse.com/products/server/.

  • Sono necessari prodotti di terze parti? Verificare che il prodotto richiesto sia supportato anche sulla piattaforma desiderata. SUSE è in grado di fornire supporto per il software su diverse piattaforme, ove necessario.

1.2 Distribuzione di SUSE Linux Enterprise Server

Per accertarsi che il sistema venga eseguito correttamente, utilizzare sempre hardware certificato. Il processo di certificazione hardware è continuo e il database dell'hardware certificato viene aggiornato regolarmente. Ulteriori informazioni sull'hardware certificato sono disponibili all'indirizzo https://www.suse.com/yessearch/Search.jsp.

In base al numero di installazioni desiderate, è opportuno utilizzare server di installazione o anche installazioni completamente automatiche. Quando si utilizzano le tecnologie di virtualizzazione Xen o KVM, è opportuno prendere in considerazione i file system radice di rete o soluzioni di archiviazione in rete, quali iSCSI.

SUSE Linux Enterprise Server offre un'ampia gamma di servizi. Per una panoramica sulla documentazione nel presente manuale, vedere in Book “Administration Guide”, Preface “About This Guide”. È possibile eseguire la maggior parte delle configurazioni necessarie con YaST, l'utility di configurazione di SUSE. Inoltre, molte configurazioni manuali sono descritte nei relativi capitoli.

Ricordare che, oltre alla semplice installazione del software, occorre anche formare gli utenti finali del sistema e lo staff dell'help desk.

Nota
Nota: terminologia

Nelle sezioni successive, il sistema in cui viene installato il nuovo SUSE Linux Enterprise Server viene indicato come sistema di destinazione o destinazione dell'installazione. Il termine archivio (chiamato in precedenza «origine dell'installazione») viene utilizzato per tutte le origini dei dati di installazione. Tra queste vi sono i supporti fisici, quali CD, DVD o unità flash USB, e i server di rete che distribuiscono i dati di installazione all'interno della rete in uso.

1.3 Esecuzione di SUSE Linux Enterprise Server

Il sistema operativo SUSE Linux Enterprise Server è un sistema stabile e testato correttamente. Sfortunatamente, ciò non impedisce il verificarsi di guasti hardware o altre cause di inattività o perdita di dati. Per eventuali importanti task di calcolo in cui si potrebbe verificare perdita di dati, eseguire backup regolari.

Per sicurezza e integrità dei dati ottimali, è necessario eseguire aggiornamenti regolari di tutti i computer utilizzati. Se si dispone di un server di importanza strategica, eseguire un secondo computer identico (pre-produzione) che è possibile utilizzare per testare tutte le modifiche. Ciò consente anche di alternare i computer in caso di guasto hardware.

1.4 Registrazione di SUSE Linux Enterprise Server

Per ottenere assistenza tecnica e aggiornamenti del prodotto, è necessario registrare e attivare il proprio prodotto SUSE con SUSE Customer Center. Si consiglia di effettuare la registrazione durante l'installazione, poiché in tal modo sarà possibile installare il sistema con gli ultimi aggiornamenti e patch disponibili. Se tuttavia si sta operando offline o si desidera ignorare il passaggio della registrazione, è possibile effettuare quest'ultima in un qualsiasi momento successivo dal sistema installato.

Se l'organizzazione non fornisce un server di registrazione locale, per registrare SUSE Linux Enterprise è necessario un account SUSE Customer Center. Se non si dispone ancora di un account SUSE, andare alla home page di SUSE Customer Center (https://scc.suse.com/) per crearne uno.

Durante l'installazione verrà chiesto di immettere il codice di registrazione. Per informazioni, vedere Sezione 8.7, «Registrazione».

Se si distribuiscono istanze automaticamente utilizzando AutoYaST, è possibile registrare il sistema durante l'installazione fornendo le rispettive informazioni nel file di controllo di AutoYaST. Per informazioni dettagliate, vedere Book “AutoYaST Guide”, Chapter 4 “Configuration and Installation Options”, Section 4.3 “System Registration and Extension Selection”.

Per registrare un sistema già installato, vedere la Sezione 19.2, «Registrazione di un sistema installato».

1.5 Modifiche nell'installazione a partire da SUSE Linux Enterprise Server versione 15

A partire da SUSE Linux Enterprise Server 15, tutti i prodotti basati su SUSE Linux Enterprise in ogni architettura supportata vengono installati mediante un programma di installazione unificato da un singolo insieme di supporti di installazione.

1.5.1 Programma di installazione unificato per prodotti basati su SUSE Linux Enterprise

A partire da SUSE Linux Enterprise Server 15 SP1, include i seguenti prodotti di base.

Nome prodottoPiattaforme supportate
SUSE Linux Enterprise ServerAMD64/Intel 64; AArch64; POWER; IBM Z
SUSE Linux Enterprise High Performance ComputingAMD64/Intel 64; AArch64
SUSE Linux Enterprise Real TimeAMD64/Intel 64
SUSE Linux Enterprise Server for SAP ApplicationsAMD64/Intel 64; POWER
SUSE Linux Enterprise DesktopAMD64/Intel 64
Server SUSE ManagerAMD64/Intel 64; POWER; IBM Z
SUSE Manager ProxyAMD64/Intel 64
SUSE Manager for Retail Branch ServerAMD64/Intel 64
SUSE Enterprise StorageAMD64/Intel 64; Arm; Intel 64

1.5.2 Installazione con accesso a Internet

In caso di installazione in un computer o una VM con accesso a Internet, per installare uno dei prodotti elencati sopra, è sufficiente scaricare l'immagine SLE-15-SP2-Online-ARCH-GM-media1.iso per l'architettura desiderata.

Nota
Nota: installazione di SUSE Manager

Per installare un prodotto SUSE Manager, il computer di destinazione deve avere accesso diretto a SUSE Customer Center a un server RMT.

1.5.3 Installazione offline

Ad eccezione di SUSE Manager, non è necessario accedere a Internet, a SUSE Customer Center o a un server RMT per installare gli altri prodotti elencati.

Per l'installazione offline, scaricare anche l'immagine SLE-15-SP2-Full-ARCH-GM-media1.iso per l'architettura desiderata.

Esiste un secondo supporto di pacchetti, ma contiene solo codice sorgente e non è necessario per l'installazione.

Suggerimento
Suggerimento: dimensioni del supporto completo

Le dimensioni del supporto di installazione completo SLE-15-SP2-Online-ARCH-GM-media1.iso superano la capacità di un DVD a doppio strato. È pertanto possibile eseguire l'avvio solo da un'unità flash USB.

2 Installazione in AMD64 e Intel 64

In questo capitolo vengono descritti i passaggi preliminari necessari per l'installazione di SUSE Linux Enterprise Server nei computer AMD64 e Intel 64. I passaggi illustrati si riferiscono a vari metodi di installazione. L'elenco di requisiti hardware fornisce una panoramica dei sistemi supportati da SUSE Linux Enterprise Server. Individuare ulteriori informazioni sui metodi di installazione disponibili e sui vari problemi comunemente noti. Apprendere inoltre come controllare l'installazione, fornire supporti di installazione ed eseguire l'avvio con i metodi standard.

2.1 Requisiti hardware

Il sistema operativo SUSE® Linux Enterprise Server può essere installato in un'ampia gamma di hardware. È impossibile elencare tutte le diverse combinazioni di componenti hardware supportati da SUSE Linux Enterprise Server. Tuttavia, per fornire agli utenti una guida per la fase di pianificazione, di seguito sono descritti alcuni requisiti minimi.

Per assicurarsi che una determinata configurazione del computer funzioni, verificare quali piattaforme sono state certificate da SUSE. L'elenco è disponibile all'indirizzo https://www.suse.com/yessearch/

Le architetture Intel 64 e AMD64 supportano la migrazione semplice del software x86 a 64 bit. Come l'architettura x86, rappresentano una valida alternativa economica.

CPU

Sono supportate tutte le CPU disponibili attualmente sul mercato,

Numero massimo di CPU

Il numero massimo di CPU supportate dalla progettazione software è 8192 per Intel 64 e AMD64. Se si prevede di utilizzare un sistema così ampio, verificare i dispositivi supportati alla pagina Web di certificazione per il sistema hardware, visitando il sito https://www.suse.com/yessearch/.

Requisiti di memoria

Per un'installazione minima sono necessari almeno 1024 MB di memoria. Nei computer con più di due processori, aggiungere 512 MB per CPU. Per le installazioni remote tramite HTTP o FTP, aggiungere altri 150 MB. Si tenga presente che questi valori sono validi solo per l'installazione del sistema operativo, il requisito di memoria effettivo nella produzione dipende dal carico di lavoro del sistema.

Configurazione del disco rigido

I requisiti del disco dipendono soprattutto dall'installazione selezionata e dall'utilizzo che si intende fare del computer. In generale, per ottenere un sistema che funzioni correttamente, sarà necessario più spazio di quanto richiesto dall'installazione software. Requisito minimo di memoria per l'installazione:

Ambito dell'installazione

Spazio minimo su disco fisso

Modalità testo

1,5 GB

Sistema minimo

2,5 GB

Desktop GNOME

3 GB

Tutti

4 GB

Minimo consigliato (nessuna istantanea Btrfs): 10 GB

Minimo richiesto (con istantanee Btrfs): 16 GB

Minimo consigliato (con istantanee Btrfs): 32 GB

Se la partizione root è inferiore a 10 GB, il programma di installazione non effettuerà alcuna proposta di partizionamento automatico e sarà necessario creare le partizioni manualmente. Pertanto, le dimensioni minime consigliate per la partizione root sono 10 GB. Se si desidera abilitare le istantanee Btrfs sul volume root per abilitare i rollback di sistema (vedere Book “Administration Guide”, Chapter 7 “System Recovery and Snapshot Management with Snapper”), le dimensioni minime per la partizione root sono 16 GB.

Metodi di avvio

È possibile avviare il computer da un CD o dalla rete. Per l'avvio dalla rete è necessario un server di avvio specifico, che può essere configurato con SUSE Linux Enterprise Server.

2.2 Considerazioni sull'installazione

In questa sezione vengono indicati diversi fattori che è necessario considerare prima di installare SUSE Linux Enterprise Server in computer con hardware AMD64 e Intel 64.

2.2.1 Installazione su hardware o macchina virtuale

SUSE Linux Enterprise Server viene generalmente installato come sistema operativo indipendente. Con la virtualizzazione è inoltre possibile eseguire più istanze di SUSE Linux Enterprise Server sullo stesso hardware. Tuttavia l'installazione del server host KVM viene eseguita come installazione tipica con alcuni pacchetti aggiuntivi. L'installazione dei guest virtuali è descritta in Book “Virtualization Guide”, Chapter 8 “Guest Installation”.

2.2.2 Destinazione di installazione

Quasi tutte le installazioni vengono effettuate su un disco rigido locale. È quindi necessario che i controller del disco rigido siano disponibili nel sistema di installazione. Se un particolare controller, ad esempio RAID, necessita di un modulo di kernel aggiuntivo, inserire un disco di aggiornamento per tale modulo nel sistema dell'installazione.

Come altre destinazioni di installazione è possibile utilizzare tutti i tipi di dispositivi a blocchi che supportano uno spazio su disco e una velocità di esecuzione sufficienti per il sistema operativo. È ad esempio possibile utilizzare dispositivi a blocchi di rete quali iSCSI o SAN. È anche possibile effettuare l'installazione sui file system di rete che offrono le autorizzazioni Unix standard. Può tuttavia non essere possibile avviare questi file system se non supportati da initramfs prima dell'avvio del sistema vero e proprio. Tali installazioni possono risultare utili quando è necessario avviare lo stesso sistema in ubicazioni diverse o si intende utilizzare le funzioni di virtualizzazione come migrazione del dominio.

2.3 Controllo dell'installazione

Controllare l'installazione seguendo uno dei tanti modi diversi. Avviare l'installazione con una delle opzioni elencate nella Sezione 2.4, «Avvio del sistema di installazione». Per abilitare metodi di controllo diversi, fare riferimento alla Sezione 7.3.4, «Specifica dell'accesso remoto». Per informazioni su come utilizzare ciascun metodo di controllo remoto, fare riferimento al Capitolo 11, Installazione remota.

Breve panoramica dei diversi metodi:

Locale con monitor e tastiera

Questo è il metodo di installazione di SUSE Linux Enterprise Server utilizzato più di frequente. Pur richiedendo una preparazione minima, comporta molta interazione diretta.

Remoto tramite SSH

È possibile controllare l'installazione tramite SSH sia in modalità testo sia utilizzando X-forwarding per l'installazione grafica. Per ulteriori informazioni, vedere la Sezione 11.4, «Monitoraggio dell'installazione tramite SSH».

Remoto tramite console seriale

Per questo metodo di installazione è necessario un secondo computer collegato tramite un cavo null modem al computer sul quale si desidera installare SUSE Linux Enterprise Server. L'installazione procede in modalità testo. Per ulteriori informazioni, vedere la Sezione 11.5, «Monitoraggio dell'installazione tramite console seriale».

Remoto tramite VNC

Utilizzare questo metodo se si desidera un'installazione grafica senza accesso diretto al computer di destinazione. Per ulteriori informazioni, vedere la Sezione 11.3, «Monitoraggio dell'installazione tramite VNC».

Automatico tramite AutoYaST

Se è necessario installare SUSE Linux Enterprise Server in molti computer con hardware simile, è consigliabile eseguire le installazioni tramite AutoYaST. In questo caso, iniziare con l'installazione di un SUSE Linux Enterprise Server e utilizzarlo per creare i file di configurazione AutoYaST necessari. Per ulteriori informazioni, vedere la Book “AutoYaST Guide”.

2.4 Avvio del sistema di installazione

In questa sezione viene presentata una panoramica delle operazioni necessarie per l'installazione completa di SUSE® Linux Enterprise Server.

A differenza dei precedenti prodotti SLE, l'intera linea di prodotti SLE 15 SP2 può essere installata mediante il programma di installazione unificato. Per i dettagli sulle modifiche apportate a partire da SUSE Linux Enterprise 15 e sui supporti da scaricare per l'installazione, consultare la Sezione 1.5, «Modifiche nell'installazione a partire da SUSE Linux Enterprise Server versione 15».

Per una descrizione completa della modalità di installazione e configurazione del sistema con YaST, consultare la Parte II, «Procedura di installazione».

Importante
Importante: aggiornamenti sul supporto hardware

In caso di utilizzo di hardware particolarmente recente, potrebbe essere necessario avviare l'installazione con un kernel più recente da un'immagine Kernel Update ISO. Per ulteriori informazioni, vedere la Capitolo 6, Installazione su hardware non supportata al momento del rilascio.

  1. Preparare i supporti di installazione.

    Unità flash USB

    Si tratta del metodo più semplice per avviare l'installazione. Per creare un disco flash, è necessario copiare un'immagine del DVD nel dispositivo utilizzando il comando dd. Non si deve montare il disco flash e tutti i dati nel dispositivo verranno cancellati.

    root # dd if=PATH_TO_ISO_IMAGE of=USB_STORAGE_DEVICE bs=4M
    Avvio dalla rete

    È possibile avviare il computer dalla rete ed eseguire l'installazione da un server se il firmware del computer di destinazione lo consente. Questa opzione richiede che alla rete sia collegato un server di avvio. Il protocollo può variare in base allo spooler in uso. Generalmente sono necessari diversi servizi, come l'avvio TFTP e DHCP o PXE. Per informazioni dettagliate, leggere il Capitolo 17, Preparazione dell'ambiente di avvio della rete.

    È possibile eseguire l'installazione da numerosi protocolli di rete comuni, quali NFS, HTTP, FTP o SMB. Per ulteriori informazioni su come eseguire questo tipo di installazione, vedere il Capitolo 11, Installazione remota.

  2. Configurare il firmware del sistema di destinazione per avviare il supporto desiderato. Fare rifermento alla documentazione del produttore hardware su come configurare l'ordine di avvio corretto.

  3. Impostare i parametri di avvio necessari per il metodo di installazione specificato. Nella Sezione 2.3, «Controllo dell'installazione» è fornita una panoramica dei diversi metodi. Nel Capitolo 7, Parametri di avvio è disponibile un elenco di parametri di avvio.

  4. Eseguire l'installazione come descritto nel Capitolo 8, Procedura di installazione. Al termine dell'installazione è necessario riavviare il sistema.

  5. Opzionale: modificare l'ordine di avvio del sistema per eseguire l'avvio direttamente dal supporto sul quale è installato SUSE Linux Enterprise Server. Se il sistema viene avviato dal supporto di installazione, il primo parametro di avvio consiste nell'avviare il sistema installato.

  6. Eseguire la configurazione iniziale del sistema come descritto nella Parte V, «Configurazione iniziale del sistema».

2.5 Risoluzione dei problemi di avvio

Prima della consegna, SUSE® Linux Enterprise Server viene sottoposto a un programma di prova completo. Ciò nonostante, è possibile che durante l'installazione possano verificarsi problemi.

2.5.1 Problemi all'avvio

I problemi di avvio potrebbero impedire al programma di installazione YaST di avviare il sistema. Un'altra spia è data dal mancato avvio del sistema dopo il completamento dell'installazione.

Il sistema installato si avvia, i supporti non si avviano

Modificare il firmware o il BIOS del computer in maniera da correggere la sequenza di avvio. Per effettuare questa operazione, consultare il manuale dell'hardware.

Il computer si blocca

Cambiare la console sul proprio computer in maniera da rendere visibili gli output del kernel. Assicurarsi di verificare gli ultimi output. Questa operazione viene solitamente eseguita premendo il tasto CtrlAltF10. Se non è possibile risolvere il problema, consultare lo staff di supporto di SUSE Linux Enterprise Server. Per registrare tutti i messaggi di sistema al momento dell'avvio utilizzare un collegamento seriale, come descritto nella Sezione 2.3, «Controllo dell'installazione».

Disco di avvio

Il disco di avvio rappresenta un'utile soluzione temporanea in caso di difficoltà di impostazione delle altre configurazioni oppure se si desidera rimandare la decisione riguardante il meccanismo di avvio definitivo. Per ulteriori dettagli sulla creazione dei dischi di avvio, vedere il Book “Administration Guide”, Chapter 14 “The Boot Loader GRUB 2” grub2-mkrescue.

Avviso di presenza di virus dopo l'installazione

Esistono varianti del BIOS che controllano la struttura del settore di avvio (MBR) e generano per errore un avviso di presenza di virus dopo l'installazione di GRUB 2. Per risolvere questo problema, accedere al BIOS e cercare le corrispondenti impostazioni di modifica. Ad esempio, disattivare la protezione dai virus. È possibile riattivare questa opzione in un secondo momento. Questa operazione, tuttavia, non è necessaria se Linux è l'unico sistema operativo in uso.

2.5.2 Problemi per l'installazione

Se durante l'installazione si verifica un problema imprevisto, sono necessarie informazioni per determinarne la causa. Seguire le seguenti istruzioni per la risoluzione dei problemi:

  • Verificare gli output provenienti da varie console. È possibile alternare le console utilizzando la combinazione di tasti CtrlAlt Fn. Ad esempio, visualizzare una shell in cui eseguire diversi comandi premendo CtrlAlt F2.

  • Provare ad avviare l'installazione con «Impostazioni di sicurezza» (premere F5 nella schermata di installazione e scegliere Impostazioni di sicurezza). Se in questo caso l'installazione viene eseguita senza presentare alcun problema, esiste un'incompatibilità che causa l'errore in ACPI o APIC. A volte, il processo di rilevamento può provocareun blocco del sistema.

  • Controllare i messaggi del sistema su una console del sistema di installazione immettendo il comando dmesg -T.

2.5.3 Reindirizzamento dell'origine di avvio al supporto di installazione

Per semplificare il processo di installazione ed evitare installazioni casuali, l'impostazione predefinita sul supporto di installazione per SUSE Linux Enterprise Server prevede che il sistema venga avviato dal primo disco rigido. A questo punto, l'eventuale boot loader installato assume il controllo del sistema. Ciò significa che il supporto di avvio può essere alloggiato nell'unità durante l'installazione. Per avviare l'installazione, scegliere una delle opzioni di installazione disponibili nel menu di avvio del supporto.

3 Installazione nei computer Arm AArch64

In questo capitolo viene illustrata la procedura da seguire per prepararsi all'installazione di SUSE Linux Enterprise Server nei computer Arm AArch64. I passaggi illustrati si riferiscono a vari metodi di installazione. L'elenco di requisiti hardware fornisce una panoramica dei sistemi supportati da SUSE Linux Enterprise Server. Raccogliere ulteriori informazioni sui metodi di installazione disponibili e sui problemi noti più comuni. Apprendere inoltre come controllare l'installazione, fornire supporti di installazione ed eseguire l'avvio con i metodi standard.

3.1 Requisiti hardware

Il sistema operativo SUSE® Linux Enterprise Server può essere installato in un'ampia gamma di hardware. È impossibile elencare tutte le diverse combinazioni di componenti hardware supportati da SUSE Linux Enterprise Server. Tuttavia, per fornire agli utenti una guida per la fase di pianificazione, di seguito sono descritti alcuni requisiti minimi.

Per assicurarsi che una determinata configurazione del computer funzioni, verificare quali piattaforme sono state certificate da SUSE. L'elenco è disponibile all'indirizzo https://www.suse.com/yessearch/

CPU

Il requisito minimo consiste in una CPU che supporti ISA (Instruction Set Architecture) Armv8-A, ad esempio Arm Cortex-A53 o Cortex-A57. Visitare la pagina all'indirizzo https://www.arm.com/products/processors/cortex-a/ per un elenco di processori Armv8-A disponibili.

Attualmente le CPU dotate di ISA Armv8-R (in tempo reale) e Armv8-M (microcontroller) non sono supportate.

Numero massimo di CPU

Per progettazione, il software supporta al massimo 256 CPU. Se si prevede di utilizzare un sistema di tali proporzioni, verificare i dispositivi supportati nella pagina Web di certificazione per il sistema hardware, visitando il sito https://www.suse.com/yessearch/.

Requisiti di memoria

Per un'installazione minima sono necessari almeno 1024 MB di memoria. Nei computer con più di due processori, aggiungere 512 MB per CPU. Per le installazioni remote tramite HTTP o FTP, aggiungere altri 150 MB. Si tenga presente che questi valori sono validi solo per l'installazione del sistema operativo, il requisito di memoria effettivo nella produzione dipende dal carico di lavoro del sistema.

Configurazione del disco rigido

I requisiti del disco dipendono soprattutto dall'installazione selezionata e dall'utilizzo che si intende fare del computer. In generale, per ottenere un sistema che funzioni correttamente, sarà necessario più spazio di quanto richiesto dall'installazione software. Requisito minimo di memoria per l'installazione:

Ambito dell'installazione

Spazio minimo su disco fisso

Modalità testo

1,5 GB

Sistema minimo

2,5 GB

Desktop GNOME

3 GB

Tutti

4 GB

Minimo consigliato (nessuna istantanea Btrfs): 10 GB

Minimo richiesto (con istantanee Btrfs): 16 GB

Minimo consigliato (con istantanee Btrfs): 32 GB

Se la partizione root è inferiore a 10 GB, il programma di installazione non effettuerà alcuna proposta di partizionamento automatico e sarà necessario creare le partizioni manualmente. Pertanto, le dimensioni minime consigliate per la partizione root sono 10 GB. Se si desidera abilitare le istantanee Btrfs sul volume root per abilitare i rollback di sistema (vedere Book “Administration Guide”, Chapter 7 “System Recovery and Snapshot Management with Snapper”), le dimensioni minime per la partizione root sono 16 GB.

Metodi di avvio

È possibile avviare il computer da un CD o dalla rete. Per l'avvio dalla rete è necessario un server di avvio specifico, che può essere configurato con SUSE Linux Enterprise Server.

3.2 Considerazioni sull'installazione

In questa sezione vengono illustrati i vari fattori che è necessario considerare prima di installare SUSE Linux Enterprise Server in computer con hardware Arm AArch64.

3.2.1 Installazione su hardware o macchina virtuale

SUSE Linux Enterprise Server viene generalmente installato come sistema operativo indipendente. Con la virtualizzazione è inoltre possibile eseguire più istanze di SUSE Linux Enterprise Server sullo stesso hardware. Tuttavia l'installazione del server host KVM viene eseguita come installazione tipica con alcuni pacchetti aggiuntivi. L'installazione dei guest virtuali è descritta in Book “Virtualization Guide”, Chapter 8 “Guest Installation”.

3.2.2 Destinazione di installazione

Quasi tutte le installazioni vengono effettuate su un disco rigido locale. È quindi necessario che i controller del disco rigido siano disponibili nel sistema di installazione. Se un particolare controller, ad esempio RAID, necessita di un modulo di kernel aggiuntivo, inserire un disco di aggiornamento per tale modulo nel sistema dell'installazione.

Come altre destinazioni di installazione è possibile utilizzare tutti i tipi di dispositivi a blocchi che supportano uno spazio su disco e una velocità di esecuzione sufficienti per il sistema operativo. È ad esempio possibile utilizzare dispositivi a blocchi di rete quali iSCSI o SAN. È anche possibile effettuare l'installazione sui file system di rete che offrono le autorizzazioni Unix standard. Può tuttavia non essere possibile avviare questi file system se non supportati da initramfs prima dell'avvio del sistema vero e proprio. Tali installazioni possono risultare utili quando è necessario avviare lo stesso sistema in ubicazioni diverse o si intende utilizzare le funzioni di virtualizzazione come migrazione del dominio.

3.3 Controllo dell'installazione

Controllare l'installazione seguendo uno dei tanti modi diversi. Avviare l'installazione con una delle opzioni elencate nella Sezione 2.4, «Avvio del sistema di installazione». Per abilitare metodi di controllo diversi, fare riferimento alla Sezione 7.3.4, «Specifica dell'accesso remoto». Per informazioni su come utilizzare ciascun metodo di controllo remoto, fare riferimento al Capitolo 11, Installazione remota.

Breve panoramica dei diversi metodi:

Locale con monitor e tastiera

Questo è il metodo di installazione di SUSE Linux Enterprise Server utilizzato più di frequente. Pur richiedendo una preparazione minima, comporta molta interazione diretta.

Remoto tramite SSH

È possibile controllare l'installazione tramite SSH sia in modalità testo sia utilizzando X-forwarding per l'installazione grafica. Per ulteriori informazioni, vedere la Sezione 11.4, «Monitoraggio dell'installazione tramite SSH».

Remoto tramite console seriale

Per questo metodo di installazione è necessario un secondo computer collegato tramite un cavo null modem al computer sul quale si desidera installare SUSE Linux Enterprise Server. L'installazione procede in modalità testo. Per ulteriori informazioni, vedere la Sezione 11.5, «Monitoraggio dell'installazione tramite console seriale».

Remoto tramite VNC

Utilizzare questo metodo se si desidera un'installazione grafica senza accesso diretto al computer di destinazione. Per ulteriori informazioni, vedere la Sezione 11.3, «Monitoraggio dell'installazione tramite VNC».

Automatico tramite AutoYaST

Se è necessario installare SUSE Linux Enterprise Server in molti computer con hardware simile, è consigliabile eseguire le installazioni tramite AutoYaST. In questo caso, iniziare con l'installazione di un SUSE Linux Enterprise Server e utilizzarlo per creare i file di configurazione AutoYaST necessari. Per ulteriori informazioni, vedere la Book “AutoYaST Guide”.

3.4 Avvio del sistema di installazione

In questa sezione viene presentata una panoramica delle operazioni necessarie per l'installazione completa di SUSE® Linux Enterprise Server.

A differenza dei precedenti prodotti SLE, l'intera linea di prodotti SLE 15 SP2 può essere installata mediante il programma di installazione unificato. Per i dettagli sulle modifiche apportate a partire da SUSE Linux Enterprise 15 e sui supporti da scaricare per l'installazione, consultare la Sezione 1.5, «Modifiche nell'installazione a partire da SUSE Linux Enterprise Server versione 15».

Per una descrizione completa della modalità di installazione e configurazione del sistema con YaST, consultare la Parte II, «Procedura di installazione».

Importante
Importante: aggiornamenti sul supporto hardware

In caso di utilizzo di hardware particolarmente recente, potrebbe essere necessario avviare l'installazione con un kernel più recente da un'immagine Kernel Update ISO. Per ulteriori informazioni, vedere il Capitolo 6, Installazione su hardware non supportata al momento del rilascio.

  1. Preparare i supporti di installazione.

    Unità flash USB

    Si tratta del metodo più semplice per avviare l'installazione. Per creare un disco flash, è necessario copiare un'immagine del DVD nel dispositivo utilizzando il comando dd. Non si deve montare il disco flash e tutti i dati nel dispositivo verranno cancellati.

    root # dd if=PATH_TO_ISO_IMAGE of=USB_STORAGE_DEVICE bs=4M
    DVD

    È possibile utilizzare i supporti DVD forniti da SUSE o personali. Questo metodo è utile se è necessario eseguire il provisioning di più computer contemporaneamente. Richiede un'unità DVD integrata o rimovibile. La procedura è veloce per la maggior parte degli utenti, ma richiede numerose interazioni per ciascun processo di installazione. Se non si è ricevuto un DVD, ottenere l'immagine ISO dalla home page di SUSE e masterizzarla in un DVD vuoto scrivibile.

    Avvio dalla rete

    È possibile avviare il computer dalla rete ed eseguire l'installazione da un server se il firmware del computer di destinazione lo consente. Questa opzione richiede che alla rete sia collegato un server di avvio. Il protocollo può variare in base allo spooler in uso. Generalmente sono necessari diversi servizi, come l'avvio TFTP e DHCP o PXE. Per informazioni dettagliate, leggere il Capitolo 17, Preparazione dell'ambiente di avvio della rete.

    È possibile eseguire l'installazione da numerosi protocolli di rete comuni, quali NFS, HTTP, FTP o SMB. Per ulteriori informazioni su come eseguire questo tipo di installazione, vedere il Capitolo 11, Installazione remota.

  2. Configurare il firmware del sistema di destinazione per avviare il supporto desiderato. Fare rifermento alla documentazione del produttore hardware su come configurare l'ordine di avvio corretto.

  3. Impostare i parametri di avvio necessari per il metodo di installazione specificato. Nella Sezione 3.3, «Controllo dell'installazione» è fornita una panoramica dei diversi metodi. Nel Capitolo 7, Parametri di avvio è disponibile un elenco di parametri di avvio.

  4. Eseguire l'installazione come descritto nel Capitolo 8, Procedura di installazione. Al termine dell'installazione è necessario riavviare il sistema.

  5. Opzionale: modificare l'ordine di avvio del sistema per eseguire l'avvio direttamente dal supporto sul quale è installato SUSE Linux Enterprise Server. Se il sistema viene avviato dal supporto di installazione, il primo parametro di avvio consiste nell'avviare il sistema installato.

  6. Eseguire la configurazione iniziale del sistema come descritto nella Parte V, «Configurazione iniziale del sistema».

3.5 Risoluzione dei problemi di avvio

Nonostante SUSE® Linux Enterprise Server venga sottoposto a test approfonditi, è possibile che occasionalmente si verifichino problemi in fase di avvio o installazione.

3.5.1 Problemi all'avvio

I problemi di avvio potrebbero impedire al programma di installazione YaST di avviare il sistema. Un altro sintomo è l'impossibilità di avviare il sistema al termine dell'installazione.

Il sistema installato si avvia, i supporti non si avviano

Modificare il firmware del computer in modo da impostare la sequenza di avvio corretta. Per effettuare questa operazione, consultare il manuale dell'hardware.

Il computer si blocca

Cambiare la console sul proprio computer in maniera da rendere visibili gli output del kernel. Assicurarsi di verificare le ultime righe di output. Questa operazione viene solitamente eseguita premendo il tasto CtrlAltF10. Se non è possibile risolvere il problema, consultare lo staff di supporto di SUSE Linux Enterprise Server. Per registrare tutti i messaggi di sistema al momento dell'avvio utilizzare un collegamento seriale, come descritto nella Sezione 2.3, «Controllo dell'installazione».

Disco di avvio

Il disco di avvio è un'utile soluzione provvisoria per i problemi di avvio. Se si incontrano difficoltà nell'impostare le altre configurazioni o si desidera rimandare la decisione in merito al meccanismo di avvio finale, utilizzare un disco di avvio. Per ulteriori dettagli sulla creazione dei dischi di avvio, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 14 “The Boot Loader GRUB 2” grub2-mkrescue.

3.5.2 Problemi per l'installazione

Se durante l'installazione si verifica un problema imprevisto, sono necessarie informazioni per determinarne la causa. Seguire le seguenti istruzioni per la risoluzione dei problemi:

  • Verificare gli output provenienti da varie console. È possibile alternare le console utilizzando la combinazione di tasti CtrlAlt Fn. Ad esempio, visualizzare una shell in cui eseguire diversi comandi premendo CtrlAlt F2.

  • Provare ad avviare l'installazione con «Impostazioni di sicurezza» (premere F5 nella schermata di installazione e scegliere Impostazioni di sicurezza). Se in questo caso l'installazione viene eseguita senza presentare alcun problema, esiste un'incompatibilità che causa l'errore in ACPI o APIC. In alcuni casi, il problema può essere risolto con un aggiornamento del firmware.

  • Controllare i messaggi del sistema su una console del sistema di installazione immettendo il comando dmesg -T.

3.5.3 Reindirizzamento dell'origine di avvio al DVD di avvio

Per semplificare il processo di installazione ed evitare installazioni casuali, l'impostazione di default sul DVD di installazione per SUSE Linux Enterprise Server prevede che il sistema venga avviato dal primo disco rigido. A questo punto, l'eventuale boot loader installato assume il controllo del sistema. Ciò significa che il DVD di avvio può essere alloggiato nell'unità durante un'installazione. Per avviare l'installazione, scegliere una delle opzioni di installazione disponibili nel menu di avvio del supporto.

3.6 Raspberry Pi

SUSE® Linux Enterprise Server è la prima distribuzione di Linux Enterprise a supportare Raspberry Pi*, un computer a scheda singola poco dispendioso. SUSE Linux Enterprise Server 15 SP2 supporta i seguenti modelli:

  • Raspberry Pi 3 modello A+

  • Raspberry Pi 3 modello B

  • Raspberry Pi 3 modello B+

  • Raspberry Pi 4 modello B

  • Raspberry Pi Compute Module 3

  • Raspberry Pi Compute Module 3+

La linea di prodotti Raspberry Pi differisce dai server più convenzionali in vari modi. In primo luogo, non dispone di un boot loader in grado di caricare i sistemi operativi. Per ovviare al problema, SUSE Linux Enterprise Server include quindi un software di boot loader.

3.6.1 Processo di avvio

Il processore primario nel sistema su circuito integrato (SoC, System-on-Chip) di Raspberry Pi è l'unità di elaborazione grafica (GPU, Graphics Processing Unit) Broadcom VideoCore, non l'unità di elaborazione centrale (CPU, Central Processing Unit) Arm. È la GPU che avvia l'inizializzazione dell'hardware da un boot loader della prima fase nel BootROM su chip. Solo alcune opzioni di configurazione possono influenzare il BootROM. Vedere la Sezione 3.6.1.2, «Memoria OTP».

L'hardware Raspberry Pi 3 non include un firmware integrato. Il firmware del boot loader della seconda fase bootcode.bin viene invece caricato dal supporto di avvio a ogni accensione del computer e, a sua volta, carica il boot loader della terza fase start.elf.

L'hardware Raspberry Pi 4 include una memoria di tipo EEPROM (Electrically Erasable Programmable Read-Only Memory) di dimensioni ridotte per il boot loader della seconda fase. In caso contrario, esegue l'avvio in modo analogo a Raspberry Pi 3, caricando il boot loader della terza fase start4.elf dal supporto di avvio.

Avvertimento
Avvertimento: aggiornamento EEPROM su Raspberry Pi 4

È possibile aggiornare il boot loader della seconda fase eseguendo l'avvio da una specifica scheda microSD.

Inserire esclusivamente supporti di avvio attendibili e verificare che non sia accidentalmente presente alcun file recovery.bin.

Se è presente un file armstub8.bin, verrà caricato come boot loader della quarta fase in AArch64 Exception Level 3 (EL3). In caso contrario, verrà utilizzato uno stub minimo integrato.

Nota
Nota: considerazioni di sicurezza EL3

Il codice caricato per EL3 (spesso denominato BL31) si trova in memoria e Linux può tentare di effettuare hypercall in EL3 durante il runtime.

Verificare che nel supporto di avvio non sia accidentalmente presente alcun file armstub8.bin. Non è incluso in SUSE Linux Enterprise Server 15 SP2.

Tenere presente che il sistema SoC di Raspberry Pi non fornisce una memoria sicura TrustZone. Il sistema operativo sulla CPU ed eventuali software sulla GPU possono accedere alla RAM. Non è pertanto indicato per applicazioni EL0-s crittografiche. Per questo motivo, SUSE Linux Enterprise Server non fornisce un ambiente Trusted Execution Environment (TEE) EL1-s.

SUSE Linux Enterprise Server per Raspberry Pi è configurato per caricare un boot loader della quinta fase denominato Das U-Boot.

3.6.1.1 Config.txt

Non è presente una memoria non volatile per contenere le informazioni di configurazione. In altre parole, non esistono impostazioni convenzionali da regolare per l'ordine dei dispositivi di avvio, la data e l'ora e così via.

Il boot loader legge invece un file di configurazione config.txt dal supporto di avvio. Non modificare il file config.txt fornito da SUSE. Il file consente all'utente di fornire opzionalmente un file extraconfig.txt, che può ignorare eventuali impostazioni di config.txt, se necessario. In questo modo, SUSE Linux Enterprise Server è in grado di aggiornare il file config.txt se necessario, senza sovrascrivere alcuna impostazione utente.

3.6.1.2 Memoria OTP

Inoltre, il sistema SoC include una quantità estremamente ridotta di memoria OTP (One-Time Programmable), che può essere utilizzata per configurare alcune impostazioni, ad esempio per tentare l'avvio di BootROM dai dispositivi USB o su Ethernet.

La memoria OTP è descritta nel sito Web di Raspberry Pi Foundation all'indirizzo: https://www.raspberrypi.org/documentation/hardware/raspberrypi/otpbits.mdd

Avvertimento
Avvertimento: solo "One-Time Programmable"

Le impostazioni di configurazione scritte nella memoria OTP sono irreversibili.

Il caso d'uso più comune per la memoria OTP è quello che consente l'avvio USB su Raspberry Pi 3 modello B o Compute Module 3.

3.6.1.2.1 Abilitazione della modalità di avvio USB per Raspberry Pi 3 modello B

Per consentire in modo definitivo l'avvio da dispositivi di memorizzazione di massa USB connessi in Raspberry Pi 3 modello B, e dalla relativa rete Ethernet USB integrata, preparare una scheda microSD come descritto nella Sezione 3.6.3, «Distribuzione di un'immagine di appliance». Prima di smontare o espellere la scheda, ed eseguire l'avvio dalla scheda stessa, aggiungere alla relativa partizione FAT un file di testo extraconfig.txt (Sezione 3.6.1.1, «Config.txt») con la seguente impostazione:

program_usb_boot_mode=1

Procedere quindi con l'avvio dalla scheda microSD modificata come di consueto. Una volta visualizzato l'output dai boot loader U-Boot o GRUB o dal kernel Linux, è possibile spegnere il dispositivo e rimuovere la scheda microSD. Dovrebbe ora essere possibile eseguire l'avvio del dispositivo in modalità USB (Sezione 3.6.4, «Installazione da supporti USB»).

Tenere presente che, una volta abilitata la modalità di avvio USB per Raspberry Pi 3 modello B, non può essere disabilitata (Sezione 3.6.1.2, «Memoria OTP»).

Per maggiori dettagli, fare riferimento al sito Web di Raspberry Pi Foundation all'indirizzo https://www.raspberrypi.org/documentation/hardware/raspberrypi/bootmodes/msd.md

Per Raspberry Pi Compute Module 3 l'impostazione necessaria è la stessa, ma la distribuzione dell'immagine modificata è leggermente più complicata.

3.6.2 Orologio in tempo reale non disponibile

Nel dispositivo Raspberry Pi non è disponibile un orologio in tempo reale a batteria.

Nota
Nota: sincronizzazione dell'orario

Per via dell'assenza di un orologio in tempo reale, i dispositivi Raspberry Pi devono essere configurati in modo da recuperare l'ora da un server NTP (Network Time Protocol) di rete.

Tuttavia le schede di base per i modelli Raspberry Pi Compute Module possono includere un orologio in tempo reale.

È inoltre possibile connettere un orologio in tempo reale tramite il connettore GPIO, utilizzando Hardware Attached on Top (HAT) o altre schede di espansione.

Verificare comunque se il rispettivo chipset dell'orologio in tempo reale è supportato da SUSE Linux Enterprise Server. L'orologio in tempo reale connesso dovrà essere descritto per il sistema operativo tramite un overlay dell'albero dei dispositivi (Sezione 3.6.1.1, «Config.txt»). Ad esempio, per la scheda di base MyPi potrebbe essere utilizzato quanto segue:

dtparam=i2c1=on
dtoverlay=i2c-rtc,ds1307

3.6.3 Distribuzione di un'immagine di appliance

Il metodo più comune per distribuire un sistema operativo nell'hardware Raspberry Pi consiste nel copiare un'immagine del sistema preinstallata su un supporto di avvio, in genere una scheda microSD. Si tratta del metodo più facile e veloce.

SUSE fornisce un'immagine di avvio preconfigurata di SUSE Linux Enterprise Server per l'hardware Raspberry Pi. Include il file system Btrfs, con compressione abilitata per migliorare le prestazioni e ridurre l'usura sui supporti microSD.

È consigliata una scheda microSD con dimensioni minime di 8 GB. Schede più rapide garantiranno prestazioni di sistema superiori. Al primo avvio, il sistema operativo espande automaticamente il file system in base alle dimensioni della scheda. Il primo avvio sarà quindi sostanzialmente più lento rispetto ai successivi.

Il processo di scrittura dell'immagine della scheda su un supporto microSD è descritto nel riferimento rapido per Raspberry PI.

3.6.4 Installazione da supporti USB

Alcuni modelli Raspberry Pi consentono l'avvio da dispositivi di memorizzazione di massa USB. In questo modo sarà possibile distribuire SUSE Linux Enterprise Server in Raspberry Pi in modo analogo alle piattaforme server.

L'installazione può essere eseguita da un supporto USB rimovibile, come una chiavetta di memoria, su una scheda microSD nello slot interno del computer. In alternativa, può essere eseguita da un supporto USB rimovibile in un altro, ad esempio un disco rigido connesso tramite USB.

Nota
Nota: limitazioni di larghezza di banda USB

Tenere presente che il controller Ethernet su Raspberry Pi 3 è connesso al bus USB 2.0 integrato nel dispositivo.

Un sistema operativo in esecuzione da un disco collegato tramite USB deve pertanto condividere la larghezza di banda totale del controller USB 2.0, pari a 480 Mbps. Le prestazioni generali risulteranno limitate, con un impatto significativo su quelle di rete.

Questa limitazione non si applica a Raspberry Pi 4.

I modelli più recenti di Raspberry Pi 3 con BCM2837 B0 in silicio (chip argento anziché nero), inclusi Raspberry Pi 3 modello B+ e Compute Module 3+, consentono l'avvio di dispositivi di memorizzazione connessi tramite USB per impostazione predefinita.

Nei modelli meno recenti, come Raspberry Pi 3 modello B o Compute Module 3, l'avvio USB può essere abilitato eseguendolo una volta da una scheda microSD specifica. Per ulteriori istruzioni, vedere Sezione 3.6.1.2, «Memoria OTP».

3.6.5 Installazione da rete

Per via dell'assenza di un firmware integrato nell'hardware (Sezione 3.6.1, «Processo di avvio»), l'avvio da rete di Raspberry Pi mediante PXE è più complesso rispetto ai computer più convenzionali.

Il processo di configurazione di un server di avvio PXE per x86 e Arm è descritto nel documento su come configurare un server di installazione multi-PXE della serie SUSE Best Practices.

Raspberry Pi Foundation pubblica informazioni su come eseguire l'avvio mediante PXE su un dispositivo Raspberry Pi da un altro dispositivo Raspberry Pi: https://www.raspberrypi.org/documentation/hardware/raspberrypi/bootmodes/net_tutorial.md

3.6.6 Per ulteriori informazioni

Per ulteriori informazioni, consultare le seguenti risorse:

Note di rilascio di SUSE Linux Enterprise Server 15 SP2

Per ulteriori informazioni sulla compatibilità hardware, sulle opzioni e sulle funzionalità supportate in caso di esecuzione su hardware Raspberry Pi, consultare la sezione relativa ad avvio e abilitazione dei driver per Raspberry Pi contenuta nel documento per le note di rilascio di SUSE Linux Enterprise Server:

https://www.suse.com/releasenotes/aarch64/SUSE-SLES/15-SP2/#aarch64-rpi

riferimento rapido per Raspberry PI

https://documentation.suse.com/sles/15-SP2/html/SLES-rpi-quick/art-rpiquick.html

Elenco di compatibilità hardware openSUSE: Raspberry Pi 3

Anche il progetto openSUSE include informazioni sull'installazione e sulla configurazione dell'hardware Raspberry Pi. Gran parte di queste si applica anche a SUSE Linux Enterprise.

Vedere https://en.opensuse.org/HCL:Raspberry_Pi3.

Das U-Boot

Ulteriori informazioni sul boot loader Das U-Boot sono disponibili nella pagina GitHub del progetto all'indirizzo https://github.com/u-boot/u-boot.

4 Installazione su IBM POWER

Questo capitolo descrive la procedura di installazione di SUSE Linux Enterprise Server su sistemi IBM POWER.

4.1 Requisiti hardware

Per eseguire SUSE Linux Enterprise Server in POWER, l'hardware deve soddisfare i requisiti minimi elencati di seguito.

Server supportati

Controllare il database dell'hardware con certificazione SUSE per verificare che una specifica configurazione hardware sia supportata. Il database è disponibile all'indirizzo https://www.suse.com/yessearch/Search.jsp. SUSE Linux Enterprise Server può supportare ulteriori sistemi IBM POWER non presenti tra quelli elencati. Per le informazioni più recenti, consultare l'IBM Information Center per Linux all'indirizzo https://www.ibm.com/support/knowledgecenter/linuxonibm/liaam/liaamdistros.htm.

Requisiti di memoria

Per un'installazione minima sono necessari almeno 1024 MB di RAM. Per le installazioni remote tramite HTTP o FTP, aggiungere altri 150 MB. Si tenga presente che questi valori sono validi solo per l'installazione del sistema operativo. La quantità effettiva di RAM dipende dal carico di lavoro del sistema.

Configurazione del disco rigido

I requisiti del disco dipendono dal tipo di installazione selezionato e dallo scenario di utilizzo. Di norma, un sistema funzionante richiede più spazio dell'installazione stessa. Di seguito sono indicati i requisiti minimi.

Ambito dell'installazione

Spazio minimo su disco fisso

Modalità testo

1,5 GB

Sistema minimo

2,5 GB

Desktop GNOME

3 GB

Tutti

4 GB

Minimo consigliato (nessuna istantanea Btrfs): 10 GB

Minimo richiesto (con istantanee Btrfs): 16 GB

Minimo consigliato (con istantanee Btrfs): 32 GB

Se la partizione root è inferiore a 10 GB, il programma di installazione non effettuerà alcuna proposta di partizionamento. Sarà quindi necessario creare le partizioni manualmente. Per evitare questa situazione, è consigliabile riservare 10 GB per la partizione root. Aumentare le dimensioni minime a 16 GB se si intende abilitare istantanee Btrfs sul volume root (vedere il Book “Administration Guide”, Chapter 7 “System Recovery and Snapshot Management with Snapper”).

Prima di installare SUSE Linux Enterprise Server, verificare che il server disponga del firmware più recente. Per il firmware più recente, visitare IBM FixCentral all'indirizzo (http://www.ibm.com/support/fixcentral/). Selezionare il sistema dall'elenco Gruppo prodotti. Nell'archivio IBM PowerLinux Tools è disponibile software aggiuntivo. Per ulteriori informazioni sull'utilizzo dell'archivio IBM PowerLinux Tools, vedere https://ibm.biz/Bdxn3N.

4.2 Installazione di SUSE Linux Enterprise Server per POWER

La seguente procedura illustra la configurazione di un ambiente di installazione. Se è già disponibile un ambiente, è possibile ignorarla.

Procedura 4.1: Preparazione di un ambiente di installazione
  1. Avviare una sessione SSH nell'HMC ed eseguire il comando vtmenu.

  2. Selezionare il server POWER e la partizione LPAR desiderati. Se è già presente una sessione di console seriale per la partizione LPAR selezionata, è innanzitutto necessario chiuderla con il seguente comando:

    rmvterm -m SERVER -p LPAR
  3. Riavviare la partizione LPAR creando una nuova sessione SSH nell'HMC ed eseguendo il seguente comando:

    chsysstate -r lpar -m SERVER -o shutdown -n LPAR --immed --restart

    Tenere presente che questo comando determina un riavvio a freddo della partizione LPAR. Per eseguire un riavvio a caldo e consentire l'arresto appropriato delle attività in esecuzione, omettere il flag --immed nel comando precedente.

  4. Quando richiesto, premere 1 nella console seriale per aprire il menu SMS.

    Selezionare il menu SMS
  5. Selezionare Imposta IPL (Initial Program Load) remoto premendo 2 e Enter.

    Selezionare Imposta IPL remoto
  6. Selezionare la scheda di rete per accedere al server TFTP.

  7. Selezionare la versione IP da utilizzare (ad esempio, IPv4).

  8. Selezionare il protocollo utilizzato per accedere al server TFTP (ad esempio, 1 per BOOTP).

  9. Selezionare Parametri IP premendo 1 e Enter.

  10. Configurare i parametri di rete richiesti della partizione LPAR, inclusi l'indirizzo IP, il gateway di rete e la maschera di rete. In Indirizzo IP server specificare l'indirizzo IP del server TFTP.

    Configurare i parametri di rete
  11. Utilizzare il tasto ESC per tornare alla prima schermata. Selezionare le seguenti voci nell'ordine specificato:

    • Seleziona opzioni di avvio

    • Seleziona Installazione/Dispositivo di avvio

    • Rete

    • BOOTP

  12. Selezionare la scheda di rete specificata in precedenza, quindi:

    • Avvio in modalità normale

  13. All'avvio del processo, dovrebbe essere visualizzato un menu GRUB contenente un elenco di immagini disponibili nel server TFTP.

    Menu GRUB

4.3 Installazione di SUSE Linux Enterprise Server

In generale, l'installazione di SUSE Linux Enterprise Server in POWER è simile a una normale procedura di installazione.

Procedura 4.2: Installazione di SUSE Linux Enterprise Server
  1. Nei primi due passaggi viene richiesto di selezionare la lingua e la mappatura della tastiera desiderata e di leggere e accettare il contratto di licenza del prodotto.

  2. Selezionare quindi il metodo desiderato per la registrazione del prodotto e completare la procedura. Se si registra il sistema mediante SUSE Customer Center, viene richiesto di abilitare i repository degli aggiornamenti. Premere .

    Registrazione del prodotto
  3. Selezionare un modulo o un'estensione utilizzando i tasti freccia e premere Space. A seconda delle estensioni e dei moduli selezionati, potrebbe essere richiesto di importare chiavi GnuPG per i repository associati.

    Selezione di estensioni e moduli
  4. Installare i prodotti aggiuntivi desiderati. Se si sceglie di installare un componente aggiuntivo, è necessario specificarne la sorgente di installazione.

    Installazione di prodotti aggiuntivi
  5. Specificare uno schema di partizione per l'installazione. Per accettare la proposta predefinita, premere Avanti oppure AltA.

    Definizione di uno schema di partizione
  6. Selezionare il ruolo di sistema idoneo per lo specifico scenario.

    Selezione di un ruolo di sistema
  7. Le schermate successive consentono di specificare il fuso orario appropriato e creare un utente. Se si decide di non creare un utente, verrà richiesto di specificare una password di root.

  8. Nella schermata di riepilogo dell'installazione verificare che il servizio SSH sia abilitato e aprire una porta SSH. A tale scopo, premere Modifica, passare alla schermata Configurazione di firewall e SSH di base e abilitare le opzioni appropriate. Fare clic su OK.

    Configurazione delle impostazioni SSH
  9. Confermare la configurazione di installazione e premere Installa per avviare il processo di installazione.

4.4 Ulteriori informazioni

Ulteriori informazioni su IBM PowerLinux sono disponibili nei siti di SUSE e IBM:

  • La knowledge base del supporto di SUSE, all'indirizzo https://www.suse.com/support/kb/, costituisce un utile strumento di supporto che aiuta i clienti nella risoluzione dei problemi. Eseguire una ricerca nella knowledge base dedicata a SUSE Linux Enterprise Server utilizzando termini di ricerca pertinenti.

  • Gli avvisi sulla sicurezza sono reperibili all'indirizzo https://www.suse.com/support/security/. SUSE gestisce inoltre due mailing list correlate alla sicurezza:

    • suse-security - Argomenti di sicurezza generici correlati a Linux e SUSE. Tutti gli avvisi sulla sicurezza relativi a SUSE Linux Enterprise Server vengono inviati a questa mailing list.

    • suse-security-announce — La mailing list di SUSE riservata esclusivamente agli avvisi di sicurezza.

  • In caso di errori hardware, controllare eventuali codici nel pannello di controllo. I codici rilevati possono quindi essere ricercati nell'IBM Power Systems Hardware Information Center, all'indirizzo https://ibm.biz/Bdxn3T.

  • Per suggerimenti relativi alla risoluzione dei problemi, vedere le domande frequenti su IBM PowerLinux nell'Information Center, all'indirizzo https://ibm.biz/Bdxn35.

  • Per partecipare alla mailing list linuxppc-dev, registrarsi utilizzando i moduli disponibili in http://lists.ozlabs.org/listinfo/linuxppc-dev/.

5 Installazione su IBM Z e LinuxONE

In questo capitolo è descritta la procedura di preparazione all'installazione di SUSE® Linux Enterprise Server su IBM Z. Vengono fornite tutte le informazioni necessarie per preparare l'installazione sul lato LPAR e z/VM.

5.1 Requisiti di sistema

Questa sezione fornisce informazioni di base sui requisiti di sistema, sul livello di MicroCode e sui software supportati. Descrive anche i diversi tipi di installazione e in che modo eseguire un IPL per la prima installazione. Per informazioni tecniche dettagliate su IBM Z in SUSE Linux Enterprise Server fare riferimento a https://www.ibm.com/developerworks/linux/linux390/documentation_suse.html.

5.1.1 Hardware

SUSE Linux Enterprise Server viene eseguito sulle seguenti piattaforme:

  • IBM zEnterprise EC12 (zEC12) (2827)

  • IBM zEnterprise BC12 (zBC12) (2828)

  • IBM z13 (2964)

  • IBM z13s (2965)

  • IBM LinuxONE Emperor (2964)

  • IBM LinuxONE Rockhopper (2965)

  • IBM z14 (3906)

  • IBM z14 ZR1 (3907)

  • IBM z Systems z15 (8561)

  • IBM LinuxONE Emperor II (3906)

  • IBM LinuxONE Rockhopper II (3907)

  • IBM LinuxONE Rockhopper III (8561)

5.1.1.1 Requisiti di memoria

Metodi di installazione diversi richiedono requisiti di memoria diversi nel corso dell'installazione. È consigliabile disporre di almeno 1 GB di memoria per l'installazione in modalità testo in z/VM, LPAR e KVM. L'installazione in modalità grafica richiede almeno 1,5 GB di memoria.

Nota
Nota: requisiti di memoria per origini di installazione remota

Sono necessari almeno 512 MB di memoria per l'installazione da sorgenti di tipo NFS, FTP e SMB o in caso di utilizzo di VNC. Tenere presente che i requisiti di memoria variano anche in base al numero di dispositivi visibili dal guest z/VM guest o dall'immagine della partizione LPAR. L'installazione con molti dispositivi accessibili (anche se non utilizzati per l'installazione) potrebbe richiedere un'ulteriore quantità di memoria.

5.1.1.2 Requisiti per lo spazio su disco

I requisiti dipendono dall'applicazione. Per garantire il funzionamento del sistema, è in genere necessario più spazio rispetto a quello richiesto dal software di installazione. Di seguito sono riportati i requisiti minimi per i tipi di installazione disponibili:

Tipo di installazione

Spazio minimo su disco fisso

Modalità testo

1,5 GB

Sistema minimo

2,5 GB

Desktop GNOME

3 GB

Tutti

4 GB

Minimo consigliato (nessuna istantanea Btrfs): 10 GB

Minimo richiesto (con istantanee Btrfs): 16 GB

Minimo consigliato (con istantanee Btrfs): 32 GB

5.1.1.3 Connessione di rete

È necessaria una connessione di rete per comunicare con il sistema SUSE Linux Enterprise Server. È possibile scegliere una o più tra le seguenti connessioni o schede di rete:

  • OSA Express Ethernet (incluso Fast e Gigabit Ethernet)

  • HiperSockets o LAN Guest

  • 10 GBE, VSWITCH

  • RoCE (RDMA over Converged Ethernet)

Le seguenti interfacce sono ancora incluse, ma non più supportate:

  • CTC (o CTC virtuale)

  • ESCON

  • Interfaccia di rete IP per IUCV

Quando si esegue l'installazione in KVM, verificare che i requisiti seguenti siano soddisfatti al fine di consentire al guest VM di accedere alla rete in modo trasparente:

  • L'interfaccia di rete virtuale è connessa a un'interfaccia di rete host.

  • L'interfaccia di rete host è connessa a una rete che includerà il server virtuale.

  • Se l'host è configurato per una connessione di rete ridondante mediante il raggruppamento di due porte di rete OSA indipendenti in un'interfaccia di rete associata, l'identificatore per l'interfaccia di rete associata è bond0. Se sono presenti più interfacce associate, vengono denominate bond1, bond2 e così via.

  • La configurazione di una connessione di rete non ridondante richiede l'identificatore della singola interfaccia di rete. L'identificatore presenta il seguente formato: enccw0.0.NNNN, dove NNNN è il numero di dispositivo dell'interfaccia di rete desiderata.

5.1.2 Livello di MicroCode, APAR e correzioni

La documentazione relativa alle restrizioni e ai requisiti per questa release di SUSE Linux Enterprise Server è disponibile in IBM developerWorks all'indirizzo https://www.ibm.com/developerworks/linux/linux390/documentation_suse.html. È consigliabile utilizzare il livello massimo di servizio disponibile. Contattare l'assistenza IBM per conoscere i requisiti minimi.

Per z/VM sono supportate le seguenti versioni:

  • z/VM 6.4

  • z/VM 7.1

Dal momento che potrebbe essere necessario attivare gli APAR delle VM prima di installare i nuovi livelli di MicroCode, chiarire l'ordine di installazione con l'assistenza IBM.

5.1.3 Software

Durante l'installazione di SUSE Linux Enterprise Server tramite NFS o FTP non basati su Linux, potrebbero verificarsi problemi con il software del server NFS o FTP. Il server FTP standard di Windows* può generare errori, pertanto è consigliabile eseguire l'installazione tramite SMB in questi computer.

Per connettersi al sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server, è richiesto uno dei metodi seguenti (i metodi consigliati sono SSH o VNC):

SSH con emulazione di terminale (compatibile xterm)

SSH è lo strumento standard Unix presente su quasi tutti i sistemi Unix o Linux. Per Windows è possibile utilizzare il client SSH PuTTY, disponibile all'indirizzo http://www.chiark.greenend.org.uk/~sgtatham/putty/.

Client VNC

Per Linux un client VNC chiamato vncviewer è incluso in SUSE Linux Enterprise Server come parte del pacchetto tightvnc. TightVNC è disponibile anche per Windows. il cui download può essere eseguito da http://www.tightvnc.com/.

Server X

Su qualsiasi workstation Linux o Unix è possibile trovare un'implementazione adatta del server X. Esistono in commercio molti ambienti X Window System per Windows e MacOS*. È possibile effettuare il download di alcuni come versioni di prova gratuite. Una versione di prova di Mocha X Server di MochaSoft è disponibile in http://www.mochasoft.dk/freeware/x11.htm.

Suggerimento
Suggerimento: informazioni aggiuntive

Prima di installare SUSE Linux Enterprise Server su IBM Z, consultare il file README situato nella directory root del primo supporto di installazione di SUSE Linux Enterprise Server.

5.2 Informazioni generali

Questa sezione fornisce informazioni di base sui requisiti di sistema, sul livello di MicroCode e sui software supportati. Descrive anche i diversi tipi di installazione e in che modo eseguire un IPL per la prima installazione. Per informazioni tecniche dettagliate su IBM Z in SUSE Linux Enterprise Server fare riferimento a https://www.ibm.com/developerworks/linux/linux390/documentation_suse.html.

5.2.1 Requisiti di sistema

In questa sezione viene fornito un elenco di componenti hardware per IBM Z supportati da SUSE Linux Enterprise Server. Viene inoltre descritto il livello del MicroCode (MCL) utilizzato nel sistema IBM Z in uso, che è molto importante per l'installazione. Nella parte conclusiva di questa sezione viene elencato il software aggiuntivo da installare e utilizzare per l'installazione.

5.2.1.1 Hardware

SUSE Linux Enterprise Server viene eseguito sulle seguenti piattaforme:

  • IBM zEnterprise System z196 (2817)

  • IBM zEnterprise System z114 (2818)

  • IBM zEnterprise EC12 (zEC12) (2827)

  • IBM zEnterprise BC12 (zBC12) (2828)

  • IBM z Systems z13 (2964)

  • IBM z Systems z13s (2965)

  • IBM z Systems z14 (3906)

  • IBM z Systems z14 ZR1 (3907)

  • IBM z Systems z15 (8561)

  • IBM LinuxONE Emperor (2964)

  • IBM LinuxONE Rockhopper (2965)

  • IBM LinuxONE Emperor II (3906)

  • IBM LinuxONE Rockhopper II (3907)

  • IBM LinuxONE Emperor III (8561)

5.2.1.1.1 Requisiti di memoria

Metodi di installazione diversi richiedono requisiti di memoria diversi nel corso dell'installazione. Al termine dell'installazione, l'amministratore di sistema può ridurre la memoria alla dimensione desiderata. È consigliabile disporre di almeno 1 GB di memoria per l'installazione in modalità testo in z/VM, LPAR e KVM. L'installazione in modalità grafica richiede almeno 1,5 GB di memoria.

Nota
Nota: requisiti di memoria per origini di installazione remota

Sono necessari almeno 512 MB di memoria per l'installazione da sorgenti di tipo NFS, FTP e SMB o in caso di utilizzo di VNC. Tenere presente che il numero di dispositivi visibili dal guest z/VM o dall'immagine LPAR influenza i requisiti di memoria. L'installazione con molti dispositivi accessibili (anche se non utilizzati per l'installazione) potrebbe richiedere un'ulteriore quantità di memoria.

5.2.1.1.2 Requisiti per lo spazio su disco

I requisiti dipendono dall'applicazione. In generale, per ottenere un sistema che funzioni correttamente, sarà necessario più spazio di quanto richiesto dall'installazione software. I requisiti minimi per le differenti selezioni sono:

800 MB

Installazione minima

1,4 GB

Installazione minima + Sistema di base

2.6 GB

Installazione di default

3.6 GB+

Consigliati (con desktop grafico, pacchetti di sviluppo e Java).

5.2.1.1.3 Connessione di rete

È necessaria una connessione di rete per comunicare con il sistema SUSE Linux Enterprise Server. È possibile scegliere una o più tra le seguenti connessioni o schede di rete:

  • OSA Express Ethernet (incluso Fast e Gigabit Ethernet)

  • HiperSockets o LAN Guest

  • 10 GBE, VSWITCH

  • RoCE (RDMA over Converged Ethernet)

Le seguenti interfacce sono ancora incluse, ma non più supportate:

  • CTC (o CTC virtuale)

  • ESCON

  • Interfaccia di rete IP per IUCV

Quando si esegue l'installazione in KVM, verificare che i requisiti seguenti siano soddisfatti al fine di consentire al guest VM di accedere alla rete in modo trasparente:

  • L'interfaccia di rete virtuale è connessa a un'interfaccia di rete host.

  • L'interfaccia di rete host è connessa a una rete che includerà il server virtuale.

  • Se l'host è configurato per una connessione di rete ridondante mediante il raggruppamento di due porte di rete OSA indipendenti in un'interfaccia di rete associata, l'identificatore per l'interfaccia di rete associata è bond0. Se sono presenti più interfacce associate, vengono denominate bond1, bond2 e così via.

  • La configurazione di una connessione di rete non ridondante richiede l'identificatore della singola interfaccia di rete. L'identificatore presenta il seguente formato: enccw0.0.NNNN, dove NNNN è il numero di dispositivo dell'interfaccia di rete desiderata.

5.2.1.2 Livello di MicroCode, APAR e correzioni

La documentazione relativa alle restrizioni e ai requisiti per questa release di SUSE Linux Enterprise Server è disponibile in IBM developerWorks all'indirizzo http://www.ibm.com/developerworks/linux/linux390/documentation_suse.html. È consigliabile utilizzare sempre il livello massimo di servizio disponibile. Contattare l'assistenza IBM per conoscere i requisiti minimi.

5.2.1.2.1 z/VM
  • z/VM 6.3. È consigliabile installare APAR VM65419 (o versione successiva) per migliorare l'output di qclib.

  • z/VM 6.4

  • z/VM 7.1

È consigliabile concordare l'ordine di installazione con la propria assistenza IBM, poiché potrebbe essere necessario attivare gli APAR della VM prima di installare i nuovi livelli di MicroCode.

5.2.1.3 Software

Durante l'installazione di SUSE Linux Enterprise Server tramite NFS o FTP non basati su Linux, potrebbero verificarsi problemi con il software del server NFS o FTP. Poiché il server FTP standard di Windows* può causare errori, in questi computer è solitamente consigliabile installare SMB.

Per connettersi al sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server, è richiesto uno dei metodi seguenti (i metodi consigliati sono SSH o VNC):

SSH con emulazione di terminale (compatibile xterm)

SSH è lo strumento standard Unix presente su quasi tutti i sistemi Unix o Linux. Per Windows è possibile utilizzare il client SSH PuTTY, disponibile all'indirizzo http://www.chiark.greenend.org.uk/~sgtatham/putty/.

Client VNC

Per Linux un client VNC chiamato vncviewer è incluso in SUSE Linux Enterprise Server come parte del pacchetto tightvnc. TightVNC è disponibile anche per Windows. il cui download può essere eseguito da http://www.tightvnc.com/.

Server X

Su qualsiasi workstation Linux o Unix è possibile trovare un'implementazione adatta del server X. Esistono in commercio molti ambienti X Window System per Windows e MacOS*. È possibile effettuare il download di alcuni come versioni di prova gratuite. Una versione di prova di Mocha X Server di MochaSoft è disponibile in http://www.mochasoft.dk/freeware/x11.htm.

Suggerimento
Suggerimento: informazioni aggiuntive

Prima di installare SUSE Linux Enterprise Server su IBM Z, consultare il file README situato nella directory root del primo supporto di installazione di SUSE Linux Enterprise Server. Questo file fa da complemento alla presente documentazione.

5.2.2 Tipi di installazione

In questa sezione è fornita una panoramica dei diversi tipi di installazioni possibili con SUSE Linux Enterprise Server per IBM Z. È possibile installare SUSE Linux Enterprise Server in una LPAR, come guest all'interno di z/VM o come guest all'interno di KVM.

In base alla modalità di installazione (LPAR o z/VM) esistono diverse possibilità per l'avvio del processo di installazione e l'esecuzione dell'IPL del sistema installato.

5.2.2.1 LPAR

Se si installa SUSE Linux Enterprise Server per IBM Z in una partizione logica (LPAR), assegnare memoria e processori all'istanza. L'installazione in una LPAR è raccomandata per le macchine di produzione a carico elevato. L'esecuzione in LPAR rende disponibili standard di sicurezza più elevati. Il networking tra partizioni LPAR è possibile su interfacce esterne o Hipersockets. Se si intende utilizzare l'installazione per la virtualizzazione con KVM, è particolarmente consigliata l'installazione in LPAR.

5.2.2.2 z/VM

L'esecuzione di SUSE Linux Enterprise Server per IBM Z in z/VM significa che SUSE Linux Enterprise Server è un sistema guest all'interno di z/VM. Un vantaggio di questa modalità è la possibilità di disporre del controllo completo su SUSE Linux Enterprise Server da z/VM. Ciò è molto utile per lo sviluppo del kernel o per il debugging basato sul kernel. È inoltre molto semplice aggiungere o rimuovere hardware sui sistemi Linux ospiti. La creazione di guest SUSE Linux Enterprise Server aggiuntivi è semplice e consente l'esecuzione simultanea di centinaia di istanze Linux.

5.2.2.3 Guest KVM

Per installare SUSE Linux Enterprise Server per IBM Z come guest KVM è necessario avere installato un'istanza del server host KVM in una partizione LPAR. Per informazioni dettagliate sull'installazione del guest, vedere Procedura 5.3, «Panoramica dell'installazione guest KVM».

5.2.3 Opzioni IPL

Questa sezione contiene le informazioni necessarie per eseguire un IPL per la prima installazione. In base al tipo di installazione, sono necessarie opzioni diverse. Vengono descritte le opzioni del lettore VM, di caricamento da CD-ROM o server e di caricamento da un DVD-ROM collegato tramite SCSI. L'installazione dei pacchetti software, effettuata tramite la rete, non richiede il supporto IPL.

5.2.3.1 Lettore VM

Per eseguire l'IPL da un lettore VM, è necessario prima trasferire i file necessari nel lettore. Per maggiore praticità nell'amministrazione, è consigliabile creare un utente linuxmnt che dispone di un minidisco contenente i file e gli script necessari per l'IPL. Questo minidisco in seguito può essere accessibile in sola lettura dai sistemi Linux ospiti. Per informazioni, vedere Sezione 5.3.4.2.1, «IPL dal lettore z/VM».

5.2.3.2 Caricamento da supporto rimovibile o server

Per eseguire IPL in una partizione LPAR, caricare l'immagine del kernel direttamente dall'SE, dal dispositivo CD/DVD-ROM dell'HMC oppure da qualsiasi sistema remoto accessibile tramite FTP. Questa funzione può essere eseguita dall'HMC. Il processo di installazione richiede un file con una mappatura dell'ubicazione dei dati di installazione nel file system e delle ubicazioni di memoria in cui copiare i dati.

Per SUSE Linux Enterprise Server, sono disponibili due file di questo tipo. Entrambi si trovano nella directory root del primo supporto di installazione:

  • suse.ins che per funzionare richiede la configurazione dell'accesso di rete in Linuxrc prima dell'avvio dell'installazione.

  • susehmc.ins che consente l'installazione senza accesso di rete.

Nel riquadro di navigazione a sinistra di HMC espandere Gestione sistemi › Sistemi e selezionare il sistema mainframe con cui lavorare. Scegliere il LPAR sul quale avviare SUSE Linux Enterprise Server dalla tabella dei LPAR e selezionare Carica da server o supporto rimovibile.

Quindi, scegliere CD-ROM/DVD della console di gestione hardware o Origine FTP. Se si sceglie l'ultima opzione, è necessario specificare l'indirizzo o il nome del server e fornire le credenziali. Se il file .ins appropriato non è ubicato nella directory radice del server, specificare il percorso del file. Passare al menu Selezionare il software da caricare, quindi scegliere la voce .ins appropriata. Fare clic su OK per avviare l'installazione.

5.2.3.3 Caricamento da DVD SCSI

Per eseguire l'IPL da un DVD SCSI, è necessario accedere a un adattatore FCP collegato ad un'unità DVD. Sono necessari i valori per WWPN e LUN dell'unità SCSI. Per informazioni, vedere la Sezione 5.3.4.1.2, «IPL da un DVD SCSI collegato tramite FCP».

5.2.3.4 Caricamento dalla rete con zPXE

Per l'esecuzione dell'IPL dalla rete con zPXE è necessario un server Cobbler in grado di fornire kernel, disco RAM e un parmfile. Può essere avviato eseguendo lo script ZPXE EXEC. Per ulteriori informazioni, vedere la Sezione 5.3.1.3, «Utilizzo di un server Cobbler per zPXE». zPXE è disponibile solo in z/VM.

5.3 Preparazione per l'installazione

In questo capitolo viene illustrato come rendere accessibili i dati per l'installazione, installare SUSE Linux Enterprise Server con metodi differenti e preparare e utilizzare l'IPL del sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server. Il capitolo offre inoltre informazioni sulla configurazione e sull'installazione della rete.

5.3.1 Rendere disponibili i dati dell'installazione

In questa sezione sono contenute informazioni dettagliate su come rendere accessibili i dati di installazione del sistema IBM Z di SUSE Linux Enterprise Server per l'installazione. Scegliere l'installazione NFS o FTP in base al computer e all'ambiente di sistema in uso. Se nel proprio ambiente sono in esecuzione workstation di Microsoft Windows, è possibile utilizzare la rete Windows (incluso il protocollo SMB) per installare SUSE Linux Enterprise Server nel sistema IBM Z.

Suggerimento
Suggerimento: IPL da DVD

È possibile effettuare l'IPL da DVD e utilizzare quest'ultimo come supporto di installazione. Questa operazione è molto pratica se vi sono restrizioni di configurazione in un server di installazione che fornisce supporti di installazione in rete. Il prerequisito è un'unità DVD SCSI collegata tramite FCP.

Nota
Nota: nessuna installazione da disco rigido

Non è possibile eseguire l'installazione da un disco rigido copiando il contenuto del DVD in una partizione su un disco DASD.

5.3.1.1 Utilizzo di una workstation Linux o di un DVD di SUSE Linux Enterprise Server

È possibile utilizzare una postazione di lavoro Linux nell'ambiente del computer per fornire i dati di installazione al processo di installazione IBM Z mediante NFS o FTP. Se la postazione di lavoro Linux esegue SUSE Linux Enterprise Server, è possibile configurare un server di installazione (NFS o FTP) utilizzando il modulo Server di installazione di YaST come descritto nella Sezione 16.1, «Configurazione di un server di installazione con YaST».

Importante
Importante: esportazione di dispositivi montati via NFS

L'esportazione della directory root del file system (/) non implica l'esportazione automatica dei dispositivi montati, ad esempio i DVD. È quindi necessario denominare in modo esplicito il punto di montaggio in /etc/exports:

/media/dvd  *(ro)

Dopo aver modificato questo file, riavviare il server NFS con il comando sudo systemctl restart nfsserver.

Per configurare un server FTP in un sistema Linux è necessario installare e configurare software server, ad esempio vsftpd. Se si utilizza SUSE Linux Enterprise Server, vedere il Book “Administration Guide”, Chapter 38 “Setting Up an FTP Server with YaST” per le istruzioni di installazione. Poiché non è possibile effettuare il download dei dati di installazione tramite login anonimo, è necessario configurare il server FTP in modo da supportare l'autenticazione degli utenti.

5.3.1.1.1 SUSE Linux Enterprise Server su DVD

Il primo supporto di installazione di SUSE Linux Enterprise Server per IBM Z contiene un'immagine Linux di avvio per le postazioni di lavoro basate su Intel e un'immagine per la piattaforma IBM Z.

Per le postazioni di lavoro basate su Intel, eseguire l'avvio da questo supporto. Quando richiesto, selezionare la lingua di risposta e la mappatura della tastiera desiderati, quindi Avvia sistema di ripristino. Per questa operazione sono necessari almeno 64 MB di RAM. Non è necessario alcuno spazio sul disco perché l'intero di sistema di ripristino risiede nella RAM della postazione di lavoro. Questo approccio prevede la configurazione manuale della rete della postazione di lavoro.

Per IBM Z, eseguire l'IPL del guest LPAR/VM da questo supporto, come descritto nella Sezione 5.3.4.1.2, «IPL da un DVD SCSI collegato tramite FCP». Dopo aver immesso i parametri di rete, il sistema di installazione tratta il supporto come origine dei dati di installazione. Poiché non è possibile connettere direttamente a IBM Z un terminale compatibile con X11, occorre scegliere se eseguire l'installazione tramite VNC o SSH. SSH fornisce inoltre un'installazione grafica tramite tunnelling della connessione X attraverso SSH mediante ssh -X.

5.3.1.2 Utilizzo di una workstation Microsoft Windows

È possibile utilizzare una postazione di lavoro Microsoft Windows nella rete per rendere disponibili i supporti di installazione. A tale scopo, il metodo più semplice consiste nell'utilizzare il protocollo SMB. Assicurarsi che l'opzione SMB su TCP/IP sia attivata per garantire l'incapsulamento dei pacchetti SMB in pacchetti TCP/IP. Le informazioni dettagliate sono disponibili nella Guida online di Windows o nella documentazione Windows relativa alle connessioni di rete.

5.3.1.2.1 Utilizzo di SMB

Per rendere disponibili i supporti di installazione con SMB, inserire l'unità flash USB con il file SLE-15-SP2-Online-ARCH-GM-media1.iso nella porta USB della postazione di lavoro Windows. Creare quindi una nuova condivisione utilizzando la lettera dell'unità flash USB e renderla disponibile a tutti gli utenti in rete.

Il percorso di installazione in YaST può essere:

smb://DOMAIN;USER:PW@SERVERNAME/SHAREPATH

Dove i segnaposto significano:

DOMAIN

Gruppo di lavoro o dominio active directory facoltativi.

USER , PW

Nome utente e password facoltativi di un utente autorizzato ad accedere al server e alle rispettive condivisioni.

SERVERNAME

Nome del server host delle condivisioni.

SHAREPATH

Percorso delle condivisioni.

5.3.1.2.2 NFS

Consultare la documentazione fornita con il prodotto di terze parti che consente di abilitare i servizi del server NFS per la workstation Windows in uso. L'unità flash USB contenente il supporto SLE-15-SP2-Online-ARCH-GM-media1.iso deve trovarsi al percorso NFS disponibile.

5.3.1.2.3 Utilizzo di FTP

Consultare la documentazione fornita con il prodotto di terze parti che consente di abilitare i servizi del server FTP per la postazione di lavoro Windows in uso. L'unità flash USB contenente il supporto SLE-15-SP2-Online-ARCH-GM-media1.iso deve trovarsi al percorso FTP disponibile.

Il server FTP incluso in alcune versioni di Microsoft Windows implementa solo un sottoinsieme di comandi FTP e non è idoneo per fornire i dati di installazione. In questo caso, utilizzare un server FTP di terze parti che fornisca la funzionalità richiesta.

5.3.1.2.4 Utilizzo di un'unità DVD SCSI collegata tramite FCP

Dopo l'esecuzione di IPL dal DVD SCSI, come descritto nella Sezione 5.3.4.1.2, «IPL da un DVD SCSI collegato tramite FCP», il sistema di installazione utilizzerà il DVD come supporto di installazione. In tal caso, non sarà necessario il supporto di installazione su un server FTP, NFS o SMB. Tuttavia, saranno necessari i dati di configurazione della rete per SUSE Linux Enterprise Server, in quanto occorre configurare la rete durante l'installazione per eseguire un'installazione grafica tramite VNC o X.

5.3.1.3 Utilizzo di un server Cobbler per zPXE

Per l'esecuzione dell'IPL dalla rete è necessario un server Cobbler per fornire il kernel, il file initrd e i dati di installazione. La preparazione del server Cobbler è costituita dai seguenti passaggi:

5.3.1.3.1 Importazione dei dati di installazione

Per l'importazione dei supporti è necessario che la sorgente di installazione sia disponibile sul server Cobbler da un'unità flash USB o da un'origine di rete. Eseguire il seguente comando per importare i dati:

tux > sudo cobbler import --path=PATH1 --name=IDENTIFIER2 --arch=s390x

1

Punto di montaggio dei dati di installazione

2

Una stringa che identifica il prodotto importato, ad esempio «sles15_s390x». Tale stringa viene utilizzata come nome per la sottodirectory in cui vengono copiati i dati dell'installazione. Su un server Cobbler in esecuzione su SUSE Linux Enterprise la stringa è /srv/www/cobbler/ks_mirror/IDENTIFIER. Il percorso può essere diverso se Cobbler viene eseguito su un altro sistema operativo.

5.3.1.3.2 Aggiunta di una distribuzione

L'aggiunta di una distribuzione indica a Cobbler di fornire il kernel e il file initrd necessari per l'esecuzione di IPL tramite zPXE. Eseguire il comando seguente sul server Cobbler per aggiungere SUSE Linux Enterprise Server per IBM Z:

tux > sudo cobbler distro add --arch=s390 --breed=suse --name="IDENTIFIER"1 \
  --os-version=sles152 \
  --initrd=/srv/www/cobbler/ks_mirror/IDENTIFIER/boot/s390x/initrd3 \
  --kernel=/srv/www/cobbler/ks_mirror/IDENTIFIER/boot/s390x/linux4 \
  --kopts="install=http://cobbler.example.com/cobbler/ks_mirror/IDENTIFIER"5

1

Identificatore univoco per la distribuzione, ad esempio «SLES 15 SP2 IBM Z».

2

Identificatore del sistema operativo. Utilizzare sles15.

3

Percorso del file initrd. La prima parte del percorso (/srv/www/cobbler/ks_mirror/IDENTIFIER/) dipende dall'ubicazione dei dati importati e dal nome della sottodirectory scelto durante l'importazione dei dati di installazione.

4

Percorso del kernel. La prima parte del percorso (/srv/www/cobbler/ks_mirror/IDENTIFIER/) dipende dall'ubicazione dei dati importati e dal nome della sottodirectory scelto durante l'importazione dei dati di installazione.

5

URL della directory di installazione sul server Cobbler.

5.3.1.3.3 Modifica del profilo

L'aggiunta di una distribuzione (consultare la Sezione 5.3.1.3.2, «Aggiunta di una distribuzione») genera automaticamente un profilo con l'elemento IDENTIFIER corrispondente. Utilizzare il seguente comando per apportare alcune modifiche necessarie:

tux > sudo cobbler distro edit \
--name=IDENTIFIER1 --os-version=sles102 --ksmeta=""3
--kopts="install=http://cobbler.example.com/cobbler/ks_mirror/IDENTIFIER"4

1

Identificatore per il profilo. Utilizzare la stringa specificata durante l'aggiunta della distribuzione.

2

Versione sistema operativo. Distribuzione alla quale deve essere applicato il profilo. Utilizzare la stringa specificata con --name=IDENTIFIER nel passaggio dell'importazione.

3

Opzione necessaria per creare modelli di file Kickstart. Poiché non è utilizzata per SUSE, lasciare il campo vuoto.

4

Elenco separato da spazi dei parametri kernel. Deve includere almeno il parametro install.

5.3.1.3.4 Aggiunta di sistemi

L'aggiunta di sistemi al server Cobbler rappresenta l'ultimo passaggio, che deve essere eseguito per ogni guest IBM Z da avviare tramite zPXE. I guest vengono identificati mediante il relativo ID utente z/VM (nel seguente esempio, l'ID «linux01»). L'ID deve essere specificato in lettere minuscole. Per aggiungere un sistema, eseguire il seguente comando:

tux > sudo cobbler system add --name=linux01 --hostname=linux01.example.com \
--profile=IDENTIFIER --interface=qdio \
--ip-address=192.168.2.103 --subnet=192.168.2.255 --netmask=255.255.255.0 \
--name-servers=192.168.1.116 --name-servers-search=example.com \
--gateway=192.168.2.1 --kopts="KERNEL_OPTIONS"

L'opzione --kopts consente di specificare il kernel e i parametri di installazione in genere indicati nel parmfile. Specificare i parametri utilizzando il seguente formato: PARAMETER1=VALUE1 PARAMETER2=VALUE2. Il programma di installazione richiede di specificare i parametri mancanti. Per un'installazione completamente automatizzata, è necessario specificare tutti i parametri per reti e dischi DASD e fornire un file AutoYaST. Di seguito è riportato un esempio di guest dotato di un'interfaccia OSA che utilizza gli stessi parametri di rete di cui sopra.

--kopts=" \
AutoYaST=http://192.168.0.5/autoinst.xml \
Hostname=linux01.example.com \
Domain=example.com \
HostIP=192.168.2.103 \
Gateway=192.168.2.1 \
Nameserver=192.168.1.116 \
Searchdns=example.com \
InstNetDev=osa; \
Netmask=255.255.255.0 \
Broadcast=192.168.2.255 \
OsaInterface=qdio \
Layer2=0 \
PortNo=0 \
ReadChannel=0.0.0700 \
WriteChannel=0.0.0701 \
DataChannel=0.0.0702 \
DASD=600"

5.3.1.4 Installazione da un'unità flash USB dell'HMC

L'installazione di SUSE Linux Enterprise Server nei server IBM Z richiede in genere una sorgente di installazione di rete. Se non è possibile soddisfare questo requisito, SUSE Linux Enterprise Server consente di utilizzare l'unità flash USB di Hardware Management Console (HMC) come sorgente per l'installazione in una partizione LPAR.

Per eseguire l'installazione dall'unità flash USB dell'HMC, procedere come segue:

  • Aggiungere install=hmc:/ al parmfile (consultare la Sezione 5.4, «Parmfile - Automazione della configurazione del sistema») o alle opzioni del kernel.

  • Nell'installazione in modalità manuale mediante linuxrc, selezionare Avvia installazione, quindi Installazione e infine Hardware Management Console. Il supporto di installazione deve essere inserito nell'HMC.

Importante
Importante: configurare la rete

Prima di avviare l'installazione, specificare una configurazione di rete in linuxrc. Questa operazione non è consentita tramite i parametri di avvio e sarà probabilmente necessario l'accesso alla rete. In linuxrc passare ad Avvia installazione e scegliere Configurazione di rete.

Importante
Importante: avviare prima il sistema Linux

Prima di concedere l'accesso al supporto nell'unità flash USB dell'HMC, attendere l'avvio del sistema Linux. L'esecuzione di un IPL può interrompere la connessione fra l'HMC e la partizione LPAR. Se il primo metodo illustrato non funziona, consentire l'accesso e provare di nuovo a utilizzare l'opzione HMC.

Nota
Nota: archivio di installazione

L'unità flash USB non viene mantenuta come repository di installazione, in quanto l'installazione è una procedura una tantum. Se è necessario un archivio di installazione, registrare e utilizzare l'archivio online.

5.3.2 Tipi di installazione

In questa sezione vengono descritti i passaggi per ogni modalità di installazione di SUSE Linux Enterprise Server. Una volta completati i passaggi di preparazione descritti nei capitoli precedenti, seguire la panoramica della modalità di installazione desiderata.

Come descritto nella Sezione 5.3.1, «Rendere disponibili i dati dell'installazione», sono disponibili tre modalità di installazione distinte per Linux su IBM Z: LPAR, z/VM e guest KVM.

Procedura 5.1: Panoramica dell'installazione LPAR
  1. Preparare i dispositivi necessari per l'installazione. Vedere la Sezione 5.3.3.1, «Preparazione dell'IPL di un'installazione LPAR».

  2. Effettuare l'IPL del sistema di installazione. Vedere la Sezione 5.3.4.1, «IPL di un'installazione LPAR».

  3. Configurare la rete. Vedere la Sezione 5.3.5, «Configurazione della rete».

  4. Connettersi al sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server. Vedere la Sezione 5.3.6, «Connessione al sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server».

  5. Avviare l'installazione utilizzando YaST ed eseguire l'IPL del sistema installato. Vedere il Capitolo 8, Procedura di installazione.

Procedura 5.2: Panoramica dell'installazione z/VM
  1. Preparare i dispositivi necessari per l'installazione. Vedere la Sezione 5.3.3.2.1, «Aggiunta di un guest Linux mediante DirMaint».

  2. Effettuare l'IPL del sistema di installazione. Vedere la Sezione 5.3.4.2, «IPL di un'installazione z/VM».

  3. Configurare la rete. Vedere la Sezione 5.3.5, «Configurazione della rete».

  4. Connettersi al sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server. Vedere la Sezione 5.3.6, «Connessione al sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server».

  5. Avviare l'installazione utilizzando YaST ed eseguire l'IPL del sistema installato. Vedere il Capitolo 8, Procedura di installazione.

Procedura 5.3: Panoramica dell'installazione guest KVM
  1. Creare un'immagine del disco virtuale e scrivere un file XML di dominio. Vedere la Sezione 5.3.3.3, «Preparazione dell'IPL di un'installazione guest KVM».

  2. Preparare la destinazione di installazione ed eseguire l'IPL del guest VM. Vedere la Sezione 5.3.4.3, «IPL di un'installazione guest KVM».

  3. Sezione 5.3.5.3, «Configurare la rete e selezionare l'origine di installazione».

  4. Connettersi al sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server. Vedere la Sezione 5.3.6, «Connessione al sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server».

  5. Avviare l'installazione utilizzando YaST ed eseguire l'IPL del sistema installato. Vedere il Capitolo 8, Procedura di installazione.

5.3.3 Preparazione dell'IPL del sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server

5.3.3.1 Preparazione dell'IPL di un'installazione LPAR

Configurare il sistema IBM Z per l'avvio in modalità ESA/S390 o solo Linux con un profilo di attivazione appropriato e IOCDS. Per ulteriori informazioni fare riferimento alla documentazione IBM. Procedere come descritto nella Sezione 5.3.4.1, «IPL di un'installazione LPAR».

5.3.3.2 Preparazione dell'IPL di un'installazione z/VM

5.3.3.2.1 Aggiunta di un guest Linux mediante DirMaint

Il primo passaggio consiste nel collegare e formattare uno o più dispositivi DASD nel sistema che deve essere utilizzato dal guest di Linux in z/VM. Creare quindi un nuovo utente in z/VM. Nell'esempio sono illustrati la directory per un utente LINUX1 con password LINPWD, 1 GB di memoria (ampliabile fino a 2 GB), alcuni minidischi (MDISK), due CPU e un dispositivo OSA QDIO.

Suggerimento
Suggerimento: assegnazione di memoria a guest z/VM

Quando si assegna una quantità di memoria a un guest z/VM, assicurarsi che le dimensioni della memoria siano idonee al tipo di installazione preferito. Vedere Sezione 5.2.1.1.1, «Requisiti di memoria». Per impostare le dimensioni della memoria su 1 GB, usare il comando CP DEFINE STORAGE 1G. Al termine dell'installazione, ripristinare le dimensioni della memoria al valore desiderato.

Esempio 5.1: Configurazione di una directory z/VM
USER LINUX1 LINPWD 1024M 2048M G
*____________________________________________
* LINUX1
*____________________________________________
* This VM Linux guest has two CPUs defined.

CPU 01 CPUID 111111
CPU 02 CPUID 111222
IPL CMS PARM AUTOCR
IUCV ANY
IUCV ALLOW
MACH ESA 10
OPTION MAINTCCW RMCHINFO
SHARE RELATIVE 2000
CONSOLE 01C0 3270 A
SPOOL 000C 2540 READER *
SPOOL 000D 2540 PUNCH A
SPOOL 000E 3203 A
* OSA QDIO DEVICE DEFINITIONS
DEDICATE 9A0 9A0
DEDICATE 9A1 9A1
DEDICATE 9A2 9A2
*
LINK MAINT 0190 0190 RR
LINK MAINT 019E 019E RR
LINK MAINT 019D 019D RR
* MINIDISK DEFINITIONS
MDISK 201 3390 0001 0050 DASD40 MR ONE4ME TWO4ME THR4ME
MDISK 150 3390 0052 0200 DASD40 MR ONE4ME TWO4ME THR4ME
MDISK 151 3390 0253 2800 DASD40 MR ONE4ME TWO4ME THR4ME

Nell'esempio viene utilizzato il minidisco 201 come disco principale del guest. Il dispositivo di scambio Linux corrisponde al minidisco 150 con 200 cilindri. Il disco 151 con 2800 cilindri include l'installazione Linux.

Come utente MAINT, aggiungere il guest alla directory dell'utente mediante il comando DIRM FOR LINUX1 ADD. Immettere il nome del guest (LINUX1) e premere F5. Configurare l'ambiente dell'utente con:

DIRM DIRECT
DIRM USER WITHPASS

L'ultimo comando restituisce un numero di file del lettore. necessario per il comando successivo:

RECEIVE <number> USER DIRECT A (REPL)

È possibile eseguire il login come root senza password.

Se l'opzione dirmaint non è disponibile, consultare la documentazione IBM su come configurare questo utente.

Procedere con la Sezione 5.3.4.2, «IPL di un'installazione z/VM».

5.3.3.3 Preparazione dell'IPL di un'installazione guest KVM

Per un'installazione guest KVM sono richiesti un file XML di dominio che specifica la macchina virtuale e almeno un'immagine del disco virtuale da utilizzare per l'installazione.

5.3.3.3.1 Creare un'immagine del disco virtuale

Per impostazione predefinita, libvirt ricerca le immagini dei dischi nella directory /var/lib/libvirt/images/ dell'host server VM. Sebbene sia possibile memorizzare le immagini anche in qualsiasi altro percorso nel file system, è consigliabile archiviarle tutte in una singola ubicazione per semplificare la manutenzione. Per creare un'immagine, accedere all'host server KVM ed eseguire il comando seguente:

qemu-img create -f qcow2 /var/lib/libvirt/images/s12lin_qcow2.img 10G

Viene creata un'immagine qcow2 con dimensione di 10 GB in /var/lib/libvirt/images/. Per ulteriori informazioni, fare riferimento al Book “Virtualization Guide”, Chapter 31 “Guest Installation”, Section 31.2 “Managing Disk Images with qemu-img.

5.3.3.3.2 Scrivere un file XML di dominio

Il file XML di dominio viene utilizzato per definire il guest VM. Per creare il file XML di dominio, aprire in un editor un file vuoto di nome s15-1.xml e aggiungere un contenuto simile a quello dell'esempio seguente.

Esempio 5.2: Esempio di file XML di dominio

L'esempio seguente crea un guest VM con una singola CPU, 1 GB di RAM e l'immagine del disco virtuale creata nella sezione precedente (Sezione 5.3.3.3.1, «Creare un'immagine del disco virtuale»). Si presuppone che il server virtuale sia associato all'interfaccia di rete host bond0. Modificare l'elemento relativo ai dispositivi di origine in base alla configurazione di rete in uso.

<domain type="kvm">
 <name>s15-1</name>
 <description>Guest-System SUSE SLES15</description>
 <memory>1048576</memory>
 <vcpu>1</vcpu>
 <os>
  <type arch="s390x" machine="s390-ccw-virtio">hvm</type>
  <!-- Boot kernel - remove 3 lines after successfull installation -->
  <kernel>/var/lib/libvirt/images/s15-kernel.boot</kernel>
  <initrd>/var/lib/libvirt/images/s15-initrd.boot</initrd>
  <cmdline>linuxrcstderr=/dev/console</cmdline>
 </os>
 <iothreads>1</iothreads>
 <on_poweroff>destroy</on_poweroff>
 <on_reboot>restart</on_reboot>
 <on_crash>preserve</on_crash>
 <devices>
  <emulator>/usr/bin/qemu-system-s390x</emulator>
  <disk type="file" device="disk">
   <driver name="qemu" type="qcow2" cache="none" iothread="1" io="native"/>
   <source file="/var/lib/libvirt/images/s15lin_qcow2.img"/>
   <target dev="vda" bus="virtio"/>
  </disk>
  <interface type="direct">
   <source dev="bond0" mode="bridge"/>
   <model type="virtio"/>
  </interface>
  <console type="pty">
   <target type="sclp"/>
  </console>
 </devices>
</domain>

5.3.4 Esecuzione dell'IPL del sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server

5.3.4.1 IPL di un'installazione LPAR

È possibile eseguire l'IPL di SUSE Linux Enterprise Server in un LPAR in diversi modi. Il metodo preferito consiste nell'utilizzo della funzione Load from CD-ROM or server (Carica da CD-ROM o server) di SE o HMC.

5.3.4.1.1 Esecuzione di IPL da un DVD-ROM

Contrassegnare il LPAR da installare e selezionare Load from CD-ROM or server (Carica da CD-ROM o server). Lasciare vuoto il campo relativo all'ubicazione del file o immettere il percorso della directory root del primo DVD-ROM, quindi selezionare Continua. Mantenere la selezione predefinita nell'elenco di opzioni visualizzato. In Operating system messages (Messaggi del sistema operativo) sono ora disponibili i messaggi di avvio del kernel.

5.3.4.1.2 IPL da un DVD SCSI collegato tramite FCP

È possibile utilizzare la procedura Load selezionando SCSI come Load type per eseguire IPL da SCSI. Immettere WWPN (Worldwide Port Name) e LUN (Logical Unit Number) forniti dal bridge o dal dispositivo di memorizzazione SCSI (16 cifre, senza omettere gli zero finali). Il selettore del programma di avvio deve corrispondere a 2. Utilizzare l'adattatore FCP come indirizzo di caricamento ed eseguire un IPL.

5.3.4.2 IPL di un'installazione z/VM

In questa sezione viene descritto come eseguire l'IPL del sistema di installazione al fine di installare SUSE Linux Enterprise Server per IBM Z in un sistema z/VM.

5.3.4.2.1 IPL dal lettore z/VM

Per trasferire il sistema di installazione tramite FTP sono necessari una connessione TCP/IP funzionante e un programma client FTP nel guest z/VM appena definito. La configurazione TCP/IP per z/VM è al di fuori dell'ambito di questo manuale. Fare riferimento alla documentazione IBM appropriata.

Effettuare il login come guest z/VM all'IPL. Rendere disponibile il contenuto della directory /boot/s390x del programma di installazione unificato (supporto 1) tramite FTP all'interno della rete. Da questa directory, ottenere i file linux, initrd, parmfile e sles.exec. Trasferire i file con dimensioni a blocchi fisse di 80 caratteri. A questo scopo utilizzare il comando FTP locsite fix 80. È importante copiare i file linux (il kernel Linux) e initrd (l'immagine di installazione) come file binari; per questo motivo, utilizzare la modalità di trasferimento binaria. È necessario trasferire parmfile e sles.exec in modalità ASCII.

L'esempio riportato di seguito illustra i passaggi richiesti. In questo specifico scenario si presuppone che i file necessari siano accessibili da un server FTP all'indirizzo IP 192.168.0.3 con account utente lininst.

Esempio 5.3: Trasferimento di binari via FTP
FTP 192.168.0.3
VM TCP/IP FTP Level 530
Connecting to 192.168.0.3, port 21
220 ftpserver FTP server (Version wu-2.4.2-academ[BETA-18](1)
Thu Feb 11 16:09:02 GMT 2010) ready.
USER
lininst
331 Password required for lininst
PASS
******
230 User lininst logged in.
Command:
binary
200 Type set to I
Command:
locsite fix 80
Command:
get /media/dvd1/boot/s390x/linux sles15.linux
200 PORT Command successful
150 Opening BINARY mode data connection for /media/dvd1/boot/s390x/linux
(10664192 bytes)
226 Transfer complete.
10664192 bytes transferred in 13.91 seconds.
Transfer rate 766.70 Kbytes/sec.
Command:
get /media/dvd1/boot/s390x/initrd sles12.initrd
200 PORT Command successful
150 Opening BINARY mode data connection for /media/dvd1/boot/s390x/initrd
(21403276 bytes)
226 Transfer complete.
21403276 bytes transferred in 27.916 seconds.
Transfer rate 766.70 Kbytes/sec.
Command:
ascii
200 Type set to A
Command:
get /media/dvd1/boot/s390x/parmfile sles12.parmfile
150 Opening ASCII mode data connection for /media/dvd1/boot/s390x/parmfile
(5 bytes)
226 Transfer complete.
5 bytes transferred in 0.092 seconds.
Transfer rate 0.05 Kbytes/sec.
Command:
get /media/dvd1/boot/s390x/sles.exec sles.exec
150 Opening ASCII mode data connection for /media/dvd1/boot/s390x/sles.exec
(891 bytes)
226 Transfer complete.
891 bytes transferred in 0.097 seconds.
Transfer rate 0.89 Kbytes/sec.
Command:
quit

Utilizzare lo script REXX sles.exec scaricato per eseguire l'IPL del sistema di installazione Linux. Questo script carica il kernel, parmfile, e il disco RAM iniziale nel lettore per IPL:

Esempio 5.4: SLES12 EXEC
/* REXX LOAD EXEC FOR SUSE LINUX S/390 VM GUESTS       */
/* LOADS SUSE LINUX S/390 FILES INTO READER            */
SAY ''
SAY 'LOADING SLES12 FILES INTO READER...'
'CP CLOSE RDR'
'PURGE RDR ALL'
'SPOOL PUNCH * RDR'
'PUNCH SLES12 LINUX A (NOH'
'PUNCH SLES12 PARMFILE A (NOH'
'PUNCH SLES12 INITRD A (NOH'
'IPL 00C'

Mediante lo script è possibile eseguire l'IPL del sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server con il comando sles12. Viene avviato il kernel Linux e vengono visualizzati i relativi messaggi di avvio.

Per continuare il processo di installazione, passare alla Sezione 5.3.5, «Configurazione della rete».

5.3.4.2.2 IPL da un DVD SCSI collegato tramite FCP

Per eseguire l'IPL in z/VM, è necessario preparare il processo IPL SCSI con il parametro SET LOADDEV:

SET LOADDEV PORTNAME 200400E8 00D74E00 LUN 00020000 00000000 BOOT 2

Dopo aver impostato il parametro LOADDEV con i valori appropriati, eseguire l'IPL dell'adattatore FCP, ad esempio:

IPL FC00

Per continuare il processo di installazione, procedere con la Sezione 5.3.5, «Configurazione della rete».

5.3.4.2.3 IPL da un server Cobbler con zPXE

Per eseguire l'IPL da un server Cobbler con zPXE, è necessario trasferire lo script zpxe.rexx via FTP dal server Cobbler al guest z/VM. A tale scopo, per il guest z/VM sono necessari una connessione TCP/IP funzionante e un programma client FTP.

Eseguire il login come guest Linux z/VM a IPL e trasferire lo script con una dimensione fissa di 80 caratteri in modalità ASCII (per un esempio, vedere Esempio 5.3, «Trasferimento di binari via FTP»). Lo script zpxe.rexx è disponibile nel DVD del programma di installazione unificato al percorso /boot/s390x/zpxe.rexx o in un server SLE Cobbler in usr/share/doc/packages/s390-tools/zpxe.rexx.

Lo script zpxe.rexx dovrebbe sostituire PROFILE EXEC nel guest in uso. Creare una copia di backup di PROFILE EXEC e rinominare ZPXE REXX in PROFILE EXEC. In alternativa, chiamare ZPXE REXX dal file PROFILE EXEC esistente aggiungendovi la riga 'ZPXE REXX'.

L'ultimo passaggio consiste nella creazione del file di configurazione ZPXE CONF, che indica a ZPXE REXX il server Cobbler da contattare e il disco di cui eseguire l'IPL. Eseguire xedit zpxe conf a e creare ZPXE CONF con il contenuto seguente (sostituire di conseguenza i dati dell'esempio):

HOST cobbler.example.com
IPLDISK 600

In questo modo il server Cobbler si connette al successivo accesso al guest z/VM. Se è pianificata sul server Cobbler, l'installazione verrà eseguita . Per pianificare l'installazione, eseguire il seguente comando sul server Cobbler:

tux > sudo cobbler system edit --name ID1 --netboot-enabled 12 --profile PROFILENAME3

1

ID utente z/VM.

2

Abilitare l'esecuzione dell'IPL dalla rete.

3

Nome di un profilo esistente, vedere la Sezione 5.3.1.3.3, «Modifica del profilo».

5.3.4.3 IPL di un'installazione guest KVM

Per avviare l'installazione guest occorre innanzitutto avviare il guest VM definito nella Sezione 5.3.3.3.1, «Creare un'immagine del disco virtuale». Prima di iniziare, verificare che kernel e initrd siano disponibili per l'IPL.

5.3.4.3.1 Preparazione dell'origine di installazione

Per eseguire l'IPL del guest VM nel sistema di installazione, è necessario copiare nel server host VM il kernel e il file initrd del sistema di installazione.

  1. Eseguire il login all'host KVM e verificare che sia possibile connettersi al dispositivo o all'host remoto che fornisce l'origine di installazione.

  2. Copiare i due file seguenti dall'origine di installazione a /var/lib/libvirt/images/. Se i dati vengono forniti da un host remoto, utilizzare ftp, sftp o scp per trasferirli:

    /boot/s390x/initrd
    /boot/s390x/cd.ikr
  3. Rinominare i file nell'host KVM:

    tux > sudo cd /var/lib/libvirt/images/
    tux > sudo mv initrd s15-initrd.boot
    tux > sudo mv cd.ikr s15-kernel.boot
5.3.4.3.2 IPL del guest VM

Per eseguire l'IPL del guest VM, effettuare il login all'host KVM ed eseguire il comando seguente:

tux > virsh  create s15-1.xml --console

Il processo di installazione si avvia quando il guest VM è operativo e verrà visualizzato il seguente messaggio:

Domain s15-1 started
Connected to domain s15-1
Escape character is ^]
Initializing cgroup subsys cpuset
Initializing cgroup subsys cpu
Initializing
cgroup subsys cpuacct
.
.
Please make sure your installation medium is available.
Retry?
0) <-- Back <--
1) Yes
2) No

Rispondere 2) No e, nel passaggio successivo, scegliere Installazione. Procedere come descritto nella Sezione 5.3.5.3, «Configurare la rete e selezionare l'origine di installazione».

5.3.5 Configurazione della rete

Attendere che il kernel completi le procedure di avvio. Se si effettua l'installazione in modalità di base o in una partizione LPAR, aprire i Messaggi del sistema operativo nell'HMC o in SE.

Selezionare Avvia installazione nel menu principale di linuxrc. Selezionare Avvia installazione o aggiorna per avviare il processo di installazione. Selezionare Rete come supporto di installazione, quindi selezionare il tipo di protocollo di rete da utilizzare per l'installazione. La Sezione 5.3.1, «Rendere disponibili i dati dell'installazione» spiega come rendere disponibili i dati di installazione per i vari tipi di connessioni di rete. attualmente sono supportati FTP, HTTP, NFS e SMB / CIFS (condivisione di file di Windows).

Dall'elenco dei dispositivi disponibili selezionare un dispositivo di rete OSA o HiperSockets per ricevere i dati di installazione. Sebbene l'elenco possa contenere dispositivi CTC, ESCON o IUCV, questi non sono più supportati su SUSE Linux Enterprise Server.

5.3.5.1 Configurare un'interfaccia HiperSockets

Selezionare un dispositivo HiperSocket dall'elenco dei dispositivi di rete. Immettere quindi i valori per i canali di lettura, scrittura e dati:

Esempio 5.5: Tipi di connessione di rete supportati e parametri del driver
Choose the network device.

 1) IBM parallel CTC Adapter (0.0.0600)
 2) IBM parallel CTC Adapter (0.0.0601)
 3) IBM parallel CTC Adapter (0.0.0602)
 4) IBM Hipersocket (0.0.0800)
 5) IBM Hipersocket (0.0.0801)
 6) IBM Hipersocket (0.0.0802)
 7) IBM OSA Express Network card (0.0.0700)
 8) IBM OSA Express Network card (0.0.0701)
 9) IBM OSA Express Network card (0.0.0702)
10) IBM OSA Express Network card (0.0.f400)
11) IBM OSA Express Network card (0.0.f401)
12) IBM OSA Express Network card (0.0.f402)
13) IBM IUCV

> 4

Device address for read channel. (Enter '+++' to abort).
[0.0.0800]> 0.0.0800

Device address for write channel. (Enter '+++' to abort).
[0.0.0801]> 0.0.0801

Device address for data channel. (Enter '+++' to abort).
[0.0.0802]> 0.0.0802

5.3.5.2 Configurare un dispositivo OSA Express

Selezionare un dispositivo OSA Express dall'elenco di dispositivi di rete e specificare un numero di porta. Immettere i valori per i canali di lettura, scrittura e dati. Scegliere se abilitare il supporto OSI Layer 2.

Il numero di porta è necessario per i nuovi dispositivi di rete OSA Express 3 a 2 porte. Se non si utilizza un dispositivo OSA Express 3, immettere 0. Le schede OSA Express posso essere eseguite in modalità di «supporto per OSI Layer 2» o nella modalità precedente «Layer 3», più comune. La modalità della scheda riguarda tutti i sistemi che condividono il dispositivo, compresi i sistemi su altre partizioni LPAR. In caso di dubbi, specificare 2 per la compatibilità con la modalità di default utilizzata da altri sistemi operativi, quali z/VM e z/OS. Per ulteriori informazioni su queste opzioni, consultare l'amministratore dell'hardware.

Esempio 5.6: Parametri del driver per il dispositivo di rete
Choose the network device.

 1) IBM parallel CTC Adapter (0.0.0600)
 2) IBM parallel CTC Adapter (0.0.0601)
 3) IBM parallel CTC Adapter (0.0.0602)
 4) IBM Hipersocket (0.0.0800)
 5) IBM Hipersocket (0.0.0801)
 6) IBM Hipersocket (0.0.0802)
 7) IBM OSA Express Network card (0.0.0700)
 8) IBM OSA Express Network card (0.0.0701)
 9) IBM OSA Express Network card (0.0.0702)
10) IBM OSA Express Network card (0.0.f400)
11) IBM OSA Express Network card (0.0.f401)
12) IBM OSA Express Network card (0.0.f402)
13) IBM IUCV

> 7

Enter the relative port number. (Enter '+++' to abort).
> 0

Device address for read channel. (Enter '+++' to abort).
[0.0.0700]> 0.0.0700

Device address for write channel. (Enter '+++' to abort).
[0.0.0701]> 0.0.0701

Device address for data channel. (Enter '+++' to abort).
[0.0.0702]> 0.0.0702

Enable OSI Layer 2 support?

0) <-- Back <--
1) Yes
2) No

> 1

MAC address. (Enter '+++' to abort).
> +++

5.3.5.3 Configurare la rete e selezionare l'origine di installazione

Una volta terminata l'immissione di tutti i parametri dei dispositivi di rete, vengono installati i relativi driver e vengono visualizzati i messaggi del kernel corrispondenti.

Successivamente è necessario specificare se configurare i parametri dell'interfaccia di rete con l'autoconfigurazione DHCP. Poiché DHCP funziona solo su alcuni dispositivi e richiede specifiche impostazioni di configurazione hardware, selezionare NO. In questo modo viene richiesto di specificare i seguenti parametri di rete:

  • l'indirizzo IP del sistema in corso di installazione

  • la maschera di rete corrispondente (se non è stata specificata con l'indirizzo IP)

  • l'indirizzo IP di un gateway per raggiungere il server

  • un elenco di domini di ricerca inclusi nel server DNS (Domain Name Server)

  • l'indirizzo IP del server dei nomi di dominio

Esempio 5.7: Parametri di rete
Automatic configuration via DHCP?

0) <-- Back <--
1) Yes
2) No

> 2

Enter your IP address with network prefix.

You can enter more than one, separated by space, if necessary.
Leave empty for autoconfig.

Examples: 192.168.5.77/24 2001:db8:75:fff::3/64. (Enter '+++' to abort).
> 192.168.0.20/24

Enter your name server IP address.

You can enter more than one, separated by space, if necessary.
Leave empty if you don't need one.

Examples: 192.168.5.77 2001:db8:75:fff::3. (Enter '+++' to abort).
> 192.168.0.1

Enter your search domains, separated by a space:. (Enter '+++' to abort).
> example.com

Enter the IP address of your name server. Leave empty if you do not need one. (En
ter '+++' to abort).
> 192.168.0.1

Fornire infine le informazioni necessarie per il server di installazione, ad esempio l'indirizzo IP, la directory contenente i dati di installazione e le credenziali di accesso. Il sistema di installazione viene caricato dopo aver fornito le informazioni richieste.

5.3.6 Connessione al sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server

Dopo il caricamento del sistema di installazione, linuxrc richiede di scegliere il tipo di visualizzazione da utilizzare per controllare la procedura di installazione. Le opzioni disponibili sono: X11 (X Window System), VNC (protocollo Virtual Network Computing), SSH (modalità testo o installazione X11 tramite Secure Shell) oppure console ASCII. Le opzioni consigliate sono VNC o SSH.

Se si seleziona la console ASCII, YaST viene avviato in modalità testo ed è possibile eseguire l'installazione direttamente nel terminale. Per istruzioni su come utilizzare YaST in modalità testo, vedere il Book “Administration Guide”, Chapter 4 “YaST in Text Mode”. L'utilizzo della console ASCII è utile solo quando si esegue l'installazione in LPAR.

Nota
Nota: emulazione terminale per la console ASCII

Per utilizzare YaST in modalità testo, è necessario eseguire il prodotto in un terminale con emulazione VT220/Linux (o console ASCII).

5.3.6.1 Inizializzazione dell'installazione per VNC

Per controllare in remoto un'installazione tramite VNC, seguire la procedura riportata di seguito:

  1. Selezionando l'opzione VNC, viene avviato il server VNC. Una breve nota nella console indica l'indirizzo IP e il numero di visualizzazione per la connessione a vncviewer.

  2. Quando viene richiesto, immettere l'indirizzo IP e il numero di visualizzazione del sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server.

  3. Quando viene richiesto, immettere l'indirizzo IP e il numero di visualizzazione del sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server.

    http://<IP address of installation system>:5801/
  4. Dopo aver stabilito la connessione, eseguire l'installazione di SUSE Linux Enterprise Server con YaST.

5.3.6.2 Inizializzazione dell'installazione per il sistema X Window

Importante
Importante: meccanismo di autenticazione di X

L'installazione diretta con il sistema X Window si fonda su un meccanismo di autenticazione basato sui nomi degli host. Questo meccanismo è disabilitato nelle versioni correnti di SUSE Linux Enterprise Server. È consigliabile eseguire l'installazione mediante SSH o VNC.

Per controllare in remoto un'installazione tramite l'inoltro del server X, seguire la procedura riportata di seguito:

  1. Assicurarsi che il server X consenta la connessione del client (ovvero il sistema installato). Impostare la variabile DISPLAYMANAGER_XSERVER_TCP_PORT_6000_OPEN="yes" nel file /etc/sysconfig/displaymanager. Riavviare il server X e consentire al client di associarsi al server utilizzando xhost CLIENT_IP_ADDRESS.

  2. Quando richiesto nel sistema di installazione, immettere l'indirizzo IP del computer in cui è in esecuzione il server X.

  3. Dopo l'apertura di YaST avviare l'installazione.

5.3.6.3 Inizializzazione dell'installazione per SSH

Per connettersi a un sistema di installazione denominato earth utilizzando SSH, eseguire il comando ssh -X earth. Se la postazione di lavoro è in esecuzione su Microsoft Windows, utilizzare lo strumento PuTTY disponibile all'indirizzo http://www.chiark.greenend.org.uk/~sgtatham/putty/. In Putty impostare Abilita inoltro X11, nella sezione Connessione ›  SSH ›  X11.

Se si utilizza un altro sistema operativo, eseguire ssh -X earth per connettersi a un sistema di installazione di nome earth. Se è disponibile un server X locale, è supportato l'X-Forwarding su SSH. In caso contrario YaST fornisce un'interfaccia di testo tramite ncurses.

Quando viene richiesto, immettere il nome utente root e accedere con la password personale. Immettere yast.ssh per avviare YaST. YaST guida quindi l'utente in tutta la procedura di installazione.

Continuare con la procedura di installazione come descritto nel Capitolo 8, Procedura di installazione.

5.3.7 Procedura di avvio di SUSE Linux Enterprise Server su IBM Z

In SLES 10 e 11 il processo di avvio veniva gestito dal boot loader zipl. Per consentire l'avvio da partizioni Btrfs e supportare rollback di sistema con Snapper, è stata modificata la modalità di avvio di SUSE Linux Enterprise Server su IBM Z.

GRUB 2 sostituisce zipl in SUSE Linux Enterprise Server per IBM Z. GRUB 2 nell'architettura AMD64/Intel 64 include driver di dispositivi a livello di firmware per accedere al file system. Nel mainframe non è presente alcun firmware e l'aggiunta di ccw a GRUB 2, che costituisce già un'impresa impegnativa, comporterebbe anche una reimplementazione di zipl in GRUB 2. Pertanto SUSE Linux Enterprise Server adotta un approccio in due fasi:

Fase uno:

Una partizione distinta contenente il kernel e un file initrd viene montata in /boot/zipl. Il kernel e l'initrd vengono caricati via zipl utilizzando la configurazione specificata in /boot/zipl/config.

Questa configurazione aggiunge la parola chiave initgrub alla riga di comando del kernel. Dopo il caricamento del kernel e del file initrd, quest'ultimo attiva i dispositivi necessari per montare il file system radice (vedere /boot/zipl/active_devices.txt). Viene quindi avviato un programma con spazio utente GRUB 2, che legge il file /boot/grub2/grub.cfg.

Fase due:

Il kernel e l'initrd specificati in /boot/grub2/grub.cfg vengono avviati con il comando kexec. Verranno quindi attivati i dispositivi elencati in /boot/zipl/active_devices.txt necessari per avviare il sistema su disco. Gli altri dispositivi presenti nell'elenco saranno inclusi nella white list, ma saranno ignorati. Il file system root è montato e la procedura di avvio continua come sulle altre architetture.

Per ulteriori dettagli sul processo di avvio, fare riferimento a Book “Administration Guide”, Chapter 12 “Introduction to the Boot Process”.

5.4 Parmfile - Automazione della configurazione del sistema

Specificando alcuni parametri essenziali nel parmfile, il processo di installazione può essere parzialmente automatizzato. Il parmfile contiene tutti i dati necessari per la configurazione della rete e del dispositivo DASD. Inoltre, può essere utilizzato per configurare il metodo di connessione al sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server e l'istanza di YaST in esecuzione. In questo modo si riduce l'interazione utente con l'effettiva installazione YaST.

I parametri elencati nella Sezione 5.4.1, «Parametri generali» possono essere passati alla routine di installazione come valori predefiniti per l'installazione. Tenere presente che tutti gli indirizzi IP, i nomi dei server e i valori numerici sono esempi. Sostituirli con i valori effettivi dello scenario di installazione.

Il numero di righe nel parmfile è limitato a 10. È possibile specificare più di un parametro per riga. I nomi dei parametri non distinguono tra maiuscole e minuscole. I parametri devono essere separati da spazi. L'ordine dei parametri non è predefinito. Mantenere sempre la stringa PARAMETER=value su una sola riga. La lunghezza di ogni riga non deve superare 80 caratteri. Ad esempio:

Hostname=s390zvm01.suse.de HostIP=10.11.134.65
Suggerimento
Suggerimento: utilizzo di IPv6 durante l'installazione

Per impostazione predefinita è possibile solo assegnare indirizzi di rete IPv4 al computer. Per abilitare IPv6 durante l'installazione, specificare uno dei seguenti parametri al prompt di avvio: ipv6=1 (accetta IPv4 e IPv6) o ipv6only=1 (accetta solo IPv6).

Alcuni dei seguenti parametri sono necessari. Se non sono disponibili, il processo automatico richiede di specificarli.

5.4.1 Parametri generali

AutoYaST=<URL> Manual=0

Il parametro AutoYaST specifica la posizione del file di controllo autoinst.xml per l'installazione automatica. Il parametro Manuale controlla se gli altri parametri sono solo valori di default che devono essere ancora riconosciuti dall'utente. Se si desidera che tutti i valori siano accettati senza richieste di conferma, impostare il valore di questo parametro su 0. Impostando AutoYaST, Manual viene impostato in modo predefinito su 0.

Info=<URL>

Specifica l'ubicazione di un file con opzioni aggiuntive. Ciò è utile per superare la limitazione di 10 righe (e di 80 caratteri per riga in z/VM) per il parmfile. Ulteriore documentazione per il file Info è disponibile nel Book “AutoYaST Guide”, Chapter 6 “The Auto-Installation Process”, Section 6.3.3 “Combining the linuxrc info File with the AutoYaST Control File”. Dato che, in genere, su IBM Z è possibile accedere al file Info solo tramite rete, non è possibile utilizzare tale file per specificare le opzioni necessarie per configurare la rete (vale a dire le opzioni descritte nella Sezione 5.4.2, «configurazione dell'interfaccia di rete»). Altre opzioni specifiche di linuxrc, come quelle correlate al debug, devono essere specificate nel parmfile stesso.

Upgrade=<0|1>

Per eseguire l'upgrade di SUSE Linux Enterprise , , specificare Upgrade=1. È necessario un parmfile personalizzato per eseguire l'upgrade di un'installazione esistente di SUSE Linux Enterprise. Senza questo parametro, l'installazione non fornisce alcuna opzione di upgrade.

5.4.2 configurazione dell'interfaccia di rete

Importante
Importante: configurazione dell'interfaccia di rete

Le impostazioni descritte in questa sezione si riferiscono solo all'interfaccia di rete utilizzata nel corso dell'installazione. Configurare le interfacce di rete aggiuntive nel sistema installato seguendo le istruzioni fornite nel Book “Administration Guide”, Chapter 19 “Basic Networking”, Section 19.5 “Configuring a Network Connection Manually”.

Hostname=zsystems.example.com

Immettere il nome host completo.

Domain=example.com

Percorso di ricerca dominio per DNS. Consente di utilizzare nomi host brevi anziché nomi completi.

HostIP=192.168.1.2/24

Inserire l'indirizzo IP dell'interfaccia da configurare.

Gateway=192.168.1.3

Specificare il gateway da utilizzare.

Nameserver=192.168.1.4

Specificare il server DNS attivo.

InstNetDev=osa

Inserire il tipo di interfaccia da configurare. I valori possibili sono osa, hsi, ctc, escon e iucv (CTC, ESCON e IUCV non sono più supportati ufficialmente).

Per le interfacce ctc, escon e iucv (CTC, ESCON e IUCV non sono più ufficialmente supportate) immettere l'indirizzo IP del peer:

Pointopoint=192.168.55.20
OsaInterface=<lcs|qdio>

Per i dispositivi di rete osa, specificare l'interfaccia host (qdio o lcs).

Layer2=<0|1>

Per i dispositivi Ethernet QDIO osa e hsi, specificare se abilitare (1) o disabilitare (0) il supporto per OSI Layer 2.

OSAHWAddr=02:00:65:00:01:09

Per i dispositivi Ethernet QDIO osa con il Layer 2 abilitato. Specificare manualmente un indirizzo MAC o indicare OSAHWADDR= (con uno spazio finale) per l'impostazione di default del sistema.

PortNo=<0|1>

Per i dispositivi di rete osa specificare il numero di porta (se il dispositivo supporta questa funzione). Il valore di default è 0.

Ciascuna interfaccia richiede alcune opzioni di configurazione:

  • Interfacce ctc e escon (CTC e ESCON non sono più ufficialmente supportate):

    ReadChannel=0.0.0600
    WriteChannel=0.0.0601

    Il parametro ReadChannel specifica il canale di lettura da utilizzare. Il parametro WriteChannel è il canale di SCRITTURA.

  • Per l'interfaccia ctc (non più supportata ufficialmente), specificare il protocollo da utilizzare:

    CTCProtocol=<0/1/2>

    I valori validi sono:

    0

    Modalità di compatibilità, anche per peer non Linux diversi da OS/390 e z/OS (modalità di default)

    1

    Modalità estesa

    2

    Modalità di compatibilità con OS/390 e z/OS

  • Tipo di dispositivo di rete osa con interfaccia lcs:

    ReadChannel=0.0.0124

    Il parametro ReadChannel rappresenta il numero di canale utilizzato in questa configurazione. Da questo parametro è possibile definire un secondo numero di porta aggiungendo 1 al valore di ReadChannel. Il parametro Portnumber è utilizzato per specificare il relativo numero di porta.

  • Interfaccia iucv:

    IUCVPeer=PEER

    Inserire il nome del computer peer.

  • Tipo di dispositivo di rete osa con interfaccia qdio per OSA-Express Gigabit Ethernet:

    ReadChannel=0.0.0700
    WriteChannel=0.0.0701
    DataChannel=0.0.0702

    Per ReadChannel, inserire il numero del canale di lettura. Per WriteChannel, inserire il numero del canale di scrittura. Il parametro DataChannel specifica il canale dati. Assicurarsi che il canale di lettura presenti un numero di dispositivo pari.

  • Interfaccia hsi per HiperSockets e LAN guest per VM:

    ReadChannel=0.0.0800
    WriteChannel=0.0.0801
    DataChannel=0.0.0802

    Per ReadChannel, inserire il numero appropriato del canale di lettura. Per WriteChannel e DataChannel, inserire rispettivamente i numeri dei canali di lettura e dati.

5.4.3 Definizione dell'origine dell'installazione e dell'interfaccia YaST

Install=nfs://server/directory/DVD1/

Specificare la posizione dell'origine dell'installazione da utilizzare. I protocolli supportati sono nfs, smb (Samba/CIFS), ftp, tftp, http e https.

Se viene fornito un URL ftp, tftp o smb, specificare il nome utente e la password. Ignorare le credenziali in caso di accesso anonimo o guest.

Install=ftp://USER:PASSWORD@SERVER/DIRECTORY/DVD1/
Install=tftp://USER:PASSWORD@SERVER/DIRECTORY/DVD1/

Se si desidera eseguire l'installazione tramite una connessione crittografata, utilizzare un URL https. Se non è possibile verificare il certificato, utilizzare l'opzione di avvio sslcerts=0 per disabilitare la verifica del certificato.

In caso di installazione Samba o CIFS è possibile anche specificare il dominio:

Install=smb://WORKDOMAIN;USER:PASSWORD@SERVER/DIRECTORY/DVD1/
ssh=1 vnc=1 Display_IP=192.168.42.42

Il metodo di installazione dipende dal parametro specificato. ssh consente l'installazione mediante SSH, vnc avvia un server VNC nel computer di installazione e Display_IP induce il sistema di installazione a tentare la connessione a un server X all'indirizzo specificato. È necessario impostare solo uno di questi parametri.

Importante
Importante: meccanismo di autenticazione di X

L'installazione diretta con il sistema X Window si fonda su un meccanismo di autenticazione basato sui nomi degli host. Questo meccanismo è disabilitato sulle versioni SUSE Linux Enterprise Server correnti. È consigliabile eseguire un'installazione mediante SSH o VNC.

Per consentire una connessione tra YaST e il server X remoto, eseguire xhost <IP address> aggiungendo sul computer remoto l'indirizzo del computer di installazione.

Per VNC, specificare una password con un numero di caratteri da sei a otto da utilizzare per l'installazione:

VNCPassword=<a password>

Per SSH, specificare una password con un numero di caratteri da sei a otto da utilizzare per l'installazione:

ssh.password=<a password>

5.4.4 Esempio di parmfile

La capacità massima di un parmfile è di 860 caratteri. Come regola generale, il file parmfile dovrebbe contenere un massimo di 10 righe con non più di 79 caratteri. Durante la lettura di un parmfile, tutte le righe vengono concatenate senza aggiunta di spazi, pertanto l'ultimo carattere (79) di ogni riga deve essere uno Space.

Per ricevere sulla console i potenziali messaggi di errore, utilizzare

linuxrclog=/dev/console
Esempio 5.8: Parmfile per un'installazione da NFS con VNC e AutoYaST
ramdisk_size=131072 root=/dev/ram1 ro init=/linuxrc TERM=dumb
instnetdev=osa osainterface=qdio layer2=1 osahwaddr=
pointopoint=192.168.0.1 hostip=192.168.0.2
nameserver=192.168.0.3
install=nfs://192.168.0.4/SLES/SLES-12-Server/s390x/DVD1
autoyast=http://192.168.0.5/autoinst.xml
linuxrclog=/dev/console vnc=1 VNCPassword=testing
Esempio 5.9: Parmfile per l'installazione con NFS, SSH, HSI e AutoYaST con HTTP
ramdisk_size=131072 root=/dev/ram1 ro init=/linuxrc TERM=dumb
AutoYast=nfs://192.168.1.1/autoinst/s390.xml
Hostname=zsystems.example.com HostIP=192.168.1.2
Gateway=192.168.1.3 Nameserver=192.168.1.4
InstNetDev=hsi layer2=0
Netmask=255.255.255.128 Broadcast=192.168.1.255
readchannel=0.0.702c writechannel=0.0.702d datachannel=0.0.702e
install=nfs://192.168.1.5/SLES-12-Server/s390x/DVD1/
ssh=1 ssh.password=testing linuxrclog=/dev/console
Esempio 5.10: Parmfile per l'installazione in VLAN
ro ramdisk_size=50000 MANUAL=0 PORTNO=1 ReadChannel=0.0.b140
WriteChannel=0.0.b141 DataChannel=0.0.b142
cio_ignore=all,!condev,!0.0.b140-0.0.b142,!0.0.e92c,!0.0.5000,!0.0.5040
HostIP= Gateway= Hostname=zsystems.example.com nameserver=192.168.0.1
Install=ftp://user:password@10.0.0.1/s390x/SLES15.0/INST/ usevnc=1
vncpassword=12345 InstNetDev=osa Layer2=1 OSAInterface=qdio ssl_certs=0
osahwaddr= domain=example.com self_update=0
vlanid==eth0.201=192.168.0.2/16,192.168.0.1

5.5 Utilizzo dell'emulatore di terminale vt220

I livelli recenti di MicroCode consentono l'utilizzo di un emulatore di terminale vt220 integrato (terminale ASCII) in aggiunta al terminale standard in modalità riga di comando. Il terminale vt220 viene connesso a /dev/ttysclp0. Il terminale a riga di comando viene connesso a /dev/ttysclp_line0. Per le installazioni LPAR, l'emulatore di terminale vt220 viene attivato per default.

Per avviare la console ASCII in HMC, eseguire il log in all'HMC e selezionare Gestione sistemi › Sistemi › IMAGE_ID . Selezionare il pulsante di opzione per LPAR e scegliere Ripristino › Console ASCII integrata.

Per reindirizzare i messaggi del kernel all'avvio dalla console di sistema al terminale vt220, aggiungere i seguenti valori alla riga dei parametri in /etc/zipl.conf:

console=ttysclp0 console=ttysclp_line0

La conseguente riga dei parametri dovrebbe apparire come la seguente:

parameters = "root=/dev/dasda2 TERM=dumb console=ttysclp0 console=ttysclp_line0"

Salvare le modifiche in /etc/zipl.conf, eseguire zipl e riavviare il sistema.

5.6 Ulteriori informazioni su IBM Z

Per ulteriori documentazioni tecniche sulla piattaforma IBM Z, è possibile consultare gli IBM Redbook (https://www.redbooks.ibm.com/Redbooks.nsf/domains/zsystems) o la comunità IBM developerWorks (https://www.ibm.com/developerworks/linux/linux390/). La documentazione specifica di SUSE Linux Enterprise Server è disponibile in https://www.ibm.com/developerworks/linux/linux390/documentation_suse.html.

5.6.1 Documentazione generale su Linux per la piattaforma IBM Z

Per informazioni generali su Linux per la piattaforma IBM Z, è possibile consultare i documenti elencati di seguito:

  • Linux on IBM eServer zSeries and S/390: ISP and ASP Solutions (SG24-6299)

Questi documenti potrebbero non riflettere lo stato più aggiornato di Linux, ma la descrizione dei principi della distribuzione di Linux rimane comunque precisa.

5.6.2 Problemi tecnici di Linux sulla piattaforma IBM Z

Per informazioni tecniche sul kernel di Linux e sugli argomenti relativi alle applicazioni, fare riferimento ai seguenti documenti. Per le versioni più recenti dei documenti, visitare la pagina all'indirizzo http://www.ibm.com/developerworks/linux/linux390/index.html.

  • Linux on System z Device Drivers, Features, and Commands

  • zSeries ELF Application Binary Interface Supplement

  • Linux on System z Device Drivers, Using the Dump Tools

  • IBM zEnterprise 196 Technical Guide

  • IBM zEnterprise EC12 Technical Guide

  • IBM z13 Technical Guide

  • IBM z14 Technical Guide

  • IBM z15 Technical Guide

Un Redbook per lo sviluppo di applicazioni Linux è disponibile all'indirizzo http://www.redbooks.ibm.com:

  • Linux on IBM eServer zSeries and S/390: Application Development (SG24-6807)

5.6.3 Configurazioni avanzate per Linux su IBM Z

Per scenari più complessi dei sistemi IBM Z, fare riferimento ai seguenti Redbook, Redpaper e risorse online:

6 Installazione su hardware non supportata al momento del rilascio

Con alcuni hardware più recenti, è impossibile avviare il supporto di installazione di SUSE Linux Enterprise Server. Ciò può verificarsi nel caso in cui l'hardware sia inesistente al momento del rilascio di SUSE Linux Enterprise Server. Per situazioni simili, SUSE fornisce immagini Kernel Update ISO (kISO). In questo capitolo è descritto come utilizzare l'aggiornamento del kernel per installare SUSE Linux Enterprise Server sull'hardware attuale.

6.1 Download dell'aggiornamento del kernel

Le immagini Kernel Update ISO sono disponibili alla home page di SUSE SolidDriver. Utilizzare https://drivers.suse.com per ricercare le immagini ISO avviabili per il produttore e la versione del sistema operativo.

È possibile effettuare il download dell'immagine ISO completa o dei soli file initrd e linux. Di norma l'immagine ISO deve essere copiata in un'unità flash USB o masterizzata su un DVD. È possibile utilizzare i file initrd e linux per un avvio PXE. Per i dettagli sull'avvio tramite PXE, vedere Capitolo 17, Preparazione dell'ambiente di avvio della rete.

6.2 Avvio dell'aggiornamento del kernel

Per utilizzare l'aggiornamento del kernel, eseguire l'avvio dall'unità flash USB o tramite PXE. Una volta caricati i file linux e initrd, viene richiesto di inserire il supporto di installazione.

È possibile utilizzare i parametri di avvio descritti nel Capitolo 7, Parametri di avvio. In tal modo si consente l'utilizzo di altre sorgenti di installazione diverse dall'unità flash USB.

Parte II Procedura di installazione

  • 7 Parametri di avvio
  • SUSE Linux Enterprise Server consente di impostare diversi parametri durante l'avvio, ad esempio la scelta dell'origine dei dati di installazione o l'impostazione della configurazione di rete.

  • 8 Procedura di installazione
  • In questo capitolo è descritta la procedura in cui i dati per SUSE Linux Enterprise Server vengono copiati nel dispositivo di destinazione. Durante questa procedura vengono impostati alcuni parametri di configurazione di base per il sistema appena installato. La guida all'installazione è indicata tramite un'interfaccia utente grafica. La procedura riportata di seguito è applicabile anche all'installazione remota, come descritto nel Capitolo 11, Installazione remota. L'installazione in modalità testo presenta gli stessi passaggi pur sembrando diversa. Per informazioni sull'esecuzione di installazioni automatizzate non interattive, vedere Book “AutoYaST Guide”.

  • 9 Registrazione di SUSE Linux Enterprise e gestione di moduli/estensioni
  • Per ottenere supporto tecnico e aggiornamenti del prodotto, è necessario registrare e attivare SUSE Linux Enterprise Server con SUSE Customer Center. Si consiglia di effettuare la registrazione durante l'installazione, poiché in tal modo sarà possibile installare il sistema con gli ultimi aggiornamenti e patch disponibili. Se tuttavia si sta operando offline o si desidera ignorare il passaggio della registrazione, è possibile effettuare quest'ultima in un qualsiasi momento successivo dal sistema installato.

    Moduli ed estensioni consentono di aggiungere funzioni al sistema e personalizzarlo in base alle proprie necessità. È inoltre necessario registrare questi componenti ed è possibile gestirli con YaST o gli strumenti a riga di comando. Per ulteriori informazioni fare riferimento anche all'Article “Modules and Extensions Quick Start”.

  • 10 Modalità di partizionamento per esperti
  • Configurazioni di sistema sofisticate richiedono configurazioni disco specifiche. Durante l'installazione è possibile effettuare tutti i task di partizionamento comuni. Per ottenere una denominazione persistente del dispositivo, utilizzare i dispositivi di blocco /dev/disk/by-id o /dev/disk/by-uuid …

  • 11 Installazione remota
  • È possibile eseguire l'installazione di SUSE® Linux Enterprise Server completamente in rete. In questo capitolo è descritto come fornire l'ambiente necessario per l'avvio, mediante l'installazione e il controllo dell'installazione tramite rete.

  • 12 Soluzione dei problemi
  • In questa sezione sono evidenziati alcuni problemi tipici che è possibile riscontrare durante l'installazione e sono indicate le soluzioni possibili.

7 Parametri di avvio

SUSE Linux Enterprise Server consente di impostare diversi parametri durante l'avvio, ad esempio la scelta dell'origine dei dati di installazione o l'impostazione della configurazione di rete.

L'uso del set di parametri di avvio appropriato consente di semplificare la procedura di installazione. Molti parametri possono essere configurati successivamente mediante le routine linuxrc, tuttavia l'uso dei parametri di avvio è più semplice. In alcune configurazioni automatiche, i parametri di avvio possono essere forniti mediante un file initrd o info.

La modalità di avvio del sistema per l'installazione dipende dall'architettura. Ad esempio, l'avvio di un PC (AMD64/Intel 64) è diverso da quello di un mainframe. Se si installa SUSE Linux Enterprise Server come guest VM in un hypervisor KVM o Xen, seguire le istruzioni relative all'architettura AMD64/Intel 64.

Nota
Nota: opzioni e parametri di avvio

I termini Parametri di avvio e Opzioni di avvio vengono utilizzati spesso in modo intercambiabile. Nella presente documentazione prevale l'uso del termine Parametri di avvio.

7.1 Uso dei parametri di avvio di default

La descrizione dettagliata dei parametri di avvio è riportata nel Capitolo 8, Procedura di installazione. In genere, selezionando Installazione viene avviato il processo di avvio dell'installazione.

In caso di problemi, utilizzare Installation—ACPI Disabled (Installazione - ACPI disabilitato) o Installation—Safe Settings (Installazione - Safe Settings). Per ulteriori informazioni sulla soluzione dei problemi relativi al processo di installazione, vedere il Capitolo 12, Soluzione dei problemi.

La barra dei menu nella parte inferiore della schermata include alcune funzionalità avanzate necessarie in determinate configurazioni. L'uso dei tasti funzione (F1 ... F12), consente di specificare opzioni aggiuntive per passare alle routine di installazione senza dover conoscere necessariamente la sintassi dettagliata di questi parametri (vedere Capitolo 7, Parametri di avvio). Per una descrizione dettagliata dei tasti funzione disponibili, vedere Sezione 7.2.1, «Schermata di avvio nei computer con BIOS tradizionale».

7.2 PC (AMD64/Intel 64/Arm AArch64)

In questa sezione è descritto come modificare i parametri di avvio per AMD64, Intel 64 e Arm AArch64.

7.2.1 Schermata di avvio nei computer con BIOS tradizionale

Nella schermata di avvio sono disponibili numerose opzioni per la procedura di installazione. Avvia dal disco rigido avvia il sistema installato ed è sempre l'opzione di default perché il CD viene spesso lasciato nell'unità. Selezionare una delle altre opzioni con i tasti freccia Enter Le opzioni sono le seguenti:

Installazione

Modalità di installazione normale. Verranno attivate tutte le funzioni hardware moderne. Nel caso l'installazione risulti impossibile, consultare F5Kernel per i parametri di avvio che disabilitano funzioni potenzialmente problematiche.

Upgrade

Eseguire un upgrade del sistema. Per ulteriori informazioni, fare riferimento al Book “Guida all'upgrade”, Chapter 1 “Metodi e percorsi di upgrade”.

Altro › Sistema di ripristino

Avvia un sistema Linux minimo senza interfaccia grafica. Per ulteriori informazioni, vedere il Book “Administration Guide”, Chapter 43 “Common problems and their solutions”, Section 43.5.2 “Using the Rescue System”.

Altro › Avvia sistema Linux

Avviare un sistema Linux già installato. Verrà chiesto di specificare la partizione dalla quale avviare il sistema.

Altro › Verifica supporto di installazione

Questa opzione è disponibile solo quando si effettua l'installazione dal supporto creato dall'immagine ISO di cui si è effettuato il download. In questo caso, è consigliabile controllare l'integrità del mezzo di installazione. Questa opzione consente di avviare il sistema di installazione prima del controllo automatico dei supporti. Se il controllo ha esito positivo, si avvia la normale routine di installazione. Se viene rilevato un supporto danneggiato, la routine di installazione si interrompe. Sostituire il supporto rotto e riavviare il processo di installazione.

Altro › Verifica della memoria

Consente di verificare la memoria RAM del sistema mediante cicli ripetuti di lettura e scrittura. Terminare il test riavviando. Per ulteriori informazioni, consultare il Sezione 12.4, «Errore di avvio».

Schermata di avvio nei computer con BIOS tradizionale
Figura 7.1: Schermata di avvio nei computer con BIOS tradizionale

Utilizzare i tasti funzione illustrati in fondo alla schermata per modificare la lingua, la risoluzione dello schermo, l'origine di installazione oppure per aggiungere un ulteriore driver del fornitore dell'hardware:

F1Aiuto

Apre la guida contestuale per l'elemento attivo della schermata di avvio. Utilizzare i tasti freccia per navigare, Enter seguire un collegamento e Esc abbandonare la schermata di aiuto.

F2Lingua

Consente di selezionare la lingua di visualizzazione e il layout di tastiera corrispondente per l'installazione. La lingua di default è Inglese (Stati Uniti).

F3Modalità video

Consente di selezionare diverse modalità di visualizzazione grafica per l'installazione. Per default, la risoluzione video viene determinata automaticamente tramite KMS («Kernel Mode Settings»). Se questa impostazione non funziona nel sistema, scegliere Nessuna KMS e, facoltativamente, specificare vga=ask nella riga di comando di avvio in modo che venga richiesta l'immissione della risoluzione video. Scegliere Modalità testo in caso di problemi di installazione grafica.

F4Origine

Di norma, l'installazione viene eseguita dal supporto di installazione inserito nell'unità. A questo livello, è possibile selezionare altre fonti, tra cui server FTP o NFS. Se l'installazione viene distribuita su una rete con un server SLP, utilizzare questa opzione per selezionare un'origine di installazione disponibile sul server. Per informazioni sulla configurazione di un server di installazione con SLP, vedere Capitolo 16, Configurazione di un'origine di installazione di rete.

F5Kernel

Se si rilevano problemi con la normale installazione, è possibile utilizzare questo menu per disabilitare alcune funzioni potenzialmente problematiche. Se l'hardware non supporta ACPI (Advanced Configuration and Power Interface), selezionare No ACPI per eseguire l'installazione senza supporto ACPI. No local APIC disabilita il supporto APIC (Advanced Programmable Interrupt Controllers), che potrebbe causare problemi con alcuni tipi di hardware. Impostazioni sicure consente di avviare il sistema in modalità DMA (per le unità CD/DVD-ROM) e con le funzioni di risparmio energetico disabilitate.

Se non si è certi, provare prima le seguenti opzioni: Installazione - ACPI disabilitata o Installazione - Impostazioni di protezione. Gli utenti esperti possono anche utilizzare la riga di comando (Opzioni di boot) per immettere o cambiare i parametri del kernel.

F6Driver

Premere questo tasto per notificare al sistema che è disponibile un aggiornamento facoltativo per il driver di SUSE Linux Enterprise Server. Utilizzando File o URL, è possibile caricare i driver direttamente, prima dell'inizio dell'installazione. Se si seleziona , verrà richiesto di inserire il disco di aggiornamento al momento adatto del processo di installazione.

Suggerimento
Suggerimento: come ottenere i dischi di aggiornamento del driver

Gli aggiornamenti dei driver per SUSE Linux Enterprise sono disponibili all'indirizzo http://drivers.suse.com/. I presenti driver sono stati creati mediante il programma SUSE SolidDriver.

7.2.2 Schermata di avvio nei computer dotati di UEFI

UEFI (Unified Extensible Firmware Interface) è un nuovo standard di settore che sostituisce ed estende il BIOS tradizionale. Le implementazioni più recenti di UEFI contengono l'estensione «Secure Boot» che impedisce l'avvio del codice dannoso consentendo solo l'esecuzione di boot loader firmati. Per ulteriori informazioni, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 13 “UEFI (Unified Extensible Firmware Interface)”.

Il boot manager GRUB 2, utilizzato per avviare i computer con BIOS tradizionale, non supporta UEFI, pertanto GRUB 2 viene sostituito con GRUB 2 per EFI. Se è abilitato l'avvio sicuro, YaST seleziona automaticamente GRUB 2 per EFI per l'installazione. Poiché dal punto di vista dell'amministratore e dell'utente le implementazioni del boot manager si comportano allo stesso modo, nel seguito verranno entrambe chiamate semplicemente GRUB 2.

Suggerimento
Suggerimento: utilizzo di driver aggiuntivi con Avvio sicuro

Quando si esegue l'installazione con Avvio sicuro abilitato, non è possibile caricare driver non forniti in dotazione con SUSE Linux Enterprise Server. Ciò vale anche per i driver forniti tramite SolidDriver, perché per default la loro chiave di firma non è ritenuta attendibile.

Per caricare i driver non forniti con SUSE Linux Enterprise Server, eseguire una delle seguenti operazioni:

  • Prima dell'installazione, aggiungere le chiavi necessarie al database del firmware tramite gli strumenti di gestione del firmware/sistema.

  • Utilizzare un'immagine ISO avviabile dalla quale verrà eseguita la registrazione delle chiavi necessarie nell'elenco MOK al primo avvio.

Per ulteriori informazioni, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 13 “UEFI (Unified Extensible Firmware Interface)”, Section 13.1 “Secure Boot”.

Nella schermata di avvio sono disponibili numerose opzioni per la procedura di installazione. Modificare l'opzione selezionata con i tasti freccia e premere Enter per avviarla. Le opzioni sono le seguenti:

Installazione

Modalità di installazione normale. Verranno attivate tutte le funzioni hardware moderne. Nel caso l'installazione risulti impossibile, consultare F5Kernel per i parametri di avvio che disabilitano funzioni potenzialmente problematiche.

Upgrade

Eseguire un upgrade del sistema. Per ulteriori informazioni, fare riferimento al Book “Guida all'upgrade”, Chapter 1 “Metodi e percorsi di upgrade”.

Altro › Sistema di ripristino

Avvia un sistema Linux minimo senza interfaccia grafica. Per ulteriori informazioni, vedere il Book “Administration Guide”, Chapter 43 “Common problems and their solutions”, Section 43.5.2 “Using the Rescue System”.

Altro › Avvia sistema Linux

Avviare un sistema Linux già installato. Verrà chiesto di specificare la partizione dalla quale avviare il sistema.

Altro › Verifica supporto di installazione

Questa opzione è disponibile solo quando si effettua l'installazione dal supporto creato dall'immagine ISO di cui si è effettuato il download. In questo caso, è consigliabile controllare l'integrità del mezzo di installazione. Questa opzione consente di avviare il sistema di installazione prima del controllo automatico dei supporti. Se il controllo ha esito positivo, si avvia la normale routine di installazione. Se viene rilevato un supporto danneggiato, la routine di installazione si interrompe.

Schermata di avvio nei computer dotati di UEFI
Figura 7.2: Schermata di avvio nei computer dotati di UEFI

In SUSE Linux Enterprise Server, GRUB 2 per EFI non supporta il prompt di avvio o i tasti funzione per l'aggiunta dei parametri di avvio. Per default, l'installazione viene avviata con l'inglese americano e i supporti di avvio come origine di installazione. Viene eseguita una ricerca DHCP per configurare la rete. Per modificare tali impostazioni di default o aggiungere parametri di avvio, è necessario modificare la rispettiva voce di avvio. Evidenziarla utilizzando i tasti freccia e premere E. Per i suggerimenti relativi alla modifica, vedere la Guida su schermo (al momento è disponibile solo una tastiera inglese). La voce Installazione assomiglierà a quanto riportato di seguito:

setparams 'Installation'

   set gfxpayload=keep
   echo 'Loading kernel ...'
   linuxefi /boot/x86_64/loader/linux splash=silent
   echo 'Loading initial ramdisk ...'
   initrdefi /boot/x86_64/loader/initrd

Aggiungere parametri separati da spazi alla fine della riga che inizia con linuxefi. Per avviare la voce modificata premere F10. Se si accede al computer tramite una console seriale, premere Esc 0. In http://en.opensuse.org/Linuxrc è disponibile un elenco completo dei parametri.

7.3 Elenco dei parametri di avvio importanti

In questa sezione è riportata una selezione dei parametri di avvio importanti.

7.3.1 Parametri di avvio generali

autoyast=URL

Il parametro AutoYaST specifica la posizione del file di controllo autoinst.xml per l'installazione automatica.

manual=<0|1>

Il parametro manual controlla se gli altri parametri sono solo valori di default che devono essere ancora riconosciuti dall'utente. Se si desidera che tutti i valori siano accettati senza richieste di conferma, impostare il valore di questo parametro su 0. L'impostazione di AutoYaST implica l'impostazione del parametro manual sul valore 0.

Info=URL

Specifica l'ubicazione del file da cui possono essere lette le opzioni aggiuntive.

IBM Z Ciò è utile per superare la limitazione di 10 righe (e di 80 caratteri per riga in z/VM) per il parmfile. Ulteriore documentazione per il file Info è disponibile nel Book “AutoYaST Guide”, Chapter 6 “The Auto-Installation Process”, Section 6.3.3 “Combining the linuxrc info File with the AutoYaST Control File”. Dato che in genere è possibile accedere al file Info solo tramite la rete su IBM Z, non è possibile utilizzarlo per specificare le opzioni richieste per la configurazione della rete (tali opzioni sono descritte nella Sezione 7.3.2, «configurazione dell'interfaccia di rete»). Inoltre, altre opzioni specifiche di linuxrc, quali quelle per il debug, dovranno essere specificate nel parmfile per essere effettive.

upgrade=<0|1>

Per eseguire l'upgrade di SUSE Linux Enterprise Server, specificare Upgrade=1.

IBM Z È necessario un parmfile personalizzato per eseguire l'upgrade di un'installazione esistente di SUSE Linux Enterprise. Senza questo parametro, l'installazione non fornisce alcuna opzione di upgrade.

dud=URL

Carica gli aggiornamenti del driver da URL.

Impostare dud=ftp://ftp.esempio.com/PATH_TO_DRIVER o dud=http://www.esempio.com/PATH_TO_DRIVER per caricare i driver da un URL. Quando dud=1 viene richiesto di specificare l'URL durante l'avvio.

language=LANGUAGE

Imposta la lingua di installazione. Alcuni valori supportati sono cs_CZ, de_DE, es_ES, fr_FR, ja_JP, pt_BR, pt_PT, ru_RU, zh_CN e zh_TW.

acpi=off

Disabilita il supporto ACPI.

noapic

Nessun APIC logico.

nomodeset

Disabilita KMS.

textmode=1

Avvia il programma di installazione in modalità testo.

console=SERIAL_DEVICE[,MODE]

SERIAL_DEVICE può essere un dispositivo seriale o parallelo effettivo (ad esempio ttyS0) o un terminale virtuale (ad esempio tty1). MODE è la velocità di trasmissione, parità e bit di stop (ad esempio 9600n8). Il valore di default per questa impostazione è definito dal firmware della scheda madre. Se nel monitor non è visualizzato l'output, provare con l'impostazione console=tty1. È possibile applicarla per definire più dispositivi.

7.3.2 configurazione dell'interfaccia di rete

Importante
Importante: configurazione dell'interfaccia di rete

Le impostazioni descritte in questa sezione si riferiscono solo all'interfaccia di rete utilizzata nel corso dell'installazione. Configurare le interfacce di rete aggiuntive nel sistema installato seguendo le istruzioni fornite nel manuale Book “Administration Guide”, Chapter 19 “Basic Networking”, Section 19.5 “Configuring a Network Connection Manually”.

La rete verrà configurata solo se necessario durante l'installazione. Per forzare la configurazione della rete, utilizzare il parametro netsetup.

netsetup=VALUE

netsetup=dhcp forza la configurazione tramite DHCP. Impostare netsetup=-dhcp quando si configura la rete con i parametri di avvio hostip, gateway e nameserver. Con l'opzione netsetup=hostip,netmask,gateway,nameserver il programma di installazione richiede le impostazioni di rete durante l'avvio.

ifcfg=INTERFACE[.VLAN]=SETTINGS

INTERFACE può essere * per trovare la corrispondenza con tutte le interfacce o eth* per trovare ad esempio la corrispondenza con tutte le interfacce che iniziano con eth. È inoltre possibile utilizzare gli indirizzi MAC come valori.

Facoltativamente, è possibile impostare VLAN dietro al nome dell'interfaccia, separata da un punto.

Se SETTINGS è dhcp, tutte le interfacce corrispondenti vengono configurate con DHCP. È possibile impostare parametri statici. Con i parametri statici, viene configurata solo la prima interfaccia corrispondente. La sintassi per la configurazione statica è:

ifcfg=*="IPS_NETMASK,GATEWAYS,NAMESERVERS,DOMAINS"

Ogni valore separato da virgola può a sua volta contenere un elenco di valori separati da spazi. IPS_NETMASK è in CIDR notation, ad esempio 10.0.0.1/24. Le virgolette sono necessarie solo quando si utilizzano elenchi separati da spazi. Esempio con due server dei nomi:

ifcfg=*="10.0.0.10/24,10.0.0.1,10.0.0.1 10.0.0.2,example.com"
Suggerimento
Suggerimento: altri parametri di rete

Il parametro di avvio ifcfg è particolarmente efficace e consente di impostare quasi tutti i parametri di rete. Oltre ai parametri sopra citati, è possibile impostare valori per tutte le opzioni di configurazione (separati da virgola) da /etc/sysconfig/network/ifcfg.template e /etc/sysconfig/network/config. Nell'esempio seguente viene impostata una dimensione MTU personalizzata in un'interfaccia altrimenti configurata tramite DHCP:

ifcfg=eth0=dhcp,MTU=1500
hostname=host.esempio.com

Immettere il nome host completo.

domain=example.com

Percorso di ricerca dominio per DNS. Consente di utilizzare nomi host brevi anziché nomi completi.

hostip=192.168.1.2[/24]

Inserire l'indirizzo IP dell'interfaccia da configurare. L'IP può contenere la maschera di sottorete, ad esempio hostip=192.168.1.2/24. Questa impostazione viene valutata solo se è richiesta la rete durante l'installazione.

gateway=192.168.1.3

Specificare il gateway da utilizzare. Questa impostazione viene valutata solo se è richiesta la rete durante l'installazione.

nameserver=192.168.1.4

Specificare il server DNS attivo. Questa impostazione viene valutata solo se è richiesta la rete durante l'installazione.

domain=example.com

Percorso di ricerca del dominio. Questa impostazione viene valutata solo se è richiesta la rete durante l'installazione.

7.3.3 Specifica dell'origine di installazione

Se non si utilizza un DVD o un'unità flash USB per l'installazione, specificare una sorgente di installazione alternativa.

install=SOURCE

Specificare la posizione dell'origine dell'installazione da utilizzare. È possibile utilizzare i protocolli cd, hd, slp, nfs, smb (Samba/CIFS), ftp, tftp http e https. Non tutti i tipi di origine sono disponibili su tutte le piattaforme. Ad esempio IBM Z non supporta cd e hd.

L'opzione di default è cd.

Se viene definito un URL ftp, tftp o smb, specificare il nome utente e la password con l'URL. Questi parametri sono opzionali, quindi in caso non vengano definiti viene effettuato un login anonimo o come utente guest. Esempio:

install=ftp://USER:PASSWORD@SERVER/DIRECTORY/DVD1/

Per eseguire l'installazione tramite una connessione cifrata, utilizzare un URL https. Se non è possibile verificare il certificato, utilizzare il parametro di avvio sslcerts=0 per disabilitare la verifica del certificato.

In caso di installazione Samba/CIFS è possibile anche specificare il dominio da utilizzare:

install=smb://WORKDOMAIN;USER:PASSWORD@SERVER/DIRECTORY/DVD1/

Per utilizzare cd, hd o slp, impostarli come nell'esempio seguente:

install=cd:/
install=hd:/?device=sda/PATH_TO_ISO
install=slp:/

7.3.4 Specifica dell'accesso remoto

Si deve specificare un solo metodo di controllo remoto alla volta. I vari metodi disponibili sono: SSH, VNC, server X remoto. Per informazioni su come utilizzare i parametri elencati in questa sezione, vedere Capitolo 11, Installazione remota.

display_ip=IP_ADDRESS

Display_IP provoca l'installazione del sistema per tentare la connessione a un server X in un dato indirizzo.

Importante
Importante: meccanismo di autenticazione di X

L'installazione diretta con il sistema X Window si fonda su un meccanismo di autenticazione primitivo basato sui nomi degli host. Questo meccanismo è disabilitato sulle versioni SUSE Linux Enterprise Server correnti. È preferibile l'installazione con SSH o VNC.

vnc=1

Abilita un server VNC durante l'installazione.

vncpassword=PASSWORD

Imposta la password per il server VNC.

ssh=1

ssh abilita l'installazione SSH.

ssh.password=PASSWORD

Specifica una password SSH per l'utente root durante l'installazione.

7.4 Configurazioni avanzate

Per configurare l'accesso a un RMT locale o a un server supportconfig per l'installazione, è possibile specificare i parametri di avvio per configurare tali servizi durante l'installazione. Ciò vale anche se è necessario il supporto IPv6 durante l'installazione.

7.4.1 Immissione dei dati per accedere a un server SMT

Per default, gli aggiornamenti di SUSE Linux Enterprise Server vengono distribuiti da SUSE Customer Center. Se la rete offre un server di tipo RMT per fornire un'origine di aggiornamento locale, sarà necessario fornire al client l'URL del server. Client e server comunicano esclusivamente tramite protocollo HTTPS, pertanto è anche necessario immettere un percorso al certificato del server, nel caso questo non sia stato rilasciato da un ente di certificazione esterno.

Nota
Nota: solo installazioni non interattive

I parametri per l'accesso a un server RMT sono necessari solo per le installazioni non interattive. Per le installazioni interattive, i dati possono essere forniti durante l'installazione (per informazioni, vedere Sezione 8.7, «Registrazione»).

regurl

URL del server RMT. Questo URL presenta un formato fisso https://FQN/center/regsvc/. FQN deve essere il nome host completo del server RMT. Esempio:

regurl=https://smt.example.com/center/regsvc/

Accertarsi che i valori immessi siano corretti. Se regurl non è stato specificato correttamente, la registrazione dell'origine di aggiornamento non riuscirà.

regcert

Ubicazione del certificato del server RMT. Specificare una delle ubicazioni seguenti:

URL

Ubicazione remota (HTTP, HTTPS o FTP) dalla quale è possibile effettuare il download del certificato. Nel caso regcert non sia specificato, l'impostazione di default sarà http://FQN/smt.crt dove FQN è il nome del server RMT. Esempio:

regcert=http://rmt.example.com/smt-ca.crt
Percorso locale

Percorso assoluto per il certificato sul computer locale. Esempio:

regcert=/data/inst/smt/smt-ca.cert
Interattivo

Utilizzare ask per aprire un menu a comparsa durante l'installazione, dove specificare il percorso del certificato. Non utilizzare questa opzione con AutoYaST. Esempio

regcert=ask
Installazione del certificato di disattivazione

Utilizzare done se il certificato sarà installato da un prodotto aggiuntivo o se si utilizza un certificato emesso da un'autorità di certificazione ufficiale. Ad esempio:

regcert=done

7.4.2 Configurazione di un altro server dati per supportconfig

Per default, i dati raccolti da supportconfig (vedere la sezione Book “Administration Guide”, Chapter 42 “Gathering System Information for Support” per ulteriori informazioni) vengono inviati a SUSE Customer Center. È possibile anche configurare un server locale per la raccolta di questi dati. Se tale server è disponibile in rete, è necessario impostare l'URL del server sul client. Questa informazione deve essere immessa al prompt d'avvio.

supporturl URL del server. L'URL presenta il formato http://FQN/Path/, dove FQN è il nome host completo del server e Path è l'ubicazione sul server. Ad esempio:

supporturl=http://support.example.com/supportconfig/data/

7.4.3 Utilizzo di IPv6 per l'installazione

Per default è possibile solo assegnare indirizzi di rete IPv4 al computer. Per abilitare IPv6 durante l'installazione, immettere uno dei seguenti parametri al prompt di avvio:

Accetta IPv4 e IPv6
ipv6=1
Accetta solo IPv6
ipv6only=1

7.4.4 Utilizzo di un proxy per l'installazione

Nelle reti che impongono l'uso di un server proxy per l'accesso a siti Web remoti, la registrazione durante l'installazione è possibile solo quando si configura un server proxy.

Per utilizzare un proxy durante l'installazione, premere F4 nella schermata di avvio e impostare i parametri richiesti nella finestra di dialogo Proxy HTTP. In alternativa, specificare il parametro kernel proxy al prompt di avvio:

proxy=http://USER:PASSWORD@proxy.example.com:PORT

L'impostazione di UTENTE e PASSWORD è facoltativa. Se il server consente l'accesso anonimo, sono sufficienti i dati seguenti: http://proxy.example.com:PORT.

7.4.5 Abilitazione del supporto SELinux

L'abilitazione di SELinux all'avvio dell'installazione consente di configurarlo al completamento dell'installazione senza riavviare. Utilizzare i seguenti parametri:

security=selinux selinux=1

7.4.6 Abilitazione dell'aggiornamento automatico del programma di installazione

Durante l'installazione e l'upgrade, YaST può essere aggiornato automaticamente, come descritto nella Sezione 8.2, «Aggiornamento automatico del programma di installazione», per risolvere alcuni bug potenziali rilevati dopo il rilascio. È possibile utilizzare il parametro self_update per modificare il comportamento di questa funzione.

Per abilitare l'aggiornamento automatico del programma di installazione, impostare il parametro su 1:

self_update=1

Per utilizzare un archivio definito dall'utente, specificare un URL:

self_update=https://updates.example.com/

7.4.7 Adattamento dell'interfaccia utente per l'alta risoluzione (DPI)

Se la risoluzione (DPI) dello schermo è molto alta, utilizzare il parametro di avvio QT_AUTO_SCREEN_SCALE_FACTOR. In tal modo il font e gli elementi dell'interfaccia utente vengono adattati alla risoluzione dello schermo.

QT_AUTO_SCREEN_SCALE_FACTOR=1

7.4.8 Utilizzo di mitigazioni CPU

Il parametro di avvio mitigations consente di controllare le opzioni di mitigazione per attacchi side-channel sulle CPU interessate. I valori possibili sono:

auto Abilita tutte le mitigazioni necessarie per il modello di CPU in uso, ma non protegge dagli attacchi ai thread della CPU. A seconda del workload, questa impostazione può in parte compromettere le prestazioni.

nosmt Fornisce il set completo delle mitigazioni di sicurezza disponibili. Abilita tutte le mitigazioni necessarie per il modello di CPU in uso. Inoltre, disabilita il multithreading simultaneo (SMT) per evitare attacchi side-channel a più thread della CPU. Questa impostazione può ulteriormente compromettere le prestazioni, a seconda del workload.

off Disabilita tutte le mitigazioni. A seconda del modello di CPU, questa può subire attacchi side-channel. Questa impostazione non ha impatto sulle prestazioni.

Ciascun valore è dotato di un set di parametri specifici, a seconda dell'architettura della CPU, della versione kernel e delle vulnerabilità che è necessario mitigare. Per i dettagli fare riferimento alla documentazione relativa al kernel.

7.5 IBM Z

Per piattaforme IBM Z, il sistema viene avviato (IPL, Initial Program Load) come descritto nella Sezione 5.3.4, «Esecuzione dell'IPL del sistema di installazione di SUSE Linux Enterprise Server». SUSE Linux Enterprise Server non visualizza una schermata iniziale in questi sistemi. Durante l'installazione, caricare manualmente il kernel, initrd e parmfile. Quando viene stabilita una connessione al sistema di installazione tramite VNC, X o SSH, viene visualizzata la schermata di installazione di YaST. Dato che non vi è una schermata di avvio, i parametri del kernel o di avvio non possono essere immessi sullo schermo, ma devono essere specificati in un parmfile (vedere la Sezione 5.4, «Parmfile - Automazione della configurazione del sistema»).

InstNetDev=osa

Inserire il tipo di interfaccia da configurare. I valori possibili sono osa, hsi, ctc, escon e iucv (CTC, ESCON e IUCV non sono più supportati ufficialmente).

Per il tipo di interfacce hsi e osa specificare una maschera di rete appropriata e un indirizzo di diffusione opzionale:

Netmask=255.255.255.0
Broadcast=192.168.255.255

Per le interfacce di tipo ctc, escon e iucv (CTC, ESCON e IUCV non sono più ufficialmente supportate), inserire l'indirizzo IP del peer:

Pointopoint=192.168.55.20
OsaInterface=<lcs|qdio>

Per i dispositivi di rete osa, specificare l'interfaccia host (qdio o lcs).

Layer2=<0|1>

Per i dispositivi Ethernet QDIO osa e hsi, specificare se abilitare (1) o disabilitare (0) il supporto per OSI Layer 2.

OSAHWAddr=02:00:65:00:01:09

Per i dispositivi QDIO Ethernet osa abilitati per Layer 2, specificare manualmente un indirizzo MAC o dichiarare OSAHWADDR= (con spazio bianco finale) per il default del sistema.

PortNo=<0|1>

Per i dispositivi di rete osa specificare il numero di porta (se il dispositivo supporta questa funzione). Il valore di default è 0.

Ciascuna interfaccia richiede alcune opzioni di configurazione:

  • Interfacce ctc e escon (CTC e ESCON non sono più ufficialmente supportate):

    ReadChannel=0.0.0600
    WriteChannel=0.0.0601

    Il parametro ReadChannel specifica il canale di lettura da utilizzare. Il parametro WriteChannel è il canale di SCRITTURA.

  • Per l'interfaccia ctc (non più supportata ufficialmente), specificare il protocollo da utilizzare:

    CTCProtocol=<0/1/2>

    I valori validi sono:

    0

    Modalità di compatibilità, anche per peer non Linux diversi da OS/390 e z/OS (modalità di default)

    1

    Modalità estesa

    2

    Modalità di compatibilità con OS/390 e z/OS

  • Tipo di dispositivo di rete osa con interfaccia lcs:

    ReadChannel=0.0.0124

    Il parametro ReadChannel rappresenta il numero di canale utilizzato in questa configurazione. Da questo parametro è possibile definire un secondo numero di porta aggiungendo 1 al valore di ReadChannel. Il parametro Portnumber è utilizzato per specificare il relativo numero di porta.

  • Interfaccia iucv:

    IUCVPeer=PEER

    Inserire il nome del computer peer.

  • Tipo di dispositivo di rete osa con interfaccia qdio per OSA-Express Gigabit Ethernet:

    ReadChannel=0.0.0700
    WriteChannel=0.0.0701
    DataChannel=0.0.0702

    Per ReadChannel, inserire il numero del canale di lettura. Per WriteChannel, inserire il numero del canale di scrittura. Il parametro DataChannel specifica il canale dati. Assicurarsi che il canale di lettura presenti un numero di dispositivo pari.

  • Interfaccia hsi per HiperSockets e LAN guest per VM:

    ReadChannel=0.0.0800
    WriteChannel=0.0.0801
    DataChannel=0.0.0802

    Per ReadChannel, inserire il numero appropriato del canale di lettura. Per WriteChannel e DataChannel, inserire rispettivamente i numeri dei canali di lettura e dati.

7.6 Ulteriori informazioni

Ulteriori informazioni sui parametri di avvio sono disponibili nel wiki openSUSE in https://en.opensuse.org/SDB:Linuxrc#Parameter_Reference.

8 Procedura di installazione

In questo capitolo è descritta la procedura in cui i dati per SUSE Linux Enterprise Server vengono copiati nel dispositivo di destinazione. Durante questa procedura vengono impostati alcuni parametri di configurazione di base per il sistema appena installato. La guida all'installazione è indicata tramite un'interfaccia utente grafica. La procedura riportata di seguito è applicabile anche all'installazione remota, come descritto nel Capitolo 11, Installazione remota. L'installazione in modalità testo presenta gli stessi passaggi pur sembrando diversa. Per informazioni sull'esecuzione di installazioni automatizzate non interattive, vedere Book “AutoYaST Guide”.

Prima di eseguire il programma di installazione, leggere Parte I, «Preparazione dell'installazione». I passaggi necessari per avviare l'installazione sono descritti in base all'architettura del sistema in uso.

Se è la prima volta che si utilizza SUSE Linux Enterprise Server, accettare i suggerimenti di default di YaST nella maggior parte dei casi, ma è anche possibile regolare le impostazioni come descritto qui per sintonizzare il sistema in base alle proprie preferenze. La guida a ciascun passaggio dell'installazione è accessibile facendo clic su Aiuto.

Suggerimento
Suggerimento: installazione senza mouse

Se il programma di installazione non rileva correttamente il mouse, utilizzare il tasto →| per la navigazione, i tasti freccia per scorrere e Enter per confermare una selezione. I vari pulsanti e campi di selezione contengono un carattere sottolineato. Utilizzare Altlettera per selezionare un pulsante o un'opzione direttamente anziché spostarsi su di essi con il tasto →|.

8.1 Panoramica

In questa sezione è fornita una panoramica della procedura di installazione. In ciascun passaggio è presente un collegamento che consente di accedere a una descrizione più dettagliata.

  1. Prima dell'inizio dell'installazione, è possibile che il programma di installazione venga aggiornato automaticamente. Per informazioni, vedere Sezione 8.2, «Aggiornamento automatico del programma di installazione».

  2. L'installazione effettiva ha inizio con la scelta della lingua e del prodotto. Per informazioni, vedere Sezione 8.3, « Selezione di lingua, tastiera e prodotto ».

  3. Accettare il contratto di licenza di Per informazioni, vedere Sezione 8.4, «Contratto di licenza».

  4. I computer IBM Z devono attivare i dischi. Per informazioni, vedere Sezione 8.5, «IBM Z: attivazione disco».

  5. Configurare la rete. Questa operazione è necessaria solo quando si deve accedere alla rete durante l'installazione e la configurazione automatica della rete tramite DHCP risulta impossibile. Se la configurazione automatica della rete ha esito positivo, ignorare questo passaggio. Per informazioni, vedere Sezione 8.6, «Impostazioni di rete».

  6. Con una connessione di rete funzionante è possibile registrare il computer nel SUSE Customer Center o in un server RMT. Per informazioni, vedere Sezione 8.7, «Registrazione».

  7. Selezionare i moduli da abilitare per il computer. Tale operazione influisce sulla disponibilità dei ruoli del sistema al prossimo passaggio e successivamente sui pacchetti. Per informazioni dettagliate, vedere Sezione 8.8, «Selezione di estensioni e moduli».

  8. È possibile aggiungere archivi manualmente. Per informazioni dettagliate, vedere Sezione 8.9, «Prodotto aggiuntivo».

  9. Selezionare un ruolo per il sistema. Tra le altre cose, con questa operazione si definisce l'elenco di default dei pacchetti da installare e si suggerisce il partizionamento dei dischi rigidi. Per informazioni dettagliate, vedere Sezione 8.10, «Ruolo di sistema».

  10. Creare la partizione dei dischi rigidi del sistema. Per informazioni, vedere Sezione 8.11, «Partizionamento».

  11. Selezionare un fuso orario. Per informazioni, vedere Sezione 8.12, «Orologio e fuso orario».

  12. Creare un utente. Per informazioni, vedere Sezione 8.13, «Creazione di un nuovo utente».

  13. Facoltativamente, impostare una password diversa per l'amministratore di sistema root. Per informazioni dettagliate, vedere Sezione 8.14, «Autenticazione per l'amministratore di sistema «root»».

  14. Nel passaggio finale, il programma di installazione presenta una panoramica di tutte le impostazioni. Se necessario, è possibile modificarle. Per informazioni, vedere Sezione 8.15, «Impostazioni di installazione».

  15. Tutti i dati richiesti vengono copiati dal programma di installazione e l'utente viene informato in merito allo stato di avanzamento Per informazioni, vedere Sezione 8.16, «Esecuzione dell'installazione».

8.2 Aggiornamento automatico del programma di installazione

Durante i processi di installazione e upgrade, YaST può essere aggiornato automaticamente per risolvere i bug presenti nel programma di installazione rilevati dopo il rilascio. Questa funzionalità è abilitata per default; per disabilitarla, impostare il parametro di avvio self_update su 0. Per ulteriori informazioni, consultare Sezione 7.4.6, «Abilitazione dell'aggiornamento automatico del programma di installazione».

Importante
Importante: aggiornamento trimestrale per i supporti: aggiornamento automatico disabilitato

L'aggiornamento automatico del programma di installazione è disponibile solo se si utilizzano le immagini GM del programma di installazione unificato e le immagini ISO dei pacchetti. Se si esegue l'installazione dalle immagini ISO pubblicate come aggiornamento trimestrale (identificabili dalla stringa QU nel nome), il programma di installazione non può aggiornarsi automaticamente, in quanto questa funzione è stata disabilitata nel supporto aggiornato.

Importante
Importante: networking durante l'aggiornamento automatico

Per effettuare il download degli aggiornamenti del programma di installazione, è richiesto l'accesso alla rete da parte di YaST. Per default, questo tenta di utilizzare il protocollo DHCP su tutte le interfacce di rete. Se nella rete è presente un server DHCP, questo funzionerà automaticamente.

Se è necessaria una configurazione IP statica, è possibile utilizzare l'argomento di avvio ifcfg. Per ulteriori informazioni, vedere la documentazione relativa a linuxrc in https://en.opensuse.org/Linuxrc.

Suggerimento
Suggerimento: selezione della lingua

L'aggiornamento automatico del programma di installazione viene eseguito prima della scelta della lingua. Vale a dire che per default, l'avanzamento e gli errori che si verificano durante questo processo sono visualizzati in inglese.

Per utilizzare una lingua diversa per questa parte del programma di installazione, servirsi del parametro di avvio language se disponibile per la propria architettura, ad esempio, language=de_DE. Nei computer dotati di un BIOS tradizionale, in alternativa, premere F2 nel menu di avvio e selezionare la lingua dall'elenco.

Sebbene questa funzione sia stata progettata per essere eseguita senza l'intervento dell'utente, è comunque opportuno conoscerne il funzionamento. Se non si è interessati, è possibile passare direttamente alla Sezione 8.3, « Selezione di lingua, tastiera e prodotto » e ignorare il resto della sezione.

8.2.1 Processo di aggiornamento automatico

Il processo può essere suddiviso in due parti distinte:

  1. Determinare l'ubicazione di archivio dell'aggiornamento.

  2. Effettuare il download e applicare gli aggiornamenti al sistema di installazione.

8.2.1.1 Determinazione dell'ubicazione di archivio dell'aggiornamento

Gli aggiornamenti automatici del programma di installazione vengono distribuiti come normali pacchetti RPM tramite un archivio dedicato, pertanto il primo passaggio da compiere consiste nell'individuare l'URL dell'archivio.

Importante
Importante: archivio esclusivo per l'aggiornamento automatico del programma di installazione

Indipendentemente dalle opzioni che si sceglie di utilizzare tra quelle indicate di seguito, ci si aspetta che venga definito solo l'URL dell'archivio per l'aggiornamento automatico del programma di installazione:

self_update=https://www.example.com/my_installer_updates/

Non specificare altri URL dell'archivio, ad esempio l'URL dell'archivio per l'aggiornamento software.

YaST tenterà di eseguire le seguenti origini di informazioni:

  1. Il parametro di avvio self_update. (Per ulteriori informazioni, vedere Sezione 7.4.6, «Abilitazione dell'aggiornamento automatico del programma di installazione».) Se si specifica un URL, questo avrà la precedenza su qualsiasi altro metodo.

  2. L'elemento del profilo /general/self_update_url se si utilizza AutoYaST.

  3. Un server di registrazione. YaST interrogherà il server di registrazione in merito all'URL. Per determinare il server da utilizzare, procedere nel seguente ordine:

    1. Valutare il parametro di avvio regurl (Sezione 7.4.1, «Immissione dei dati per accedere a un server SMT»).

    2. Valutare l'elemento del profilo /suse_register/reg_server se si utilizza AutoYaST.

    3. Eseguire una ricerca del server SLP. Se si individua un server SLP, YaST chiederà se utilizzarlo perché non è prevista alcuna autenticazione e tutti coloro che fanno parte della rete locale potrebbero indicare un server di registrazione.

    4. Interrogare il SUSE Customer Center.

  4. Se nessuno dei tentativi sopra indicati ha esito positivo, viene utilizzato l'URL di fallback (definito nei supporti di installazione).

8.2.1.2 Download e applicazione degli aggiornamenti

Una volta determinato l'archivio degli aggiornamenti, YaST verifica se è disponibile un aggiornamento. In tal caso, verrà effettuato il download di tutti gli aggiornamenti e questi verranno applicati al sistema di installazione.

Infine, YaST verrà riavviato per caricare la nuova versione e verrà visualizzata la schermata di benvenuto. Se non è disponibile alcun aggiornamento, l'installazione procederà senza il riavvio di YaST.

Nota
Nota: integrità dell'aggiornamento

Al fine di garantire l'integrità e la paternità dell'aggiornamento, verrà eseguito il controllo delle firme. Se manca una firma o non è valida, verrà chiesto se si desidera applicare l'aggiornamento.

8.2.1.3 Repository aggiuntivo temporaneo per l'aggiornamento automatico

Alcuni pacchetti distribuiti repository per l'aggiornamento automatico contengono dati aggiuntivi per il programma di installazione, come le impostazioni predefinite, le definizioni dei ruoli del sistema e informazioni analoghe. Se il programma di installazione trova tali pacchetti nel repository con aggiornamento automatico, viene creato un repository locale temporaneo in cui vengono copiati tali pacchetti, che vengono utilizzati durante il processo di installazione. Al termine dell'installazione il repository locale temporaneo viene rimosso. I pacchetti in esso contenuti non vengono installati nel sistema di destinazione.

Questo repository supplementare non viene visualizzato nell'elenco dei prodotti aggiuntivi, ma durante l'installazione potrebbe comunque rimanere visibile come repository SelfUpdate0 nella gestione dei pacchetti.

8.2.2 Archivi dell'aggiornamento automatico personalizzati

YaST può utilizzare un archivio definito dall'utente al posto di uno ufficiale specificando un URL tramite il parametro di avvio self_update. È tuttavia opportuno considerare i seguenti punti:

  • Sono supportati solo gli archivi HTTP/HTTPS e FTP.

  • Sono supportati solo gli archivi RPM-MD (richiesti da RMT).

  • I pacchetti non vengono installati nel modo tradizionale, bensì vengono solo decompressi e non viene eseguito alcuno script.

  • Non viene eseguita alcuna verifica delle dipendenze I pacchetti vengono installati in ordine alfabetico.

  • I file dei pacchetti sostituiscono quelli dei supporti di installazione originali. Vale a dire che non tutti i file potrebbero essere necessari nei pacchetti di aggiornamento, ma solo quelli che sono stati sostituiti. I file che non hanno subito modifiche vengono omessi al fine di risparmiare memoria e larghezza di banda per il download.

Nota
Nota: un unico archivio

Attualmente non è possibile utilizzare come origine più di un archivio per gli aggiornamenti automatici del programma di installazione.

8.3 Selezione di lingua, tastiera e prodotto

Selezione di lingua, tastiera e prodotto
Figura 8.1: Selezione di lingua, tastiera e prodotto

Le impostazioni del layout di lingua e tastiera vengono inizializzate con la lingua selezionata nella schermata di avvio. Se non si modifica l'impostazione, la lingua di default è Inglese (Stati Uniti). Se necessario, modificare qui le impostazioni.

La modifica della lingua preselezionerà automaticamente un layout di tastiera corrispondente. Ignorare questa proposta selezionando un layout di tastiera differente nella casella di riepilogo. Per verificare il layout, utilizzare la casella di testo Verifica tastiera. La lingua selezionata qui viene inoltre utilizzata per dedurre il fuso orario per l'orologio di sistema. Questa impostazione può essere modificata in seguito nel sistema installato, come descritto nel Capitolo 23, Modifica delle impostazioni relative alla lingua e al paese con YaST.

Il programma di installazione unificato consente di installare tutti i prodotti di base di SUSE Linux Enterprise:

Selezionare un prodotto da installare. È necessario disporre di un codice di registrazione per il rispettivo prodotto. In questo documento si presuppone che sia stato scelto SUSE Linux Enterprise Server. Fare clic su Avanti per continuare.

8.4 Contratto di licenza

Contratto di licenza
Figura 8.2: Contratto di licenza

Leggere i contratti di licenza visualizzati nella lingua selezionata nella schermata di avvio. Le traduzioni sono disponibili tramite la casella di riepilogo Lingua licenza. Se si accettano le condizioni, selezionare Accetto il contratto di licenza e premere Avanti per proseguire con l'installazione. Se non si accetta il contratto di licenza, non è possibile installare SUSE Linux Enterprise Server; fare clic su Interrompi per terminare l'installazione.

8.5 IBM Z: attivazione disco

Quando si esegue l'installazione su piattaforme IBM Z, dopo la finestra di dialogo Selezione lingua viene visualizzata una finestra di dialogo per la configurazione dei dischi rigidi collegati.

Attivazione disco
Figura 8.3: Attivazione disco

Selezionare DASD, zFCP (dischi SCSI collegati a Fibre Channel) o iSCSI per l'installazione di SUSE Linux Enterprise Server. I pulsanti di configurazione DASD e zFCP sono disponibili solo se i dispositivi corrispondenti sono collegati. Per istruzioni su come configurare i dischi iSCSI, fare riferimento al Book “Storage Administration Guide”, Chapter 15 “Mass Storage over IP Networks: iSCSI”, Section 15.3 “Configuring iSCSI Initiator”.

In questa schermata è anche possibile modificare la configurazione di rete aprendo la finestra di dialogo Impostazioni di rete. Scegliere un'interfaccia di rete dall'elenco e fare clic su Modifica per cambiarne le impostazioni. Utilizzare le schede per configurare il DNS e il routing. Per ulteriori informazioni, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 19 “Basic Networking”, Section 19.4 “Configuring a Network Connection with YaST”.

8.5.1 Configurazione dei dischi DASD

Ignorare questo passaggio se non si sta eseguendo l'installazione su componenti hardware IBM Z.

Amministrazione disco DASD
Figura 8.4: Amministrazione disco DASD

Dopo aver selezionato Configura dischi DASD, viene visualizzata una panoramica di tutti i DASD disponibili. Per una visualizzazione più chiara dei dispositivi disponibili, utilizzare il campo di testo posto al di sopra dell'elenco per specificare l'intervallo di canali da visualizzare. Per filtrare l'elenco in base a tale intervallo, selezionare Filtro.

Specificare i dischi DASD da usare per l'installazione selezionando le voci corrispondenti nell'elenco. Utilizzare Seleziona tutto per selezionare tutti i dischi DASD attualmente visualizzati. Per attivare e rendere i dischi DASD selezionati disponibili per l'installazione, selezionare Esegui operazione › Attiva. Per formattare i dischi DASD, selezionare Esegui operazione › Formattare. In alternativa, utilizzare il partizionatore YaST come descritto nella Sezione 10.1, «Utilizzo della funzione Partizionatore avanzato».

8.5.2 Configurazione dei dischi zFCP

Per utilizzare i dischi zFCP per l'installazione di SUSE Linux Enterprise Server, selezionare Configura dischi zFCP nella finestra di dialogo di selezione. Viene aperta la finestra di dialogo che mostra l'elenco di dischi zFCP disponibili sul sistema. In questa finestra di dialogo, selezionare Aggiungi per aprire un'altra finestra di dialogo in cui immettere i parametri zFCP.

Per rendere un disco zFCP disponibile per l'installazione di SUSE Linux Enterprise Server, scegliere un numero di canale dalla casella di riepilogo. Recupera WWPN (World Wide Port Number) e Recupera LUN (Logical Unit Number) restituiscono rispettivamente elenchi di WWPN e FCP-LUN, nei quali eseguire la scelta. La scansione automatica LUN funziona solo se NPIV è abilitata.

Al termine, uscire dalla finestra di dialogo zFCP selezionando Avanti e dalla finestra di dialogo di configurazione generale del disco rigido selezionando Fine per continuare con il resto della configurazione.

8.6 Impostazioni di rete

Dopo aver avviato l'installazione, ne viene configurata la routine. Durante la configurazione, viene effettuato il tentativo di configurare almeno un'interfaccia di rete con DHCP. Se il tentativo non riesce, si apre la finestra di dialogo Impostazioni di rete.

Impostazioni di rete
Figura 8.5: Impostazioni di rete

Scegliere un'interfaccia di rete dall'elenco e fare clic su Modifica per cambiarne le impostazioni. Utilizzare le schede per configurare il DNS e il routing. Per ulteriori informazioni, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 19 “Basic Networking”, Section 19.4 “Configuring a Network Connection with YaST”. In IBM Z questa finestra di dialogo non viene visualizzata automaticamente. Può essere avviata nel passaggio Attivazione disco.

Se DHCP è stato configurato correttamente durante la configurazione dell'installazione, è possibile accedere a questa finestra di dialogo anche facendo clic su Configurazione della rete nel passaggio Registrazione di SUSE Customer Center e Impostazioni di installazione. Consente di modificare le impostazioni fornite automaticamente.

Nota
Nota: configurazione di rete con parametri di avvio

Se è stata configurata almeno un'interfaccia di rete con i parametri di avvio (vedere la Sezione 7.3.2, «configurazione dell'interfaccia di rete»), la configurazione DHCP automatica viene disabilitata e viene importata e utilizzata la configurazione dei parametri di avvio.

Suggerimento
Suggerimento: accesso ai dispositivi di memorizzazione di rete o al sistema RAID locale

Per accedere a una SAN o a un sistema RAID locale durante l'installazione, è possibile utilizzare il client da riga di comando libstorage:

  1. Premere CtrlAlt F2 per passare a una console.

  2. Eseguire extend libstoragemgmt per installare l'estensione libstoragemgmt.

  3. Ora è possibile accedere al comando lsmcli. Per ulteriori informazioni, eseguire lsmcli --help.

  4. Per tornare al programma di installazione, premere Alt F7

Sono supportati Netapp Ontap, tutti i provider SAN compatibili con SMI-S e LSI MegaRAID.

8.7 Registrazione

Per ricevere supporto tecnico e gli aggiornamenti del prodotto, è necessario registrare e attivare SUSE Linux Enterprise Server in SUSE Customer Center o su un server di registrazione locale. La registrazione del prodotto in questa fase concede inoltre l'accesso immediato al repository di aggiornamento. Ciò consente di installare il sistema con gli ultimi aggiornamenti e le patch più recenti disponibili.

Durante la registrazione, i repository e le dipendenze dei moduli e delle estensioni, che è possibile installare con il passaggio successivo, vengono caricati dal server di registrazione.

Da questa finestra di dialogo è possibile passare al modulo Impostazioni di rete di YaST facendo clic su Configurazione della rete. Per informazioni, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 19 “Basic Networking”, Section 19.4 “Configuring a Network Connection with YaST”.

Se non si è collegati o si desidera saltare la registrazione, attivare Ignora registrazione. Per ulteriori istruzioni, vedere la Sezione 8.7.3, «Installazione senza registrazione».

8.7.1 Registrazione manuale

Per eseguire la registrazione con SUSE Customer Center, immettere l'indirizzo e-mail associato al proprio account SCC e il codice di registrazione di SUSE Linux Enterprise Server..

Se nell'organizzazione è disponibile un server di registrazione locale, in alternativa è possibile effettuare qui la registrazione. Attivare Registra il sistema tramite server SMT locale e scegliere un URL dalla casella di riepilogo o specificare un indirizzo. Fare clic su Avanti per continuare.

Per effettuare la registrazione con SUSE Customer Center, immettere il codice di registrazione per SUSE Linux Enterprise Server. Se nell'organizzazione è disponibile un server di registrazione locale, in alternativa è possibile effettuare qui la registrazione. Attivare Registra il sistema tramite server RMT locale e scegliere un URL dalla casella di riepilogo o specificare un indirizzo.

Avviare il processo di registrazione facendo clic su Avanti.

Registrazione di SUSE Customer Center
Figura 8.6: registrazione di SUSE Customer Center
Suggerimento
Suggerimento: installazione delle patch di prodotto al momento dell'installazione

Una volta completata la registrazione di SUSE Linux Enterprise Server, durante l'installazione viene richiesto se si desidera installare gli aggiornamenti online più recenti. Se si seleziona , il sistema verrà installato con i pacchetti più recenti e non sarà necessario applicare gli aggiornamenti in seguito all'installazione. Si consiglia di selezionare questa opzione.

Se il sistema è stato correttamente registrato durante l'installazione, al termine dell'installazione YaST disabilita gli archivi nei supporti di installazione locali, come CD/DVD o dischi flash, per evitare problemi se l'origine di installazione non è più disponibile e assicurare il recupero degli aggiornamenti più recenti dagli archivi online.

8.7.2 Caricamento dei codici di registrazione da un dispositivo di memorizzazione USB

Per semplificare la procedura di registrazione è inoltre possibile memorizzare i codici di registrazione in un dispositivo di memorizzazione USB, come un disco flash. YaST precompila automaticamente la casella di testo corrispondente. Questo è particolarmente utile durante i test dell'installazione o se è necessario registrare numerosi sistemi o estensioni.

Creare un file di nome regcodes.txt o regcodes.xml sul disco USB. Se sono presenti entrambi, ha la precedenza il file XML.

In tale file identificare il prodotto con il nome restituito da zypper search --type product e assegnargli un codice di registrazione nel formato seguente:

Esempio 8.1: regcodes.txt
SLES    cc36aae1
SLED    309105d4

sle-we  5eedd26a
sle-live-patching 8c541494
Esempio 8.2: regcodes.xml
<?xml version="1.0"?>
<profile xmlns="http://www.suse.com/1.0/yast2ns"
 xmlns:config="http://www.suse.com/1.0/configns">
  <suse_register>
    <addons config:type="list">
      <addon>
<name>SLES</name>
<reg_code>cc36aae1</reg_code>
      </addon>
      <addon>
<name>SLED</name>
<reg_code>309105d4</reg_code>
      </addon>
      <addon>
<name>sle-we</name>
<reg_code>5eedd26a</reg_code>
      </addon>
      <addon>
<name>sle-live-patching</name>
<reg_code>8c541494</reg_code>
      </addon>
    </addons>
  </suse_register>
</profile>

Si noti che SLES e SLED non sono estensioni, ma elencandoli come componenti aggiuntivi è possibile combinare in un singolo file i codici di registrazione di molti prodotti di base. Per informazioni, vedere Book “AutoYaST Guide”, Chapter 4 “Configuration and Installation Options”, Section 4.3.1 “Extensions”.

Nota
Nota: limitazioni

Attualmente, la scansione dei dischi flash viene eseguita solo durante l'installazione o l'aggiornamento, ma non durante la registrazione di un sistema in esecuzione.

8.7.3 Installazione senza registrazione

Se non si è collegati o si desidera saltare la registrazione, attivare Ignora registrazione. Accettare l'avviso facendo clic su OK e procedere selezionando Avanti.

Importante
Importante: come ignorare la registrazione

Per recuperare gli aggiornamenti e risultare idonei per il supporto, è necessario registrare il sistema e le estensioni. È possibile ignorare la registrazione soltanto se si esegue l'installazione dall'immagine SLE-15-SP2-Full-ARCH-GM-media1.iso.

Installazione senza registrazione
Figura 8.7: Installazione senza registrazione
Nota
Nota: Registrazione di SUSE Linux Enterprise Server

Per recuperare gli aggiornamenti e risultare idonei per il supporto, è necessario registrare il sistema e le estensioni. Se non si effettua la registrazione durante l'installazione, è possibile farla successivamente dal sistema in esecuzione. A tal fine, eseguire YaST › Registrazione prodotto.

Suggerimento
Suggerimento: copia dell'immagine del supporto di installazione su un'unità flash estraibile

Utilizzare il comando seguente per copiare i contenuti dell'immagine di installazione su un'unità flash estraibile.

tux > sudo dd if=IMAGE of=FLASH_DISK bs=4M && sync

È necessario sostituire IMAGE con il percorso al file di immagine SLE-15-SP2-Online-ARCH-GM-media1.iso o SLE-15-SP2-Full-ARCH-GM-media1.iso. Occorre sostituire FLASH_DISK con il dispositivo flash. Per identificare il dispositivo, inserirlo ed eseguire:

root # grep -Ff <(hwinfo --disk --short) <(hwinfo --usb --short)
     disk:
     /dev/sdc             General USB Flash Disk

Assicurarsi che le dimensioni del dispositivo siano sufficienti per l'immagine desiderata. È possibile verificare le dimensioni del dispositivo con:

root # fdisk -l /dev/sdc | grep -e "^/dev"
     /dev/sdc1  *     2048 31490047 31488000  15G 83 Linux

In questo esempio, il dispositivo ha una capacità di 15 GB. Il comando da utilizzare per SLE-15-SP2-Full-ARCH-GM-media1.iso è:

dd if=SLE-15-SP2-Full-ARCH-GM-media1.iso of=/dev/sdc1 bs=4M && sync

Il dispositivo non deve essere montato durante l'esecuzione del comando dd. Si noti che tutti i dati nella partizione saranno cancellati.

8.8 Selezione di estensioni e moduli

In questa finestra di dialogo del programma di installazione sono elencati i moduli e le estensioni disponibili per SUSE Linux Enterprise Server. I moduli sono componenti che consentono di modellare il prodotto in base alle proprie esigenze. Sono gratuiti. Le estensioni aggiungono funzionalità al prodotto. Vengono offerte come sottoscrizioni e richiedono una chiave di registrazione soggetta a pagamento.

La disponibilità di determinati moduli o estensioni dipende dal prodotto scelto al primo passaggio dell'installazione. Per una descrizione dei moduli e i relativi cicli di vita, selezionare un modulo per visualizzarne il testo di accompagnamento. Ulteriori informazioni sono disponibili nelle Note di rilascio.

La selezione dei moduli influisce indirettamente sull'ambito dell'installazione, in quanto definisce quali origini software (archivi) sono disponibili per l'installazione e nel sistema in esecuzione.

Selezione di estensioni e moduli
Figura 8.8: Selezione di estensioni e moduli

Per SUSE Linux Enterprise Server sono disponibili i moduli e le estensioni seguenti:

Basesystem Module

Questo modulo aggiunge un sistema di base oltre al programma di installazione unificato. Viene richiesto da tutti gli altri moduli ed estensioni. L'ambito di un'installazione in cui è contenuto solo il sistema di base è paragonabile al modello di installazione sistema minimo delle versioni precedenti di SUSE Linux Enterprise Server. Questo modulo è selezionato per l'installazione per impostazione predefinita e non deve essere deselezionato.

Dipendenze: nessuna

Containers Module

Questo modulo contiene il supporto e gli strumenti per i container.

Dipendenze: Basesystem

Desktop Applications Module

Aggiunge un'interfaccia grafica utente e le applicazioni desktop essenziali al sistema.

Dipendenze: Basesystem

Development Tools Module

Contiene i compilatori (tra cui gcc) e le librerie necessari per la compilazione e il debug delle applicazioni. Sostituisce l'SDK (Software Development Kit) precedente.

Dipendenze: Basesystem, Desktop Applications

Legacy Module

Contiene i pacchetti disponibili nelle versioni precedenti di SUSE Linux Enterprise Server, ma non più in SLES 15 SP2. Questo modulo è consigliato per eseguire la migrazione da una versione precedente del prodotto.

Dipendenze: Basesystem, Server Applications

Public Cloud Module

Contiene tutti gli strumenti necessari per creare immagini per la distribuzione di SUSE Linux Enterprise Server in ambienti cloud come Amazon Web Services (AWS), Microsoft Azure, Google Compute Platform o SUSE OpenStack Cloud.

Dipendenze: Basesystem, Server Applications

Python 2 Module

SUSE Linux Enterprise 15 SP 2 utilizza Python versione 3. Questo modulo contiene il runtime e i moduli di Python 2.

Dipendenze: Basesystem

Server Applications Module

Aggiunge funzionalità server fornendo servizi di rete come il server DHCP, il server dei nomi o il server Web. Questo modulo è selezionato per l'installazione per impostazione predefinita; è sconsigliato deselezionarlo.

Dipendenze: Basesystem

SUSE Cloud Application Platform Tools Module

Aggiunge strumenti che consentono di interagire con un prodotto SUSE Cloud Application Platform.

Dipendenze: Basesystem

SUSE Enterprise Storage

Fornisce ulteriore supporto per la memorizzazione distribuita con Ceph in SUSE Linux Enterprise Server. È richiesta una chiave di licenza separata.

Dipendenze: Basesystem, Server Applications

SUSE Linux Enterprise High Availability Extension

Fornisce ulteriore supporto per la gestione in cluster di configurazioni cruciali in SUSE Linux Enterprise Server. Per questa estensione è richiesta una chiave di licenza separata.

Dipendenze: Basesystem, Server Applications

SUSE Linux Enterprise Live Patching

Fornisce ulteriore supporto per eseguire il patching critico senza dover spegnere il sistema. Per questa estensione è richiesta una chiave di licenza separata.

Dipendenze: Basesystem, Server Applications

SUSE Linux Enterprise Workstation Extension

Estende la funzionalità di SUSE Linux Enterprise Server con pacchetti provenienti da SUSE Linux Enterprise Desktop, come applicazioni desktop aggiuntive (suite Office, client e-mail, editor grafico e così via) e librerie. Consente di combinare entrambi i prodotti per creare una workstation completa di tutte le funzioni. Per questa estensione è richiesta una chiave di licenza separata.

Dipendenze: Basesystem, Desktop Applications

SUSE Package Hub

Fornisce l'accesso a pacchetti per l'aggiornamento di SUSE Linux Enterprise Server da parte della comunità openSUSE. Tali pacchetti vengono consegnati senza supporto L3 e non interferiscono con la supportabilità di SUSE Linux Enterprise Server. Per ulteriori informazioni, fare riferimento al https://packagehub.suse.com/.

Dipendenze: Basesystem

Transactional Server Module

Fornisce supporto per gli aggiornamenti transazionali. Gli aggiornamenti vengono applicati al sistema tutti insieme in un'unica transazione oppure non vengono applicati. Questo si verifica senza influenzare il sistema in esecuzione. Se un aggiornamento non riesce oppure si ritiene che sia incompatibile o errato, è possibile eliminarlo in modo da ripristinare immediatamente il sistema allo stato di funzionamento precedente.

Dipendenze: Basesystem

Web and Scripting Module

Contiene pacchetti destinati a un server Web in esecuzione.

Dipendenze: Basesystem, Server Applications

Alcuni moduli dipendono dall'installazione di altri moduli. Pertanto, quando si seleziona un modulo, è possibile che ne vengano selezionati altri automaticamente per soddisfare le dipendenze.

A seconda del prodotto, il server di registrazione può contrassegnare moduli ed estensioni consigliati. I moduli e le estensioni consigliati vengono preselezionati per la registrazione e l'installazione. Per evitare di installare tali moduli ed estensioni consigliati, deselezionarli manualmente.

Selezionare i moduli e le estensioni da installare e procedere con Avanti. Qualora si scegliessero una o più estensioni, verrà richiesto di fornire i rispettivi codici di registrazione. In base alla scelta effettuata, potrebbe anche essere necessario accettare ulteriori contratti di licenza.

8.9 Prodotto aggiuntivo

Tramite la finestra di dialogo Prodotto aggiuntivo è possibile aggiungere ulteriori origini software (denominate «archivi») in SUSE Linux Enterprise Server, che non sono fornite da SUSE Customer Center. Tali prodotti aggiuntivi potrebbero includere prodotti e driver di terze parti o software aggiuntivo per il sistema in uso.

Prodotto aggiuntivo
Figura 8.9: Prodotto aggiuntivo

Da questa finestra di dialogo è possibile passare al modulo Impostazioni di rete di YaST facendo clic su Configurazione della rete. Per informazioni, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 19 “Basic Networking”, Section 19.4 “Configuring a Network Connection with YaST”.

Suggerimento
Suggerimento: aggiunta di driver durante l'installazione

Tramite la finestra di dialogo Prodotti aggiuntivo, è inoltre possibile aggiungere archivi di aggiornamento del driver. Gli aggiornamenti dei driver per SUSE Linux Enterprise sono disponibili all'indirizzo http://drivers.suse.com/. I presenti driver sono stati creati mediante il programma SUSE SolidDriver.

Se non si desidera installare componenti aggiuntivi, procedere con Avanti. In caso contrario, attivare Desidero installare un prodotto aggiuntivo. Specificare il tipo di supporto scegliendo tra le opzioni CD, DVD, Disco rigido, Dispositivo USB di memorizzazione di massa, Directory locale o Immagine ISO locale. Se è stato configurato l'accesso di rete, è possibile scegliere tra ulteriori origini remote come HTTP, SLP, FTP e così via. In alternativa, è possibile specificare direttamente un URL. Selezionare Scarica file di descrizione del repository per effettuare ora il download dei file che descrivono l'archivio. Se l'opzione è disattivata, viene eseguito il download dopo l'avvio dell'installazione. Procedere con Avanti e inserire un CD o un DVD, se richiesto.

A seconda del contenuto del componente aggiuntivo, potrebbe essere necessario accettare ulteriori contratti di licenza.

8.10 Ruolo di sistema

SUSE Linux Enterprise Server supporta una vasta gamma di funzionalità. Per semplificare l'installazione, il programma offre casi di utilizzo predefiniti che adattano il sistema da installare allo scenario selezionato.

Ruolo di sistema
Figura 8.10: Ruolo di sistema

Scegliere il ruolo di sistema più adatto alle proprie esigenze. La disponibilità dei ruoli di sistema dipende dai moduli e dalle estensioni selezionati. La finestra di dialogo viene quindi omessa nelle seguenti condizioni:

  • Se dai moduli abilitati nessun ruolo è idoneo per il rispettivo prodotto di base. In questo caso, l'installazione procede con le impostazioni predefinite per il prodotto.

  • Se dai moduli abilitati solo un ruolo è idoneo per il rispettivo prodotto di base. In questo caso, l'installazione procede con le impostazioni del ruolo specifico.

Con la selezione predefinita, sono disponibili i seguenti ruoli di sistema:

Modalità testo

Questa opzione consente di installare uno SLES di base senza un ambiente desktop, ma con un ricco set di strumenti a riga di comando.

Dipendenze: Basesystem

Minimo

Selezionare questo ruolo se si desidera un'installazione molto piccola con i soli strumenti a riga di comando di base.

Dipendenze: nessuna

Host di virtualizzazione KVM

Selezionare questo scenario quando si esegue l'installazione in un computer utilizzato come host KVM per l'esecuzione di altre macchine virtuali. /var/lib/libvirt verrà collocato in una partizione separata e il firewall e Kdump verranno disabilitati.

Dipendenze: Basesystem, Server Applications

Host di virtualizzazione Xen

Selezionare questo scenario quando si esegue l'installazione in un computer utilizzato come host Xen per l'esecuzione di altre macchine virtuali. /var/lib/libvirt verrà collocato in una partizione separata e il firewall e Kdump verranno disabilitati.

Dipendenze: Basesystem, Server Applications

8.11 Partizionamento

8.11.1 Informazioni importanti

Avvertimento
Avvertimento: leggere questa sezione con attenzione

Leggere questa sezione con attenzione prima di continuare con la Sezione 8.11.2, «Partizionamento suggerito».

partizionamento personalizzato nei computer UEFI

Un computer UEFI richiede il montaggio di una partizione di sistema EFI in /boot/efi. È necessario formattare tale partizione mediante il file system FAT32.

Se il sistema contiene già una partizione EFI (ereditata ad esempio da un'installazione precedente di Windows), utilizzarla montandola in /boot/efi senza effettuare alcuna formattazione.

Se non è presente alcuna partizione del sistema EFI sul computer UEFI, è necessario crearla. La partizione del sistema EFI deve essere una partizione fisica o RAID 1. Altri livelli RAID, LVM e tecnologie di diverso tipo non sono supportati. La formattazione deve essere effettuata con il file system FAT32.

Partizionamento personalizzato e snapper

Se le dimensioni della partizione radice sono maggiori di 16 GB, per default in SUSE Linux Enterprise Server vengono abilitati gli snapshot del file system.

SUSE Linux Enterprise Server usa Snapper con Btrfs per questa funzione. È necessario configurare Btrfs con gli snapshot abilitati per la partizione radice.

Se le dimensioni del disco sono inferiori a 16 GB, tutte le funzioni di Snapper e gli snapshot automatici vengono disabilitati per impedire che la partizione del sistema / esaurisca lo spazio.

Per creare snapshot di sistema in grado di abilitare i rollback è necessario montare importanti directory di sistema in una singola partizione, ad esempio /usr e /var. Solo le directory escluse dagli snapshot possono risiedere in partizioni separate, ad esempio /usr/local, /var/log e /tmp.

Se sono abilitate istantanee, il programma di installazione crea automaticamente singole istantanee durante e subito dopo l'installazione.

Per informazioni, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 7 “System Recovery and Snapshot Management with Snapper”.

Importante
Importante: istantanee Btrfs e dimensioni della partizione root

Le istantanee occupano spazio nelle relative partizioni. In genere, le istantanee meno recenti o con insiemi di modifiche maggiori sono dimensioni superiori. Inoltre, lo spazio necessario su disco aumenta con il numero di istantanee salvate al suo interno.

Per impedire che la partizione root esaurisca lo spazio disponibile con i dati delle istantanee, è necessario verificarne le dimensioni. In caso di aggiornamenti frequenti o altre installazioni, considerare almeno 30 GB per la partizione root. Se si intende mantenere attivate le istantanee per un aggiornamento del sistema o una migrazione di Service Pack (per consentire il rollback), è opportuno considerare almeno 40 GB.

Volumi di dati Btrfs

In SUSE Linux Enterprise Server 15 SP2 è supportato l'uso di Btrfs per i volumi di dati. Per le applicazioni in cui è richiesto un volume di dati Btrfs, prendere in considerazione di creare un file system separato con gruppi di quote disabilitati. Questo è già il volume di dati di default per i file system non radice.

Btrfs in una partizione radice cifrata

Nella configurazione del partizionamento di default viene suggerita la partizione radice come Btrfs. Per cifrare la partizione radice, assicurarsi di utilizzare il tipo di tabella delle partizioni GPT al posto del tipo MSDOS di In caso contrario, nel boot loader GRUB2 potrebbe non essere disponibile spazio sufficiente per il loader della seconda fase.

IBM Z: utilizzo di minidischi in z/VM

Se SUSE Linux Enterprise Server è stato installato su minidischi in z/VM che risiedono sullo stesso disco fisico, il percorso di accesso ai minidischi (/dev/disk/by-id/) non è univoco perché rappresenta l'ID del disco fisico. Se sono presenti due o più minidischi sullo stesso disco fisico, hanno tutti lo stesso ID.

Per evitare problemi durante il montaggio dei minidischi, è sempre consigliabile montarli in base al percorso o in base all'UUID.

IBM Z: file system radice LVM

Se si configura il sistema con un file system radice su LVM o sulla matrice RAID del software, è necessario posizionare /boot su una partizione non LVM o non RAID separata, altrimenti sarà impossibile avviare il sistema. Le dimensioni consigliate per tale partizione sono 500 MB e il file system consigliato è Ext4.

IBM POWER: installazione su sistemi con più dischi Fibre Channel

Se sono disponibili più dischi, lo schema di partizionamento consigliato durante l'installazione inserisce le partizioni PReP e BOOT su dischi diversi. in caso di dischi Fibre Channel, il boot loader GRUB non è in grado di individuare la partizione BOOT e il sistema non può essere avviato.

Se viene richiesto di selezionare lo schema di partizionamento durante l'installazione, selezionare Configurazione guidata e verificare che solo un disco sia selezionato per l'installazione. In alternativa, eseguire il Partizionatore avanzato e configurare manualmente uno schema di partizionamento con partizioni PRep e BOOT su un singolo disco.

Volumi RAID software supportati

Sono consentiti l'installazione nei volumi RAID esistenti e l'avvio da questi dei volumi DDF (Disk Data Format) e IMSM (Intel Matrix Storage Manager). IMSM è anche noto con i nomi seguenti:

Punti di montaggio per i dispositivi FCoE e iSCSI

I dispositivi FCoE e iSCSI verranno visualizzati in modo asincrono durante il processo di avvio. Mentre initrd garantisce che tali dispositivi siano configurati correttamente per il file system radice, non vi sono le stesse garanzie per gli altri file system o punti di montaggio come /usr. Pertanto, tutti i punti di montaggio come /usr o /var non sono supportati. Per utilizzare tali dispositivi, assicurare la sincronizzazione corretta dei rispettivi servizi e dispositivi.

8.11.2 Partizionamento suggerito

Definire una configurazione delle partizioni per SUSE Linux Enterprise Server in questo passaggio.

Partizionamento suggerito
Figura 8.11: Partizionamento suggerito

A seconda del ruolo del sistema, il programma di installazione crea una proposta per uno dei dischi disponibili. Tutte le proposte contengono una partizione radice formattata con Btrfs (con snapshot abilitati) e una partizione di scambio. Il desktop GNOME e le proposte della modalità testo creano una partizione home separata nei dischi con dimensioni maggiori di 20 GB. I ruoli di sistema per gli host di virtualizzazione creano una partizione separata per /var/lib/libvirt, la directory di default dei file immagine. Se nei dischi rigidi disponibili sono state rilevate più partizioni di scambio, vengono utilizzate queste ultime anziché proporre una nuova partizione di scambio. Sono disponibili diverse opzioni per procedere:

Avanti

Per accettare la proposta senza modifiche, fare clic su Avanti per procedere con il workflow di installazione.

Configurazione guidata

Per regolare la proposta, selezionare Configurazione guidata. In primo luogo, scegliere i dischi fissi e le partizioni da utilizzare. Nella schermata Schema di partizionamento è possibile abilitare la gestione dei volumi logici (LVM) e attivare la cifratura del disco. Quindi specificare le Opzioni del file system. È possibile impostare il file system per la partizione radice e creare una partizione home e partizioni swap separate. Se si ha intenzione di usare la sospensione sul computer, creare una partizione swap separata e selezionare Ingrandisci a dimensioni RAM per la sospensione. Se il file system radice è in formato Btrfs, in questa finestra è inoltre possibile abilitare o disabilitare gli snapshot Btrfs.

Modalità di partizionamento per esperti

Per creare una configurazione delle partizioni personalizzata, fare clic su Partizionatore avanzato. Selezionare Inizia con la proposta corrente se si desidera iniziare con il layout del disco suggerito o Inizia con le partizioni esistenti per ignorare il layout suggerito e iniziare con quello esistente nel disco. È possibile aggiungere, modificare, ridimensionare o eliminare le partizioni.

Partizionatore avanzato consente inoltre di impostare i volumi logici (LVM), configurare la mappatura dei dispositivi e del RAID, cifrare le partizioni, montare le condivisioni NFS e gestire i volumi tmpfs. Per ottimizzare impostazioni come la gestione dei sottovolumi e degli snapshot per ogni partizione Btrfs, scegliere Btrfs. Per ulteriori informazioni sul partizionamento personalizzato e la configurazione di funzioni avanzate, fare riferimento alla Sezione 10.1, «Utilizzo della funzione Partizionatore avanzato».

Avvertimento
Avvertimento: unità di spazio su disco

Tenere presente che a scopi di partizionamento, lo spazio su disco viene misurato in unità binarie invece che in unità decimali. Ad esempio, se si immettono le dimensioni di 1 GB, 1 Gib o 1 G, queste indicano tutte 1 Gib (Gibibyte) invece che 1 GB (Gigabyte).

Binario

1 GiB = 1 073 741 824 byte.

Decimale

1 GB = 1 000 000 000 byte.

Differenza

1 GiB ≈ 1,07 GB.

8.12 Orologio e fuso orario

In questa finestra di dialogo, selezionare la regione e il fuso orario. Entrambi sono preselezionati secondo la lingua di installazione.

Orologio e fuso orario
Figura 8.12: Orologio e fuso orario

Per modificare i valori preselezionati, utilizzare la mappa o le caselle di riepilogo relative a Regione e Fuso orario. Quando si utilizza la mappa, puntare il cursore approssimativamente nella direzione della propria regione e fare clic per ingrandire. Ora scegliere il paese o la regione facendo clic con il pulsante sinistro del mouse. Fare clic con il pulsante destro del mouse, per ritornare alla mappa mondiale.

Per impostare l'orologio, scegliere se l'orologio del sistema sia impostato su UTC. Se si esegue un altro sistema operativo sul computer, come Microsoft Windows, è possibile che il sistema utilizzi l'ora locale. Se sul computer si esegue Linux, impostare l'orologio hardware su UTC e impostare il passaggio automatico dall'ora solare all'ora legale.

Importante
Importante: impostazione dell'orologio dell'hardware su UTC

Si può passare automaticamente dall'ora solare all'ora legale (e viceversa) solo quando l'orologio dell'hardware (orologio CMOS) è impostato su UTC. Tale regola viene applicata anche se si utilizza la sincronizzazione dell'orario automatica con NTP, poiché la sincronizzazione automatica verrà eseguita solo se la differenza oraria tra l'orologio dell'hardware e quello del sistema è inferiore a 15 minuti.

Poiché un orario errato del sistema può causare seri problemi (mancati backup, messaggi di posta non elaborati, errori di montaggio nei file system remoti e così via), si consiglia vivamente di impostare sempre l'orologio dell'hardware su UTC.

POWER, AMD/Intel Se si è già configurata una rete, sarà possibile la sincronizzazione dell'orario con un server NTP. Fare clic su Altre impostazioni per modificare le impostazioni NTP o impostare manualmente l'ora. Vedere Book “Administration Guide”, Chapter 30 “Time Synchronization with NTP” per ulteriori informazioni sulla configurazione del servizio NTP. Al termine, fare clic su Accetta per continuare l'installazione.

POWER, AMD/Intel Se NTP non è stato configurato, è possibile impostare SYSTOHC=no (variabile sysconfig) per evitare di salvare un orario non sincronizzato nell'orologio hardware.

Nota
Nota: in IBM Z non è possibile modificare l'orario

Dal momento che il sistema operativo non è autorizzato a modificare direttamente la data e l'ora, l'opzione Altre impostazioni non è disponibile in IBM Z.

8.13 Creazione di un nuovo utente

In questo passaggio si crea un utente locale.

Creazione di un nuovo utente
Figura 8.13: Creazione di un nuovo utente

Dopo aver immesso il nome e il cognome, accettare la proposta o specificare un nuovo Nome utente che verrà utilizzato per eseguire il login. Utilizzare solo lettere minuscole (a-z), cifre (0-9) e i caratteri . (punto), - (trattino) e _ (carattere di sottolineatura). I caratteri speciali, le dieresi e i caratteri accentati non sono consentiti.

Immettere infine una password per l'utente. Reimmetterla per confermare (e verificare che sia stata digitata correttamente). Per garantire sicurezza, è necessario che una password sia lunga almeno sei caratteri e contenga maiuscole e minuscole, numeri e caratteri speciali (ASCII a 7 bit). Non sono consentiti umlaut o caratteri accentati. Viene verificata la debolezza delle password immesse. Quando si immette una password facile da indovinare, ad esempio una parola del dizionario o un nome, viene visualizzato un avviso. È una buona pratica di sicurezza utilizzare password sicure.

Importante
Importante: nome utente e password

Ricordare il nome utente e la password, in quanto sono necessari ogni volta che si esegue il login al sistema.

Se si installa SUSE Linux Enterprise Server in un computer in cui sono già presenti una o più installazioni di Linux, YaST consente di importare i dati degli utenti, come i relativi nomi e password. Selezionare Importa dati utente da installazione precedente e quindi selezionare Scegli utenti.

Se non si desidera configurare utenti locali, ad esempio per l'impostazione di un client in una rete con l'autenticazione utente centralizzata, ignorare questo passaggio scegliendo Avanti e confermando l'avviso. L'autenticazione degli utenti di rete può essere configurata in seguito nel sistema installato. Per istruzioni, fare riferimento al Capitolo 22, Gestione utenti con YaST.

Sono disponibili due ulteriori opzioni:

Utilizzare questa password per l'amministratore di sistema

Se questa opzione è selezionata, per l'amministratore di sistema root verrà utilizzata la stessa password immessa per l'utente. Questa opzione è adatta per le workstation autonome o i computer di una rete domestica amministrati da un unico utente. Quando non è selezionata, nel passaggio successivo del workflow di installazione, all'utente viene richiesto di immettere una password dell'amministratore di sistema (vedere Sezione 8.14, «Autenticazione per l'amministratore di sistema «root»»).

Login automatico

Questa opzione esegue automaticamente il login dell'utente corrente nel sistema all'avvio. Ciò è soprattutto utile se il computer viene utilizzato da un unico utente. Per consentire il login automatico, l'opzione deve essere esplicitamente abilitata.

Avvertimento
Avvertimento: login automatico

Se si abilita il login automatico, all'avvio del sistema viene visualizzato direttamente il desktop senza necessità di autenticazione. Non abilitare questa opzione se anche altri hanno accesso al computer e vi sono memorizzati dati sensibili.

In un ambiente in cui gli utenti vengono gestiti centralmente (ad esempio da NIS o LDAP) è possibile ignorare la fase di creazione di utenti locali. In tal caso, selezionare Ignora creazione utente.

8.14 Autenticazione per l'amministratore di sistema «root»

Se nel passaggio precedente non si è selezionato Usa questa password per l'amministratore di sistema, verrà richiesto di immettere una password per l'amministratore di sistema root o di fornire una chiave SSH pubblica. In caso contrario, questo passaggio della configurazione viene ignorato.

Autenticazione per l'amministratore di sistema root
Figura 8.14: Autenticazione per l'amministratore di sistema root

root è il nome del superutente o dell'amministratore del sistema. Diversamente dagli utenti normali, root dispone di diritti illimitati per modificare la configurazione del sistema, installare programmi e configurare nuovi componenti hardware. Se gli utenti dimenticano le proprie parole d'ordine o riscontrano altri problemi con il sistema, root è in grado di intervenire. L'account root deve essere utilizzato esclusivamente per l'amministrazione, la manutenzione e la riparazione del sistema. Il login come utente root per il lavoro quotidiano costituisce un rischio: anche il minimo errore può determinare la perdita irreversibile di file di sistema.

Per obiettivi di verifica, la parola d'ordine di root deve essere digitata due volte. Non dimenticare la parola d'ordine di root. Dopo aver immesso la password, non è possibile recuperarla.

Suggerimento
Suggerimento: password e layout di tastiera

Si consiglia di utilizzare solo caratteri disponibili sulla tastiera inglese. Nel caso di un errore di sistema o se è necessario avviare il sistema in modalità di salvataggio, è possibile che non sia disponibile una tastiera localizzata.

La password dell'utente root può essere modificata in seguito nel sistema installato. A tale scopo, eseguire YaST e avviare Sicurezza e utenti › Gestione utente e gruppi.

Importante
Importante: utente root

L'utente root ha tutte le autorizzazioni necessarie per apportare modifiche al sistema. Per eseguire tali attività è necessaria la parola d'ordine di root. Non è possibile svolgere attività amministrative senza questa password.

In alcune situazioni è preferibile accedere al sistema da remoto, tramite SSH con l'uso di una chiave pubblica. Questa schermata consente di selezionare un chiave pubblica da un supporto.

La procedura seguente descrive come aggiungere una chiave SSH pubblica da una chiavetta USB. Può essere seguita anche utilizzando un CD/DVD-ROM o una partizione esistente. Procedere come segue:

Procedura 8.1: Aggiunta di una chiave SSH pubblica per un utente root
  1. Inserire nel computer il dispositivo di memorizzazione USB contenente la chiave SSH pubblica. L'estensione file della chiave SSH pubblica è .pub.

  2. Fare clic su Aggiorna. Il dispositivo dovrebbe essere visibile nel selettore a elenco in Importa chiave pubblica.

  3. Fare clic su Sfoglia e selezionare la chiave SSH pubblica.

  4. Fare clic su Avanti per continuare.

  5. Nel riepilogo Impostazioni dell'installazione, assicurarsi di selezionare la porta SSH in Firewall e SSH. Fare clic su Apri in modo da visualizzare La porta SSH sarà aperta.

Al termine dell'installazione, è possibile eseguire il login tramite SSH utilizzando la chiave SSH pubblica fornita.

8.15 Impostazioni di installazione

Nell'ultimo passaggio che precede l'installazione vera e propria, è possibile modificare le impostazioni di installazione consigliate dal programma. Per modificare i consigli, fare clic sulle relative intestazioni. Dopo aver apportato modifiche a una determinata impostazione, si viene sempre reindirizzati alla finestra delle impostazioni di installazione, che viene aggiornata di conseguenza.

Se si è aggiunta una chiave SSH per la directory root, come indicato nella Procedura 8.1, assicurarsi di aprire la porta SSH nelle impostazioni Firewall e servizio SSH.

Impostazioni dell'installazione
Figura 8.15: Impostazioni di installazione

8.15.1 Software

SUSE Linux Enterprise Server contiene numerosi modelli software per vari tipi di applicazioni. La disponibilità di scelta di modelli e pacchetti dipende dai moduli e dalle estensioni che vengono selezionati.

Fare clic su Software per aprire la schermata Selezione software task di sistema in cui è possibile modificare la selezione dei modelli in base alle esigenze. Selezionare un modello dall'elenco e visualizzarne la descrizione sul lato destro della finestra.

Ogni modello contiene i vari pacchetti software necessari per funzioni specifiche (ad esempio un server Web e LAMP o un server di stampa). Per una selezione più dettagliata basata sui pacchetti software da installare, selezionare Dettagli per passare al programma di gestione del software YaST.

Selezione software e compiti di sistema
Figura 8.16: Selezione software e compiti di sistema

È anche possibile installare o rimuovere successivamente pacchetti software aggiuntivi dal sistema utilizzando il programma di gestione del software YaST. Per ulteriori informazioni, fare riferimento al Capitolo 19, Installazione o rimozione del software.

Se si sceglie di installare GNOME, SUSE Linux Enterprise Server viene installato con il server X.org visualizzato. In alternativa a GNOME, è possibile installare la versione più leggera del gestore di finestre IceWM. Selezionare Dettagli nella schermata Selezione software e task di sistema e cercare icewm.

Suggerimento
Suggerimento: IBM Z: supporto per la cifratura dell'hardware

Per default, stack di cifratura dell'hardware non è installato. Per installarlo, selezionare Supporto crittografia HW System z nella schermata Selezione software e task di sistema.

Suggerimento
Suggerimento: aggiunta di lingue secondarie

La lingua selezionata con il primo passaggio dell'installazione viene utilizzata come primaria (default) per il sistema. È possibile aggiungere lingue secondarie nella finestra di dialogo Software scegliendo Dettagli › Visualizza › Lingue.

8.15.2 Avvio

Il programma di installazione propone una configurazione di avvio per il sistema. Altri sistemi operativi disponibili nel computer, ad esempio Microsoft Windows o altre installazioni Linux, verranno automaticamente rilevate e aggiunte al boot loader. SUSE Linux Enterprise Server viene invece avviato per default. Di norma, queste impostazioni possono essere lasciate invariate. Se si desidera una configurazione personalizzata, modificare la proposta in base alle esigenze. Per ulteriori informazioni, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 14 “The Boot Loader GRUB 2”, Section 14.3 “Configuring the Boot Loader with YaST”.

Importante
Importante: RAID software 1

L'avvio di una configurazione in cui /boot risiede in un dispositivo RAID software 1 è supportato ma richiede l'installazione del boot loader in MBR (Ubicazione del boot loader › Avvia da record di avvio principale). La presenza di /boot in dispositivi RAID software con un livello diverso da RAID 1 non è supportata. Vedere anche Book “Storage Administration Guide”, Chapter 8 “Configuring Software RAID for the Root Partition”.

8.15.3 Sicurezza

Le mitigazioni CPU si riferiscono ai parametri della riga di comando di avvio del kernel per le mitigazioni software che sono state distribuite per impedire attacchi CPU side-channel. Fare clic sulla voce selezionata per scegliere un'opzione diversa. Per informazioni, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 14 “The Boot Loader GRUB 2” CPU Mitigations.

Per default firewalld è abilitato su tutte le interfacce di rete configurate. Per disabilitare globalmente il firewall per questo computer, fare clic su Disabilita (non consigliato).

Nota
Nota: impostazioni firewall

Se il firewall è attivato, tutte le interfacce vengono configurate in modo che si trovino nella «zona esterna», in cui tutte le porte sono chiuse per default, in modo da garantire la massima sicurezza. L'unica porta che è possibile aprire durante l'installazione è la porta 22 (SSH), per consentire l'accesso remoto. Tutti gli altri servizi che richiedono l'accesso di rete (ad esempio FTP, Samba, il server Web e così via) funzionano solo dopo aver modificato le impostazioni del firewall. Per ulteriori informazioni consultare Book “Security and Hardening Guide”, Chapter 23 “Masquerading and Firewalls”.

Per abilitare l'accesso remoto tramite SSH (Secure Shell), verificare che il servizio SSH sia abilitato e che la porta SSH sia aperta.

Suggerimento
Suggerimento: chiavi host SSH esistenti

Se si installa SUSE Linux Enterprise Server in un computer in cui sono presenti installazioni di Linux esistenti, con la routine di installazione viene importata una chiave host SSH. Per default, viene scelta la chiave host con l'ora di accesso più recente. Vedere anche Sezione 8.15.8, «Importare configurazioni e chiavi host SSH».

Se si sta eseguendo un'amministrazione remota su VNC, è anche possibile specificare l'eventuale accessibilità del computer tramite VNC dopo l'installazione. Si noti che l'abilitazione di VNC richiede anche l'impostazione di Destinazione di default di systemd su grafica.

8.15.4 configurazione della rete

Questa categoria visualizza le impostazioni di rete correnti, configurate automaticamente dopo l'avvio nell'installazione (consultare la Sezione 8.6) o manualmente dalla finestra di dialogo Registrazione o Prodotto aggiuntivo durante i rispettivi passaggi del processo di installazione. Per verificare o regolare le impostazioni di rete in questa fase (prima di eseguire l'installazione), fare clic su Configurazione della rete. Verrà visualizzato il modulo Impostazioni di rete di YaST. Per informazioni, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 19 “Basic Networking”, Section 19.4 “Configuring a Network Connection with YaST”.

8.15.5 Kdump

È possibile utilizzare kdump per salvare un dump del kernel (in caso di crash) allo scopo di analizzare gli eventuali problemi. Utilizzare questa finestra di dialogo per abilitare e configurare kdump. Per informazioni dettagliate, vedere Book “System Analysis and Tuning Guide”, Chapter 18 “Kexec and Kdump”.

8.15.6 IBM Z: dispositivi nella black list

Al fine di risparmiare memoria, per default tutti i canali dei dispositivi attualmente non in uso vengono inseriti in una black list (ogni canale non incluso nella black list occupa circa 50 KB di memoria). Per configurare hardware aggiuntivo nel sistema installato utilizzando i canali che si trovano attualmente nella black list, eseguire il modulo YaST corrispondente per abilitare prima i canali.

Per disabilitare l'inserimento nella black list, fare clic su Disabilita.

8.15.7 Destinazione di default di systemd

SUSE Linux Enterprise Server può essere avviato in due diverse destinazioni (in precedenza note come «runlevel»). La destinazione grafica avvia un display manager, mentre la destinazione multi-utente avvia l'interfaccia della riga di comando.

La destinazione di default è grafica. Se non sono stati installati i modelli X Window System, è necessario cambiarla in multi-utente. Se il sistema deve essere accessibile tramite VNC, è necessario scegliere la destinazione grafica.

8.15.8 Importare configurazioni e chiavi host SSH

Se nel computer in uso viene rilevata un'installazione Linux esistente, per default YaST importa la più recente chiave host SSH trovata in /etc/ssh, includendo facoltativamente anche altri file presenti in tale directory. Questo consente di riutilizzare l'identità SSH dell'installazione esistente, evitando la visualizzazione dell'avviso IDENTIFICAZIONE HOST REMOTO MODIFICATA alla prima connessione. Si noti che, se YaST non rileva altre installazioni, questo elemento non viene visualizzato nel riepilogo dell'installazione. Le scelte possibili sono:

Desidero importare chiavi SSH da un'installazione precedente:

Selezionare questa opzione per importare la chiave host SSH e, facoltativamente, la configurazione di un sistema installato. L'installazione da cui eseguire l'importazione può essere selezionata dall'elenco di opzioni sottostante.

Importa configurazione SSH

Abilitare questa opzione per copiare nel sistema installato anche gli altri file disponibili in /etc/ssh, oltre alle chiavi host.

8.15.9 Sistema

Questa schermata elenca tutte le informazioni hardware che il programma di installazione può ottenere sul computer. Alla prima apertura, viene avviato il rilevamento dell'hardware. A seconda del sistema, ciò potrebbe impiegare alcuni minuti. Selezionare un elemento qualsiasi nell'elenco, quindi fare clic su Dettagli per visualizzare informazioni dettagliate sull'elemento selezionato. Utilizzare Salva su file per salvare un elenco dettagliato sul file system locale o su un disco rimovibile.

Gli utenti avanzati possono anche modificare l'Impostazione ID del PCI e le impostazioni del kernel selezionando Impostazioni del kernel. Viene visualizzata una schermata con due schede:

Impostazione ID del PCI

Ogni driver di kernel contiene un elenco degli ID di tutti i dispositivi supportati. Se un nuovo dispositivo non risulta presente in alcun database di driver, viene considerato come non supportato, anche se può essere utilizzato con un driver esistente. In questa posizione è possibile aggiungere gli ID del PCI a un driver di dispositivo. Solo gli utenti avanzati dovrebbero tentare questa operazione.

Per aggiungere un ID, fare clic su Aggiungi e scegliere se immettere manualmente i dati o utilizzare un elenco per la selezione. Immettere i dati richiesti. SysFS Dir è il nome della directory di /sys/bus/pci/drivers: se è vuoto, come nome di directory viene usato il nome del driver. Le voci esistenti possono essere gestite con Modifica ed Elimina.

Impostazioni del kernel

In questa posizione è possibile modificare il Pianificatore I/O globale. Se si sceglie Non configurato, viene utilizzata l'impostazione di default della rispettiva architettura. Questa impostazione può anche essere modificata in seguito dal sistema installato. Per informazioni dettagliate sulla sintonizzazione di I/O, fare riferimento al Book “System Analysis and Tuning Guide”, Chapter 13 “Tuning I/O Performance”.

In questa posizione è anche possibile attivare Abilita tasti SysRq. Questi tasti consentono di eseguire comandi di base, come il riavvio del sistema o la scrittura dei dump del kernel in caso di crash del sistema. L'abilitazione di questi tasti è consigliata quando si esegue lo sviluppo del kernel. Per ulteriori dettagli, vedere https://www.kernel.org/doc/html/latest/admin-guide/sysrq.html.

8.16 Esecuzione dell'installazione

Dopo aver configurato tutte le impostazioni dell'installazione, fare clic su Installa nella finestra Impostazioni dell'installazione per avviare l'installazione. Alcuni software potrebbero richiedere una conferma della licenza. Se la selezione include software di questo tipo, vengono visualizzate le finestre di dialogo di conferma della licenza. Fare clic su Accetta per installare il pacchetto software. Se non si accetta la licenza fare clic su Non accetto e il pacchetto software non sarà installato. Nella finestra di dialogo che segue, confermare nuovamente con Installa.

Il tempo necessario per il completamento dell'installazione è di circa 15-30 minuti e dipende dalle prestazioni del sistema e dall'ambito del software selezionato. Dopo aver preparato il disco rigido e aver salvato e ripristinato le impostazioni utente, l'installazione del software inizia. Scegliere Dettagli per passare al log di installazione o Note di rilascio per leggere importanti informazioni aggiornate non disponibili nei manuali stampati.

Al termine dell'installazione del software, il sistema viene riavviato nella nuova installazione in cui è possibile eseguire il login. Per personalizzare la configurazione del sistema o installare pacchetti software aggiuntivi, avviare YaST.

8.16.1 IBM Z: esecuzione di IPL per il sistema installato

Sulla piattaforma IBM Z, in genere YaST viene riavviato nel sistema installato. Eccezioni sono le installazioni in cui il boot loader risiede su un dispositivo FCP in ambienti con LPAR installati su computer antecedenti a z196 o con z/VM antecedenti alla versione 5.4. Il boot loader viene scritto su una partizione separata montata come /boot/zipl/.

Nei casi in cui il riavvio automatico non è possibile, YaST visualizza una finestra di dialogo che contiene informazioni sul dispositivo da utilizzare per eseguire IPL. Accettare l'opzione di spegnimento ed eseguire un IPL dopo di esso. La procedura varia a seconda del tipo di installazione:

Installazione LPAR

Nella HMC di IBM Z selezionare Carica, quindi Svuota e immettere l'indirizzo di caricamento (l'indirizzo del dispositivo che contiene la directory /boot/zipl con il boot loader). Se il dispositivo di avvio è costituito da un disco zFCP, scegliere Carica da SCSI e specificare l'indirizzo di caricamento dell'adattatore FCP in uso, oltre al WWPN e al LUN del dispositivo di avvio. Avviare il processo di caricamento.

Installazione z/VM

Eseguire il login al guest VM (vedere Esempio 5.1, «Configurazione di una directory z/VM» per la configurazione) come LINUX1 e procedere all'esecuzione di IPL per il sistema installato:

IPL 151 CLEAR

151 è un indirizzo di esempio del dispositivo di boot DASD; sostituire questo valore con l'indirizzo corretto.

Se si utilizza un disco zFCP come dispositivo di avvio, specificare i valori WWPN e LUN del dispositivo di avvio prima di avviare IPL. La lunghezza del parametro è limitata a 8 caratteri. Valori maggiori devono essere separati da spazi:

SET LOADDEV PORT 50050763 00C590A9 LUN 50010000 00000000

Infine, avviare IPL:

IPL FC00

FC00 è un indirizzo di esempio dell'adattatore zFCP; sostituire questo valore con l'indirizzo corretto.

Installazione guest KVM

Al termine dell'installazione, la macchina virtuale si arresta. A questo punto, eseguire il login all'host KVM, modificare il file di descrizione della macchina virtuale e riavviarla per eseguire l'IPL nel sistema installato:

  1. Eseguire il login all'host KVM.

  2. Modificare il file XML di dominio eseguendo

    tux > sudo virsh edit s12-1

    e rimuovere le righe seguenti:

      <!-- Boot kernel - remove 3 lines after successfull installation -->
      <kernel>/var/lib/libvirt/images/s12-kernel.boot</kernel>
      <initrd>/var/lib/libvirt/images/s12-initrd.boot</initrd>
      <cmdline>linuxrcstderr=/dev/console</cmdline>
  3. Riavviare il guest VM per eseguire l'IPL nel sistema installato:

    tux > sudo virsh start s12-1 --console
Nota
Nota: per le installazioni KVM, il parametro cio_ignore è disabilitato

Il parametro del kernel cio_ignore impedisce al kernel di esaminare tutti i dispositivi hardware disponibili. Poiché, tuttavia, per i guest KVM l'hypervisor limita già l'accesso ai soli dispositivi appropriati, il parametro cio_ignore viene disabilitato per default quando si installa un guest KVM (per le installazioni z/VM e LPAR tale parametro è attivo per default).

8.16.2 IBM Z: connessione al sistema installato

Dopo aver eseguito IPL per il sistema, stabilire una connessione tramite VNC, SSH o X per eseguire il login al sistema installato. Si consiglia di utilizzare VNC o SSH. Per personalizzare la configurazione del sistema o installare pacchetti software aggiuntivi, avviare YaST.

8.16.2.1 Utilizzo di una connessione VNC

Un messaggio nel terminale 3270 chiede di connettere al sistema Linux tramite un client VNC. Tuttavia, spesso tale messaggio sfugge all'utente perché viene proposto con i messaggi del kernel e perché il processo del terminale potrebbe giungere a termine prima che l'utente legga il messaggio. Se non si verificano eventi per cinque minuti, tentare di avviare una connessione al sistema Linux tramite un visualizzatore VNC.

Se per la connessione si utilizza un browser abilitato per JavaScript, immettere l'URL completo (indirizzo IP del sistema installato e numero di porta) rispettando la sintassi seguente:

http://IP_OF_INSTALLED_SYSTEM:5801/

8.16.2.2 Utilizzo di una connessione SSH

Un messaggio nel terminale 3270 chiede di connettere al sistema Linux tramite un client SSH. Tuttavia, spesso tale messaggio sfugge all'utente perché viene proposto con i messaggi del kernel e perché il processo del terminale giunge a termine prima che l'utente se ne renda conto.

Quando viene visualizzato il messaggio, utilizzare SSH per eseguire il login come root nel sistema Linux. Se la connessione viene respinta o va in timeout, attendere che il timeout di login scada, quindi riprovare (il tempo di attesa dipende dalle impostazioni del server).

8.16.2.3 Utilizzo di una connessione X

Quando si effettua l'installazione di IPL sul sistema installato, verificare che il server X utilizzato per la prima fase dell'installazione sia funzionante e ancora disponibile prima di effettuare l'avvio da DASD. YaST tenta la connessione a questo server X per completare la connessione. Si potrebbero verificare problemi nel caso il sistema venga avviato, ma non sia in grado di connettersi tempestivamente al server X.

9 Registrazione di SUSE Linux Enterprise e gestione di moduli/estensioni

Per ottenere supporto tecnico e aggiornamenti del prodotto, è necessario registrare e attivare SUSE Linux Enterprise Server con SUSE Customer Center. Si consiglia di effettuare la registrazione durante l'installazione, poiché in tal modo sarà possibile installare il sistema con gli ultimi aggiornamenti e patch disponibili. Se tuttavia si sta operando offline o si desidera ignorare il passaggio della registrazione, è possibile effettuare quest'ultima in un qualsiasi momento successivo dal sistema installato.

Moduli ed estensioni consentono di aggiungere funzioni al sistema e personalizzarlo in base alle proprie necessità. È inoltre necessario registrare questi componenti ed è possibile gestirli con YaST o gli strumenti a riga di comando. Per ulteriori informazioni fare riferimento anche all'Article “Modules and Extensions Quick Start”.

Nota
Nota: account SUSE

Per effettuare la registrazione con SUSE Customer Center è necessario un account SUSE. Se non si dispone ancora di un account SUSE, andare alla home page del SUSE Customer Center (https://scc.suse.com/) per crearne uno.

Suggerimento
Suggerimento: annullamento della registrazione di un sistema

Per annullare completamente la registrazione di un sistema, inclusi tutti i moduli e le estensioni, utilizzare lo strumento a riga di comando SUSEConnect. Se si annulla la registrazione di un sistema vengono rimossi la rispettiva voce sul server di registrazione e tutti i repository relativi a moduli, estensioni e al prodotto stesso.

tux > sudo SUSEConnect -d

9.1 Registrazione durante l'installazione

Il modo più facile e consigliato per effettuare la registrazione consiste nel farlo durante l'installazione. Così facendo, non solo sarà possibile installare il livello di patch più recente di SUSE Linux Enterprise Server, ma si otterrà anche l'accesso a tutti i moduli ed estensioni senza dover fornire ulteriori supporti di installazione. Questo riguarda tutti i moduli e le estensioni che vengono installati. Per informazioni dettagliate sul processo di registrazione, fare riferimento a Sezione 8.7, «Registrazione».

Se il sistema è stato registrato correttamente durante l'installazione, YaST aggiungerà i repository online forniti da SUSE Customer Center. In tal modo si evitano problemi se le origini di installazione locali non sono più disponibili e si ricevono sempre gli aggiornamenti più recenti dai repository online.

9.2 Registrazione durante la distribuzione automatica

Se si distribuiscono istanze automaticamente utilizzando AutoYaST, è possibile registrare il sistema durante l'installazione fornendo le rispettive informazioni nel file di controllo di AutoYaST. Per ulteriori dettagli, vedere Book “AutoYaST Guide”, Chapter 4 “Configuration and Installation Options”, Section 4.3 “System Registration and Extension Selection”.

9.3 Registrazione dal sistema installato

Se durante l'installazione si è ignorata la registrazione o si desidera registrare di nuovo il sistema, è possibile farlo in qualsiasi momento tramite la funzione Registrazione del prodotto del modulo YAST o lo strumento a riga di comando SUSEConnect.

9.3.1 Registrazione con YaST

Per registrare il sistema avviare YaST › Programmi › Registrazione del prodotto. In primo luogo, registrare SUSE Linux Enterprise Server, quindi scegliere i moduli e le estensioni che si desidera rendere disponibili.

Importante
Importante: moduli ed estensioni

Se si è installato il sistema ignorando la registrazione ed eseguendo l'installazione dai supporti SLE-15-SP2-Full-ARCH-GM-media1.iso, accertarsi di registrare tutti i moduli e le estensioni scelti durante l'installazione. Si riceveranno solo aggiornamenti e patch di sicurezza per i moduli e le estensioni registrati.

Procedura 9.1: Registrazione del prodotto con YaST
  1. Avviare YaST › Programmi › Registrazione del prodotto.

    Image
  2. Specificare l'indirizzo e-mail associato all'account SUSE in uso o utilizzato dalla propria organizzazione per gestire le sottoscrizioni. Immettere anche il codice di registrazione ricevuto con la copia di SUSE Linux Enterprise Server.

  3. Per default il sistema viene registrato con SUSE Customer Center. Proseguire al passaggio successivo per effettuare l'operazione.

    Se l'organizzazione dispone di server di registrazione locali, è possibile sceglierne uno dall'elenco dei server rilevati automaticamente o specificare l'URL in Registra il sistema tramite server SMT locale.

  4. Scegliere Avanti per avviare il processo di registrazione. SUSE Linux Enterprise Server viene registrato con il server scelto e i repository associati vengono aggiunti al sistema. Viene visualizzata la finestra di dialogo Selezione di estensioni e moduli.

    Image
  5. Selezionare tutti i moduli e le estensioni che si desidera rendere disponibili nel sistema. Scegliere almeno i moduli preselezionati (Basesystem Module e Server Applications Module). Assicurarsi inoltre di scegliere tutti i moduli o le estensioni aggiunti durante l'installazione. Per tutte le estensioni sono richiesti codici di registrazione aggiuntivi soggetti a pagamento. Fare clic su Avanti per continuare.

  6. A seconda della selezione effettuata, potrebbe ora essere necessario accettare uno o più contratti di licenza. Tutti i componenti vengono registrati con il server scelto e i repository associati vengono aggiunti al sistema.

  7. Viene visualizzato il programma di installazione del pacchetto YaST per installare i pacchetti della release di ciascun modulo e pacchetti aggiuntivi (a seconda del modulo e dell'estensione scelta). Si consiglia vivamente di non deselezionare i pacchetti preselezionati; si può, tuttavia, aggiungere ulteriori pacchetti.

    Image

    Scegliere Accetto e Fine per concludere il processo di registrazione.

9.3.2 Registrazione con SUSEConnect

È possibile registrare il sistema, moduli ed estensioni anche dalla riga di comando utilizzando SUSEConnect. Per ulteriori informazioni non inerenti a questa sezione, fare riferimento alla documentazione online con man 8 SUSEConnect

Procedura 9.2: Registrazione del prodotto con SUSEConnect
  1. Per registrare SUSE Linux Enterprise Server con SUSE Customer Center eseguire SUSEConnect come indicato di seguito:

    tux > sudo SUSEConnect -r REGISTRATION_CODE -e EMAIL_ADDRESS

    Per eseguire la registrazione con un server di registrazione locale, specificare anche l'URL del server:

    tux > sudo SUSEConnect -r REGISTRATION_CODE -e EMAIL_ADDRESS \
    --url "https://suse_register.example.com/"

    Sostituire REGISTRATION_CODE con il codice di registrazione ricevuto con la copia di SUSE Linux Enterprise Server. Sostituire EMAIL_ADDRESS con l'indirizzo di e-mail associato all'account SUSE in uso o utilizzato dall'organizzazione per gestire le sottoscrizioni.

    Mediante questo processo si effettua la registrazione di Basesystem Module e Server Applications Module e si aggiungono al sistema i repository associati.

  2. SUSE Linux Enterprise Server è registrato con i repository predefiniti inclusi. Qualora si desiderasse registrare ulteriori moduli o estensioni, procedere come indicato in Sezione 9.4, «Gestione di moduli ed estensioni in un sistema in esecuzione».

9.4 Gestione di moduli ed estensioni in un sistema in esecuzione

È comunque possibile aggiungere e rimuovere moduli ed estensioni anche dopo aver effettuato l'installazione e la registrazione di un sistema. Per questa attività è possibile utilizzare YaST o SUSEConnect. Per ulteriori informazioni fare riferimento anche all'Article “Modules and Extensions Quick Start”.

9.4.1 Aggiunta di moduli ed estensioni con YaST

  1. Avviare YaST › Programmi › Aggiungi moduli o estensioni del sistema.

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  2. Per aggiungere moduli o estensioni, selezionare tutti i componenti che si desidera installare. Per tutte le estensioni sono richiesti codici di registrazione aggiuntivi soggetti a pagamento.

  3. Tutti i componenti aggiuntivi vengono registrati con il server di registrazione e i repository associati vengono aggiunti al sistema.

  4. Viene visualizzato il programma di installazione del pacchetto YaST per installare i pacchetti della release di ciascun modulo e pacchetti aggiuntivi (a seconda del modulo e dell'estensione scelta). Si consiglia vivamente di non deselezionare i pacchetti preselezionati; si può, tuttavia, aggiungere ulteriori pacchetti.

    Scegliere Accetto e Fine per concludere il processo.

Suggerimento
Suggerimento: dipendenze del modulo

Analogamente ai pacchetti dei programmi, il cui funzionamento può dipendere da altri pacchetti, anche un modulo può dipendere da altri moduli. In questo caso, i moduli da cui dipende vengono automaticamente selezionati per l'installazione.

9.4.2 Eliminazione di moduli ed estensioni con YaST

  1. Avviare YaST › Programmi › Prodotti aggiuntivi.

    Image
  2. Scegliere il modulo o l'estensione da rimuovere e fare clic su Elimina. Confermare l'avviso in cui viene comunicato che tutti i pacchetti del componente selezionato verranno rimossi.

  3. Viene aperto il gestore dei programmi YaST in cui sono elencati tutti i pacchetti installati dal modulo o dall'estensione eliminata. Fare clic su Accetto per rimuoverli tutti. Si consiglia vivamente di effettuare questa operazione, in quanto non si otterranno più aggiornamenti per i pacchetti dei moduli o delle estensioni eliminati. Qualora si mantenessero i pacchetti, assicurarsi di rimuovere almeno il pacchetto *-release per ciascun modulo o estensione eliminata.

    Continuare selezionando Accetto, quindi OK.

Avvertimento
Avvertimento: eliminazione di moduli

Non si deve eliminare mai Basesystem Module. Si sconsiglia inoltre di eliminare Server Applications Module.

Avvertimento
Avvertimento: nessun aggiornamento per i pacchetti dei moduli e delle estensioni eliminati

Se si sceglie di mantenere i pacchetti dei moduli o delle estensioni eliminati, non si riceveranno più aggiornamenti per tali pacchetti. Poiché sono incluse correzioni di sicurezza, la conservazione di tali pacchetti può mettere a rischio il sistema.

9.4.3 Aggiunta/Eliminazione di moduli ed estensioni con SUSEConnect

  1. Eseguire SUSEConnect -list-extensions per ottenere una panoramica delle estensioni disponibili:

    tux > sudo SUSEConnect -list-extensions
    AVAILABLE EXTENSIONS AND MODULES
    
      Basesystem Module 15 SP2 x86_64 (Installed)
      Deactivate with: SUSEConnect -d -p sle-module-basesystem/15.2/x86_64
    
        Containers Module 15 SP2 x86_64
        Activate with: SUSEConnect -p sle-module-containers/15.2/x86_64
    
        Desktop Applications Module 15 SP2 x86_64
        Activate with: SUSEConnect -p sle-module-desktop-applications/15.2/x86_64
    
          Development Tools Module 15 SP2 x86_64
          Activate with: SUSEConnect -p sle-module-development-tools/15.2/x86_64
    
          SUSE Linux Enterprise Workstation Extension 15 SP2 x86_64
          Activate with: SUSEConnect -p sle-we/15.2/x86_64 -r ADDITIONAL REGCODE
    
        SUSE Cloud Application Platform Tools Module 15 SP2 x86_64
        Activate with: SUSEConnect -p sle-module-cap-tools/15.2/x86_64
    
        SUSE Linux Enterprise Live Patching 15 SP2 x86_64
        Activate with:
          SUSEConnect -p sle-module-live-patching/15.2/x86_64 -r ADDITIONAL REGCODE
    
        SUSE Package Hub 15 SP2 x86_64
        Activate with: SUSEConnect -p PackageHub/15.2/x86_64
    
        Server Applications Module 15 SP2 x86_64 (Installed)
        Deactivate with: SUSEConnect -d -p sle-module-server-applications/15.2/x86_64
    
          Legacy Module 15 SP2 x86_64
          Activate with: SUSEConnect -p sle-module-legacy/15.2/x86_64
    
          Public Cloud Module 15 SP2 x86_64
          Activate with: SUSEConnect -p sle-module-public-cloud/15.2/x86_64
    
          SUSE Enterprise Storage 6 x86_64
          Activate with: SUSEConnect -p ses/6/x86_64 -r ADDITIONAL REGCODE
    
          SUSE Linux Enterprise High Availability Extension 15 SP2 x86_64
          Activate with: SUSEConnect -p sle-ha/15.2/x86_64 -r ADDITIONAL REGCODE
    
          Web and Scripting Module 15 SP2 x86_64
          Activate with: SUSEConnect -p sle-module-web-scripting/15.2/x86_64
    
    MORE INFORMATION
    
    You can find more information about available modules here:
    https://www.suse.com/products/server/features/modules.html
  2. Eseguire i comandi nell'elenco per attivare/disattivare un modulo o un'estensione per aggiungere o eliminare un componente. Per aggiungere un'estensione sono richiesti codici di registrazione aggiuntivi soggetti a pagamento.

Avvertimento
Avvertimento: eliminazione di moduli

Non si deve eliminare mai Basesystem Module. Si sconsiglia inoltre di eliminare Server Applications Module.

Importante
Importante: nessuna installazione/rimozione automatica dei pacchetti

Quando si utilizza SUSEConnect per aggiungere o eliminare moduli ed estensioni, la registrazione dei componenti viene annullata e i rispettivi repository o servizi vengono rimossi dal sistema. Non verrà eseguita alcuna installazione o rimozione dei pacchetti. Se si desidera che l'operazione venga eseguita automaticamente, utilizzare YaST per aggiungere o eliminare moduli ed estensioni.

Se si aggiunge un modulo o un'estensione, non viene eseguita alcuna installazione automatica dei pacchetti o dei modelli predefiniti. È necessario completarla manualmente tramite Zypper sulla riga di comando o eseguendo YaST › Gestione pacchetti.

Se si elimina un modulo o un'estensione, non viene eseguita alcuna pulizia automatica. Tutti i pacchetti appartenenti al modulo o all'estensione rimarranno installati nel sistema, ma non essendo più associati a un repository non riceveranno più aggiornamenti. Per rimuovere questi cosiddetti pacchetti «orfani», utilizzare Zypper sulla riga di comando. Con zypper packages --orphaned questi pacchetti vengono elencati e con zypper remove si eliminano uno o più pacchetti. In alternativa utilizzare YaST › Gestione pacchetti per elencare ed eliminare i pacchetti orfani.

Avvertimento
Avvertimento: nessun aggiornamento per i pacchetti dei moduli e delle estensioni eliminati

Se si sceglie di mantenere i pacchetti dei moduli o delle estensioni eliminati, non si riceveranno più aggiornamenti per tali pacchetti. Poiché sono incluse correzioni di sicurezza, la conservazione di tali pacchetti può mettere a rischio il sistema.

10 Modalità di partizionamento per esperti

Configurazioni di sistema sofisticate richiedono configurazioni disco specifiche. Durante l'installazione è possibile effettuare tutti i task di partizionamento comuni. Per ottenere una denominazione persistente del dispositivo, utilizzare i dispositivi di blocco /dev/disk/by-id o /dev/disk/by-uuid seguenti. LVM (Logical Volume Management) è uno schema di partizionamento dei dischi progettato per garantire una flessibilità decisamente maggiore rispetto al partizionamento fisico utilizzato nelle configurazioni standard. La funzionalità istantanea consente la semplice creazione di backup di dati. RAID (Redundant Array of Independent Disks) garantisce maggiori livelli di integrità dei dati, prestazioni e tolleranza agli errori. SUSE Linux Enterprise Server supporta inoltre la funzionalità Multipath I/O (vedere Book “Storage Administration Guide”, Chapter 18 “Managing Multipath I/O for Devices” per i dettagli), nonché l'utilizzo del protocollo iSCSI come disco di rete (ulteriori informazioni su iSCSI sono disponibili in Book “Storage Administration Guide”, Chapter 15 “Mass Storage over IP Networks: iSCSI”).

Avvertimento
Avvertimento: unità di spazio su disco

Tenere presente che a scopi di partizionamento, lo spazio su disco viene misurato in unità binarie invece che in unità decimali. Ad esempio, se si immettono le dimensioni di 1 GB, 1 Gib o 1 G, queste indicano tutte 1 Gib (Gibibyte) invece che 1 GB (Gigabyte).

Binario

1 GiB = 1 073 741 824 byte.

Decimale

1 GB = 1 000 000 000 byte.

Differenza

1 GiB ≈ 1,07 GB.

10.1 Utilizzo della funzione Partizionatore avanzato

La funzione Partizionatore avanzato, illustrata nella Figura 10.1, «YaST Partitioner», consente di modificare manualmente il partizionamento di uno o più dischi rigidi. È possibile aggiungere, eliminare, ridimensionare e modificare le partizioni, nonché accedere al RAID software e alla configurazione LVM.

Avvertimento
Avvertimento: creazione di nuove partizioni su un sistema in esecuzione

Benché sia possibile creare nuove partizioni sul sistema mentre è in esecuzione, il rischio di commettere un errore tale da provocare la perdita dei dati è molto alto. Pertanto, è opportuno evitare di creare nuove partizioni sul sistema installato ed eseguire sempre un backup completo dei dati prima di effettuare questa operazione.

YaST Partitioner
Figura 10.1: YaST Partitioner
Suggerimento
Suggerimento: IBM Z: nomi dei dispositivi

IBM Z riconosce solo i dischi rigidi DASD e SCSI. I dischi rigidi IDE non sono supportati. Per questo motivo tali dispositivi appaiono nella tabella delle partizioni come dasda o sda per il primo dispositivo riconosciuto.

Tutte le partizioni esistenti o suggerite di tutti i dischi rigidi connessi sono visualizzate nell'elenco Spazio disponibile della finestra di dialogo Partizionatore avanzato di YaST. I dischi rigidi completi vengono elencati come dispositivi senza numero; ad esempio /dev/sda (o /dev/dasda). Le partizioni vengono elencate come parte di questi dispositivi; ad esempio /dev/sda1 (o /dev/dasda1, rispettivamente). Vengono visualizzati anche le dimensioni, lo stato della cifratura, il file system e il punto di montaggio dei dischi rigidi e delle loro partizioni. Il punto di montaggio descrive il punto in cui viene visualizzata la partizione nella struttura ad albero del file system Linux.

A sinistra nella Vista sistema sono disponibili numerose viste funzionali. È possibile utilizzare tali viste per raccogliere informazioni sulle configurazioni di memorizzazione esistenti o configurare funzioni (come RAID, Gestione volume, File cifrati) e visualizzare i file system con funzioni aggiuntive, ad esempio Btrfs, NFS o TMPFS.

Se durante l'installazione si seleziona la finestra di dialogo per esperti, verrà anche indicato e selezionato automaticamente lo spazio libero sul disco rigido. Per fornire più spazio su disco a SUSE Linux Enterprise Server, liberare lo spazio necessario dal basso verso l'alto nell'elenco delle partizioni.

10.1.1 Tabella delle partizioni

SUSE Linux Enterprise Server consente di utilizzare e creare tabelle delle partizioni diverse. In alcuni casi la tabella delle partizioni è denominata etichetta disco. La tabella delle partizioni è importante per il processo di avvio del computer. Per avviare il computer da una partizione in una tabella delle partizioni appena creata, assicurarsi che il formato della tabella sia supportato dal firmware.

Per modificare la tabella delle partizioni, fare clic sul nome del disco pertinente in Vista sistema e scegliere Esperto ›  Crea nuova tabella delle partizioni.

10.1.1.1 Master Boot Record

MBR (Master Boot Record) è la tabella delle partizioni legacy utilizzata nei PC IBM. Talvolta è denominata anche tabella delle partizioni MS-DOS. MBR supporta solo quattro partizioni primarie. Se nel disco è già presente un MBR, SUSE Linux Enterprise Server consente di creare al suo interno partizioni aggiuntive che è possibile utilizzare come destinazione di installazione.

Il limite di quattro partizioni può essere superato mediante la creazione di una partizione estesa. La partizione estesa è di per sé una partizione primaria e può contenere altre partizioni logiche.

Di norma il firmware UEFI supporta l'avvio da MBR nella modalità legacy.

10.1.1.2 Tabella delle partizioni GPT

I computer UEFI utilizzano per default una tabella delle partizioni GUID (GPT). In mancanza di altre tabelle delle partizioni, SUSE Linux Enterprise Server crea una GPT su un disco.

Il firmware BIOS precedente non supporta l'avvio da partizioni GPT.

È necessaria una tabella delle partizioni GPT per utilizzare una delle seguenti funzioni:

  • Più di quattro partizioni primarie

  • Avvio sicuro UEFI

  • Usa dischi più grandi di 2 TB

Nota
Nota: Partizioni create con Parted 3.1 o versioni precedenti etichettate male

Le partizioni GPT create con Parted 3.1 o versioni precedenti utilizzavano il tipo di partizione Microsoft Basic Data al posto della più recente GPT GUID specifica per Linux. Nelle versioni più recenti di Parted tali partizioni vengono contrassegnate con il flag msftdata fuorviante. Ciò comporterà anche l'etichettatura delle partizioni da parte di vari strumenti del disco come Partizione dati Windows o simile.

Per rimuovere il flag, eseguire:

root # parted DEVICE set PARTITION_NUMBER msftdata off

10.1.1.3 Tabella delle partizioni su IBM Z

Nelle piattaforme IBM Z, SUSE Linux Enterprise Server supporta dischi rigidi SCSI e dispositivi di memorizzazione ad accesso diretto (DASD). Mentre i dischi SCSI possono essere partizionati come descritto sopra, i dischi DASD possono avere un massimo di 3 partizioni nelle relative tabelle delle partizioni.

10.1.2 Partizioni

YaST Partitioner è in grado di creare e formattare partizioni con diversi file system. Il file system di default utilizzato da SUSE Linux Enterprise Server è Btrfs. Per informazioni, vedere Sezione 10.1.2.2, «Partizionamento Btrfs».

Sono disponibili altri file system comunemente utilizzati: Ext2, Ext3, Ext4, FAT, XFS, Swap e UDF.

10.1.2.1 Creazione di una partizione

Per creare una partizione, selezionare Dischi rigidi, quindi scegliere un disco rigido con spazio libero. Le effettive modifiche possono essere effettuate tramite la scheda Partizioni:

  1. Fare clic su Aggiungi per creare una nuova partizione. Quando si utilizza MBR, specificare se si desidera creare una partizione primaria o estesa. Nella partizione estesa, è possibile creare diverse partizioni logiche. Per informazioni dettagliate, vedere Sezione 10.1.1, «Tabella delle partizioni».

  2. Specificare la dimensione della nuova partizione. È possibile scegliere di occupare tutto lo spazio libero non partizionato oppure specificare una dimensione personalizzata.

  3. Selezionare il file system da utilizzare e un punto di montaggio. YaST suggerisce un punto di montaggio per ogni partizione creata. Per utilizzare un metodo di montaggio diverso, come il montaggio per etichetta, selezionare Opzioni Fstab.

  4. Specificare le ulteriori opzioni per il file system, se il programma di installazione lo richiede. Questa operazione è necessaria, ad esempio, se si ha l'esigenza di usare nomi di dispositivi permanenti. Per dettagli sulle opzioni disponibili, vedere Sezione 10.1.3, «Modifica di una partizione».

  5. Fare clic su Fine per applicare la configurazione del partizionamento e uscire dal modulo.

    Se la partizione è stata creata durante l'installazione, viene nuovamente visualizzata la schermata panoramica di installazione.

10.1.2.2 Partizionamento Btrfs

Il file system di default per la partizione radice è Btrfs. Per ulteriori dettagli, consultare Book “Administration Guide”, Chapter 7 “System Recovery and Snapshot Management with Snapper” e Book “Storage Administration Guide”, Chapter 1 “Overview of File Systems in Linux”. Il file system radice è il sottovolume di default e non è elencato tra i volumi creati. In quanto sottovolume Btrfs di default, è possibile montarlo come file system normale.

Importante
Importante: Btrfs in una partizione radice cifrata

La configurazione di partizionamento di default suggerisce la partizione radice come Btrfs con /boot come directory. Per cifrare la partizione radice, assicurarsi di utilizzare il tipo di tabella delle partizioni GPT al posto del tipo MSDOS di default. In caso contrario, nel boot loader GRUB2 potrebbe non essere disponibile spazio sufficiente per il loader della seconda fase.

È possibile creare snapshot dei sottovolumi Btrfs, sia manualmente che automaticamente, in base agli eventi di sistema. Ad esempio, quando si apportano modifiche al file system, zypper richiama il comando snapper per creare snapshot prima e dopo la modifica. Questo metodo è utile se non si è soddisfatti con la modifica effettuata da zypper e si desidera ripristinare lo stato precedente. Poiché il comando snapper richiamato da zypper crea per default snapshot del file system root, ha senso escludere directory specifiche dagli snapshot. Per questo motivo YaST suggerisce la creazione dei seguenti sottovolumi separati:

/boot/grub2/i386-pc, /boot/grub2/x86_64-efi, /boot/grub2/powerpc-ieee1275, /boot/grub2/s390x-emu

Il rollback della configurazione del boot loader non è supportato. Le directory elencate sopra sono specifiche dell'architettura. Le prime due directory sono disponibili nei computer AMD64/Intel 64, le ultime due sono disponibili rispettivamente nei computer IBM POWER e IBM Z.

/home

Se la directory /home non risiede in una partizione separata, viene esclusa per evitare una perdita di dati durante i rollback.

/opt

I prodotti di terze parti vengono in genere installati in /opt. Questa directory viene esclusa per evitare la disinstallazione di tali applicazioni durante i rollback.

/srv

Contiene dati per i server Web e FTP. Questa directory viene esclusa per evitare una perdita di dati durante i rollback.

/tmp

Tutte le directory contenenti file temporanei e cache vengono escluse dalle istantanee.

/usr/local

Tale directory viene utilizzata durante l'installazione manuale del software. Viene esclusa per evitare la rimozione di tali installazioni durante i rollback.

/var

Questa directory contiene molti file variabili, inclusi registri, cache temporanee, prodotti di terze parti in /var/opt, ed è il percorso predefinito per le immagini di macchine virtuali e i database. Pertanto questo sottovolume viene creato per escludere tutti questi dati variabili dalle istantanee e la funzionalità Copy-On-Write è disabilitata.

Suggerimento
Suggerimento: dimensioni della partizione Btrfs

Poiché per gli snapshot salvati è richiesto più spazio su disco, si consiglia di riservare spazio sufficiente per Btrfs. La dimensione consigliata per una partizione Btrfs radice con sottovolumi di default è di 20 GB.

10.1.2.3 Gestione dei sottovolumi Btrfs con YaST

Adesso è possibile gestire una partizione Btrfs con il modulo Partizionatore avanzato di YaST. È possibile aggiungere sottovolumi nuovi o rimuovere quelli esistenti.

Procedura 10.1: Sottovolumi Btrfs con YaST
  1. Avviare il modulo Partizionatore avanzato di YaST con Sistema › Partizionatore.

  2. Scegliere Btrfs nel riquadro Vista sistema a sinistra.

  3. Selezionare la partizione Btrfs di cui si devono gestire i sottovolumi e fare clic su Modifica.

  4. Fare clic su Gestione sottovolumi. È possibile visualizzare un elenco di tutti i sottovolumi esistenti della partizione Btrfs selezionata. Sono presenti numerose voci @/.snapshots/xyz/snapshot, che indicano i sottovolumi appartenenti a un singolo snapshot esistente.

  5. A seconda che si desideri aggiungere o rimuovere sottovolumi, procedere come indicato di seguito:

    1. Per rimuovere un sottovolume, selezionarlo dall'elenco Sottovolumi esistenti e fare clic su Rimuovi.

    2. Per aggiungere un nuovo sottovolume, immetterne il nome nella casella di testo Nuovo sottovolume e fare clic su Aggiungi nuovo.

      Sottovolumi Btrfs nel partizionatore di YaST
      Figura 10.2: Sottovolumi Btrfs nel partizionatore di YaST
  6. Confermare con OK e Fine.

  7. Abbandonare il partizionatore facendo clic su Fine.

10.1.3 Modifica di una partizione

Quando si crea una nuova partizione o si modifica una partizione esistente, è possibile impostare vari parametri. I parametri di default impostati da YaST per le nuove partizioni sono generalmente sufficienti e non richiedono alcuna modifica. Per modificare manualmente la configurazione della partizione, procedere come segue:

  1. Scegliere la partizione.

  2. Fare clic su Modifica per modificare la partizione e impostare i parametri:

    ID file system

    Anche se non si intende ancora formattare la partizione, assegnarle un ID file system per garantire che la partizione sia registrata correttamente. I valori che è possibile utilizzare sono Linux, Linux swap, Linux LVM e Linux RAID.

    File system

    Per modificare il file system della partizione, fare clic su Formatta partizione e selezionare il tipo di file system dall'elenco File system.

    SUSE Linux Enterprise Server supporta diversi tipi di file system. Btrfs è il file system Linux scelto per la partizione radice in quanto presenta funzionalità avanzate. Tale file system supporta la funzionalità copy-on-write, la creazione di snapshot, il frazionamento in più dispositivi, i sottovolumi e altre funzionalità utili. XFS, Ext3 e JFS sono file system con journaling. Tali file system sono in grado di ripristinare il sistema molto velocemente dopo un'interruzione, avvalendosi di processi di scrittura registrati durante il funzionamento. Ext2 non è un file system con journaling, tuttavia risulta particolarmente appropriato per partizioni di dimensioni ridotte in quanto per la sua gestione non è richiesto molto spazio su disco.

    Il file system di default per la partizione radice è Btrfs. Il file system di default per le altre partizioni è XFS.

    È possibile utilizzare il file system UDF su supporti ottici riscrivibili e non, unità flash USB e dischi fissi. È supportato da più sistemi operativi.

    Swap è un formato speciale che consente l'utilizzo della partizione come memoria virtuale. Creare una partizione swap di almeno 256 MB. Se tuttavia si utilizza tutto lo spazio di scambio, considerare di aggiungere memoria al sistema anziché lo spazio di scambio.

    Avvertimento
    Avvertimento: modifica del file system

    La modifica del file system e la riformattazione delle partizioni provoca la cancellazione definitiva di tutti i dati dalla partizione.

    Per informazioni dettagliate sui vari file system, fare riferimento alla Storage Administration Guide (Guida all'amministrazione della memorizzazione).

    Dispositivo cifrato

    Se si attiva la cifratura, tutti i dati scritti sul disco rigido saranno cifrati. Questa operazione incrementa la sicurezza dei dati sensibili, ma riduce la velocità del sistema poiché l'elaborazione dei dati cifrati richiede più tempo. Per ulteriori informazioni sulla cifratura dei file system, vedere Book “Security and Hardening Guide”, Chapter 12 “Encrypting Partitions and Files”.

    Punto di montaggio

    Specificare la directory in cui installare la partizione all'interno dell'albero del file system. Selezionare uno dei suggerimenti di YaST oppure immettere un altro nome.

    Opzioni Fstab

    Impostare i vari parametri contenuti nel file di amministrazione del file system globale (/etc/fstab). Le impostazioni di default sono generalmente adatte alla maggior parte delle configurazioni. Ad esempio è possibile modificare l'ID del file system, modicandolo dal nome del dispositivo all'etichetta di volume. Nell'etichetta di volume è possibile utilizzare tutti i caratteri eccetto / e spazio.

    Per ottenere nomi di dispositivi permanenti, utilizzare l'opzione di montaggio ID dispositivo, UUID o ETICHETTA. In SUSE Linux Enterprise Server i nomi dei dispositivi permanenti sono abilitati per default.

    Nota
    Nota: IBM Z: montaggio in base al percorso

    Poiché il montaggio per ID genera problemi sui dischi IBM Z quando si utilizza la funzione di copia da disco a disco a scopo di clonazione, per default i dispositivi vengono montati per percorso in /etc/fstab sui dischi IBM Z.

    Se si preferisce montare la partizione in base all'etichetta, è necessario definirne una nel campo Etichetta volume. Ad esempio è possibile usare l'etichetta della partizione HOME per una partizione che deve essere montata in /home.

    Per usare quote per il file system, usare l'opzione di installazione Abilita supporto quota. Questa operazione deve essere effettuata prima delle definizione delle quote per gli utenti nel modulo Gestione utenti di YaST. Per ulteriori informazioni su come configurare le quote per gli utenti, vedere Sezione 22.3.3, «Gestione delle quote».

  3. Fare clic su Fine per salvare le modifiche.

Nota
Nota: ridimensionamento dei file system

Per ridimensionare un file system esistente, selezionare la partizione e utilizzare Ridimensiona. Si noti che non è possibile ridimensionare le partizioni montate. Per ridimensionare le partizioni, disinstallare la partizione interessata prima di eseguire il partizionatore.

10.1.4 Opzioni avanzate

Dopo aver selezionato un dispositivo disco rigido (ad esempio sda) nel riquadro Vista sistema, è possibile accedere al menu Esperto dal lato inferiore destro della finestra Partizionatore avanzato. Il menu presenta i seguenti comandi:

Crea nuova tabella delle partizioni

Utilizzare questa opzione per creare una nuova tabella delle partizioni sul dispositivo selezionato.

Avvertimento
Avvertimento: creazione di una nuova tabella delle partizioni

La creazione di una nuova tabella delle partizioni sul dispositivo provoca la cancellazione definitiva di tutte le partizioni e dei relativi dati da tale dispositivo.

Clona il disco specificato

Utilizzare questa opzione per clonare il layout delle partizioni di un dispositivo (senza i rispettivi dati) negli altri dispositivi disco disponibili.

10.1.5 Opzioni avanzate

Dopo aver selezionato il nome host del computer (il livello superiore dell'albero nel riquadro Vista sistema), è possibile accedere al menu Configura dal lato inferiore destro della finestra Partizionatore avanzato. Il menu presenta i seguenti comandi:

Configura dischi iSCSI

Per accedere a SCSI tramite i dispositivi di blocco IP, è innanzitutto necessario configurare iSCSI. Questa operazione rende disponibili ulteriori periferiche nell'elenco delle partizioni principali.

Configura Multipath

Selezionare questa opzione per configurare il miglioramento multipath per i dispositivi di storage di massa supportati.

10.1.6 Ulteriori suggerimenti per il partizionamento

Nella sezione che segue vengono forniti alcuni suggerimenti relativi al partizionamento che possono risultare utili in fase di configurazione del sistema.

10.1.6.1 numeri di cilindri

Si noti che strumenti di partizionamento diversi possono iniziare il conteggio dei cilindri di una partizione da 0 o 1. Quando si calcola il numero di cilindri, è sempre necessario utilizzare la differenza tra i numeri dell'ultimo e primo cilindro e aggiungere uno.

10.1.6.2 Utilizzo dello scambio

Lo scambio permette di estendere la memoria fisica disponibile e poter utilizzare quindi più memoria rispetto alla memoria RAM disponibile. Il sistema di gestione della memoria dei kernel anteriore alla versione 2.4.10 utilizzava lo scambio come misura di sicurezza. Quindi, le prestazioni del sistema risultavano inferiori se nel spazio di scambio non era disponibile una memoria pari al doppio della memoria RAM. Queste limitazioni sono più applicabili.

Linux utilizza una pagina «Least Recently Used» (Ultimi utilizzati meno di recente) (LRU) per selezionare pagine che possono essere state spostate dalla memoria al disco. Ciò rende disponibile più memoria alle applicazioni in esecuzione e rende più efficientemente l'operazione di memorizzazione nella cache.

Se un'applicazione tenta di allocare la memoria massima consentita, è possibile che si verifichino problemi con lo scambio. I tre principali scenari a cui fare riferimento sono:

Sistema senza scambio

L'applicazione ottiene la quantità massima di memoria disponibile. Poiché tutte le cache vengono cancellate, tutte le altre applicazioni in esecuzione risultano rallentate. Dopo qualche minuto si attiva il meccanismo di terminazione per l'esaurimento della memoria del kernel che termina il processo.

Sistema con scambio di medie dimensioni (128 - 512 MB)

Inizialmente, il sistema diventa lento come se si trattasse di un sistema senza scambio. Dopo l'allocazione di tutta la RAM fisica, viene utilizzato anche lo spazio di scambio. A questo punto il sistema diventa molto lento ed è impossibile eseguire i comandi in remoto. A seconda della velocità dei dischi rigidi che eseguono lo spazio di scambio, il sistema permane in questa condizione per circa 10-15 minuti fino a che il meccanismo di terminazione per l'esaurimento della memoria non risolve il problema. Si noti che è necessario disporre di un determinato spazio di scambio se si desidera che il computer esegua una «sospensione su disco». In questo caso, le dimensioni dello spazio di scambio devono essere tali da contenere tutti i dati necessari della memoria (512 MB - 1 GB).

Sistema con numerosi scambi (molti GB)

È preferibile evitare che l'applicazione sia fuori controllo ed effettui un numero eccessivo di scambi. Se si utilizza un'applicazione di questo tipo, il ripristino del sistema potrebbe richiedere molte ore. Durante il processo, è possibile che si verifichino timeout e guasti negli altri processi e che il sistema rimanga in uno stato non definito anche dopo l'interruzione del processo guasto. In questo caso, è necessario effettuare un riavvio hardware del computer e provare a mettere il computer nuovamente in funzione. Una grande quantità di scambio è utile solo se si dispone di un'applicazione che fa affidamento su questa funzione. Queste applicazioni (come i database o i programmi di manipolazione della grafica) hanno spesso un'opzione che consente di utilizzare direttamente lo spazio su disco rigido per le loro necessità. È consigliabile utilizzare questa opzione anziché usare molto spazio di scambio.

Se il sistema non è fuori controllo, ma necessita di una maggiore quantità di scambio dopo un po' di tempo, è possibile ampliare lo spazio di scambio online. Se è stata preparata una partizione per lo spazio di scambio, aggiungerla con YaST. Se non è disponibile alcuna partizione, è anche possibile utilizzare un file di scambio per ampliare lo spazio di scambio. I file di scambio sono generalmente più lenti delle partizioni. Tale differenza è trascurabile, perché sia i file di scambio che le partizioni sono entrambi estremamente lenti rispetto alla RAM fisica.

Procedura 10.2: Aggiunta manuale di un file di scambio

Per aggiungere un file di scambio al sistema in esecuzione, procedere come segue:

  1. Creare un file vuoto nel sistema. Ad esempio per aggiungere un file di scambio con uno scambio di 128 MB in /var/lib/swap/swapfile, utilizzare i comandi:

    tux > sudo mkdir -p /var/lib/swap
    tux > sudo dd if=/dev/zero of=/var/lib/swap/swapfile bs=1M count=128
  2. Inizializzare questo file di scambio utilizzando il comando

    tux > sudo mkswap /var/lib/swap/swapfile
    Nota
    Nota: modifica dello UUID delle partizioni di scambio durante la formattazione tramite mkswap

    Se possibile, evitare di utilizzare mkswap per riformattare le partizioni di scambio esistenti. La riformattazione tramite mkswap determina la modifica del valore UUID della partizione di scambio. Eseguire la riformattazione tramite YaST (che aggiorna /etc/fstab) oppure modificare /etc/fstab manualmente.

  3. Attivare lo scambio utilizzando il comando

    tux > sudo swapon /var/lib/swap/swapfile

    Per disabilitare il file di scambio, utilizzare il comando

    tux > sudo swapoff /var/lib/swap/swapfile
  4. Controllare gli spazi di scambio attualmente disponibili utilizzando il comando

    tux > cat /proc/swaps

    Si noti che a questo punto si tratta solo di uno spazio di scambio temporaneo. Dopo il riavvio successivo, non verrà più utilizzato.

  5. Per abilitare permanentemente il file di scambio, aggiungere la seguente riga a /etc/fstab:

    /var/lib/swap/swapfile swap swap defaults 0 0

10.1.7 Partizionamento e LVM

Dalla finestra Partizionatore avanzato accedere alla configurazione LVM facendo clic sulla voce Gestione volume nel riquadro Vista sistema. Tuttavia, se è già presente una configurazione LVM funzionante nel sistema, viene automaticamente attivata al momento in cui si accede alla configurazione LVM iniziale di una sessione. In questo caso non è possibile suddividere nuovamente in partizioni tutti i dischi che contengono una partizione appartenente a un gruppo di volumi attivato. Il kernel Linux non è in grado di leggere nuovamente la tabella delle partizioni modificate di un disco rigido se una delle sue partizioni è in uso. Se nel sistema è già presente una configurazione LVM funzionante, non è generalmente necessario effettuare una nuova operazione di suddivisione in partizioni fisica. Modificare invece la configurazione dei volumi logici.

Le informazioni relative al volume vengono scritte nella partizione all'inizio dei volumi fisici (physical volume, PV) Per riutilizzare tale partizione per altri scopi non LVM, è consigliabile eliminare l'inizio del volume. Ad esempio, nel sistema VG e nel PV /dev/sda2, eseguire l'operazione con il comando:

dd if=/dev/zero of=/dev/sda2 bs=512 count=1
Avvertimento
Avvertimento: file system per l'avvio

Il file system utilizzato per l'avvio (il file system radice o /boot) non deve essere memorizzato su un volume logico LVM. Memorizzarlo invece su una normale partizione fisica.

Per ulteriori dettagli su LVM, vedere Book “Storage Administration Guide”.

10.2 Configurazione di LVM

In questa sezione viene illustrata la procedura specifica da seguire per la configurazione di LVM. Per informazioni generali su Logical Volume Manager, vedere Book “Storage Administration Guide”, Chapter 5 “LVM Configuration”, Section 5.1 “Understanding the Logical Volume Manager”.

Avvertimento
Avvertimento: backup dei dati

L'uso di LVM può talvolta aumentare i rischi compresi quelli relativi all'eventuale perdita di dati. I rischi comprendono anche arresti delle applicazioni, interruzioni nell'alimentazione e comandi errati. Prima di implementare LVM o di riconfigurare i volumi, è sempre opportuno salvare i dati. Ricordarsi sempre di effettuare un backup prima di effettuare qualunque operazione.

È possibile accedere alla configurazione LVM di YaST tramite la Modalità di partizionamento per esperti YaST (vedere Sezione 10.1, «Utilizzo della funzione Partizionatore avanzato») nella voce Gestione volume del riquadro Vista sistema. La Modalità di partizionamento per esperti consente di modificare e cancellare le partizioni esistenti, nonché di crearne di nuove da utilizzare con LVM.

10.2.1 Creazione del volume fisico

Il primo task consiste nel creare volumi fisici che forniscano spazio a un gruppo di volumi:

  1. Selezionare un disco rigido da Dischi rigidi

  2. Passare alla scheda Partizioni.

  3. Fare clic su Aggiungi e immettere la dimensione desiderata per il volume fisico sul disco.

  4. Utilizzare Non formattare la partizione e modificare il valore del File system ID in 0x8E Linux LVM. Non montare questa partizione.

  5. Ripetere questa procedura finché non si sono definiti tutti i volumi fisici desiderati dei dischi disponibili.

10.2.2 Creazione di gruppi di volumi

Se nel sistema non esistono ancora gruppi di volumi, è necessario aggiungerne uno (vedere Figura 10.3, «Creazione di un gruppo di volumi»). È possibile creare gruppi aggiuntivi facendo clic su Gestione volume nel riquadro Vista sistema e successivamente su Aggiungi gruppo di volumi. Generalmente è sufficiente un solo gruppo di volumi.

  1. Immettere un nome per il gruppo di volumi, ad esempio system.

  2. Selezionare le dimensioni dell'estensione fisica desiderate. Questo valore definisce la dimensione di un blocco fisico nel gruppo di volumi. Tutto lo spazio su disco del gruppo di volumi viene gestito utilizzando blocchi della dimensione specificata.

  3. Aggiungere i volumi fisici preparati al gruppo di volumi selezionando il dispositivo e facendo clic su Aggiungi. Per selezionare più dispositivi, tenere premuto il tasto Ctrl durante la selezione.

  4. Selezionare Fine per rendere il gruppo di volumi disponibile per le operazioni di configurazione.

Creazione di un gruppo di volumi
Figura 10.3: Creazione di un gruppo di volumi

Se sono stati definiti più gruppi di volumi e si desidera aggiungere o rimuovere volumi fisici, selezionare il gruppo di volumi nell'elenco Gestione volume, quindi fare clic su Ridimensiona. Nella seguente finestra, è possibile aggiungere o rimuovere volumi fisici al/dal gruppo di volumi.

10.2.3 Configurazione dei volumi logici

Una volta aggiunto il volume fisico al gruppo di volumi, definire il volume logico che il sistema operativo deve utilizzare nella finestra di dialogo successiva. Scegliere il gruppo di volumi corrente e passare alla scheda Volumi logici. Aggiungere, modificare, ridimensionare e cancellare i volumi logici in base alle esigenze fino a quando tutto lo spazio nel gruppo di volumi non si esaurisce. Assegnare almeno un volume logico a ciascun gruppo di volumi.

Gestione dei volumi logici
Figura 10.4: Gestione dei volumi logici

Fare clic su Aggiungi e procedere con le operazioni richieste nella finestra popup simile a una procedura guidata che viene visualizzata.

  1. Immettere il nome del volume logico. Per una partizione da montare nel percorso /home, è possibile utilizzare un nome come HOME.

  2. Selezionare il tipo di volume logico tra Volume normale, Pool leggero o Volume leggero. È necessario creare prima un pool leggero che sia in grado di memorizzare singoli volumi leggeri. Il principale vantaggio del thin provisioning è dato dal fatto che la somma totale di tutti i volumi leggeri memorizzati in un pool leggero può superare le dimensioni del pool stesso.

  3. Selezionare la dimensione e il numero di stripe del volume logico. Se si dispone di un solo volume fisico, non risulta utile selezionare più stripe.

  4. Scegliere il file system da utilizzare nel volume logico e il punto di montaggio.

L'utilizzo delle stripe consente di distribuire il flusso di dati del volume logico tra più volumi fisici (striping). Lo striping di un volume può tuttavia essere eseguito solo su volumi fisici diversi, ciascuno dei quali fornisce almeno la quantità di spazio del volume. Il numero massimo di segmenti corrisponde a quello di volumi fisici. Il valore "1" indica "nessuno striping". Lo striping ha senso solo per volumi fisici presenti su dischi rigidi diversi, in caso contrario si avrebbe una riduzione delle prestazioni.

Avvertimento
Avvertimento: striping

A questo punto, YaST non è in grado di verificare la correttezza delle voci relative agli stripe. Quindi, gli eventuali errori saranno visibili solo successivamente, quando LVM viene implementato sul disco.

Se si è già configurato LVM sul sistema, è possibile utilizzare anche i volumi logici esistenti. Prima di continuare, assegnare punti di montaggio appropriati a tali volumi logici. Fine consente di tornare a Partizionatore avanzato di YaST, per completare il lavoro.

10.3 RAID software

In questa sezione vengono illustrate le operazioni da eseguire per creare e configurare vari tipi di RAID. Per informazioni generali su RAID, vedere Book “Storage Administration Guide”, Chapter 7 “Software RAID Configuration”, Section 7.1 “Understanding RAID Levels”.

10.3.1 Configurazione di RAID software

La configurazione RAID YaST può essere eseguita dalla funzione Partizionatore avanzato di YaST, descritta nella Sezione 10.1, «Utilizzo della funzione Partizionatore avanzato». Questo strumento di partizionamento consente di modificare e cancellare le partizioni esistenti, nonché di crearne di nuove da utilizzare con i RAID software:

  1. Selezionare un disco rigido da Dischi rigidi

  2. Passare alla scheda Partizioni.

  3. Fare clic su Aggiungi e specificare la dimensione desiderata per la partizione raid sul disco.

  4. Utilizzare Non formattare la partizione e modificare l'ID del file system in 0xFD Linux RAID. Non montare questa partizione.

  5. Ripetere questa procedura finché non si sono definiti tutti i volumi fisici desiderati dei dischi disponibili.

Per i RAID 0 e RAID 1, sono necessarie almeno due partizioni. Per il RAID 1, in genere, solo due. Se viene utilizzato RAID 5, sono necessarie almeno tre partizioni, mentre RAID 6 e RAID 10 richiedono almeno quattro partizioni. È consigliabile utilizzare solo partizioni aventi le stesse dimensioni. Le partizioni RAID devono essere ubicate su dischi diversi per ridurre il rischio di perdite di dati in caso di guasto di un disco (RAID 1 e 5) e ottimizzare le prestazioni di RAID 0. Una volta create tutte le partizioni da utilizzare con RAID, fare clic su RAID › Aggiungi RAID per iniziare la configurazione RAID.

Nella finestra di dialogo successiva, scegliere tra i livelli RAID 0, 1, 5, 6 e 10. Quindi, selezionare tutte le partizioni di tipo «RAID Linux» o «nativo Linux» da utilizzare con il sistema RAID. Non vengono visualizzate partizioni di scambio o DOS.

Partizioni RAID
Figura 10.5: Partizioni RAID

Per aggiungere una partizione precedentemente non assegnata al volume RAID selezionato, fare clic sulla partizione e quindi su Aggiungi. Assegnare tutte le partizioni riservate al RAID. In caso contrario, lo spazio disponibile nella partizione rimane inutilizzato. Dopo aver assegnato tutte le partizioni, fare clic su Avanti per selezionare le opzioni RAID disponibili.

Nell'ultimo passaggio, impostare il file system da utilizzare, la crittografia e il punto di montaggio per il volume RAID. Dopo aver completato la configurazione facendo clic su Fine, verificare che il dispositivo /dev/md0 e altri siano indicati con RAID in Partizionatore avanzato.

10.3.2 Risoluzione dei problemi

Verificare nel file /proc/mdstat se una partizione RAID è stata danneggiata. In caso di guasto del sistema, arrestare il sistema Linux e sostituire il disco rigido difettoso con una nuova unità partizionata nello stesso modo. Riavviare quindi il sistema e immettere il comando mdadm /dev/mdX --add /dev/sdX. Sostituire "X" con l'identificatore del dispositivo in questione. In questo modo, il disco rigido viene automaticamente integrato nel sistema RAID e ricostruito completamente.

Tenere presente che, sebbene sia possibile accedere ai dati durante la ricostruzione, è possibile riscontrare qualche problema di prestazioni fino a quando non viene completamente ricostruito il sistema RAID.

10.3.3 Ulteriori informazioni

Ulteriori informazioni e istruzioni sulla configurazione di RAID software sono disponibili all'indirizzo:

Sono disponibili diverse mailing list relative ai RAID Linux, come http://marc.info/?l=linux-raid.

11 Installazione remota

È possibile eseguire l'installazione di SUSE® Linux Enterprise Server completamente in rete. In questo capitolo è descritto come fornire l'ambiente necessario per l'avvio, mediante l'installazione e il controllo dell'installazione tramite rete.

11.1 Panoramica

Per l'installazione remota è necessario considerare come avviare e controllare l'installazione e l'origine dei dati di installazione. Se disponibili per la piattaforma hardware in uso, è possibile combinare tra loro tutte le opzioni.

Metodi di avvio

A seconda dell'hardware, sono disponibili diverse opzioni per avviare un sistema. Le opzioni comuni sono l'avvio da DVD, unità USB o PXE. Per ulteriori informazioni sulla piattaforma, fare riferimento alla Parte I, «Preparazione dell'installazione».

Per configurare un server per l'avvio tramite PXE, fare riferimento al Capitolo 17, Preparazione dell'ambiente di avvio della rete.

Origine dati

I DVD o le unità USB sono le origini di installazione più comuni per SUSE Linux Enterprise Server. In alternativa è possibile utilizzare server di installazione. In questo caso, utilizzare il parametro install per specificare l'origine. Per ulteriori informazioni, vedere la Sezione 7.3.3, «Specifica dell'origine di installazione».

Per utilizzare un'origine di rete per l'installazione, preparare il server come descritto nel Capitolo 16, Configurazione di un'origine di installazione di rete.

Controllo dell'installazione

Invece di utilizzare una tastiera e un monitor collegati direttamente al computer di destinazione, è possibile controllare l'installazione tramite SSH, VNC o mediante l'uso della console seriale di un computer. Tale sistema è descritto qui: Sezione 11.3, «Monitoraggio dell'installazione tramite VNC», Sezione 11.4, «Monitoraggio dell'installazione tramite SSH» e Sezione 11.5, «Monitoraggio dell'installazione tramite console seriale».

Invece di controllare manualmente l'installazione, è possibile utilizzare AutoYaST per automatizzare completamente il processo di installazione. Per ulteriori informazioni, vedere la Book “AutoYaST Guide”.

11.2 Scenari di installazione remota

In questa sezione vengono introdotti gli scenari di installazione più comuni relativi alle installazioni remote. Per ogni scenario, verificare attentamente l'elenco dei prerequisiti e seguire la procedura corrispondente. Se per un determinato passaggio sono necessarie istruzioni più dettagliate, seguire il collegamento fornito per ogni passaggio.

11.2.1 Installazione da supporti di origine tramite VNC

Questo tipo di installazione richiede ancora un certo grado di accesso fisico al sistema di destinazione per l'avvio dell'installazione. L'installazione viene controllata da una workstation remota utilizzando VNC per connettersi al programma di installazione. L'interazione dell'utente è necessaria come per l'installazione manuale descritta nel Capitolo 8, Procedura di installazione.

Per questo tipo di installazione, verificare che i requisiti seguenti siano soddisfatti:

  • Sistema di destinazione con connessione di rete funzionante.

  • Sistema di controllo con connessione di rete funzionante e software per la visualizzazione VNC o browser abilitato per JavaScript (Firefox, Chromium, Internet Explorer, Opera ecc.).

  • DVD di installazione o unità flash USB.

Per eseguire questo tipo di installazione, procedere come indicato di seguito:

  1. Avviare il sistema di destinazione utilizzando il supporto (unità flash USB) del kit di SUSE Linux Enterprise Server.

  2. Quando viene visualizzata la schermata di avvio del sistema di destinazione, utilizzare il prompt dei parametri di avvio per impostare le opzioni VNC e, se necessario, la configurazione di rete statica. Per informazioni sui parametri di avvio, vedere Capitolo 7, Parametri di avvio.

    1. Parametri di avvio per una configurazione di rete statica:

      netdevice=NETDEVICE hostip=IP_ADDRESS netmask=NETMASK gateway=IP_GATEWAY vnc=1 VNCPassword=PASSWORD
    2. Parametri di avvio per una configurazione di rete dinamica (DHCP):

      vnc=1 VNCPassword=PASSWORD
  3. Il sistema di destinazione viene avviato in un ambiente basato su testo che fornisce l'indirizzo di rete e il numero di display al quale è possibile indirizzare l'ambiente grafico di installazione tramite un visualizzatore VNC o un browser. Le installazioni VNC vengono comunicate automaticamente tramite OpenSLP, se le impostazioni firewall lo consentono. Possono essere inoltre individuate tramite slptool come spiegato nella Sezione 11.3.1, «Preparazione per l'installazione VNC».

  4. Nella workstation di controllo, aprire l'applicazione visualizzatore VNC oppure un browser Web e connettersi al sistema di destinazione come descritto nella Sezione 11.3, «Monitoraggio dell'installazione tramite VNC».

  5. Eseguire l'installazione come descritto nel Capitolo 8, Procedura di installazione.

  6. Riconnettersi al sistema di destinazione dopo averlo riavviato per la configurazione del sistema iniziale. Per informazioni, vedere Parte V, «Configurazione iniziale del sistema».

11.2.2 Installazione dalla rete tramite VNC

Per questo tipo di installazione non è necessaria un'interazione diretta con il computer di destinazione. Il sistema viene avviato da PXE e i dati di installazione vengono recuperati da un server.

Per eseguire questo tipo di installazione, verificare che i requisiti seguenti siano soddisfatti:

  • Almeno un computer da utilizzare per l'installazione di un server DHCP, NFS, HTTP, FTP, TFTP o SMB.

  • Sistema di destinazione abilitato all'avvio PXE, al networking e a Wake on LAN, collegato e connesso alla rete.

  • Sistema di controllo con connessione di rete funzionante e software per la visualizzazione VNC o browser abilitato per JavaScript (Firefox, Chromium, Microsoft Edge, Opera, ecc.).

Per eseguire questo tipo di installazione, procedere come indicato di seguito:

  1. Configurare il server in cui sono contenuti i dati di installazione. Per informazioni, vedere Parte IV, «Configurazione di un server di installazione».

  2. Configurare un serve DHCP e TFTP per la rete. Questo passaggio viene descritto nella Capitolo 17, Preparazione dell'ambiente di avvio della rete. Aggiungere i parametri di avvio necessari per abilitare il server VNC.

  3. Abilitare l'avvio PXE nel firmware del computer di destinazione. Per ulteriori informazioni, consultare Sezione 17.4, «Preparazione del sistema di destinazione per l'avvio PXE».

  4. Iniziare il processo di avvio del sistema di destinazione tramite Wake on LAN. Questo passaggio viene descritto nella Sezione 17.6, «Wake on LAN».

  5. Nella workstation di controllo, aprire l'applicazione visualizzatore VNC oppure un browser Web e connettersi al sistema di destinazione come descritto nella Sezione 11.3, «Monitoraggio dell'installazione tramite VNC».

  6. Eseguire l'installazione come descritto nel Capitolo 8, Procedura di installazione.

  7. Riconnettersi al sistema di destinazione dopo averlo riavviato per la configurazione del sistema iniziale. Per informazioni, vedere Parte V, «Configurazione iniziale del sistema».

11.2.3 Installazione da supporti di origine tramite SSH

Questo tipo di installazione richiede ancora un certo grado di accesso fisico al sistema di destinazione per l'avvio dell'installazione e per la determinazione degli indirizzi IP della destinazione dell'installazione. L'installazione stessa viene interamente controllata mediante una workstation remota utilizzando SSH per la connessione al programma di installazione. L'interazione dell'utente è necessaria come per la normale installazione descritta nel Capitolo 8, Procedura di installazione.

Per questo tipo di installazione, verificare che i requisiti seguenti siano soddisfatti:

  • Sistema di destinazione con connessione di rete funzionante.

  • Sistema di controllo con una connessione di rete funzionante e un client SSH.

  • DVD di installazione o unità flash USB.

Per eseguire questo tipo di installazione, procedere come indicato di seguito:

  1. Configurare la destinazione di installazione e il server di installazione come descritto nella Parte IV, «Configurazione di un server di installazione».

  2. Avviare il sistema di destinazione utilizzando il supporto (unità flash USB) del kit di SUSE Linux Enterprise Server.

  3. Quando viene visualizzata la schermata di avvio del sistema di destinazione, utilizzare il prompt dei parametri di avvio per impostare le opzioni SSH e, se necessario, la configurazione di rete statica. Per informazioni sui parametri di avvio, vedere Capitolo 7, Parametri di avvio.

    1. Parametri di avvio per una configurazione di rete statica:

      netdevice=NETDEVICE hostip=IP_ADDRESS netmask=NETMASK gateway=IP_GATEWAY ssh=1 ssh.password=PASSWORD
    2. Parametri di avvio per una configurazione di rete dinamica (DHCP):

      ssh=1 ssh.password=PASSWORD
  4. Il sistema di destinazione viene avviato in un ambiente basato su testo che fornisce l'indirizzo di rete al quale è possibile indirizzare l'ambiente grafico di installazione tramite un client SSH.

  5. Nella workstation di controllo, aprire una finestra di terminale e connettersi al sistema di destinazione come descritto nella Sezione 11.4.2, «Connessione al programma di installazione».

  6. Eseguire l'installazione come descritto nel Capitolo 8, Procedura di installazione.

  7. Riconnettersi al sistema di destinazione dopo averlo riavviato per la configurazione del sistema iniziale. Per informazioni, vedere Parte V, «Configurazione iniziale del sistema».

11.2.4 Installazione dalla rete tramite SSH

Per questo tipo di installazione non è necessaria un'interazione diretta con il computer di destinazione. Il sistema viene avviato da PXE e i dati di installazione vengono recuperati da un server.

Per eseguire questo tipo di installazione, verificare che i requisiti seguenti siano soddisfatti:

  • Almeno un computer da utilizzare per l'installazione di un server DHCP, NFS, HTTP, FTP, TFTP o SMB.

  • Sistema di destinazione abilitato all'avvio PXE, al networking e a Wake on LAN, collegato e connesso alla rete.

  • Sistema di controllo con una connessione di rete funzionante e software per la visualizzazione SSH.

Per eseguire questo tipo di installazione, procedere come indicato di seguito:

  1. Configurare il server in cui sono contenuti i dati di installazione. Per informazioni, vedere Parte IV, «Configurazione di un server di installazione».

  2. Configurare un serve DHCP e TFTP per la rete. Questo passaggio viene descritto nella Capitolo 17, Preparazione dell'ambiente di avvio della rete. Aggiungere i parametri di avvio necessari per abilitare il server SSH.

  3. Abilitare l'avvio PXE nel firmware del computer di destinazione. Per ulteriori informazioni, consultare Sezione 17.4, «Preparazione del sistema di destinazione per l'avvio PXE».

  4. Iniziare il processo di avvio del sistema di destinazione tramite Wake on LAN. Questo passaggio viene descritto nella Sezione 17.6, «Wake on LAN».

  5. Nella workstation di controllo, avviare il software client SSH e connettersi al sistema di destinazione come descritto nella Sezione 11.4, «Monitoraggio dell'installazione tramite SSH».

  6. Eseguire l'installazione come descritto nel Capitolo 8, Procedura di installazione.

  7. Riconnettersi al sistema di destinazione dopo averlo riavviato per la configurazione del sistema iniziale. Per informazioni, vedere Parte V, «Configurazione iniziale del sistema».

11.3 Monitoraggio dell'installazione tramite VNC

L'uso di qualsiasi visualizzatore VNC consente di controllare in remoto l'installazione di SUSE Linux Enterprise Server virtualmente da ogni sistema operativo. In questa sezione viene illustrata la configurazione eseguita utilizzando un visualizzatore VNC o un browser Web.

11.3.1 Preparazione per l'installazione VNC

Per abilitare VNC sulla destinazione di installazione, specificare i parametri di avvio appropriati all'avvio iniziale dell'installazione (vedere Capitolo 7, Parametri di avvio). Il sistema di destinazione viene avviato avvia in un ambiente basato su testo e attende la connessione di un client VNC al programma di installazione.

Il programma di installazione annuncia l'indirizzo IP e il numero di display necessario alla connessione per l'installazione. Se si dispone dell'accesso fisico al sistema di destinazione, questa informazione viene fornita subito dopo l'avvio del sistema per l'installazione. Immettere questi dati quando il client VNC li richiede e fornire la password VNC in uso.

Poiché la destinazione di installazione stessa si annuncia tramite OpenSLP, è possibile recuperare le informazioni relative all'indirizzo della destinazione di installazione tramite un browser SLP. Non è necessario alcun contatto fisico con la destinazione di installazione stessa, purché OpenSLP sia supportato dalla configurazione di rete e da tutti i computer:

Procedura 11.1: Individuazione delle installazioni VNC tramite OpenSLP
  1. Per ottenere un elenco di tutti i servizi che offrono VNC, eseguire il comando slptool findsrvtypes | grep vnc. Le destinazioni dell'installazione VNC dovrebbero essere disponibili in un servizio denominato YaST.installation.suse.

  2. Per ottenere un elenco delle installazioni disponibili, eseguire il comando slptool findsrvs YaST.installation.suse. Utilizzare l'indirizzo IP e la porta (in genere 5901) forniti con il visualizzatore VNC.

11.3.2 Connessione al programma di installazione

Esistono due modi per connettersi al server VNC, in questo caso la destinazione dell'installazione. È possibile avviare un visualizzatore VNC come applicazione indipendente in qualsiasi sistema operativo oppure connettersi utilizzando un browser Web abilitato per JavaScript.

L'uso di VNC consente di controllare l'installazione di un sistema Linux da qualsiasi altro sistema operativo, incluse altre varianti di Linux, Windows o MacOS.

In un computer Linux, verificare che il pacchetto tightvnc sia installato. In un computer Windows, installare la versione Windows di questa applicazione, che può essere ottenuta dalla home page di TightVNC (http://www.tightvnc.com/download.html).

Per connettersi al programma di installazione in esecuzione nel computer di destinazione, procedere come indicato di seguito:

  1. Avviare il visualizzatore VNC.

  2. Immettere l'indirizzo IP e il numero di display della destinazione dell'installazione fornito dal browser SLP o dal programma di installazione stesso:

    IP_ADDRESS:DISPLAY_NUMBER

    Sul desktop si apre una finestra in cui vengono visualizzate le schermate YaST come per una normale installazione locale.

L'uso di un browser Web per la connessione al programma di installazione rende l'utente completamente indipendente da qualsiasi software VNC o sistema operativo sottostante. È possibile utilizzare qualsiasi browser (Firefox, Internet Explorer, Chromium, Opera ecc.), a condizione che abbia il supporto JavaScript abilitato. per eseguire l'installazione del sistema Linux.

Si noti che la connessione VNC del browser non è cifrata.

Per eseguire un'installazione VNC, procedere come indicato di seguito:

  1. Avviare il browser Web preferito.

  2. Al prompt dell'indirizzo, immettere quanto indicato di seguito:

    http://IP_ADDRESS_OF_TARGET:5801
  3. Immettere la password VNC quando viene richiesta. Nella finestra del browser vengono ora visualizzate le schermate YaST come per una normale installazione locale.

11.4 Monitoraggio dell'installazione tramite SSH

L'uso di SSH consente di controllare in remoto l'installazione del computer Linux utilizzando un client SSH.

11.4.1 Preparazione per l'installazione SSH

Oltre a installare il pacchetto software necessario (OpenSSH per Linux e PuTTY per Windows), è necessario specificare i parametri di avvio appropriati per abilitare SSH all'installazione. Per ulteriori informazioni, vedere Capitolo 7, Parametri di avvio. Per default OpenSSH viene installato in ogni sistema operativo basato su SUSE Linux.

11.4.2 Connessione al programma di installazione

Una volta avviata l'installazione SSH, utilizzare questa procedura per connettersi alla sessione SSH.

  1. Recuperare l'indirizzo IP della destinazione dell'installazione. Se è possibile accedere fisicamente al computer di destinazione, utilizzare l'indirizzo IP che la routine di installazione fornisce alla console dopo l'avvio iniziale. In alternativa, utilizzare l'indirizzo IP assegnato a quel determinato host nella configurazione del server DHCP.

  2. Immettere il comando seguente dalla riga di comando:

    ssh -X root@TARGET_IP_ADDRESS

    Sostituire TARGET_IP_ADDRESS con l'indirizzo IP effettivo della destinazione di installazione.

  3. Alla richiesta di un nome utente, immettere root.

  4. Alla richiesta della password, immettere la password impostata tramite il parametro di avvio SSH. Al termine dell'autenticazione viene visualizzato un prompt della riga di comando per la destinazione dell'installazione.

  5. Immettere yast per avviare il programma di installazione. Viene aperta una finestra in cui vengono visualizzate le normali schermate YaST, come descritto nel Capitolo 8, Procedura di installazione.

11.5 Monitoraggio dell'installazione tramite console seriale

Per questo metodo di installazione, è necessario un secondo computer collegato tramite un cavo null modem al computer sul quale si desidera installare SUSE Linux Enterprise Server. L'hardware e il firmware di entrambi i computer devono supportare la console seriale. Alcune implementazioni del firmware sono già configurate per inviare l'output della console di avvio a una console seriale (fornendo un albero di dispositivi con il percorso /chosen/stdout-path impostato adeguatamente). In questo caso non è necessaria alcuna configurazione aggiuntiva.

Se il firmware non utilizza la console seriale per l'output della console di avvio, impostare il parametro di avvio seguente per l'installazione: console=TTY,BAUDRATE. Per ulteriori dettagli, consultare Book “Administration Guide”, Chapter 14 “The Boot Loader GRUB 2”, Section 14.2.5 “Editing menu entries during the boot procedure” e Capitolo 7, Parametri di avvio.

BAUDRATE deve essere sostituito dalla velocità di trasmissione per l'interfaccia. I valori validi sono 115200, 38400 o 9600. TTY deve essere sostituito dal nome dell'interfaccia. La maggior parte dei computer dispone di una o più interfacce seriali, i cui nomi variano a seconda dell'hardware:

  • ttyS0 per APM

  • ttyAMA0 per SBSA (Server Base System Architecture)

  • ttyPS0 per Xilinx

Per l'installazione, è necessario un programma terminale come minicom o screen. Ad esempio, avviare il programma screen in una console locale digitando il seguente comando:

tux > screen /dev/ttyUSB0 115200

Questo significa che il programma screen rimane in ascolto sulla prima porta seriale con una velocità di trasmissione di 115200 baud. Da questo momento in poi l'installazione procede come quella basata su testo, tramite tale terminale.

12 Soluzione dei problemi

In questa sezione sono evidenziati alcuni problemi tipici che è possibile riscontrare durante l'installazione e sono indicate le soluzioni possibili.

12.1 Verifica dei supporti

Se si riscontrano problemi durante l'utilizzo dei supporti di installazione di SUSE Linux Enterprise Server, verificare l'integrità di tali supporti. Eseguire l'avvio dal supporto e nel menu di avvio selezionare Altro › Verifica supporto di installazione. Un sistema minimo si avvia e consente di scegliere il dispositivo da verificare. Selezionare il rispettivo dispositivo e confermare con OK per eseguire la verifica.

In un sistema in esecuzione, avviare YaST e selezionare Software › Verifica del supporto. Inserire il supporto e fare clic su Avvia verifica. La verifica potrebbe richiedere alcuni minuti.

In caso di errori durante la verifica, evitare di utilizzare questo supporto per l'installazione. Potrebbero ad esempio verificarsi problemi con i supporti in caso di masterizzazione su un DVD. Per evitarli, si consiglia di masterizzare il supporto a bassa velocità (4x).

12.2 Nessuna unità di avvio disponibile

Se il computer non si avvia dall'unità USB o DVD, sono disponibili alcune alternative. Questa soluzione è applicabile anche nel caso in cui l'unità non sia supportata da SUSE Linux Enterprise Server.

Utilizzo di un'unità flash USB o un'unità DVD

Linux supporta la maggior parte delle unità flash USB o DVD esistenti. Se il sistema non dispone di un'unità flash USB o DVD, è comunque possibile utilizzare un'unità esterna, connessa tramite USB, FireWire o SCSI, per avviare il sistema. In caso di problemi a volte può essere opportuno aggiornare il BIOS.

Avvio dalla rete via PXE

Se un computer non dispone di un'unità DVD o flash USB, ma è dotato di una connessione Ethernet funzionante, eseguire l'installazione completa mediante la rete. Per ulteriori informazioni, vedere Sezione 11.2.2, «Installazione dalla rete tramite VNC» e Sezione 11.2.4, «Installazione dalla rete tramite SSH».

Unità flash USB

Se il computer non dispone di un'unità DVD e di una connessione di rete, è possibile utilizzare un'unità flash USB. Per informazioni, vedere:

12.3 Impossibile avviare dai supporti di installazione

Uno dei motivi per cui per un computer è impossibile avviare i supporti di installazione può essere un'impostazione errata della sequenza di avvio nel BIOS. Nella sequenza di avvio del BIOS deve essere impostata un'unità flash USB o DVD come prima voce dell'avvio. Altrimenti, il tentativo di avvio verrà eseguito da un altro supporto, generalmente dal disco rigido. Per istruzioni su come cambiare la sequenza di avvio nel firmware, consultare la documentazione fornita con la scheda madre oppure i paragrafi seguenti.

Il BIOS corrisponde all'applicazione che attiva le funzioni essenziali di un computer. I fornitori di schede madri forniscono un BIOS specifico per il componente hardware venduto. Generalmente è possibile accedere alla configurazione del BIOS in un momento specifico: all'avvio del computer. Durante questa fase di inizializzazione il computer esegue numerosi test di diagnostica hardware, come ad esempio la verifica della memoria (caratterizzata da un contatore di memoria). Quando viene visualizzato il contatore, cercare la riga ( generalmente posizionata sotto al contatore o comunque nella parte inferiore) in cui viene indicato il tasto da premere per accedere alla configurazione del BIOS. In genere, viene specificato di premere il tasto Canc, F1 o Esc. Premere il tasto indicato finché non viene visualizzata la schermata di configurazione del BIOS.

Procedura 12.1: Cambio della sequenza di avvio nel BIOS
  1. Entrare nel BIOS premendo il tasto indicato durante la procedura di avvio e attendere che venga visualizzata la schermata di configurazione del BIOS.

  2. Per modificare la sequenza di avvio in un BIOS AWARD, individuare la voce BIOS FEATURES SETUP (CONFIGURAZIONE FUNZIONI BIOS). Il nome di questa voce può variare in base al produttore, come ad esempio ADVANCED CMOS SETUP (CONFIGURAZIONE AVANZATA CMOS). Una volta individuata la voce appropriata, selezionarla e confermare la selezione premendo Enter.

  3. Nella schermata visualizzata, individuare la voce secondaria denominata BOOT SEQUENCE (SEQUENZA DI AVVIO) o BOOT ORDER (ORDINE DI AVVIO). Modificare le impostazioni premendo Pagina ↑ o Pagina ↓ finché l'unità flash USB o DVD non viene visualizzata in cima all'elenco.

  4. Uscire dalla schermata di configurazione del BIOS premendo Esc. Per salvare le modifiche apportate, selezionare SAVE & EXIT SETUP (SALVA ED ESCI DALL'INSTALLAZIONE) o premere F10. Per confermare che si desidera salvare le impostazioni, scegliere Y (S).

Procedura 12.2: Modifica della sequenza di avvio in un BIOS SCSI (Adattatore host Adaptec)
  1. Aprire la schermata di configurazione premendo CtrlA.

  2. Selezionare Disk Utilities (Utility disco). I componenti hardware connessi vengono visualizzati.

    Prendere nota dell'ID SCSI dell'unità flash USB o DVD.

  3. Uscire dal menu premendo Esc.

  4. Aprire Configure Adapter Settings (Configura impostazioni scheda). In Additional Options (Opzioni aggiuntive), selezionare Boot Device Options (Opzioni dispositivo di avvio) e premere Enter.

  5. Immettere l'ID dell'unità flash USB o DVD e premere nuovamente Enter.

  6. Premere due volte Esc per tornare alla schermata di avvio del BIOS SCSI.

  7. Uscire dalla schermata e confermare l'avvio del computer scegliendo Yes (Sì).

Quasi tutte le configurazioni BIOS utilizzano il layout di tastiera USA, indipendentemente dalla lingua e dal layout di tastiera utilizzati dall'installazione finale, come illustrato nella figura seguente:

Layout di tastiera USA
Figura 12.1: Layout di tastiera USA

12.4 Errore di avvio

A volte risulta impossibile avviare alcuni tipi di hardware, soprattutto quelli più obsoleti o molto recenti. I motivi possono essere dovuti alla mancanza di supporto dell'hardware nel kernel o nei driver di installazione, causando problemi su alcuni hardware specifici.

Se non è possibile effettuare l'installazione in modalità di Installazione standard dalla prima schermata di avvio dell'installazione, provare a eseguire le operazioni riportate di seguito.

  1. Con il supporto di installazione ancora inserito nell'unità, riavviare il computer con CtrlAltCanc o mediante il pulsante di reimpostazione dell'hardware.

  2. Quando viene visualizzata la schermata di avvio, premere F5, utilizzare i tasti freccia della tastiera per spostarsi sulla voce No ACPI (Nessun ACPI) e premere Enter per eseguire l'avvio e il processo di installazione. Questa opzione disabilita il supporto delle tecniche di risparmio energetico ACPI.

  3. Continuare con il processo di installazione come descritto nel Capitolo 8, Procedura di installazione.

Se l'installazione ha esito negativo, procedere come indicato sopra, ma scegliere Safe Settings (Impostazioni di sicurezza). Questa opzione disabilita il supporto ACPI e DMA e consente l'avvio della maggior parte dei componenti hardware.

Se nonostante l'esecuzione di queste due operazioni l'installazione non riesce, utilizzare il prompt dei parametri di avvio per passare al kernel di installazione i parametri aggiuntivi necessari a supportare questo tipo di hardware. Per ulteriori informazioni sui parametri disponibili come parametri di avvio, fare riferimento alla documentazione sul kernel disponibile in /usr/src/linux/Documentation/kernel-parameters.txt.

Suggerimento
Suggerimento: documentazione sul kernel

Per consultare la documentazione sul kernel, installare il pacchetto kernel-source.

Esistono altri parametri del kernel ACPI che è possibile immettere al prompt di avvio prima di avviare l'installazione:

acpi=off

Questo parametro disabilita il sottosistema ACPI completo sul computer. Può essere utile se il computer non è in grado di gestire ACPI oppure se si ritiene che il sistema ACPI provochi problemi sul computer in uso.

acpi=force

Abilita sempre il sistema ACPI, anche se il computer dispone di un BIOS antecedente all'anno 2000. Questo parametro abilita l'ACPI anche se viene specificato insieme a acpi=off.

acpi=noirq

Non utilizzare ACPI per l'instradamento IRQ.

acpi=ht

Esegui ACPI solo per un numero sufficiente di volte al fine di abilitare l'iper-threading.

acpi=strict

Meno tollerante con piattaforme che non sono rigorosamente compatibili alle specifiche ACPI.

pci=noacpi

Disabilitare l'instradamento IRQ PCI del nuovo sistema ACPI.

pnpacpi=off

Questa opzione viene utilizzata per problemi seriali o paralleli quando la configurazione del BIOS contiene interrupt o porte errati.

notsc

Disabilita il contatore di registrazione dell'orario. È possibile utilizzare questa opzione per risolvere problemi di orario nei sistemi. È una funzione recente, quindi se si notano regressioni sul computer, soprattutto correlate all'orario, o addirittura blocchi totali, vale la pena provarla.

nohz=off

Disabilita la funzione nohz. Questa opzione può essere utile se il computer si blocca. Altrimenti è inutile.

Una volta individuata, la combinazione di parametri appropriata viene automaticamente salvata nella configurazione del boot loader per garantire il corretto avvio del sistema in futuro.

Se durante il caricamento del kernel o il processo di installazione si verificano degli errori inspiegabili, scegliere Memory Test (Prova memoria) nel menu di avvio per verificare la memoria. Se Memory Test (Prova memoria) restituisce un errore, generalmente si tratta di un errore hardware.

12.5 Impossibile avviare il programma di installazione grafico

Dopo aver inserito il supporto nell'apposita unità e riavviato il computer, viene visualizzata la schermata di installazione. Tuttavia, quando si seleziona Installazione, il programma di installazione grafico non viene avviato.

Per risolvere questo problema, provare a eseguire una delle operazioni riportate di seguito.

  • Provare a scegliere un'altra risoluzione dello schermo per le finestre di dialogo di installazione.

  • Scegliere Text Mode (Modalità testo) per l'installazione.

  • Eseguire un'installazione remota via VNC con il programma di installazione grafico.

Procedura 12.3: Consente di modificare la risoluzione dello schermo per l'installazione
  1. Effettuare l'avvio per l'installazione.

  2. Premere F3 per aprire un menu che consente di selezionare una risoluzione inferiore per l'installazione.

  3. Scegliere Installation (Installazione) e continuare il processo di installazione come descritto in Capitolo 8, Procedura di installazione.

Procedura 12.4: Installazione in modalità testo
  1. Effettuare l'avvio per l'installazione.

  2. Premere F3, quindi scegliere Text Mode (Modalità testo).

  3. Scegliere Installation (Installazione) e continuare il processo di installazione come descritto in Capitolo 8, Procedura di installazione.

Procedura 12.5: Installazione VNC
  1. Effettuare l'avvio per l'installazione.

  2. Al prompt dei parametri di avvio immettere il testo seguente:

    vnc=1 vncpassword=SOME_PASSWORD

    Sostituire SOME_PASSWORD con la password da utilizzare per l'installazione VNC.

  3. Selezionare Installazione, quindi premere Enter per avviare l'installazione.

    Al posto di eseguire l'avvio direttamente nella routine di installazione grafica, l'esecuzione del sistema continua a essere in modalità testo. Il sistema si arresta e viene visualizzato un messaggio contenente l'indirizzo IP e il numero di porta in cui è possibile raggiungere il programma di installazione tramite un'interfaccia browser o un visualizzatore VNC.

  4. Se per accedere al programma di installazione si utilizza un browser, avviarlo e immettere le informazioni sull'indirizzo del futuro computer SUSE Linux Enterprise Server fornite durante le routine di installazione e premere Enter:

    http://IP_ADDRESS_OF_MACHINE:5801

    Nel browser verrà aperta una finestra di dialogo in cui viene di immettere la password VNC. Digitare la password e procedere con il processo di installazione come descritto in Capitolo 8, Procedura di installazione.

    Importante
    Importante: supporto multipiattaforma

    Il processo di installazione via VNC funziona con qualsiasi browser e sistema operativo, purché sia abilitato il supporto Java.

    Quando richiesti, fornire l'indirizzo IP e la password del visualizzatore VNC. Verrà aperta una schermata con le finestre di dialogo di installazione. Continuare con il normale processo di installazione.

12.6 Esecuzione della sola schermata di avvio essenziale

Dopo ave inserito il primo supporto nell'apposita unità e aver completato le procedure di avvio del BIOS, anziché venire visualizzata la schermata di avvio grafica appare un'interfaccia di testo molto essenziale. È possibile che il computer non disponga di memoria grafica sufficiente per il rendering di una schermata di avvio grafica.

La schermata di avvio di testo, benché apparentemente essenziale, fornisce quasi le stesse funzionalità di quella grafica:

Opzioni di avvio

A differenza dell'interfaccia grafica, non è possibile selezionare i vari parametri di avvio con i tasti di direzione della tastiera. Nel menu di avvio della schermata di avvio in modalità testo sono disponibili alcune parole chiave che è necessario immettere al prompt di avvio. Queste parole chiave vengono mappate con le opzioni disponibili nella versione grafica. Immettere le informazioni richieste, quindi premere Enter per iniziare il processo di avvio.

Opzioni di avvio personalizzate

Dopo aver selezionato un parametro di avvio, immettere la parola chiave appropriata al prompt oppure alcuni parametri di avvio personalizzati come descritto nella Sezione 12.4, «Errore di avvio». Per avviare il processo di installazione, premere Enter.

Risoluzioni dello schermo

Utilizzare i tasti funzione (F1 ... F12) per determinare la risoluzione della schermata per l'installazione. Per effettuare l'avvio in modalità testo, premere F3.

12.7 File di log

Per ulteriori informazioni sui file di log creati durante l'installazione, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 42 “Gathering System Information for Support”, Section 42.5 “Gathering Information during the Installation”.

Parte III Personalizzazione delle immagini di installazione

  • 13 Clonazione delle immagini dei dischi
  • In questo capitolo è descritto come utilizzare immagini clonate per installare SUSE Linux Enterprise Server. Questo metodo è viene utilizzato soprattutto negli ambienti virtualizzati.

  • 14 Personalizzazione delle immagini di installazione con mksusecd
  • mksusecd è uno strumento utile per creare un'immagine di installazione personalizzata. Utilizzarlo per modificare le normali immagini di installazione di SUSE Linux Enterprise, aggiungendo e rimuovendo file, creando un'immagine di installazione di rete minima, personalizzando le opzioni di avvio e repository e creando un'immagine di avvio minima come alternativa all'avvio di un sistema da un server PXE.

  • 15 Personalizzazione manuale delle immagini di installazione
  • È possibile personalizzare le immagini di installazione SUSE Linux Enterprise standard modificando un file nell'immagine ISO di installazione, media.1/products. Aggiungere moduli ed estensioni per creare una singola immagine di installazione personalizzata. Copiare quindi l'immagine personalizzata su un CD, un DVD o un'unità flash USB per creare un supporto di installazione personalizzata di avvio. Per le istruzioni complete, consultare il documento su come creare un supporto di installazione personalizzata per SUSE Linux Enterprise 15 della serie SUSE Best Practices.

13 Clonazione delle immagini dei dischi

In questo capitolo è descritto come utilizzare immagini clonate per installare SUSE Linux Enterprise Server. Questo metodo è viene utilizzato soprattutto negli ambienti virtualizzati.

13.1 Panoramica

SUSE Linux Enterprise Server fornisce uno script per ripulire la configurazione univoca per ciascuna installazione. Con l'introduzione di systemd, vengono utilizzati e impostati identificatori univoci del sistema in ubicazioni e file diversi. Pertanto, la clonazione non è più un metodo consigliato per costruire immagini di sistema. È possibile creare immagini con KIWI, vedere https://doc.opensuse.org/projects/kiwi/doc/.

Per clonare dischi di computer, fare riferimento alla documentazione relativa all'ambiente di virtualizzazione.

13.2 Pulizia di identificatori di sistema univoci

Avvertimento
Avvertimento: perdita di dati di configurazione importanti

L'esecuzione della procedura seguente comporta l'eliminazione di dati di configurazione del sistema importanti. Se in produzione si utilizza il sistema di origine per il clone, eseguire lo script di pulizia nell'immagine clonata.

Per ripulire tutti gli identificatori di sistema univoci, eseguire la procedura seguente prima o dopo la clonazione di un'immagine del disco. Se viene eseguita sul clone, è necessario eseguire questa procedura su ciascun clone. Si consiglia pertanto di creare una golden image che non viene utilizzata in produzione e serve solo come origine per i nuovi cloni. La golden image è già ripulita ed è possibile utilizzare immediatamente i cloni.

Ad esempio, con il comando clone-master-clean-up si rimuovono:

  • File di scambio

  • Archivi Zypper

  • Chiavi host e client SSH

  • Directory temporanee, come /tmp/*

  • Dati di Postfix

  • Script del firewall HANA

  • Journal di systemd

  1. Utilizzare zypper per installare clone-master-clean-up:

    tux > sudo zypper install clone-master-clean-up
  2. Configurare il comportamento di clone-master-clean-up modificando /etc/sysconfig/clone-master-clean-up. Questo file di configurazione definisce se è necessario rimuovere gli utenti il cui UID è più grande di 1000, il file /etc/sudoers, gli archivi Zypper e gli snapshot Btrfs.

  3. Rimuovere la configurazione esistente e gli identificatori univoci eseguendo lo script:

    tux > sudo clone-master-clean-up

14 Personalizzazione delle immagini di installazione con mksusecd

mksusecd è uno strumento utile per creare un'immagine di installazione personalizzata. Utilizzarlo per modificare le normali immagini di installazione di SUSE Linux Enterprise, aggiungendo e rimuovendo file, creando un'immagine di installazione di rete minima, personalizzando le opzioni di avvio e repository e creando un'immagine di avvio minima come alternativa all'avvio di un sistema da un server PXE.

14.1 Installazione di mksusecd

In SLE 15 mksusecd si trova nel modulo Strumenti di sviluppo. Se il modulo non è stato abilitato, eseguire questa operazione. Individuare il nome del modulo esatto con zypper:

tux > zypper search-packages mksusecd
Following packages were found in following modules:

Package               Module or Repository
--------------------  -----------------------------------------------------------------
mksusecd              Development Tools Module (sle-module-development-tools/15/x86_64)
mksusecd-debuginfo    Development Tools Module (sle-module-development-tools/15/x86_64)
mksusecd-debugsource  Development Tools Module (sle-module-development-tools/15/x86_64)
mksusecd              Available
srcpackage:mksusecd   Available

To activate the respective module or product, use SUSEConnect --product.
Use SUSEConnect --help for more details.

Abilitarlo con SUSEConnect:

tux > sudo SUSEConnect -p sle-module-development-tools/15/x86_64

In SLE 15.1 e versioni successive si tratta di Repository principale degli aggiornamenti, abilitato per impostazione predefinita.

Installare mksusecd come di consueto:

tux > sudo zypper se mksusecd

Eseguire mksusecd --help per visualizzare un elenco completo di comandi.

Dopo aver creato l'immagine personalizzata, masterizzarla su un CD/DVD utilizzando un programma di scrittura su disco come Brasero o mybashburn oppure creare un'unità flash USB di avvio mediante il comando dd. Accertarsi che il dispositivo non sia montato, quindi eseguire il comando:

root # dd if=min-install.iso of=/dev/SDB bs=4M

Il nuovo dispositivo di avvio è pronto per l'uso.

14.2 Creazione di un'immagine di avvio minima

Utilizzare mksusecd per creare un'immagine di avvio minima per l'avvio dei computer client da un CD/DVD o un'unità flash USB, anziché da un server di avvio PXE. L'immagine minima esegue l'avvio del kernel e di initrd, quindi i file di installazione rimanenti vengono recuperati da un server NFS locale (consultare la Sezione 16.1, «Configurazione di un server di installazione con YaST»).

Eseguire il comando seguente per creare l'immagine ISO minima:

tux > sudo mksusecd --create min-install.iso \
--net=nfs://192.168.1.1:/srv/install/ARCH/OS_VERSION/SP_VERSION/cd1  \
/srv/tftpboot/EFI/ARCH/boot

Sostituire l'indirizzo del server NFS con il proprio. Sostituire ARCH con la directory corrispondente nell'architettura del sistema di destinazione. Sostituire anche OS_version e SP_VERSION (Service Pack) in base ai percorsi nella Sezione 16.1, «Configurazione di un server di installazione con YaST».

14.3 Impostare parametri di avvio del kernel predefiniti

Anziché attendere un prompt di avvio per accedere ai parametri di avvio del kernel, configurarli in un'immagine mksusecd personalizzata:

tux > sudo mksusecd --create install.iso \
--boot "textmode=1 splash=silent mitigations=auto"

Verificare che i parametri personalizzati siano stati caricati correttamente dopo l'avvio eseguendo la query /proc:

tux > cat /proc/cmdline

14.4 Personalizzare moduli, estensioni e repository

SUSE Linux Enterprise 15 supporta moduli (da non confondere con i moduli kernel) ed estensioni per vari componenti di prodotti. Si tratta di componenti aggiuntivi del sistema di base predefinito, come Strumenti di sviluppo, Applicazioni desktop e SUSE Linux Enterprise Live Patching. Per ulteriori informazioni, consultare la guida di riferimento rapido per moduli ed estensioni.

Con mksusecd è possibile creare un'immagine di installazione contenente tutti i moduli e le estensioni aggiuntivi desiderati. Per iniziare, eseguire una query sulle immagini esistenti, come in questo esempio per SUSE Linux Enterprise 15 SP2:

tux > sudo mksusecd --list-repos SLE-15-SP2-Full-ARCH-GM-media1.iso
Repositories:
  SLES15-SP2 [15.2-0]
  SLES15 [15.2-0]
  Basesystem-Module [15.2-0]
  SUSE-CAP-Tools-Module [15.2-0]
  Containers-Module [15.2-0]
  Desktop-Applications-Module [15.2-0]
  Development-Tools-Module [15.2-0]

Creare una nuova immagine di installazione basata sui moduli, sulle estensioni e sui repository selezionati ed eseguirne l'abilitazione automatica:

tux > sudo mksusecd --create myinstaller.iso\
  --enable-repos auto --include-repos Basesystem-Module,Desktop-Applications-Module \
  SLE-15-SP2-Online-ARCH-GM-media1.iso \
  SLE-15-SP2-Full-ARCH-GM-media1.iso

In questo modo, il file add_on_products.xml viene creato e aggiunto alla nuova immagine. Sostituire --enable-repos auto con --enable-repos ask. Il programma di installazione mostra una finestra di dialogo per la selezione dei moduli.

Nota
Nota: file di controllo di AutoYaST

Se si utilizza AutoYaST per configurare le installazioni, non è necessario elencare questi moduli nel file di controllo di AutoYaST se si utilizza l'opzione --enable-repos.

14.5 Creazione di un'immagine ISO di installazione di rete minima

Per creare un'immagine di installazione minima per l'avvio di un'installazione di rete, utilizzare l'opzione --nano:

tux > sudo mksusecd --create netinstall.iso \
--nano SLE-15-SP2-Online-ARCH-GM-media1.iso

14.6 Modificare il repository predefinito

Per impostare un repository diverso, ad esempio un repository locale, utilizzare l'opzione --net:

tux > sudo mksusecd --create localinstall.iso \
--net "https://example.com/local" SLE-15-SP2-Online-ARCH-GM-media1.iso

15 Personalizzazione manuale delle immagini di installazione

È possibile personalizzare le immagini di installazione SUSE Linux Enterprise standard modificando un file nell'immagine ISO di installazione, media.1/products. Aggiungere moduli ed estensioni per creare una singola immagine di installazione personalizzata. Copiare quindi l'immagine personalizzata su un CD, un DVD o un'unità flash USB per creare un supporto di installazione personalizzata di avvio. Per le istruzioni complete, consultare il documento su come creare un supporto di installazione personalizzata per SUSE Linux Enterprise 15 della serie SUSE Best Practices.

Parte IV Configurazione di un server di installazione

16 Configurazione di un'origine di installazione di rete

In questo capitolo è descritto come creare un server che fornisce i dati richiesti per l'installazione di SUSE Linux Enterprise Server tramite la rete.

In base al sistema operativo del computer utilizzato come origine di installazione di rete per SUSE Linux Enterprise Server, sono disponibili varie opzioni per la configurazione del server. Il modo migliore per configurare un server di installazione consiste nell'utilizzare YaST.

Suggerimento
Suggerimento: sistema operativo del server di installazione

È anche possibile utilizzare un computer Microsoft Windows come server di installazione per la distribuzione di Linux. Per ulteriori informazioni, vedere Sezione 16.5, «Gestione di un archivio SMB».

16.1 Configurazione di un server di installazione con YaST

In YaST è disponibile uno strumento grafico per la creazione di archivi di rete. Sono supportati server di installazione di rete HTTP, FTP e NFS.

  1. Eseguire il login come root al computer che deve svolgere la funzione di server di installazione.

  2. Avviare YaST  › Varie  › Server di installazione.

  3. Selezionare il tipo di archivio (HTTP, FTP o NFS). Il servizio di selezionato viene avviato automaticamente a ogni avvio del sistema. Se un servizio del tipo selezionato è già in esecuzione nel sistema in uso e si desidera configurarlo manualmente per il server, disattivare la configurazione automatica del servizio di server mediante Non configurare alcun servizio di rete. In entrambi i casi, definire la directory in cui i dati dell'installazione dovrebbero essere disponibili nel server.

  4. Configurare il tipo di archivio richiesto. Questo passaggio si riferisce alla configurazione automatica dei servizi server e viene ignorato quando la configurazione automatica è disattivata.

    Definire un alias per la directory radice del server FTP o HTTP in cui si trovano i dati dell'installazione. L'archivio verrà in seguito ubicato in ftp://Server-IP/Alias/Nome (FTP) o http://Server-IP/Alias/Nome (HTTP). Nome indica il nome dell'archivio, descritto nel passaggio successivo. Se nel passaggio precedente è stato selezionato NFS, definire i caratteri jolly e le opzioni di esportazione. Il server NFS sarà accessibile in nfs:// Server-IP / Nome. Per informazioni su NFS e sulle esportazioni, vedere il Book “Administration Guide”, Chapter 33 “Sharing File Systems with NFS”.

    Suggerimento
    Suggerimento: impostazioni firewall

    Accertarsi che le impostazioni del firewall del sistema server consentano traffico sulle porte HTTP, NFS e FTP. Se non lo consentono, abilitare Porta aperta nel firewall oppure selezionare prima Dettagli firewall.

  5. Configurare l'archivio. Prima di copiare i supporti di installazione nella destinazione corrispondente, definire il nome dell'archivio, possibilmente mediante un'abbreviazione del prodotto e della versione facile da ricordare. In YaST è possibile fornire immagini ISO dei supporti invece delle copie dei DVD di installazione. Se si sceglie questa soluzione, attivare la casella di controllo corrispondente e specificare il percorso di directory in cui è possibile trovare i file ISO localmente. A seconda del prodotto da distribuire utilizzando questo server di installazione, potrebbe essere necessario aggiungere supporti, come i DVD dei service pack, che fungano da archivi supplementari. Per annunciare in rete il server di installazione in uso tramite OpenSLP, attivare l'opzione corrispondente.

    Suggerimento
    Suggerimento: annuncio dell'archivio

    Valutare la possibilità di annunciare l'archivio tramite OpenSLP se la configurazione di rete in uso supporta tale opzione. In questo modo è possibile evitare di immettere il percorso di installazione della rete in ogni computer di destinazione. I sistemi di destinazione vengono avviati semplicemente utilizzando il parametro di avvio tramite SLP (Service Location Protocol) e individuano l'archivio di rete senza ulteriori configurazioni. Per informazioni su questa opzione, vedere il Capitolo 7, Parametri di avvio.

  6. Configurazione di archivi supplementari. YaST applica una specifica convenzione di denominazione per la configurazione degli archivi nei CD di componenti aggiuntivi o Service Pack. La configurazione viene accettata solo se il nome dell'archivio dei CD di componenti aggiuntivi inizia con il nome dell'archivio dei supporti di installazione. In altre parole, se si è scelto SLES12SP1 come nome repository per DVD1, è necessario selezionare SLES12SP1addon come nome repository per DVD2.

  7. Caricare i dati di installazione. Il passaggio più lungo nella configurazione di un server per l'installazione è la copia dei supporti di installazione effettivi. Inserire i supporti in base alla sequenza richiesta da YaST e attendere la fine della procedura di copia. Quando le origini sono state interamente copiate, tornare alla panoramica degli archivi esistenti e chiudere la configurazione selezionando Fine.

    Il server di configurazione in uso è ora completamente configurato e pronto al servizio e viene avviato automaticamente a ogni avvio del sistema. Non sono necessari altri interventi. È necessario solo configurare e avviare il servizio manualmente in modo corretto se la configurazione automatica del servizio di rete selezionato con YaST è stata disattivata al passaggio iniziale.

Per disattivare un archivio, selezionare l'archivio da rimuovere, quindi scegliere Cancella. I dati di installazione vengono rimossi dal sistema. Per disattivare il servizio di rete, utilizzare il rispettivo modulo YaST.

Se è necessario che il server di installazione fornisca i dati di installazione per più di un prodotto della medesima versione, avviare il modulo del server di installazione di YaST. Nella panoramica degli archivi esistenti, selezionare quindi Aggiungi per configurare il nuovo archivio.

Avvertimento
Avvertimento: il server di installazione di YaST entra in conflitto con il server RMT

La configurazione di un server come server di installazione con YaST installa e configura automaticamente il server Web Apache, in ascolto sulla porta 80.

Tuttavia, la configurazione di un computer come server RMT (Repository Mirroring Tool) installa automaticamente il server Web NGINX e lo configura in ascolto sulla porta 80.

Non tentare di abilitare entrambe le funzioni sullo stesso server. Un singolo server non può ospitarle entrambe contemporaneamente.

16.2 Configurazione manuale di un archivio NFS

La configurazione di un'origine NFS per l'installazione avviene in due passaggi principali. Nel primo passaggio, creare la struttura della directory che contiene i dati di installazione e copiare i supporti di installazione in tale struttura. In secondo luogo, esportare in rete la directory con i dati di installazione.

Per creare una directory con i dati di installazione, procedere come indicato di seguito:

  1. Eseguire il login come utente root.

  2. Creare la directory destinata in seguito a contenere i dati di installazione e passare a questa directory. Ad esempio:

    root # mkdir -p /srv/install/PRODUCT/PRODUCTVERSION
    root # cd /srv/install/PRODUCT/PRODUCTVERSION

    Sostituire PRODUCT con un'abbreviazione del nome del prodotto e PRODUCTVERSION con una stringa contenente il nome e la versione del prodotto (ad esempio, /srv/install/SLES/15.1).

  3. Per ciascun supporto di installazione contenuto nel kit di supporti, eseguire i comandi seguenti:

    1. Copiare l'intero contenuto del supporto di installazione nella directory del server di installazione:

      root # cp -a /media/PATH_TO_YOUR_MEDIA_DRIVE .

      Sostituire PATH_TO_YOUR_MEDIA_DRIVE con il percorso effettivo al quale è indirizzata l'unità del supporto di installazione.

    2. Rinominare la directory impostando il numero del supporto:

      root # mv PATH_TO_YOUR_MEDIA_DRIVE DVDX

      Sostituire X con il numero effettivo del supporto di installazione.

In SUSE Linux Enterprise Server è possibile esportare l'archivio con NFS utilizzando YaST. Procedere come segue:

  1. Eseguire il login come utente root.

  2. Avviare YaST › Servizi di rete › Server NFS.

  3. Selezionare Avvio, Porta aperta nel firewall e fare clic su Avanti.

  4. Selezionare Aggiungi directory e cercare la directory contenente le origini di installazione, in questo caso PRODUCTVERSION.

  5. Selezionare Aggiungi host e immettere i nomi host del computer nel quale esportare i dati di installazione. Anziché specificare i nomi host, è possibile utilizzare caratteri jolly, intervalli di indirizzi di rete o semplicemente il nome di dominio della rete in uso. Immettere le opzioni di esportazione appropriate oppure lasciare quelle di default, che funzionano correttamente nella maggior parte delle configurazioni. Per ulteriori informazioni sulla sintassi utilizzata per l'esportazione delle condivisioni NFS, leggere la manpage export.

  6. Fare clic su Fine. Il server NFS che contiene l'archivio di SUSE Linux Enterprise Server viene avviato e integrato automaticamente nel processo di avvio.

Se si preferisce esportare manualmente l'archivio tramite NFS invece di utilizzare il modulo YaST per il server NFS, procedere come indicato di seguito:

  1. Eseguire il login come utente root.

  2. Aprire il file /etc/exports e immettere la riga seguente:

    /PRODUCTVERSION *(ro,root_squash,sync)

    In questo modo la directory /PRODUCTVERSION viene esportata in un host che faccia parte di questa rete o in un host che possa essere connesso a questo server. Per limitare l'accesso a questo server, utilizzare maschere di rete o nomi di dominio al posto del carattere jolly generico *. Per informazioni, vedere la manpage relativa a export. Salvare e uscire da questo file di configurazione.

  3. Per aggiungere il servizio NFS all'elenco di server avviati durante l'avvio del sistema, eseguire i comandi seguenti:

    root # systemctl enable nfsserver
  4. Avviare il server NFS con il comando systemctl start nfsserver. Se si desidera modificare la configurazione del server NFS successivamente, modificare il file di configurazione e riavviare il daemon NFS con il comando systemctl restart nfsserver.

L'annuncio del server NFS tramite OpenSLP rende il suo indirizzo noto a tutti i client della rete in uso.

  1. Eseguire il login come utente root.

  2. Creare il file di configurazione /etc/slp.reg.d/install.suse.nfs.reg contenente le seguenti righe:

    # Register the NFS Installation Server
    service:install.suse:nfs://$HOSTNAME/PATH_TO_REPOSITORY/DVD1,en,65535
    description=NFS Repository

    Sostituire PATH_TO_REPOSITORY con il percorso effettivo dell'origine di installazione sul server.

  3. Avviare il daemon OpenSLP con il comando systemctl start slpd.

Per ulteriori informazioni su OpenSLP, consultare la documentazione relativa ai pacchetti in /usr/share/doc/packages/openslp/ o vedere Book “Administration Guide”, Chapter 36 “SLP”. Per ulteriori informazioni su NFS, fare riferimento a Book “Administration Guide”, Chapter 33 “Sharing File Systems with NFS”.

16.3 Configurazione manuale di un archivio FTP

La procedura di creazione di un archivio FTP è molto simile a quella per la creazione di un archivio NFS. Anche un archivio FTP può essere annunciato in rete tramite OpenSLP.

  1. Creare una directory contenente le origini dell'installazione come descritto nella Sezione 16.2, «Configurazione manuale di un archivio NFS».

  2. Configurare il server FTP per la distribuzione dei contenuti della directory di installazione in uso:

    1. Eseguire il login come root e installare il pacchetto vsftpd utilizzando il programma di gestione del software YaST.

    2. Immettere la directory radice del server FTP:

      root # cd /srv/ftp
    3. Creare una sottodirectory contenente le origini dell'installazione nella directory radice di FTP:

      root # mkdir REPOSITORY

      Sostituire REPOSITORY con il nome del prodotto.

    4. Montare i contenuti dell'archivio di installazione nell'ambiente di modifica radice del server FTP:

      root # mount --bind PATH_TO_REPOSITORY /srv/ftp/REPOSITORY

      Sostituire PATH_TO_REPOSITORY e REPOSITORY con i valori che corrispondono alla configurazione. Se si desidera che questa sostituzione sia permanente, aggiungerla a /etc/fstab.

    5. Avviare vsftpd con vsftpd.

  3. Annunciare l'archivio tramite OpenSLP, se supportato dalla configurazione di rete in uso:

    1. Creare il file di configurazione /etc/slp.reg.d/install.suse.ftp.reg contenente le seguenti righe:

      # Register the FTP Installation Server
      service:install.suse:ftp://$HOSTNAME/REPOSITORY/DVD1,en,65535
      description=FTP Repository

      Sostituire REPOSITORY con il nome effettivo della directory dell'archivio sul server. La riga service: deve essere immessa come un'unica riga continua.

    2. Avviare il daemon OpenSLP con il comando systemctl start slpd.

Suggerimento
Suggerimento: configurazione di un server FTP con YaST

Se si preferisce utilizzare YaST al posto di configurare manualmente il server di installazione FTP, fare riferimento a Book “Administration Guide”, Chapter 38 “Setting Up an FTP Server with YaST”.

16.4 Configurazione manuale di un archivio HTTP

La procedura di creazione di un archivio HTTP è molto simile a quella per la creazione di un archivio NFS. Anche un archivio HTTP può essere annunciato in rete tramite OpenSLP.

  1. Creare una directory contenente le origini dell'installazione come descritto nella Sezione 16.2, «Configurazione manuale di un archivio NFS».

  2. Configurare il server HTTP per la distribuzione dei contenuti della directory di installazione in uso:

    1. Installare il server Web Apache come descritto in Book “Administration Guide”, Chapter 37 “The Apache HTTP Server”, Section 37.1.2 “Installation”.

    2. Immettere la directory root del server HTTP (/srv/www/htdocs) e creare una sottodirectory per contenere le origini dell'installazione:

      root # mkdir REPOSITORY

      Sostituire REPOSITORY con il nome del prodotto.

    3. Creare un collegamento simbolico dalla posizione delle origini dell'installazione nella directory radice del server Web (/srv/www/htdocs):

      root # ln -s /PATH_TO_REPOSITORY/srv/www/htdocs/REPOSITORY
    4. Modificare il file di configurazione del server HTTP /etc/apache2/default-server.conf in modo che segua i collegamenti simbolici. Sostituire la riga seguente:

      Options None

      con

      Options Indexes FollowSymLinks
    5. Ricaricare la configurazione del server HTTP con il comando systemctl reload apache2.

  3. Annunciare l'archivio tramite OpenSLP, se supportato dalla configurazione di rete in uso:

    1. Creare il file di configurazione /etc/slp.reg.d/install.suse.http.reg contenente le seguenti righe:

      # Register the HTTP Installation Server
      service:install.suse:http://$HOSTNAME/REPOSITORY/DVD1/,en,65535
      description=HTTP Repository

      Sostituire REPOSITORY con il percorso effettivo dell'archivio sul server. La riga service: deve essere immessa come un'unica riga continua.

    2. Avviare il daemon OpenSLP con il comando systemctl start slpd.

16.5 Gestione di un archivio SMB

L'uso di SMB consente di importare le origini dell'installazione da un server Microsoft Windows e avviare la distribuzione di Linux anche senza nessun computer Linux.

Per configurare una condivisione Windows esportata contenente l'archivio di SUSE Linux Enterprise Server, procedere come indicato di seguito:

  1. Eseguire il login nel computer Windows in uso.

  2. Creare la nuova directory destinata a contenere l'intero albero di installazione e assegnare a essa un nome; ad esempio INSTALL.

  3. Esportare questa condivisione secondo la procedura indicata nella documentazione Windows.

  4. Accedere a questa condivisione e creare una sottodirectory, denominata PRODUCT. Sostituire PRODUCT con il nome effettivo del prodotto.

  5. Accedere alla directory INSTALL/PRODUCT e copiare ciascun supporto in una directory separata, come DVD1 e DVD2.

Per utilizzare una condivisione SMB montata come archivio, procedere come segue:

  1. Avviare la destinazione dell'installazione.

  2. Selezionare Installazione.

  3. Premere F4 per una selezione dell'archivio.

  4. Scegliere SMB e immettere il nome o l'indirizzo IP del computer Windows, il nome della condivisione (in questo esempio INSTALL/PRODUCT/DVD1), il nome utente e la password. La sintassi è la seguente:

    smb://workdomain;user:password@server/INSTALL/DVD1

    Quando si preme Enter, YaST viene avviato ed è possibile eseguire l'installazione.

16.6 Utilizzo delle immagini ISO dei supporti di installazione sul server

Anziché copiare manualmente i supporti fisici nella directory del server, è possibile montare le immagini ISO dei supporti di installazione nel server di installazione e utilizzarle come archivio. Per impostare un server HTTP, NFS o FTP che utilizzi immagini ISO anziché copie di supporti, procedere come segue:

  1. Effettuare il download delle immagini ISO e salvarle sul computer da utilizzare come server di installazione.

  2. Eseguire il login come utente root.

  3. Scegliere e creare un'ubicazione appropriata per i dati di installazione, come descritto nella Sezione 16.2, «Configurazione manuale di un archivio NFS», Sezione 16.3, «Configurazione manuale di un archivio FTP» o Sezione 16.4, «Configurazione manuale di un archivio HTTP».

  4. Creare sottodirectory per ogni supporto di installazione.

  5. Per montare e scompattare ciascuna immagine ISO nella posizione finale, immettere il comando seguente:

    root # mount -o loop PATH_TO_ISO PATH_TO_REPOSITORY/PRODUCT/MEDIUMX

    Sostituire PATH_TO_ISO con il percorso della copia locale dell'immagine ISO. Sostituire PATH_TO_REPOSITORY con la directory di origine del server. Sostituire PRODUCT con il nome del prodotto e MEDIUMX con il tipo (CD o DVD) e il numero del supporto utilizzato.

  6. Ripetere il passaggio precedente per montare tutte le immagini ISO necessarie per il prodotto.

  7. Avviare il server di installazione normalmente, come descritto nella Sezione 16.2, «Configurazione manuale di un archivio NFS», Sezione 16.3, «Configurazione manuale di un archivio FTP» o Sezione 16.4, «Configurazione manuale di un archivio HTTP».

Per montare automaticamente le immagini ISO all'avvio, aggiungere i rispettivi punti di montaggio a /etc/fstab. Secondo l'esempio precedente, una voce avrà l'aspetto seguente:

PATH_TO_ISO PATH_TO_REPOSITORY/PRODUCTMEDIUM auto loop

17 Preparazione dell'ambiente di avvio della rete

In questo capitolo è descritto come configurare i server DHCP e TFTP che forniscono l'infrastruttura necessaria per eseguire l'avvio da PXE.

È possibile installare SUSE® Linux Enterprise Server tramite un ambiente PXE (Preboot Execution Environment). L'avvio tramite PXE deve essere supportato dall'hardware client. In rete devono essere disponibili un server DHCP e un server TFTP che forniscano ai client i dati richiesti. In questo capitolo è indicata la procedura per configurare i server necessari.

Con PXE vengono avviati solo un kernel e il file initrd. È possibile utilizzarlo per eseguire l'avvio in un ambiente di installazione o in sistemi live. Per configurare le origini di installazione, vedere Capitolo 16, Configurazione di un'origine di installazione di rete.

In questa sezione vengono illustrate le attività di configurazione necessarie per scenari di avvio complessi. Vengono presentati esempi di configurazione pronti all'uso per DHCP, avvio PXE, TFTP e Wake on LAN.

Negli esempi si presuppone che i server DHCP, TFTP e NFS risiedano nello stesso computer con IP 192.168.1.1. Tutti i servizi possono risiedere tranquillamente in computer diversi. Assicurarsi di modificare gli indirizzi IP secondo necessità.

17.1 Configurazione di un server DHCP

Un server DHCP fornisce l'assegnazione di indirizzi IP dinamici (Sezione 17.1.1, «Assegnazione di indirizzi dinamici») e statici (Sezione 17.1.2, «Assegnazione di indirizzi IP statici») ai client di rete. Pubblicizza server, instradamenti e domini. Per i server TFTP, DHCP fornisce inoltre il kernel e i file initrd. I file da caricare dipendono dall'architettura del computer di destinazione e dall'uso dell'avvio BIOS o UEFI esistente. I client trasmettono il rispettivo tipo di architettura nelle richieste DHCP. In base a tali informazioni, il server DHCP decide i file che il client deve scaricare per l'avvio.

Avvertimento
Avvertimento: errori di avvio PXE e installazione AutoYaST

A partire da SUSE Linux Enterprise 15.0 esistono condizioni speciali che determinano errori di avvio PXE e installazione AutoYaST. Per ulteriori informazioni e per la relativa soluzione, consultare la Sezione 17.1.3, «Errori di avvio PXE e installazione AutoYaST».

17.1.1 Assegnazione di indirizzi dinamici

Il seguente esempio illustra come configurare un server DHCP che assegna in modo dinamico gli indirizzi IP ai client e pubblicizza server, instradamenti, domini e file di avvio.

  1. Eseguire il login come root nel computer che ospita il server DHCP.

  2. Abilitare il server DHCP eseguendo il comando systemctl enable dhcpd.

  3. Aggiungere le righe seguenti ad una configurazione di sottorete del file di configurazione del server DHCP ubicato in /etc/dhcpd.conf:

    # The following lines are optional
    option domain-name "my.lab";
    option domain-name-servers 192.168.1.1;
    option routers 192.168.1.1;
    option ntp-servers 192.168.1.1;
    ddns-update-style none;
    default-lease-time 3600;
    
    # The following lines are required
    option arch code 93 = unsigned integer 16; # RFC4578
    subnet 192.168.1.0 netmask 255.255.255.0 {
     next-server 192.168.1.1;
     range 192.168.1.100 192.168.1.199;
     default-lease-time 3600;
     max-lease-time 3600;
     if option arch = 00:07 or option arch = 00:09 {
       filename "/EFI/x86/grub.efi";
     }
     else if option arch = 00:0b {
       filename "/EFI/aarch64/bootaa64.efi";
     }
     else  {
       filename "/BIOS/x86/pxelinux.0";
     }
    }

    Questo esempio di configurazione utilizza la sottorete 192.168.1.0/24 con DHCP, DNS e gateway sul server con indirizzo IP 192.168.1.1. Verificare che tutti gli indirizzi IP vengano modificati in base al layout di rete. Per ulteriori informazioni sulle opzioni disponibili in dhcpd.conf, vedere la documentazione relativa a dhcpd.conf.

  4. Riavviare il server DHCP eseguendo il comando systemctl restart dhcpd.

17.1.2 Assegnazione di indirizzi IP statici

Un server DHCP può anche assegnare indirizzi IP statici e nomi host ai client di rete. Un caso d'uso consiste nell'assegnare indirizzi statici ai server. Un altro caso è quello che limita la possibilità di entrare a far parte della rete ai soli client con indirizzi IP statici assegnati e che non fornisce pool di indirizzi dinamici.

Modificare la configurazione DHCP di cui sopra in base al seguente esempio:

group {
 host test {
   hardware ethernet MAC_ADDRESS;
   fixed-address IP_ADDRESS;
   }
}

La dichiarazione host assegna un nome host alla destinazione di installazione. Per associare il nome host e l'indirizzo IP a un host specifico, è necessario specificare l'indirizzo hardware (MAC) del client. Sostituire tutte le variabili utilizzare nell'esempio con i valori effettivi corrispondenti all'ambiente, quindi salvare le modifiche e riavviare il server DHCP.

17.1.3 Errori di avvio PXE e installazione AutoYaST

A partire da SUSE Linux Enterprise 15.0 e ISC DHCP 4.3.x esistono circostanze specifiche che determinano errori di avvio PXE e installazione AutoYaST. Se un server DHCP non dispone di un pool di indirizzi IP dinamici, ma consente solo indirizzi statici predefiniti per client, e i client inviano identificatori RFC 4361, si verificano errori di avvio PXE e installazione AutoYaST. Per evitare che computer casuali entrino a far parte della rete, consentire solo indirizzi assegnati a specifici client di rete e non fornire pool di indirizzi dinamici.

Se un nuovo sistema viene avviato in PXE, invia una richiesta al server DHCP e si autoidentifica mediante un identificatore client creato in base al tipo di hardware e all'indirizzo MAC dell'interfaccia di rete. Si tratta di un ID client RFC 2132. Il server DHCP fornisce quindi l'indirizzo IP assegnato. Viene quindi caricato il kernel di installazione, che invia un'altra richiesta DHCP, ma l'ID client è diverso e viene inviato in formato RFC 4361. Il server DHCP non lo riconosce come lo stesso client e cercherà un indirizzo IP dinamico libero, che non è disponibile. L'installazione si arresta.

La soluzione consiste nel configurare l'invio di ID client RFC 2132. Per inviare un ID client RFC 2132 durante l'installazione, utilizzare linuxrc per passare il seguente comando ifcfg:

ifcfg=eth0=dhcp,DHCLIENT_CLIENT_ID=01:03:52:54:00:02:c2:67,
DHCLIENT6_CLIENT_ID=00:03:52:54:00:02:c2:67

L'ID client DHCPv4 RFC 2132 in genere utilizzato nella rete Ethernet viene creato in base al tipo di hardware (01 per Ethernet), seguito dall'indirizzo hardware (MAC), ad esempio:

01:52:54:00:02:c2:67

L'ID client DHCPv4 RFC 4361 tenta di correggere il problema di identificazione di un computer con più di un'interfaccia di rete. Il nuovo ID client DHCPv4 presenta lo stesso formato dell'ID client DHCPv6. Inizia con il prefisso 0xff, anziché con il tipo di hardware, seguito dall'IAID DHCPv6, ovvero l'ID di associazione dell'indirizzo di interfaccia che descrive l'interfaccia sul computer, seguito dal DUID, l'identificatore univoco DHCP DHCPv6 del computer.

Utilizzando il DUID basato sul tipo e sull'indirizzo hardware di cui sopra, il nuovo ID client DHCPv4 RFC 4361 sarà:

  • Utilizzando gli ultimi byte dell'indirizzo MAC come IAID: ff:00:02:c2:67:00:01:xx:xx:xx:xx:52:54:00:02:c2:67

  • Se l'IAID è un numero semplice incrementato: ff:00:00:00:01:00:01:xx:xx:xx:xx:52:54:00:02:c2:67

I campi xx:xx:xx:xx nel DUID-LLT, ovvero la registrazione data e ora del livello di collegamento DUID, indicano la data e ora di creazione. Un DUID-LL (00:03:00:01:$MAC) non dispone della registrazione data e ora.

Per ulteriori informazioni sull'utilizzo di linuxrc, consultare la Guida di AutoYaST. Fare inoltre riferimento a man 4 initrd e alla documentazione per le opzioni dhcp4 "create-cid" e dhcp6 "default-duid" in man 5 wicked-config, wicked duid --help e wicked iaid --help.

17.2 Configurazione di un server TFTP

La seguente procedura illustra come preparare il server in modo da consentire l'avvio in remoto dei computer client con UEFI e BIOS mediante i file esportati da TFTP.

17.2.1 Installazione di un server TFTP

Per installare un server TFTP, attenersi alla procedura seguente:

  1. Installare il pacchetto tftp.

    tux > sudo zypper in tftp
  2. Rivedere la configurazione tftpd in /etc/sysconfig/tftp e aggiungere o modificare le opzioni secondo necessità. Per ulteriori dettagli, fare riferimento a man 8 tftpd. Il daemon TFTP funziona senza dover modificare la configurazione. La directory radice di default per i file è /srv/tftpboot.

  3. Assicurarsi che tftpd sia stato eseguito all'avvio e riavviarlo per visualizzare la nuova configurazione.

    tux > sudo systemctl enable tftp.socket
    tux > sudo systemctl restart tftp.socket

17.2.2 Installazione dei file per l'avvio

In SUSE Linux Enterprise Server vengono forniti i file necessari per eseguire l'avvio da PXE in computer BIOS o UEFI. Sono supportate le seguenti architetture hardware:

  • AMD64/Intel 64

  • AArch64

  • POWER

  • IBM Z

I file richiesti per l'avvio da una specifica architettura hardware sono inclusi in un pacchetto RPM. Installarli nel computer sul quale viene eseguito il server TFTP:

tux > sudo zypper in tftpboot-installation-SLE-OS_VERSION-ARCHITECTURE

Sostituire OS_VERSION con il numero di versione dell'installazione di SUSE Linux Enterprise Server in uso, ad esempio SLE-15-SP2-x86_64, e ARCHITECTURE con l'architettura del sistema, ad esempio x86_64. Il testo risultante sarà: tftpboot-installation-SLE-15-SP2-x86_64 Eseguire zypper se tftpboot per cercare tutte le versioni e le architetture disponibili.

I file vengono installati in /srv/tftpboot/SLE-OS_VERSION-ARCHITECTURE. È inoltre possibile copiare altre versioni e architetture di SUSE Linux Enterprise Server nella directory/srv/tftpboot.

Suggerimento
Suggerimento: gestione di architetture diverse

L'architettura hardware di un client e un server può variare. Ad esempio, è possibile eseguire un server TFTP AMD64/Intel 64 e fornire un ambiente di avvio per computer client AArch64 installando il pacchetto tftpboot-installation-SLE-15-SP2-aarch64 .

Nota
Nota: directory /srv/tftpboot/ esistente

Se sul computer esiste già la directory /srv/tftpboot/, tutti i file verranno installati in /usr/share/tftpboot-installation/, come nel caso in cui si effettua l'upgrade del server PXE da una release precedente di SLES.

Per correggere il problema, copiare i file manualmente da /usr/share/tftpboot-installation/ in /srv/tftpboot/. In alternativa, rimuovere /srv/tftpboot/ e installare di nuovo il pacchetto tftpboot-installation-SLE-OS_VERSION-ARCHITECTURE .

17.2.3 Configurazione di PXELINUX

Aprire il file /srv/tftpboot/SLE-OS_VERSION-ARCHITECTURE/net/pxelinux.cfg/default in un editor. Sostituire il percorso del parametro install in base alla configurazione descritta nel Capitolo 16, Configurazione di un'origine di installazione di rete. Sostituire anche TFTP_SERVER con l'indirizzo IP del server TFTP. Per una panoramica delle opzioni di configurazione di PXELINUX, vedere Sezione 17.3, «Opzioni di configurazione di PXELINUX».

default linux

# install
label linux
  ipappend 2
  kernel boot/ARCHITECTURE/loader/linux
  append initrd=boot/ARCHITECTURE/loader/initrd instsys=tftp://TFTP_SERVER/SLE-OS_VERSION-ARCHITECTURE/boot/ARCHITECTURE/root install=PROTOCOL://SERVER_IP:/PATH

display  message
implicit 1
prompt  1
timeout  50

Per i dettagli sui parametri di avvio utilizzati nella riga append, vedere Sezione 7.3, «Elenco dei parametri di avvio importanti».

Se necessario, modificare /srv/tftpboot/SLE-OS_VERSION-ARCHITECTURE/net/pxelinux.cfg/message per visualizzare un messaggio nel menu di avvio.

17.2.4 Preparazione dell'avvio da PXE per EFI con GRUB2

Non è necessario modificare i file di configurazione GRUB2. Nelle impostazioni di default, tuttavia, non è fornita alcuna origine di rete per il sistema di installazione. Se si desidera eseguire l'installazione completa di SUSE Linux Enterprise Server tramite la rete, aggiungere il parametro install alle righe linuxefi nel file /srv/tftpboot/SLE-OS_VERSION-ARCHITECTURE/EFI/BOOT/grub.cfg. Impostare il parametro install in base alla configurazione descritta nel Capitolo 16, Configurazione di un'origine di installazione di rete. Per i dettagli su altri parametri di avvio utilizzati nelle righe efilinux, vedere Sezione 7.3, «Elenco dei parametri di avvio importanti».

17.3 Opzioni di configurazione di PXELINUX

Le opzioni elencate di seguito sono solo una parte di tutte le opzioni disponibili per il file di configurazione di PXELINUX.

APPEND OPTIONS

Consente di aggiungere una o più opzioni alla riga di comando del kernel. Queste vengono aggiunte sia per l'avvio automatico, sia per quello manuale. Le opzioni vengono aggiunte all'inizio della riga di comando del kernel e solitamente possono essere ignorate dalle opzioni del kernel immesse esplicitamente.

APPEND -

Non aggiunge alcun elemento. APPEND, seguito da un singolo trattino come argomento in una sezione LABEL, può essere utilizzato per ignorare l'opzione APPEND generale.

DEFAULT KERNEL_OPTIONS...

Consente di impostare la riga di comando del kernel di default. Se PXELINUX viene avviato automaticamente, agisce come se le voci che seguono DEFAULT fossero state digitate al prompt di avvio, ad eccezione dell'opzione auto che viene aggiunta automaticamente, indicando un avvio automatico.

Se non sono disponibili file di configurazione o nel file di configurazione non è definita alcuna voce DEFAULT, per default il nome del kernel è «linux», senza opzioni.

IFAPPEND FLAG

Aggiunge un'opzione specifica alla riga di comando del kernel a seconda del valore di FLAG. L'opzione IFAPPEND è disponibile solo su PXELINUX. Per FLAG è previsto un valore descritto nella Tabella 17.1, «Opzioni della riga di comando del kernel generate e aggiunte da IFAPPEND»:

Tabella 17.1: Opzioni della riga di comando del kernel generate e aggiunte da IFAPPEND

Argomento

Riga di comando del kernel generata/Descrizione

1

ip=CLIENT_IP:BOOT_SERVER_IP:GW_IP:NETMASK

I segnaposto vengono sostituiti in base all'input ricevuto dal server di avvio DHCP/BOOTP o PXE.

Questa opzione non sostituisce l'esecuzione di un client DHCP nel sistema avviato. Senza rinnovi regolari, il lease acquisito dal BIOS PXE scadrà e l'indirizzo IP potrà essere riutilizzato dal server DHCP.

2

BOOTIF=MAC_ADDRESS_OF_BOOT_INTERFACE

Questa opzione è utile se si desidera evitare timeout quando il server di installazione esamina un'interfaccia LAN dopo l'altra fino a quando non ottiene una risposta da un server DHCP. Questa funzione consente a un programma initrd di determinare l'interfaccia di avvio del sistema. linuxrc legge l'opzione e utilizza l'interfaccia di rete specificate.

4

SYSUUID=SYSTEM_UUID

Aggiunge UUID sotto forma di esadecimali in minuscolo. Vedere /usr/share/doc/packages/syslinux/pxelinux.txt

LABEL LABEL KERNEL IMAGE APPEND OPTIONS...

Indica che se si immette LABEL come kernel per l'avvio, PXELINUX deve avviare invece IMAGE ed è necessario utilizzare le opzioni APPEND specificate. Tali opzioni sostituiscono quelle specificate nella sezione globale del file, prima del primo comando LABEL. L'impostazione di default di IMAGE è la stessa di LABEL e, se non viene fornita alcuna opzione APPEND, per default viene utilizzata la voce generale, se presente. Sono ammesse fino a 128 voci LABEL.

PXELINUX utilizza la sintassi seguente:

label MYLABEL
  kernel MYKERNEL
  append MYOPTIONS

Le etichette vengono modificate come se fossero nomi di file e devono essere univoche dopo essere state modificate. Le due etichette «v2.6.30» e «v2.6.31», ad esempio, non sarebbero distinguibili in PXELINUX poiché entrambe vengono modificate e risultano nello stesso nome file DOS.

Il kernel non deve essere necessariamente un kernel di Linux. Può essere anche un settore di avvio o un file COMBOOT.

LOCALBOOT TYPE

In PXELINUX, se si specifica LOCALBOOT 0 invece dell'opzione KERNEL, viene chiamata questa etichetta e viene avviato il disco locale invece del kernel.

Argomento

Descrizione

0

Consente di eseguire un avvio normale.

4

Consente di eseguire un avvio locale mediante Universal Network Driver Interface (UNDI) ancora residente in memoria.

5

Consente di eseguire l'avvio locale mediante lo stack PXE completo, incluso il driver UNDI, ancora residente in memoria.

Tutti gli altri valori non sono definiti. Se non si conoscono gli stack UNDI o PXE, specificare 0.

TIMEOUT TIME-OUT

Indica il tempo di attesa al prompt di avvio prima dell'avvio automatico, espresso in unità di 1/10 di secondo. Il timeout viene annullato quando l'utente digita un testo qualsiasi con la tastiera, presupponendo che l'utente completerà il comando iniziato. Un valore di timeout pari a zero disabilita completamente il timeout. Questa è anche l'impostazione di default. Il valore massimo di timeout possibile è 35996 (poco meno di un'ora).

PROMPT flag_val

Se flag_val è 0, il prompt di avvio viene visualizzato solo se viene premuto Shift o Alt oppure se è selezionato il blocco delle maiuscole o il blocco dello scorrimento. Questa è l'impostazione di default. Se flag_val è 1, il prompt di avvio viene sempre visualizzato.

F2  FILENAME
F1  FILENAME
..etc...
F9  FILENAME
F10 FILENAME

Consente di visualizzare il file indicato sullo schermo quando viene premuto un tasto funzione al prompt di avvio. Può essere utilizzato per implementare la Guida online relativa al preavvio, presumibilmente per le opzioni della riga di comando del kernel. Per la compatibilità con versioni precedenti, è possibile inoltre immettere F10 come F0. Si noti che non esiste attualmente alcun modo per associare i nomi file a F11 e F12.

17.4 Preparazione del sistema di destinazione per l'avvio PXE

Preparare il BIOS del sistema per l'avvio PXE includendo l'opzione PXE nell'ordine di avvio del BIOS.

Avvertimento
Avvertimento: ordine di avvio nel BIOS

Non posizionare l'opzione PXE davanti al parametro di avvio del disco rigido nel BIOS, altrimenti il sistema cercherà di reinstallarsi a ogni avvio.

17.5 Preparazione del sistema di destinazione per Wake on LAN

Con Wake on LAN (WOL) è necessario che l'opzione BIOS corrispondente sia abilitata prima dell'installazione. Trascrivere inoltre l'indirizzo MAC del sistema di destinazione. Questi dati sono indispensabili per avviare Wake on LAN.

17.6 Wake on LAN

Con Wake on LAN è possibile accendere un computer mediante uno speciale pacchetto di rete contenente l'indirizzo MAC del computer. Poiché ogni computer dispone di un identificatore MAC univoco, non si corre il rischio di accendere accidentalmente il computer sbagliato.

Importante
Importante: Wake on LAN su segmenti di rete diversi

Se il computer di controllo non si trova sullo stesso segmento di rete della destinazione del comando WOL, sono disponibili due opzioni. Configurare le richieste WOL affinché vengano inviate come multidiffusioni o controllare in remoto un computer su tale segmento di rete in modo che funga da emittente delle richieste.

Gli utenti di SUSE Linux Enterprise Server possono utilizzare il modulo WOL di YaST per configurare facilmente Wake on LAN. Gli utenti di altre versioni di sistemi operativi basati su SUSE Linux possono utilizzare uno strumento a riga di comando.

17.7 Wake on LAN con YaST

Utilizzare questa procedura per configurare Wake on LAN con YaST.

  1. Eseguire il login come utente root.

  2. Avviare YaST › Servizi di rete › WOL.

  3. Fare clic su Aggiungi, quindi aggiungere il nome e l'indirizzo MAC del sistema di destinazione.

  4. Per accendere questo computer, scegliere la voce appropriata, quindi fare clic su Wake up (Attiva).

Parte V Configurazione iniziale del sistema

  • 18 Impostazione dei componenti hardware con YaST
  • YaST consente di configurare componenti hardware quali l'hardware audio, il layout della tastiera di sistema o le stampanti.

  • 19 Installazione o rimozione del software
  • È possibile eseguire la ricerca dei componenti software che si desidera aggiungere o rimuovere utilizzando il modulo di gestione del software di YaST. YaST è in grado di risolvere automaticamente tutte le dipendenze. Per installare pacchetti non forniti con il supporto di installazione, aggiungere archivi software alla configurazione e affidarne la gestione a YaST. Mantenere il proprio sistema aggiornato gestendo gli aggiornamenti software con l'applet di aggiornamento.

  • 20 Installazione di moduli, estensioni e prodotti aggiuntivi di terze parti
  • I moduli e le estensioni aggiungono parti o funzionalità al sistema. In questo capitolo ne vengono illustrati il processo di installazione, l'ambito, lo stato del supporto e il ciclo di vita.

  • 21 Installazione di più versioni del kernel
  • SUSE Linux Enterprise Server supporta l'installazione parallela di più versioni del kernel. Quando si installa un secondo kernel, vengono creati automaticamente una voce di avvio e un disco initrd, pertanto non è necessaria alcuna ulteriore configurazione manuale. Al riavvio del computer, il kernel appena aggiunto è disponibile come parametro di avvio aggiuntivo.

    Utilizzando questa funzionalità, è possibile verificare in modo sicuro gli aggiornamenti del kernel avendo sempre la possibilità di tornare al kernel precedente. A questo scopo, non utilizzare gli strumenti di aggiornamento (come YaST Online Update o l'applet del programma di aggiornamento), ma seguire la procedura descritta in questo capitolo.

  • 22 Gestione utenti con YaST
  • Durante l'installazione è possibile creare un utente locale per il sistema in uso. Con il modulo YaST User and Group Management è possibile aggiungere altri utenti o modificare quelli esistenti. È inoltre possibile configurare il sistema per l'autenticazione con un server di rete.

  • 23 Modifica delle impostazioni relative alla lingua e al paese con YaST
  • Se si lavora in paesi diversi o in ambienti multilingue, è necessario configurare il computer per il supporto di tali situazioni. SUSE® Linux Enterprise Server può gestire diverse impostazioni internazionali in parallelo. Per impostazioni internazionali si intendono un set di parametri che definisco…

18 Impostazione dei componenti hardware con YaST

YaST consente di configurare componenti hardware quali l'hardware audio, il layout della tastiera di sistema o le stampanti.

Nota
Nota: impostazioni di scheda grafica, monitor, mouse e tastiera

È possibile configurare la scheda grafica, il monitor, il mouse e la tastiera utilizzando gli strumenti GNOME.

18.1 Configurazione del layout della tastiera di sistema

Il modulo YaST Layout tastiera di sistema consente di definire il layout di default della tastiera di sistema (utilizzato anche per la console). Gli utenti possono modificare il layout della tastiera nelle proprie sessioni X utilizzando gli strumenti del desktop.

  1. Avviare la finestra di dialogo YaST Configurazione di sistema della tastiera facendo clic su Hardware › Layout tastiera di sistema in YaST. In alternativa, avviare il modulo dalla riga di comando con sudo yast2 keyboard.

  2. Selezionare il Layout tastiera desiderato nell'elenco.

  3. Facoltativamente, è anche possibile definire la velocità di ripetizione o il ritardo della tastiera nelle Impostazioni per esperti.

  4. Provare le impostazioni selezionate nella casella di testo Test.

  5. Se il risultato è quello previsto, confermare le modifiche e chiudere la finestra di dialogo. Le impostazioni vengono scritte in /etc/sysconfig/keyboard.

18.2 Configurazione delle schede audio

YaST è in grado di rilevare automaticamente la maggior parte delle schede audio e di configurarle con i valori appropriati. Per modificare le impostazioni di default o per configurare una scheda audio che non è stato possibile configurare automaticamente, utilizzare il modulo audio di YaST. È possibile utilizzare questo modulo per configurare ulteriori schede audio oppure per modificarne l'ordine.

Per avviare il modulo audio, avviare YaST e fare clic su Hardware › Audio. In alternativa, aprire direttamente la finestra di dialogo Configurazione audio eseguendo yast2 sound & come utente root da una riga di comando. Se il modulo audio non è disponibile, installarlo mediante il comando sudo zypper install yast2-sound.

Image

Nella finestra di dialogo vengono mostrate tutte le schede audio rilevate.

Procedura 18.1: Configurazione delle schede audio

Se è stata aggiunta una nuova scheda audio oppure YaST non è stato in grado di configurare automaticamente una scheda audio esistente, seguire la procedura indicata di seguito. Per configurare una nuova scheda audio, è necessario conoscerne il produttore e il modello. In caso di dubbio, ricercare le informazioni necessarie nella documentazione fornita con la scheda audio. Per un elenco di riferimento delle schede audio supportate da ALSA e dei moduli audio corrispondenti, vedere http://www.alsa-project.org/main/index.php/Matrix:Main.

Durante la configurazione, è possibile scegliere tra le opzioni di configurazione elencate di seguito.

Impostazione rapida automatica

In questo caso non è necessario effettuare i passaggi di configurazione successivi, perché la scheda audio viene configurata automaticamente. È possibile configurare il volume e le altre eventuali opzioni desiderate in seguito.

Impostazione normale

Consente di modificare il volume di output e di riprodurre un suono di prova durante la configurazione.

Configurazione avanzata con possibilità di modificare le opzioni

Opzione riservata solo agli utenti esperti. Consente di personalizzare tutti i parametri della scheda audio.

Importante
Importante: configurazione avanzata

Usare questa opzione solo se si conoscono esattamente le impostazioni da utilizzare. Altrimenti, lasciare i parametri invariati e utilizzare le opzioni di impostazione normale e automatica.

  1. Avviare il modulo audio di YaST.

  2. Per configurare una scheda audio rilevata ma non configurata, selezionare la voce corrispondente nell'elenco e fare clic su Modifica.

    Per configurare una nuova scheda audio, fare clic su Aggiungi. Selezionare il produttore e il modello della scheda audio, quindi fare clic su Avanti.

  3. Selezionare una delle opzioni di impostazione, quindi fare clic su Avanti.

  4. Se è stata selezionata l'opzione Impostazione normale, è possibile effettuare una prova della configurazione audio e modificare il volume. È generalmente consigliabile iniziare con un volume pari al dieci per cento per evitare di causare danni all'udito e agli altoparlanti.

  5. Dopo aver impostato tutte le opzioni desiderate, fare clic su Avanti.

    La finestra di dialogo Configurazione audio visualizza la nuova scheda audio configurato o quella modificata.

  6. Per rimuovere la configurazione di una scheda audio inutilizzata, selezionare la voce corrispondente e fare clic su Cancella.

  7. Fare clic su OK per salvare le modifiche e uscire dal modulo audio di YaST.

Procedura 18.2: Modifica delle configurazioni delle schede audio
  1. Per modificare la configurazione di una singola scheda audio (operazione che può essere effettuata solo dagli utenti esperti), selezionare la voce corrispondente alla scheda audio desiderata nella finestra di dialogo Configurazione audio, quindi fare clic su Modifica.

    Viene visualizzata la finestra di dialogo Opzioni avanzate scheda audio, che consente di regolare vari parametri in modo più preciso. Per ulteriori informazioni, fare clic su Aiuto.

  2. Per regolare il volume di una scheda audio già configurata oppure verificarne il funzionamento, selezionare la voce corrispondente alla scheda audio nella finestra di configurazione Configurazione audio e fare clic su Altro. Selezionare la voce di menu desiderata.

    Nota
    Nota: mixer YaST

    Le impostazioni del mixer YaST offrono solo opzioni di base il cui scopo è la risoluzione dei problemi, ad esempio con il suono di prova. Accedere alle impostazioni del mixer YaST da Altro › Volume. Per l'utilizzo quotidiano e il perfezionamento delle opzioni del suono, utilizzare l'applet del mixer disponibile nel desktop oppure lo strumento a riga di comando alsasound.

  3. Per la riproduzione dei file MIDI, selezionare Altro › Avvia sequencer.

  4. Quando si rileva una scheda audio supportata, è possibile installare SoundFonts per la riproduzione dei file MIDI.

    1. Inserire il CD-ROM dei driver originale nell'unità CD o DVD.

    2. Selezionare Altro › Installa i font sonori per copiare SF2 SoundFonts™ sul disco rigido. I font sonori vengono salvati nella directory /usr/share/sfbank/creative/.

  5. Se sono state configurate più schede audio per il sistema, è possibile modificare il loro ordine. Per impostare una scheda audio come dispositivo principale, selezionare la scheda audio nella finestra Configurazione audio e fare clic su Altro › Imposta come scheda primaria. La periferica audio con indice 0 è la periferica di default utilizzata dal sistema e dalle applicazioni.

  6. Per default, SUSE Linux Enterprise Server utilizza il sistema audio PulseAudio. Si tratta di uno strato di astrazione che consente di mixare più flussi audio, ignorando eventuali restrizioni legate all'hardware. Per abilitare o disabilitare il sistema audio PulseAudio, fare clic su Altro › Configurazione PulseAudio. Se abilitato, il daemon PulseAudio viene utilizzato per riprodurre i suoni. Per utilizzare un'altra funzione a livello di intero sistema, disabilitare Supporto PulseAudio.

Il volume e la configurazione di tutte le schede audio vengono salvati quando si fa clic su OK e si chiude il modulo audio di YaST. Le impostazioni del mixer vengono salvate nel file /etc/asound.state. I dati di configurazione ALSA vengono aggiunti alla fine del file /etc/modprobe.d/sound e scritti in /etc/sysconfig/sound.

18.3 Configurazione di una stampante

È possibile utilizzare YaST per configurare una stampante locale collegata al computer tramite porta USB e impostare la stampa con stampanti di rete. È inoltre possibile condividere le stampanti in rete. Per ulteriori informazioni sulla stampa (informazioni generali, dettagli tecnici e risoluzione dei problemi), vedere il Book “Administration Guide”, Chapter 20 “Printer Operation”.

In YaST, fare clic su Hardware › Stampante per avviare il modulo della stampante. Di default, il modulo viene aperto nella vista Configurazioni stampante che contiene un elenco di tutte le stampanti disponibili e configurate. Ciò risulta particolarmente utile quando si ha accesso a un numero elevato di stampanti tramite la rete. È inoltre possibile utilizzare l'opzione Stampa pagina di prova e configurare le stampanti.

Nota
Nota: avvio di CUPS

Per eseguire la stampa dal sistema, è necessario che CUSP sia in esecuzione. in caso contrario, ne verrà richiesto l'avvio. Selezionare , o non sarà altrimenti possibile configurare la stampa. Se CUPS non viene avviato all'avvio, verrà anche richiesto di abilitare questa funzione. Si consiglia di selezionare : in caso contrario sarà necessario avviare CUPS manualmente dopo ogni riavvio.

18.3.1 Configurazione di stampanti

In genere, una stampante USB viene rilevata automaticamente. Se ciò non avviene, sono possibili due spiegazioni:

  • La stampante USB è spenta.

  • La comunicazione tra la stampante e il computer non è possibile. Verificare il cavo e i connettori per accertarsi che la stampante sia collegata correttamente. In questo caso, è possibile che il problema non sia correlato alla stampante ma dipenda dalla porta USB.

La configurazione di una stampante è un processo di tre fasi: specificazione del tipo di connessione, scelta di un driver e denominazione della coda di stampa per la configurazione specificata.

Sono disponibili vari driver per molti modelli di stampante. In generale, quando si configura la stampante, YaST seleziona come default quelle contrassegnate come consigliate. Non è in genere necessario cambiare il driver. Se tuttavia si desidera che una stampante a colori stampi solo in bianco e nero, è consigliabile utilizzare un driver che non supporti la stampa a colori. Se si verificano problemi di prestazioni con una stampante PostScript quando si stampano immagini, provare a passare da un driver PostScript a un driver PCL (a patto che la stampante sia compatibile con PCL).

Se non viene elencato alcun driver per la stampante, tentare di selezionare un driver generico nella lingua standard corretta dall'elenco. Consultare la documentazione della stampante per scoprire quale lingua (il set di comandi che controlla la stampante) la stampante comprenda. Se ciò non funzionasse, consultare Sezione 18.3.1.1, «Aggiunta di driver con YaST» per una soluzione alternativa.

La stampante non viene mai utilizzata direttamente, ma sempre tramite una coda di stampa. Ciò garantisce che lavori simultanei possano essere accodati ed elaborati in sequenza. Ciascuna coda di stampa è assegnata ad un driver specifico e una stampante può disporre di più code. Quindi, è possibile configurare ad esempio una seconda coda per una stampante a colori in modo esegua solo stampe in bianco e nero. Per ulteriori informazioni sulle code di stampa, consultare Book “Administration Guide”, Chapter 20 “Printer Operation”, Section 20.1 “The CUPS Workflow”.

Procedura 18.3: Aggiunta di una nuova stampante
  1. Avviare il modulo della stampante YaST selezionando Hardware › Stampante.

  2. Nella schermata Configurazioni stampante fare clic su Aggiungi.

  3. Se la stampante è già presente nell'elenco Specificare il collegamento, procedere con il passaggio successivo. In caso contrario, provare a cercare ancora o avviare la Procedura guidata connessione.

  4. Nella casella di testo in Trova e assegna un driver immettere il nome del fornitore, il nome del modello e fare clic su Cerca.

  5. Selezionare un driver adatto alla stampante. Si consiglia di scegliere il primo driver nell'elenco. Se non viene visualizzato alcun driver idoneo:

    1. Controllare il termine ricercato.

    2. Ampliare la ricerca facendo clic su Trova altro.

    3. Aggiungere un driver come descritto nella Sezione 18.3.1.1, «Aggiunta di driver con YaST».

  6. Specificare il formato carta di default.

  7. Nel campo Imposta nome arbitrario immettere un nome univoco per la coda di stampa.

  8. La stampante è ora configurata con le impostazioni di default e pronta all'uso. Fare clic su OK per tornare alla vista Configurazioni stampante. La stampante appena configurata è ora visibile nell'elenco di stampanti.

18.3.1.1 Aggiunta di driver con YaST

Non tutti i driver di stampante disponibili per SUSE Linux Enterprise Server vengono installati per default. Se nella finestra di dialogo Trova e assegna un driver, visualizzata all'aggiunta di una nuova stampante, non viene fornito alcun driver idoneo, installare un pacchetto di driver per la stampante, come indicato di seguito:

Procedura 18.4: Installazione di pacchetti driver aggiuntivi
  1. Avviare il modulo della stampante YaST selezionando Hardware › Stampante.

  2. Nella schermata Configurazioni stampante fare clic su Aggiungi.

  3. Nella sezione Trova e assegna un driver fare clic su Pacchetti driver.

  4. Selezionare uno o più pacchetti di driver idonei dall'elenco. Non specificare il percorso a un file di descrizione della stampante.

  5. Selezionare OK e confermare l'installazione del pacchetto.

  6. Per utilizzare direttamente i driver, procedere come descritto nella Procedura 18.3, «Aggiunta di una nuova stampante».

Per le stampanti PostScript non è necessario alcun programma driver: è sufficiente il file di descrizione della stampante PostScript (PostScript Printer Description, PPD) relativo al modello selezionato. I file PPD vengono forniti dal produttore della stampante.

Se nella finestra di dialogoTrova e assegna un driver non è disponibile alcun file PPD quando si aggiunge una stampante PostScript, installare un file PPD come indicato di seguito:

Sono disponibili diversi file PPD. Si consiglia di provare prima i pacchetti di driver aggiuntivi forniti con SUSE Linux Enterprise Server ma non installati per default (per istruzioni sull'installazione consultare la sezione che segue). Se i pacchetti non contengono i driver idonei per la stampante, richiedere i file PPD al produttore della stampante o ricercarli nel CD dei driver della stampante PostScript. Per informazioni, vedere la Book “Administration Guide”, Chapter 20 “Printer Operation”, Section 20.8.2 “No Suitable PPD File Available for a PostScript Printer”. In alternativa, trovare i file PPD presso http://www.linuxfoundation.org/collaborate/workgroups/openprinting/database/databaseintro, il «database di stampanti OpenPrinting.org». Quando si esegue il download dei file PPD da OpenPrinting, tenere presente che viene sempre visualizzato lo stato del supporto Linux più recente, che non deve necessariamente corrispondere a quello di SUSE Linux Enterprise Server.

Procedura 18.5: Aggiunta di un file PPD per stampanti PostScript
  1. Avviare il modulo della stampante YaST selezionando Hardware › Stampante.

  2. Nella schermata Configurazioni stampante fare clic su Aggiungi.

  3. Nella sezione Trova e assegna un driver fare clic su Pacchetti driver.

  4. Immettere il percorso completo del file PPD nella casella di testo in Rendi disponibile un file di descrizione delle stampanti.

  5. Fare clic su OK per tornare alla schermata Aggiungere la nuova configurazione della stampante.

  6. Per usare direttamente questo file PPD, effettuare la procedura descritta nella Procedura 18.3, «Aggiunta di una nuova stampante».

18.3.1.2 Modifica della configurazione di una stampante locale

La modifica della configurazione esistente di una stampante consente di cambiare le impostazioni di base, ad esempio il tipo di connessione e il driver. È inoltre possibile regolare le impostazioni di default relative a dimensioni della carta, risoluzione, origine del supporto ecc. Per modificare gli identificatori della stampante, è possibile cambiare la descrizione o l'ubicazione della stampante.

  1. Avviare il modulo della stampante YaST selezionando Hardware › Stampante.

  2. Nella schermata Configurazioni stampante scegliere una configurazione per stampante locale dall'elenco, quindi fare clic su Modifica.

  3. Modificare il tipo di connessione o il driver, come descritto nella Procedura 18.3, «Aggiunta di una nuova stampante». È generalmente necessario effettuare questa operazione solo se riscontrano problemi con la configurazione attuale.

  4. Facoltativamente, per impostare la stampante come quella di default, selezionare la casella di controllo Stampante di default.

  5. Modificare le impostazioni di default facendo clic su Tutte le opzioni per il driver attuale. Per modificare un'impostazione, espandere l'elenco di opzioni facendo clic sul simbolo + corrispondente. Modificare l'impostazione di default facendo clic su un'opzione. Applicare le modifiche con OK.

18.3.2 Configurazione della stampa in rete con YaST

Le stampanti di rete non sono rilevate automaticamente e devono essere configurate manualmente utilizzando il modulo per la stampante di YaST. A seconda della configurazione di rete, sarà possibile stampare su un server di stampa (CUPS, LPD, SMB o IPX) o direttamente su una stampante di rete (preferibilmente tramite TCP). Accedere alla vista per la configurazione della stampa in rete selezionando Stampa via rete nel riquadro sinistro del modulo per la stampante di YaST.

18.3.2.1 Utilizzo di CUPS

Per la stampa in rete in ambiente Linux, viene in genere utilizzato CUPS. La configurazione più semplice consiste nella sola stampa tramite un server CUPS singolo, al quale tutti i clienti possono avere accesso diretto. Per effettuare le stampe utilizzando più server CUPS, è necessario disporre di un daemon CUPS locale che comunichi con i server CUPS remoti.

Importante
Importante: esplorazione delle code di stampa di rete

I server CUPS annunciano le code di stampa in rete utilizzando il protocollo di navigazione CUPS tradizionale o tramite Bonjour/DNS-SD. Affinché gli utenti siano in grado di selezionare le stampanti cui inviare i propri lavori di stampa, è necessario che i client consultino tali elenchi. Per poter esplorare le code di stampa, il servizio cups-browsed fornito dal pacchetto cups-filters-cups-browsed deve essere eseguito su tutti i client che stampano tramite server CUPS. Il servizio cups-browsed viene avviato automaticamente quando si configura la stampa in rete con YaST.

Se la modalità di esplorazione non funziona dopo l'avvio del servizio cups-browsed, i server CUPS annunceranno probabilmente le code di stampa tramite Bonjour/DNS-SD. In questo caso è necessario installare anche il pacchetto avahi e avviare il relativo servizio con il comando sudo systemctl start avahi-daemon su tutti i client.

Procedura 18.6: Stampa tramite un unico server CUPS
  1. Avviare il modulo della stampante YaST selezionando Hardware › Stampante.

  2. Dal riquadro sinistro, avviare la schermata Stampa via rete.

  3. Selezionare Esegui tutte le stampe direttamente tramite un unico server CUPS e specificare il nome o l'indirizzo IP del server.

  4. Fare clic su Verifica server per accertarsi di aver scelto il nome o l'indirizzo IP corretto.

  5. Fare clic su OK per tornare alla schermata Configurazioni stampante. L'elenco visualizza tutte le stampanti disponibili tramite il server CUPS.

Procedura 18.7: Stampa tramite più server CUPS
  1. Avviare il modulo della stampante YaST selezionando Hardware › Stampante.

  2. Dal riquadro sinistro, avviare la schermata Stampa via rete.

  3. Selezionare Accetta annunci stampanti da server CUPS.

  4. In Impostazioni generali specificare i server da utilizzare. È possibile accettare connessioni da tutte le reti disponibili o da host specifici. Se si sceglie quest'ultima opzione, è necessario specificare i nomi degli host o gli indirizzi IP.

  5. Fare clic su OK per confermare, quindi scegliere quando l'applicazione richiede di avviare un server CUPS locale. Dopo l'avvio del server, in YaST viene nuovamente visualizzata la schermata Configurazioni stampante. Fare clic su Aggiorna elenco per visualizzare le stampanti rilevate finora. Fare nuovamente clic su questo pulsante per rilevare la presenza di eventuali ulteriori stampanti disponibili.

18.3.2.2 Utilizzo di server di stampa differenti da CUPS

Se la rete fornisce servizi di stampa tramite server di stampa diversi da CUPS, avviare il modulo per la stampante di YaST selezionando Hardware › Stampante, quindi aprire la schermata Stampa via rete dal riquadro sinistro. Avviare la Procedura guidata connessione e selezionare il tipo di connessione appropriato. Chiedere all'amministratore di rete i dettagli per configurazione di una stampante di rete nell'ambiente.

18.3.3 Condivisione di stampanti in rete

Le stampanti gestite da un daemon CUPS locale possono essere condivise in rete e quindi trasformare il proprio computer in un server CUPS. Generalmente, per condividere una stampante, è sufficiente abilitare la cosiddetta «modalità di esplorazione» in CUPS. Se la modalità di esplorazione è abilitata, le code di stampa locali sono rese disponibili in rete per l'ascolto dei daemon CUPS remoti. È inoltre possibile configurare un server CUPS dedicato che gestisca tutte le code di stampa e al quale possano accedere i client remoti. In questo caso non è necessario abilitare la navigazione.

Procedura 18.8: Condivisione di stampanti
  1. Avviare il modulo della stampante YaST selezionando Hardware › Stampante.

  2. Aprire la schermata Condividere le stampanti dal riquadro sinistro.

  3. Selezionare Consenti accesso remoto. Selezionare anche Per computer all'interno della rete locale e abilitare la modalità di esplorazione selezionando Pubblica le stampanti di default all'interno della rete locale.

  4. Fare clic su OK per riavviare il server CUPS e tornare alla schermata Configurazioni stampante.

  5. Per informazioni sulle impostazioni del server CUPS e del firewall, vedere http://en.opensuse.org/SDB:CUPS_and_SANE_Firewall_settings.

19 Installazione o rimozione del software

È possibile eseguire la ricerca dei componenti software che si desidera aggiungere o rimuovere utilizzando il modulo di gestione del software di YaST. YaST è in grado di risolvere automaticamente tutte le dipendenze. Per installare pacchetti non forniti con il supporto di installazione, aggiungere archivi software alla configurazione e affidarne la gestione a YaST. Mantenere il proprio sistema aggiornato gestendo gli aggiornamenti software con l'applet di aggiornamento.

È possibile modificare la raccolta software del sistema mediante il programma di gestione del software YaST. Questo modulo YaST è disponibile in due tipologie: una variante grafica per X Window e una variante basata su testo da utilizzare nella riga di comando. La variante grafica è descritta in questo documento. Per informazioni dettagliate sul modulo YaST basato su testo, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 4 “YaST in Text Mode”.

Nota
Nota: conferma e revisione delle modifiche

Quando si installano, si aggiornano o si rimuovono pacchetti, tutte le modifiche nel programma di gestione del software vengono applicate solo dopo aver fatto clic su Accetta o Applica. In YaST viene conservato un elenco di tutte le azioni. Ciò consente di rivedere le modifiche, nonché di apportare eventuali cambiamenti prima di applicarle al sistema.

19.1 Definizione dei termini

I seguenti termini sono importanti per comprendere l'installazione e la rimozione del software in SUSE Linux Enterprise Server.

Archivio

Directory locale o remota che contiene pacchetti e ulteriori informazioni su di essi (metadati dei pacchetti).

(Archivio) Nome alias/archivio

Un nome breve per un archivio (chiamato Alias in Zypper e Nome archivio in YaST). Può essere scelto dall'utente durante l'aggiunta di un archivio e deve essere univoco.

File di descrizione dell'archivio

In ciascun archivio sono disponibili file che ne descrivono il contenuto (nomi di pacchetto, versioni e così via). Il download di questi file di descrizione viene eseguito in una cache locale utilizzata da YaST.

Prodotto

Rappresenta un prodotto completo, ad esempio SUSE® Linux Enterprise Server.

Modello

Gruppo installabile di pacchetti dedicati a uno scopo specifico. Ad esempio il modello Computer portatile include tutti i pacchetti necessari in un ambiente di mobile computing. I modelli definiscono le dipendenze tra pacchetti (ad esempio i pacchetti obbligatori o consigliati) e vengono forniti con un gruppo preselezionato di pacchetti già contrassegnati per l'installazione. In questo modo si garantisce che dopo l'installazione del modello nel sistema siano disponibili i pacchetti più importanti per uno scopo specifico. Se necessario, è possibile selezionare o deselezionare manualmente i pacchetti in un modello.

Pacchetto

Un pacchetto è un file compresso in formato rpm che include i file di un programma specifico.

Patch

Una patch è costituita da uno o più pacchetti e può essere applicata mediante delta RPM. Potrebbe anche introdurre dipendenze in pacchetti non ancora installati.

Risolvibile

Termine generico utilizzato per i prodotti, i modelli, i pacchetti o le patch. Il tipo di risolvibile più comune è rappresentato dai pacchetti o dalle patch.

Delta RPM

Un delta RPM è costituito unicamente dal diff binario tra due versioni definite di un pacchetto e ha quindi le dimensioni di download più piccole in assoluto. Prima di installare il pacchetto RPM completo, è necessario ricostruirlo sul computer locale.

Dipendenze tra pacchetti

Alcuni pacchetti dipendono da altri pacchetti, come le librerie condivise. In altri termini, un pacchetto potrebbe richiedere (require) altri pacchetti. Se questi non sono disponibili, non sarà possibile installare il pacchetto. Oltre alle dipendenze (requisiti del pacchetto) che è necessario soddisfare, per l'installazione di alcuni pacchetti è consigliabile che ne siano presenti altri. I pacchetti consigliati vengono installati solo se sono disponibili, in caso contrario vengono ignorati e il pacchetto per la cui installazione sono consigliati viene installato comunque.

19.2 Registrazione di un sistema installato

Se si salta la registrazione in fase di installazione o se si desidera registrare di nuovo il sistema, è possibile farlo in qualsiasi momento. Utilizzare il modulo YaST Registrazione del prodotto o lo strumento a riga di comando SUSEConnect.

19.2.1 Registrazione con YaST

Per registrare il sistema, avviare YaST e passare a Software, quindi selezionare Registrazione del prodotto.

Per default il sistema viene registrato con SUSE Customer Center. Se l'organizzazione dispone di server di registrazione locali, è possibile sceglierne uno dall'elenco dei server rilevati automaticamente o specificare l'URL manualmente.

19.2.2 Registrazione con SUSEConnect

Per eseguire la registrazione dalla riga di comando, utilizzare il comando

tux > sudo SUSEConnect -r REGISTRATION_CODE -e EMAIL_ADDRESS

Sostituire REGISTRATION_CODE con il codice di registrazione ricevuto con la copia di SUSE Linux Enterprise Server. Sostituire EMAIL_ADDRESS con l'indirizzo e-mail associato all'account SUSE in uso o utilizzato dall'organizzazione per gestire le sottoscrizioni.

Per eseguire la registrazione con un server di registrazione locale, specificare anche l'URL del server:

tux > sudo SUSEConnect -r REGISTRATION_CODE -e EMAIL_ADDRESS --url "URL"

19.3 Utilizzo del programma di gestione del software YaST

Avviare il programma di gestione del software dal Centro di controllo YaST scegliendo Software › Gestione software.

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19.3.2 Installazione e rimozione di pacchetti o pattern

Alcuni pacchetti dipendono da altri pacchetti, come le librerie condivise. D'altro canto, alcuni pacchetti non possono coesistere con altri pacchetti sul sistema. Se possibile, YaST risolve automaticamente le dipendenze o i conflitti. Se le opzioni scelte provocano un conflitto a livello di dipendenze che non può essere risolto automaticamente, è necessario risolverlo manualmente seguendo le istruzioni riportate nella Sezione 19.3.4, «Dipendenze tra pacchetti».

Nota
Nota: rimozione di pacchetti

Quando si rimuovono i pacchetti, per default YaST rimuove solo i pacchetti selezionati. Se si desidera rimuovere anche tutti gli altri pacchetti che diventano non necessari dopo la rimozione del pacchetto specificato, selezionare Opzioni › Pulizia durante eliminazione pacchetti dal menu principale.

  1. Ricercare i pacchetti seguendo le istruzioni riportate nella Sezione 19.3.1, «Viste per la ricerca di pacchetti o modelli».

  2. I pacchetti trovati vengono visualizzati nel riquadro destro. Per installare o rimuovere un pacchetto, selezionarlo con il pulsante destro del mouse e scegliere Installa o Cancella. Se l'opzione desiderata non è disponibile, controllare lo stato del pacchetto indicato dal simbolo visualizzato prima del nome del pacchetto, quindi premere Shift F1 per informazioni.

    Suggerimento
    Suggerimento: applicazione di un'azione a tutti i pacchetti dell'elenco

    Per applicare un'azione a tutti i pacchetti elencati nel riquadro a destra, passare al menu principale e scegliere un'azione da Pacchetto › Tutti in questo elenco.

  3. Per installare un modello, fare clic con il pulsante destro del mouse sul nome corrispondente e scegliere Installa.

  4. Non è possibile rimuovere direttamente un modello. Per rimuovere un modello, è necessario selezionare i relativi pacchetti e contrassegnarli per la rimozione.

  5. Per selezionare ulteriori pacchetti, ripetere la procedura precedente.

  6. Prima di applicare le modifiche, è possibile rivederle oppure modificarle facendo clic su Visualizza › Riepilogo installazione. Per default, nell'elenco vengono visualizzati tutti i pacchetti che cambieranno stato.

  7. Per ripristinare lo stato precedente di un pacchetto, fare clic su di esso con il pulsante destro del mouse e scegliere uno dei comandi seguenti: Mantieni, se è stato pianificato l'aggiornamento o l'eliminazione del pacchetto, oppure Non installare, se ne è stata pianificata l'installazione. Per annullare tutte le modifiche e uscire dal programma di gestione del software, fare clic su Annulla e su Ignora.

  8. Al termine, fare clic su Accetta per rendere effettive le modifiche.

  9. Se vengono rilevate dipendenze con altri pacchetti, viene mostrato un elenco dei pacchetti aggiuntivi che sono stati scelti per l'installazione, l'aggiornamento o la rimozione. Fare clic su Continua per accettarli.

    Dopo l'installazione, l'aggiornamento o la rimozione di tutti i pacchetti selezionati, il programma di gestione del software YaST si chiude automaticamente.

Nota
Nota: installazione dei pacchetti di origine

Non è attualmente possibile installare pacchetti di origine con il programma di gestione del software YaST. Per effettuare questa operazione, è necessario utilizzare lo strumento della riga di comando zypper. Per ulteriori informazioni, consultare il Book “Administration Guide”, Chapter 6 “Managing Software with Command Line Tools”, Section 6.1.3.5 “Installing or Downloading Source Packages”.

19.3.3 Aggiornamento dei pacchetti

Anziché aggiornare i singoli pacchetti, è possibile anche aggiornare tutti i pacchetti installati oppure tutti i pacchetti di un determinato archivio. Durante l'aggiornamento di massa dei pacchetti, vengono generalmente tenuti in considerazione gli aspetti elencati di seguito.

  • La priorità degli archivi che forniscono il pacchetto.

  • Architettura del pacchetto (ad esempio AMD64/Intel 64),

  • Il numero di versione del pacchetto.

  • Il fornitore del pacchetto.

L'importanza che ciascuno degli aspetti indicati riveste per la scelta dei candidati per l'aggiornamento dipende dall'opzione di aggiornamento selezionata.

  1. Per aggiornare tutti i pacchetti installati alla versione più recente, scegliere Pacchetto › Tutti i pacchetti › Aggiorna se è disponibile una versione più recente nel menu principale.

    Viene eseguita la ricerca di eventuali candidati per l'aggiornamento in tutti gli archivi in base alla policy seguente: viene prima effettuato il tentativo di restringere la ricerca ai pacchetti con la stessa architettura e lo stesso fornitore del pacchetto installato. Se la ricerca ha esito positivo, viene selezionato il candidato «più valido» per l'aggiornamento in base al processo indicato di seguito. Se tuttavia non vengono rilevati pacchetti confrontabili dello stesso fornitore, la ricerca viene allargata a tutti i pacchetti che presentano la stessa architettura. Se nonostante questo non vengono comunque rilevati pacchetti confrontabili, vengono considerati tutti i pacchetti e viene selezionato il candidato «più valido» per l'aggiornamento in base ai criteri indicati di seguito.

    1. Priorità dell'archivio: si da la precedenza al pacchetto dell'archivio con la priorità più alta.

    2. Se il risultato della selezione è costituito da più pacchetti, scegliere quello con l'architettura «migliore» (ovvero quello che corrisponde all'architettura del pacchetto installato).

    Se il numero di versione del pacchetto risultante è superiore a quello del pacchetto installato, quest'ultimo verrà aggiornato e sostituito con il candidato per l'aggiornamento selezionato.

    Lo scopo di questa opzione è evitare modifiche all'architettura e al fornitore per i pacchetti installati, tuttavia in alcune circostanze tali modifiche sono ammissibili.

    Nota
    Nota: aggiorna incondizionatamente

    Se invece si sceglie Pacchetto › Tutti i pacchetti › Aggiorna incondizionatamente, vengono applicati gli stessi criteri ma viene installato qualsiasi pacchetto candidato rilevato, senza condizioni. Pertanto, se si sceglie questa opzione, può accadere che venga eseguito il downgrade di alcuni pacchetti.

  2. Per essere certi che i pacchetti per un aggiornamento di massa derivino da un archivio specifico, attenersi alla procedura riportata di seguito.

    1. Scegliere l'archivio dal quale effettuare l'aggiornamento, come illustrato nella Sezione 19.3.1, «Viste per la ricerca di pacchetti o modelli».

    2. A destra nella finestra fare clic su Commuta i pacchetti di sistema alle versioni nell'archivio. Questa impostazione consente esplicitamente a YaST di modificare il fornitore del pacchetto quando viene eseguita la sostituzione dei pacchetti.

      Facendo clic su Accetta, tutti i pacchetti installati verranno sostituiti dai pacchetti provenienti da questo archivio, se disponibili. Questa operazione può comportare come conseguenze la modifica del fornitore, dell'architettura o addirittura il downgrade di alcuni pacchetti.

    3. Per evitare che ciò accada, fare clic su Annulla la commutazione dei pacchetti di sistema alle versioni nell'archivio. Si tenga presente che la commutazione è annullabile fino a quando non si fa clic sul pulsante Accetta.

  3. Prima di applicare le modifiche, è possibile rivederle oppure modificarle facendo clic su Visualizza › Riepilogo installazione. Per default, nell'elenco vengono visualizzati tutti i pacchetti che cambieranno stato.

  4. Se l'impostazione delle opzioni è quella desiderata, confermare le modifiche facendo clic su Accetta per avviare l'aggiornamento di massa.

19.3.4 Dipendenze tra pacchetti

La maggior parte dei pacchetti dipende da altri pacchetti. Ad esempio se un pacchetto utilizza una libreria condivisa, dipende dal pacchetto che fornisce questa libreria. D'altro canto, alcuni pacchetti non possono coesistere in quanto possono causare un conflitto. Ad esempio è possibile installare un solo agente di trasferimento della posta, ovvero sendmail o postfix. Al momento dell'installazione o rimozione del software, il gestore del software verifica che non ci siano dipendenze o conflitti non risolti per garantire l'integrità del sistema.

Se è disponibile una sola soluzione per risolvere una dipendenza o conflitto, questi vengono risolti automaticamente. L'utilizzo di più soluzioni causa sempre un conflitto che deve essere risolto manualmente. Se la risoluzione di un conflitto comporta apportare una modifica al produttore o all'architettura, tale conflitto deve essere risolto manualmente. Quando si fa clic su Accetta per applicare le modifiche in Gestore del software, viene visualizzata una panoramica di tutte le azioni attivate dal Resolver automatico che è necessario confermare.

Di default le dipendenze vengono controllate automaticamente. Viene effettuato un controllo ogni volta che si modifica lo stato di un pacchetto (ad esempio contrassegnando il pacchetto per l'installazione o la rimozione). Benché utile, questa operazione può diventare stancante quando si ha l'esigenza di risolvere un conflitto tra dipendenze. Per disabilitare questa funzione, passare al menu principale e disattivare Dipendenze › Controllo automatico. Per effettuare un controllo manuale delle dipendenze, selezionare Dipendenze › Controlla adesso. Quando si conferma la selezione con Accetta, viene sempre effettuato un controllo di conformità.

Per rivedere le dipendenze di un pacchetto, selezionarlo con il pulsante destro del mouse e scegliere Mostra le informazioni del solver. Viene visualizzata una mappa con le dipendenze. I pacchetti già installati vengono visualizzati racchiusi in una cornice verde.

Nota
Nota: risoluzione manuale dei conflitti tra i pacchetti

Se non si è un utente esperto, è consigliabile seguire i suggerimenti forniti da YaST per gestire i conflitti dei pacchetti perché in caso contrario potrebbe non essere possibile risolverli. Tenere presente che ogni modifica apportata potrebbe potenzialmente causare altri conflitti e che si potrebbe quindi finire per avere un numero di conflitti in costante crescita. In questo caso è opportuno fare clic su Annulla per annullare l'esecuzione di Gestore del software e su Ignora per annullare tutte le modifiche e ricominciare.

Gestione dei conflitti di Gestore del software
Figura 19.1: Gestione dei conflitti di Gestore del software

19.3.5 Gestione dei consigli relativi ai pacchetti

Oltre alle dipendenze assolute richieste per l'esecuzione di un programma (ad esempio una libreria specifica), un pacchetto può presentare anche dipendenze relative che aggiungono, ad esempio, traduzioni o funzionalità aggiuntive. Tali dipendenze relative sono denominate consigli relativi ai pacchetti.

Il modo in cui vengono gestiti i consigli relativi ai pacchetti è lievemente cambiato a partire da SUSE Linux Enterprise Server 12 SP1. Nell'installazione di un nuovo pacchetto i pacchetti consigliati non hanno subito alcuna variazione e continuano a essere installati per default.

Prima di SUSE Linux Enterprise Server 12 SP1, i consigli mancanti per i pacchetti già installati venivano installati automaticamente. Ora tali pacchetti non vengono più installati automaticamente. Per passare all'impostazione di default precedente, impostare PKGMGR_REEVALUATE_RECOMMENDED="yes" in /etc/sysconfig/yast2. Per installare tutti consigli mancanti per i pacchetti già installati, avviare YaST › Manager del software e scegliere Altro › Installa tutti i pacchetti consigliati corrispondenti.

Per disabilitare l'installazione dei pacchetti consigliati quando si installano nuovi pacchetti, disattivare Dipendenze › Installa pacchetti consigliati nel Manager del software YaST. Se si utilizza lo strumento da riga di comando Zypper per installare i pacchetti, utilizzare l'opzione --no-recommends.

19.4 Gestione degli archivi e dei servizi software

Per installare software di terze parti, aggiungere gli archivi del software al sistema. Per default, dopo la registrazione del sistema, vengono automaticamente configurati gli archivi dei prodotti, ad esempio SUSE Linux Enterprise Server-DVD 15 SP2, e un archivio degli aggiornamenti corrispondente. Per ulteriori informazioni sulla registrazione, vedere Sezione 8.7, «Registrazione» o Book “Guida all'upgrade”, Chapter 4 “Upgrade offline”, Section 4.8 “Registrazione del sistema”. A seconda del prodotto inizialmente selezionato, è possibile che venga configurato un archivio aggiuntivo contenente traduzioni, dizionari e così via.

Per gestire gli archivi, avviare YaST e selezionare Software › Archivi software. Viene visualizzata la finestra di dialogo Archivi software configurati. In questa finestra è possibile gestire le sottoscrizioni ai cosiddetti Servizi impostando l'opzione Visualizza nell'angolo destro della finestra di dialogo su Tutti i servizi. In questo contesto per servizio si intende un Servizio di indice dell'archivio (RIS) che può fornire uno o più archivi software. Questo servizio può essere modificato dinamicamente dall'amministratore o dal fornitore.

In ciascun archivio sono disponibili file che ne descrivono il contenuto (nomi di pacchetto, versioni e così via). Il download di questi file di descrizione viene eseguito in una cache locale utilizzata da YaST. Per garantire l'integrità degli archivi software, è possibile firmarli con la chiave GPG del maintainer degli archivi. YaST consente di scegliere se importare questa chiave quando si aggiunge un nuovo archivio.

Avvertimento
Avvertimento: dare attendibilità alle origini origini software esterne

Prima di aggiungere archivi software esterni all'elenco di archivi, verificare che l'archivio sia attendibile. SUSE non è responsabile degli eventuali problemi causati da software installati da archivi software di terze parti.

19.4.1 Aggiunta di archivi software

È possibile aggiungere repository da DVD/CD, un'unità flash USB, una directory locale, un'immagine ISO o un'origine di rete.

Per aggiungere archivi dalla finestra di dialogo Archivi software configurati, attenersi alla procedura illustrata di seguito.

  1. Fare clic su Aggiungi.

  2. Selezionare una delle opzioni elencate nella finestra di dialogo:

    Aggiunta di un archivio software
    Figura 19.2: Aggiunta di un archivio software
    • Per eseguire la scansione della rete per i server di installazione che annunciano i propri servizi tramite SLP, selezionare Scansione con SLP e fare clic su Avanti.

    • Per aggiungere un archivio da un supporto rimovibile, scegliere l'opzione rilevante e inserire il supporto oppure collegare il dispositivo USB al computer. Fare clic su Avanti per iniziare l'installazione.

    • Per la maggior parte degli archivi, verrà chiesto di specificarne il percorso (o URL) dopo averne selezionato l'opzione corrispondente e aver fatto clic su Avanti. La specifica di un Nome archivio è facoltativa. Se non viene specificato, verrà utilizzato il nome del prodotto o l'URL come nome di archivio.

    L'opzione Download dei file di descrizione dell'archivio è attivata per default. Se viene disattivata, il download dei file verrà eseguito automaticamente in un secondo momento, se necessario.

  3. A seconda dell'archivio aggiunto, è possibile che venga richiesto di importare la chiave GPG dell'archivio o di accettare una licenza.

    Dopo aver confermato questi messaggi, YaST scaricherà e analizzerà i metadati. Aggiungerà l'archivio all'elenco di Archivi configurati.

  4. Se necessario, modificare le Proprietà dell'archivio come descritto nella Sezione 19.4.2, «Gestione delle proprietà degli archivi».

  5. Confermare le modifiche facendo clic su OK per chiudere la finestra di dialogo di configurazione.

  6. Dopo aver aggiunto l'archivio correttamente, viene avviato il programma di gestione del software ed è possibile installare i pacchetti da questo archivio. Per ulteriori informazioni, vedere Capitolo 19, Installazione o rimozione del software.

19.4.2 Gestione delle proprietà degli archivi

La panoramica Archivi software configurati nella finestra Archivi software permette di modificare le seguenti proprietà degli archivi:

Stato

Lo stato di un archivio può essere Abilitato o Disabilitato. È possibile solo installare pacchetti da archivi abilitati. Per disattivare temporaneamente un archivio, selezionarlo e disattivare l'opzione Abilita. È possibile attivare o disattivare un archivio anche facendo doppio clic sul nome corrispondente. Per rimuovere completamente un archivio, fare clic su Elimina.

Aggiorna schermo

Quando si aggiorna un archivio, viene effettuato il download della descrizione del suo contenuto (nomi dei pacchetti, versioni, ecc.) in una cache locale utilizzata da YaST. È sufficiente effettuare questa operazione una sola volta per gli archivi statici come i CD o DVD. Gli archivi, i cui contenuti cambiano spesso, devono essere aggiornati frequentemente. Il modo più semplice per mantenere aggiornata la cache degli archivi consiste nel selezionare Aggiorna automaticamente. Per aggiornare un archivio manualmente, fare clic su Aggiorna e selezionare una delle opzioni disponibili.

Mantieni pacchetti dei quali è stato effettuato il download

Viene eseguito il download dei pacchetti degli archivi remoti che verranno installati. Per default, questi vengono eliminati dopo l'installazione ma, se si attiva l'opzione Mantieni pacchetti dei quali è stato effettuato il download, non verranno eliminati. Il percorso per il download viene configurato in /etc/zypp/zypp.conf che, per default, è /var/cache/zypp/packages.

Priorità

La Priorità di un archivio è indicata da un valore compreso tra 1 e 200, in cui 1 indica la priorità più alta e 200 la priorità più bassa. Per default, a tutti i nuovi archivi che vengono aggiunti con YaST viene assegnato il valore di priorità 99. Se il valore della priorità di un archivio non ha alcuna rilevanza, è possibile impostarlo su 0 in modo che a esso venga applicata la priorità di default, ovvero 99. Se un pacchetto è presente in più archivi, ha la precedenza l'archivio con la priorità più elevata. Ciò risulta particolarmente utile se si desidera evitare di effettuare il download da Internet di pacchetti non necessari assegnando la priorità più alta a un archivio locale (ad esempio un DVD).

Importante
Importante: priorità associata alla versione

L'archivio con la priorità più alta ha sempre la precedenza. È pertanto indispensabile verificare che l'archivio degli aggiornamenti abbia sempre la priorità più alta per non correre il rischio di installare una versione obsoleta che verrà aggiornata solo quando verrà effettuato il successivo aggiornamento online.

Nome e URL

Per modificare il nome di un archivio o il suo URL, selezionarlo dall'elenco con un singolo clic del mouse, quindi fare clic su Modifica.

19.4.3 Gestione delle chiavi degli archivi

Per garantire l'integrità degli archivi software, è possibile firmarli con la chiave GPG del maintainer degli archivi. Quando si aggiunge un nuovo archivio, viene offerta l'opportunità di importare anche la chiave corrispondente. Verificare la chiave come si farebbe per qualsiasi altra chiave GPG e accertarsi che non venga modificata. Se si rilevano modifiche apportate alla chiave, è possibile che ci siano dei problemi con l'archivio. Disabilitare l'archivio come origine di installazione finché non si determina la causa della modifica della chiave.

Per gestire tutte le chiavi importate, fare clic su Chiave GPG nella finestra di dialogo Archivi software configurati. Selezionare una voce per visualizzare le proprietà della chiave nella parte inferiore della finestra. Per aggiungere, modificare o cancellare le chiavi, fare clic sui pulsanti corrispondenti all'operazione che si desidera effettuare.

19.5 Aggiornamento pacchetti GNOME

SUSE offre un flusso continuo di patch di sicurezza e aggiornamenti software per il prodotto in uso. È possibile installarli tramite gli strumenti disponibili sul desktop o eseguendo il modulo YaST Online Update. In questa sezione è descritto come aggiornare il sistema dal desktop GNOME mediante l'uso di Package Updater.

Diversamente dal modulo YaST Online Update, GNOME Package Updater non solo consente di installare patch dai repository di aggiornamento, ma anche nuove versioni di pacchetti già installati. (Le patch risolvono problemi di sicurezza o malfunzionamenti; di norma le funzionalità e il numero di versione rimangono invariati. Con una nuova versione di un pacchetto aumenta il numero di versione e di solito vengono aggiunte funzionalità o vengono introdotte modifiche importanti).

Ogni volta che sono disponibili nuove patch o aggiornamenti di pacchetti, in GNOME viene visualizzata una notifica nell'apposita area o nella schermata di blocco.

Notifica di aggiornamento sul desktop di GNOME
Figura 19.3: Notifica di aggiornamento sul desktop di GNOME

Per configurare le impostazioni di notifica per Package Updater, avviare GNOME Impostazioni e selezionare Notifiche › Aggiornamento pacchetti.

Procedura 19.1: Installazione di patch e aggiornamenti con GNOME Package Updater
  1. Per installare patch e aggiornamenti, fare clic sul messaggio di notifica. Viene visualizzato GNOME Package Updater. In alternativa, aprire il programma di aggiornamento da Attività digitando package U e selezionando Package Updater.

    Image
  2. Gli aggiornamenti sono ordinati in quattro categorie:

    Aggiornamenti di sicurezza (patch)

    Correggono gravi pericoli pericoli per la sicurezza ed è opportuno installarli sempre.

    Aggiornamenti consigliati (patch)

    Correggono problemi che potrebbero compromettere il computer. Se ne consiglia vivamente l'installazione.

    Aggiornamenti facoltativi (patch)

    Correggono problemi non pertinenti alla sicurezza o forniscono miglioramenti.

    Altri aggiornamenti

    Nuove versioni di pacchetti installati.

    Tutti gli aggiornamenti disponibili sono preselezionati per l'installazione. Se non si desidera installare tutti gli aggiornamenti, deselezionare prima quelli non desiderati. Si consiglia vivamente di installare sempre tutti gli aggiornamenti di sicurezza e quelli consigliati.

    Per informazioni dettagliate su un aggiornamento, fare clic sul rispettivo titolo, quindi su Dettagli. Le informazioni verranno visualizzate in una casella sotto l'elenco dei pacchetti.

  3. Fare clic su Installa aggiornamenti per avviare l'installazione.

  4. Per alcuni aggiornamenti potrebbe essere necessario riavviare il computer o eseguire il logout. Per le istruzioni, leggere il messaggio che viene visualizzato dopo l'installazione.

19.6 Aggiornamento di pacchetti con GNOME Software

Oltre ad Aggiornamento pacchetti GNOME, GNOME fornisce GNOME Software, con le seguenti funzionalità:

  • Installazione, aggiornamento e rimozione di software fornito come RPM tramite PackageKit

  • Installazione, aggiornamento e rimozione di software fornito come Flatpak

  • Installazione, aggiornamento e rimozione di estensioni di GNOME Shell (https://extensions.gnome.org)

  • Aggiornamento di firmware per dispositivi hardware mediante Linux Vendor Firmware Service (LVFS, https://fwupd.org)

Inoltre, GNOME Software fornisce schermate, classificazioni e recensioni per il software.

GNOME Software - Vista Aggiornamenti
Figura 19.4: GNOME Software - Vista Aggiornamenti

GNOME Software presenta le seguenti differenze rispetto ad altri strumenti forniti in SUSE Linux Enterprise Server:

  • A differenza di YaST o Zypper, per l'installazione di software fornito come RPM, GNOME Software è limitato ai software che forniscono metadati AppStream, inclusa la maggior parte delle applicazioni desktop.

  • Mentre Aggiornamento pacchetti GNOME aggiorna i pacchetti nel sistema in esecuzione (forzando il riavvio delle rispettive applicazioni), GNOME Software scarica gli aggiornamenti, ma li applica al riavvio successivo del sistema.

20 Installazione di moduli, estensioni e prodotti aggiuntivi di terze parti

I moduli e le estensioni aggiungono parti o funzionalità al sistema. In questo capitolo ne vengono illustrati il processo di installazione, l'ambito, lo stato del supporto e il ciclo di vita.

I moduli sono parti completamente supportate di SUSE Linux Enterprise Server con un ciclo di vita e una cronologia di aggiornamento diversi. Sono costituiti da una serie di pacchetti, hanno un ambito chiaramente definito e vengono forniti esclusivamente tramite un canale online. Per un elenco di moduli con le rispettive dipendenze e cicli di vita, vedere https://www.suse.com/releasenotes/x86_64/SUSE-SLES/15/#Intro.ModuleExtensionRelated.

Le estensioni, come SUSE Linux Enterprise Workstation Extension o the High Availability Extension, aggiungono funzionalità al sistema e richiedono una chiave di registrazione propria soggetta a pagamento. Le estensioni vengono distribuite mediante canale online o supporti fisici. La registrazione nel SUSE Customer Center o in un server di registrazione locale è un prerequisito per la sottoscrizione ai canali online. L'estensione Package Hub (Sezione 20.3, «SUSE Package Hub») è un'eccezione che non richiede una chiave di registrazione è non è coperta dai contratti di assistenza SUSE. Alcune estensioni richiedono una chiave di registrazione solo con determinati prodotti di base perché YaST li registra automaticamente con la rispettiva chiave del prodotto di base.

Dopo aver effettuato la registrazione del sistema nel SUSE Customer Center o in un server di registrazione locale, sarà disponibile un elenco di moduli ed estensioni per il prodotto. Se durante l'installazione è stato ignorato il passaggio di registrazione, è possibile registrare il sistema in qualsiasi momento utilizzando il modulo Configurazione di SUSE Customer Center in YaST. Per ulteriori informazioni, vedere la Book “Guida all'upgrade”, Chapter 4 “Upgrade offline”, Section 4.8 “Registrazione del sistema”.

Alcuni prodotti aggiuntivi sono anche forniti da terze parti, ad esempio driver solo binari necessari per il corretto funzionamento di determinati componenti hardware. Se si utilizzano prodotti hardware di questo tipo, fare riferimento alle note di rilascio per reperire ulteriori informazioni sulla disponibilità di driver binari per il sistema. Le note di rilascio sono disponibili nel sito https://www.suse.com/releasenotes/, in YaST o nel percorso /usr/share/doc/release-notes/ del sistema installato.

20.1 Installazione di moduli ed estensioni dai canali online

Per eseguire la procedura che segue è necessario aver registrato il sistema al SUSE Customer Center o a un server di registrazione locale. Quando si registra il sistema, subito dopo aver completato il Passo 5 nella Book “Guida all'upgrade”, Chapter 4 “Upgrade offline”, Section 4.8 “Registrazione del sistema” viene visualizzato un elenco di estensioni e moduli. In questo caso, ignorare i passaggi successivi e procedere al Passo 2.

Nota
Nota: visualizzazione dei componenti aggiuntivi già installati

Per visualizzare i componenti aggiuntivi già installati, avviare YaST e selezionare Software › Componenti aggiuntivi

Procedura 20.1: Installazione di prodotti aggiuntivi ed estensioni dai canali online con YaST
  1. Avviare YaST e selezionare Software › Aggiungi estensioni o moduli del sistema.

    YaST si connette al server di registrazione e visualizza un elenco di Estensioni e moduli disponibili.

    Nota
    Nota: estensioni e moduli disponibili

    La quantità di estensioni e moduli disponibili dipende dal server di registrazione. Un server di registrazione locale può offrire solo archivi di aggiornamenti, ma non estensioni aggiuntive.

  2. Fare clic su una voce per visualizzarne la descrizione.

  3. Selezionare una o più voci da installare con un segno di spunta.

    Installazione delle estensioni di sistema
    Figura 20.1: Installazione delle estensioni di sistema
  4. Fare clic su Avanti per continuare.

  5. In base agli archivi da aggiungere per l'estensione o il modulo, è possibile che venga richiesto di importare la chiave GPG dell'archivio o di accettare una licenza.

    Dopo aver confermato questi messaggi, YaST scaricherà e analizzerà i metadati. Gli archivi per le estensioni selezionate verranno aggiunti al sistema e non sono richieste altre origini di installazione aggiuntive.

  6. Se necessario, modificare le Proprietà dell'archivio come descritto nella Sezione 19.4.2, «Gestione delle proprietà degli archivi».

20.2 Installazione di estensioni e prodotti aggiuntivi di terze parti dai supporti

Quando si installa un'estensione o un prodotto aggiuntivo da un supporto, è possibile selezionare vari tipi di supporto del prodotto, ad esempio DVD/CD, dispositivi di archiviazione di massa rimovibili (come dischi flash), una directory locale o un'immagine ISO. I supporti possono essere forniti anche da un server di rete, ad esempio tramite HTTP, FTP, NFS or Samba.

  1. Avviare YaST e selezionare Software › Prodotti aggiuntivi. In alternativa, avviare il modulo Prodotti aggiuntivi di YaST dalla riga di comando con sudo yast2 add-on.

    La finestra di dialogo mostra una panoramica delle estensioni, dei moduli e dei prodotti aggiuntivi già installati.

    Elenco delle estensioni, dei moduli e dei prodotti aggiuntivi installati
    Figura 20.2: Elenco delle estensioni, dei moduli e dei prodotti aggiuntivi installati
  2. Scegliere Aggiungi per installare un nuovo prodotto aggiuntivo.

  3. Nella finestra di dialogo Prodotto aggiuntivo selezionare l'opzione corrispondente al tipo di supporto dal quale si desidera installare il prodotto aggiuntivo:

    Installazione di un prodotto aggiuntivo o di un'estensione
    Figura 20.3: Installazione di un prodotto aggiuntivo o di un'estensione
    • Per eseguire la scansione della rete per i server di installazione che annunciano i propri servizi tramite SLP, selezionare Scansione con SLP e fare clic su Avanti.

    • Per aggiungere un archivio da un supporto rimovibile, scegliere l'opzione rilevante e inserire il supporto oppure collegare il dispositivo USB al computer. Fare clic su Avanti per iniziare l'installazione.

    • Per la maggior parte dei tipi di supporto, verrà richiesto di specificarne il percorso (o URL) dopo averne selezionato l'opzione corrispondente e aver fatto clic su Avanti. La specifica di un Nome archivio è facoltativa. Se non viene specificato un nome, come nome di archivio verrà utilizzato il nome del prodotto o l'URL.

    L'opzione Download dei file di descrizione dell'archivio è attivata per default. Se viene disattivata, il download dei file verrà eseguito automaticamente in un secondo momento, se necessario.

  4. A seconda dell'archivio aggiunto, è possibile che venga richiesto di importare la chiave GPG dell'archivio o di accettare una licenza.

    Dopo aver confermato questi messaggi, YaST scaricherà e analizzerà i metadati. Aggiungerà l'archivio all'elenco di Archivi configurati.

  5. Se necessario, modificare le Proprietà dell'archivio come descritto nella Sezione 19.4.2, «Gestione delle proprietà degli archivi».

  6. Confermare le modifiche facendo clic su OK per chiudere la finestra di dialogo di configurazione.

  7. Dopo avere aggiunto l'archivio per il supporto aggiuntivo, viene avviato il gestore del software ed è possibile installare i pacchetti. Per ulteriori informazioni, vedere Capitolo 19, Installazione o rimozione del software.

20.3 SUSE Package Hub

Nell'elenco Estensioni e moduli disponibili è incluso SUSE Package Hub. SUSE Package Hub è disponibile senza alcun costo aggiuntivo. Offre un ampio set di pacchetti della comunità aggiuntivi che consentono di installare facilmente SUSE Linux Enterprise, ma non sono supportati da SUSE.

Per ulteriori informazioni su SUSE Package Hub e il rispettivo contributo, visitare https://packagehub.suse.com/

Importante
Importante: SUSE Package Hub non è supportato

Tenere presente che i pacchetti forniti con SUSE Package Hub non sono supportati ufficialmente da SUSE. SUSE fornisce il supporto solo per l'abilitazione dell'archivio di Package Hub, nonché con l'installazione o la distribuzione dei pacchetti RPM.

21 Installazione di più versioni del kernel

SUSE Linux Enterprise Server supporta l'installazione parallela di più versioni del kernel. Quando si installa un secondo kernel, vengono creati automaticamente una voce di avvio e un disco initrd, pertanto non è necessaria alcuna ulteriore configurazione manuale. Al riavvio del computer, il kernel appena aggiunto è disponibile come parametro di avvio aggiuntivo.

Utilizzando questa funzionalità, è possibile verificare in modo sicuro gli aggiornamenti del kernel avendo sempre la possibilità di tornare al kernel precedente. A questo scopo, non utilizzare gli strumenti di aggiornamento (come YaST Online Update o l'applet del programma di aggiornamento), ma seguire la procedura descritta in questo capitolo.

Avvertimento
Avvertimento: diritto al supporto

È importante essere consapevoli che, quando si installa un kernel autocompilato o di terze parti, si perdono tutti i diritti al supporto. Sono supportati solo i kernel forniti con SUSE Linux Enterprise Server e quelli distribuiti tramite i canali di aggiornamento ufficiali per SUSE Linux Enterprise Server.

Suggerimento
Suggerimento: verificare il kernel di configurazione del boot loader

Dopo l'installazione di un kernel aggiuntivo, è consigliabile verificare la configurazione del boot loader per impostare la voce di avvio di default preferita. Per ulteriori informazioni, vedere Book “Administration Guide”, Chapter 14 “The Boot Loader GRUB 2”, Section 14.3 “Configuring the Boot Loader with YaST”.

21.1 Abilitazione e configurazione del supporto multiversione

L'installazione di più versioni di un pacchetto software (supporto multiversione) è abilitata per impostazione predefinita a partire da SUSE Linux Enterprise Server 12. Per verificare l'impostazione, procedere come segue:

  1. Aprire /etc/zypp/zypp.conf con l'editor preferito come root.

  2. Cercare la stringa multiversion. Se è abilitata la funzione multiversione per tutti i pacchetti kernel che la supportano, viene visualizzata la riga seguente priva di commenti:

    multiversion = provides:multiversion(kernel)
  3. Per limitare il supporto multiversione solo a determinati tipi di kernel, aggiungere l'elenco dei nomi dei pacchetti separati da virgole all'opzione multiversion in /etc/zypp/zypp.conf, ad esempio

    multiversion = kernel-default,kernel-default-base,kernel-source
  4. Salvare le modifiche apportate.

Avvertimento
Avvertimento: Kernel Module Package (KMP)

Accertarsi i moduli kernel necessari forniti dal fornitore (Kernel Module Package) siano installati anche per il nuovo kernel aggiornato. Durante il processo di aggiornamento del kernel non si riceverà alcun avviso in merito a eventuali moduli kernel mancanti perché i requisiti del pacchetto vengono ancora soddisfatti dal kernel precedente tuttora presente nel sistema.

21.1.1 Eliminazione automatica dei kernel non utilizzati

Quando viene eseguito frequentemente il test dei nuovi kernel con supporto multiversione abilitato, nel menu di avvio si genera rapidamente confusione. Poiché nella partizione /boot generalmente lo spazio disponibile è limitato, potrebbe verificarsi anche un problema di overflow. Sebbene sia possibile eliminare manualmente le versioni del kernel non utilizzate con YaST o Zypper (come descritto di seguito), è anche possibile configurare libzypp in modo che i kernel non più utilizzati vengano eliminati automaticamente. Per default i kernel non vengono eliminati.

  1. Aprire /etc/zypp/zypp.conf con l'editor preferito come root.

  2. Cercare la stringa multiversion.kernels e attivare questa opzione rimuovendo il commento dalla riga. Per questa opzione è disponibile un elenco dei valori seguenti separati da virgola:

    5.3.18-8: conservare il kernel con il numero di versione specificato

    latest: conservare il kernel con il numero di versione più alto

    latest-N: conservare il kernel con l'ennesimo numero di versione più alto

    running: conservare il kernel in esecuzione

    oldest: conservare il kernel con il numero di versione più basso (quello originariamente fornito con SUSE Linux Enterprise Server)

    oldest+N: conservare il kernel con l'ennesimo numero di versione più basso

    Di seguito sono riportati alcuni esempi

    multiversion.kernels = latest,running

    Conservare il kernel più recente e quello correntemente in esecuzione. Questa situazione è analoga alla disabilitazione del supporto di più versioni, ma in questo caso il kernel precedente viene rimosso dopo il successivo riavvio e non immediatamente dopo l'installazione.

    multiversion.kernels = latest,latest-1,running

    Conservare gli ultimi due kernel e quello correntemente in esecuzione.

    multiversion.kernels = latest,running,5.3.18-8

    Conservare il kernel più recente, quello attualmente in esecuzione e 5.3.18-8.

    Suggerimento
    Suggerimento: mantenere in esecuzione il kernel

    A meno che non si utilizzi un determinato programma di installazione, mantenere sempre il kernel contrassegnato come in esecuzione.

    Se non si mantiene in esecuzione il kernel, questo viene eliminato durante l'aggiornamento. Di conseguenza, ciò significa che vengono eliminati anche tutti i moduli del kernel in esecuzione e non sarà più possibile caricarli.

    Se si decide di mantenere in esecuzione il kernel, per evitare problemi con i moduli, riavviare sempre il sistema subito dopo l'upgrade del kernel.

21.1.2 Caso d'uso: eliminazione di un kernel precedente solo dopo il riavvio

Si supponga di voler essere sicuri che il kernel precedente venga eliminato solo dopo aver riavviato il sistema con il nuovo kernel.

Modificare la riga che segue in /etc/zypp/zypp.conf:

multiversion.kernels = latest,running

I parametri precedenti indicano al sistema di conservare il kernel più recente e quello in esecuzione solo se sono diversi tra loro.

21.1.3 Caso d'uso: conservazione dei kernel precedenti come fallback

Si supponga di voler conservare una o più versioni di kernel per avere uno o più kernel «di ricambio».

Questo caso d'uso può risultare utile quando servono kernel per eseguire dei test. In caso di problemi, ad esempio se il computer non si avvia, è comunque possibile utilizzare una o più versioni di kernel notoriamente valide.

Modificare la riga che segue in /etc/zypp/zypp.conf:

multiversion.kernels = latest,latest-1,latest-2,running

Quando si riavvia il sistema dopo aver installato un nuovo kernel, nel sistema rimangono tre kernel: quello attuale (configurato come latest,running) e i due immediati predecessori (configurati rispettivamente come latest-1 e latest-2).

21.1.4 Caso d'uso: mantenimento di una versione specifica del kernel

L'utente effettua regolarmente aggiornamenti di sistema e installa nuove versioni di kernel. Tuttavia l'utente compila anche una versione personalizzata del kernel e vuole essere sicuro che il sistema la mantenga.

Modificare la riga che segue in /etc/zypp/zypp.conf:

multiversion.kernels = latest,5.3.18-8,running

Quando si riavvia il sistema dopo l'installazione di un nuovo kernel, il sistema conserverà due kernel: quello nuovo in esecuzione (configurato come latest,running) e quello autocompilato (configurato come 5.3.18-8).

21.2 Installazione/rimozione di più versioni del kernel con YaST

È possibile installare o rimuovere più kernel con YaST:

  1. Avviare YaST e aprire il programma di gestione del software da Software › Gestione pacchetti.

  2. Elencare tutti i pacchetti in grado di fornire più versioni scegliendo Visualizza › Gruppi di pacchetti ›  Pacchetti multiversione.

    Programma di gestione del software YaST: visualizzazione multiversione
    Figura 21.1: Programma di gestione del software YaST: visualizzazione multiversione
  3. Selezionare un pacchetto e aprire la rispettiva scheda Versione nel riquadro in basso a sinistra.

  4. Per installare un pacchetto, fare clic sulla casella di controllo corrispondente. Un segno di spunta verde indica che il pacchetto è selezionato per l'installazione.

    Per rimuovere un pacchetto già installato (contrassegnato da un segno di spunta bianco), fare clic sulla casella di controllo corrispondente fino a visualizzare una X rossa che indica che il pacchetto è selezionato per la rimozione.

  5. Fare clic su Accetta per avviare l'installazione.

21.3 Installazione/rimozione di più versioni del kernel con Zypper

È possibile installare o rimuovere più kernel con zypper:

  1. Utilizzare il comando zypper se -s 'kernel*' per visualizzare un elenco di tutti i pacchetti di kernel disponibili:

    S | Name           | Type       | Version         | Arch   | Repository
    --+----------------+------------+-----------------+--------+-------------------
    i+ | kernel-default       | package | 5.3.18-8.2       | x86_64 | (System Packages)                    
    v  | kernel-default       | package | 5.3.18-10.1      | x86_64 | SLE-Module-Basesystem15-SP2-Pool     
       | kernel-default-base  | package | 5.3.18-10.1.4.8  | x86_64 | SLE-Module-Basesystem15-SP2-Pool     
       | kernel-default-devel | package | 5.3.18-10.1      | x86_64 | SLE-Module-Basesystem15-SP2-Pool     
       | kernel-devel         | package | 5.3.18-10.1      | noarch | SLE-Module-Basesystem15-SP2-Pool     
    i  | kernel-firmware      | package | 20200107-3.12.1  | noarch | SLE-Module-Basesystem15-SP2-Pool
  2. Specificare l'esatta versione durante l'installazione:

    tux > sudo zypper in kernel-default-5.3.18-8.2
  3. Quando si disinstalla un kernel, utilizzare i comandi zypper se -si 'kernel*' per elencare tutti i kernel installati e zypper rm PACKAGENAME-VERSION per rimuovere il pacchetto.

22 Gestione utenti con YaST

Durante l'installazione è possibile creare un utente locale per il sistema in uso. Con il modulo YaST User and Group Management è possibile aggiungere altri utenti o modificare quelli esistenti. È inoltre possibile configurare il sistema per l'autenticazione con un server di rete.

22.1 Finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi

Per amministrare utenti o gruppi, avviare YaST e fare clic su Sicurezza e utenti › Gestione utente e gruppi. In alternativa, avviare direttamente la finestra di dialogo Gestione utente e gruppi eseguendo sudo yast2 users & da una riga di comando.

Amministrazione utenti e gruppi con YaST
Figura 22.1: Amministrazione utenti e gruppi con YaST

A ciascun utente viene assegnato un ID a livello di sistema (UID). Oltre agli utenti che possono eseguire il login al computer, esistono anche vari utenti di sistema riservati all'utilizzo interno. Ciascun utente viene assegnato a uno o più gruppi. Oltre agli utenti di sistema, sono disponibili anche gruppi di sistema per uso interno.

La finestra di dialogo principale visualizza varie schede (utenti locali, utenti di rete, utenti di sistema), a seconda del gruppo di utenti che si sceglie di visualizzare o modificare. che consentono di eseguire i compiti seguenti:

Gestione dei conti utente

Aprire la scheda Utenti per creare, modificare o eliminare temporaneamente account utente, come descritto nella Sezione 22.2, «Gestione dei conti utente». Ulteriori informazioni su opzioni avanzate quali applicazione delle policy sulle password, utilizzo di home directory cifrate o gestione delle quote del disco, sono disponibili nella Sezione 22.3, «Opzioni aggiuntive per gli account utente».

Modifica delle impostazioni di default

Gli account utenti locali sono creati secondo le impostazioni definite nella scheda Default per nuovi utenti. Ulteriori informazioni sulla modifica dell'assegnazione del gruppo di default o del percorso di default e dei permessi di accesso alle home directory sono disponibili nella Sezione 22.4, «Modifica delle impostazioni di default per utenti locali».

Assegnazione di utenti a gruppi

Ulteriori informazioni sulla modifica delle assegnazioni ai gruppi per i singoli utenti sono disponibili nella Sezione 22.5, «Assegnazione di utenti a gruppi».

Gestione dei gruppi

Nella scheda Gruppi è possibile aggiungere, modificare o eliminare i gruppi esistenti. Per informazioni su come effettuare questa operazione, vedere la Sezione 22.6, «Gestione dei gruppi».

Modifica UAM (User Authentication Method)

Se il computer è collegato a una rete che fornisce metodi di autenticazione utente come NIS o LDAP, è possibile scegliere uno dei numerosi metodi di autenticazione nella scheda Impostazioni di autenticazione. Per ulteriori informazioni, fare riferimento alla Sezione 22.7, «Modifica UAM (User Authentication Method)».

La finestra di dialogo fornisce funzionalità simili per la gestione di utenti e gruppi. Scegliendo la scheda corretta nella parte superiore della finestra, è possibile passare facilmente dalla vista di amministrazione di utenti a quella di amministrazione di gruppi e viceversa.

Le opzioni del filtro consentono di definire il set di utenti e gruppi da modificare: nella scheda Utenti o Gruppo, fare clic su Imposta filtro per visualizzare e modificare utenti o gruppi. Questi sono elencati in base a determinate categorie, come Utenti locali o Utenti LDAP, se applicabili. Con Imposta filtro › Personalizza filtro è possibile impostare e personalizzare un filtro.

Le opzioni e funzioni disponibili nella finestra di dialogo dipendono dal filtro scelto.

22.2 Gestione dei conti utente

YaST consente di creare, modificare, eliminare o disabilitare temporaneamente account utente. Gli account utente devono essere modificati solo dagli utenti esperti o dall'amministratore.

Nota
Nota: modifica degli ID utente di utenti esistenti

La proprietà del file è legata all'ID utente e non al nome utente. Dopo una modifica dell'ID utente, i file nella home directory vengono automaticamente modificati per riflettere tali cambiamenti. In seguito alla modifica dell'ID, però, l'utente non è più proprietario dei file che ha creato in altre ubicazioni del file system, a meno che la proprietà di tali file non sia modificata manualmente.

Di seguito, viene illustrato come configurare account utente di default. Per ulteriori opzioni, fare riferimento alla Sezione 22.3, «Opzioni aggiuntive per gli account utente».

Procedura 22.1: Aggiunta o modifica di account utente
  1. Aprire la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi di YaST e fare clic sulla scheda Utenti.

  2. Con Imposta filtro definire il set di utenti che si desidera gestire. Nella finestra di dialogo sono elencati gli utenti del sistema e i gruppi a cui appartengono.

  3. Per modificare le opzioni per un utente esistente, selezionare una voce e fare clic su Modifica.

    Per creare un nuovo account utente, fare clic su Aggiungi.

  4. Immettere i dati utente corretti nella prima scheda, ad esempio, Nome utente (utilizzato per il login) e Password. Questi dati sono sufficienti per la creazione di un nuovo utente. Se si fa clic su OK ora, il sistema assegnerà automaticamente un ID utente e imposterà tutti gli altri valori secondo il default.

  5. Attivare Ricevi posta di sistema per ricevere qualsiasi tipo di notifica di sistema nella casella postale dell'utente specificata. In tal modo si crea un alias di posta per root e l'utente può leggere la posta del sistema senza dover eseguire prima il login come root.

    Le e-mail inviate dal sistema sono memorizzate nella casella postale locale /var/spool/mail/USERNAME, doveUSERNAME è il nome di login per l'utente selezionato. Per leggere la posta è possibile utilizzare il comando mail.

  6. Per modificare ulteriori dettagli quali ID utente o il percorso della home directory dell'utente, eseguire tali operazioni nella scheda Dettagli.

    Se fosse necessario spostare la home directory di un utente esistente, immettere il percorso della nuova directory e spostare i contenuti della home directory corrente con Sposta nella nuova ubicazione. In caso contrario, verrà creata una nuova home directory che non conterrà nessun dato esistente.

  7. Per forzare gli utenti a modificare regolarmente la password o a impostare altre opzioni per la password, passare a Impostazioni Password e modificare le opzioni. Per ulteriori informazioni, fare riferimento alla Sezione 22.3.2, «Implementazione delle norme sulle password».

  8. Se tutte le opzioni sono state impostate come desiderato, fare clic su OK.

  9. Fare clic su OK per chiudere la finestra di dialogo di amministrazione e salvare le modifiche. Un utente appena aggiunto potrà eseguire il login al sistema utilizzando il nome di login e la password creati.

    In alternativa, per salvare tutte le modifiche senza chiudere la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi, fare clic su Opzioni avanzate ›  Scrivi modifiche ora.

Suggerimento
Suggerimento: ID utente corrispondenti

È utile far corrispondere l'ID utente (locale) con quello nella rete. Ad esempio, un nuovo utente (locale) su un computer portatile deve essere integrato in un ambiente di rete con lo stesso ID utente. Questo garantisce che la proprietà dei file creati dall'utente «offline» sia uguale a quella risultante nel caso in cui i file vengano creati direttamente in rete.

Procedura 22.2: Disabilitazione o eliminazione di account utente
  1. Aprire la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi di YaST e fare clic sulla scheda Utenti.

  2. Per disabilitare temporaneamente un account utente senza eliminarlo, selezionare l'utente dall'elenco e fare clic su Modifica. Attivare Disabilita Login Utente. L'utente non sarà in grado di eseguire il login nel computer finché non si abilita nuovamente l'account.

  3. Per eliminare un account utente, selezionarne il nome nell'elenco e fare clic su Elimina. Scegliere se si desidera eliminare anche la home directory dell'utente o se si desidera conservare i dati.

22.3 Opzioni aggiuntive per gli account utente

Oltre alle impostazioni per un account utente di default, in SUSE® Linux Enterprise Server sono disponibili ulteriori opzioni. Ad esempio, opzioni per applicare nuove policy password, utilizzare home directory cifrate o definire quote del disco per utenti e gruppi.

22.3.1 Login automatico e senza password

Se si utilizza l'ambiente desktop GNOME, è possibile configurare il login automatico per alcuni utenti e il login senza password per tutti gli utenti. Il login automatico esegue automaticamente il login di un utente nell'ambiente desktop all'avvio. Questa funzionalità può essere attivata solo per un utente alla volta. Il login senza password consente a tutti gli utenti di eseguire il login nel sistema dopo aver immesso il proprio nome utente nel manager login.

Avvertimento
Avvertimento: rischi di sicurezza

L'abilitazione di Login automatico o di Login senza password su un computer accessibile da più persone rappresenta un rischio per la sicurezza. Senza la necessità di eseguire l'autenticazione, qualsiasi utente potrà accedere al sistema e ai dati. Se il sistema contiene dati confidenziali, non utilizzare questa funzionalità.

Per attivare il login automatico o senza password, accedere a queste funzioni dalla finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi di YaST scegliendo Opzioni avanzate › Impostazioni di login.

22.3.2 Implementazione delle norme sulle password

In un sistema con più utenti è consigliabile implementare almeno le norme di base per la sicurezza delle password. Gli utenti dovrebbero cambiare regolarmente le password e utilizzare password sicure che non siano facilmente identificabili. Per gli utenti locali, procedere come indicato di seguito:

Procedura 22.3: Configurazione delle impostazioni delle password
  1. Aprire la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi di YaST e selezionare la scheda Utenti.

  2. Selezionare l'utente per il quale si desidera modificare le opzioni della password e fare clic su Modifica.

  3. Passare alla scheda Impostazioni password. In questa scheda è indicata l'ultima modifica della password effettuata dall'utente.

  4. Per far in modo che l'utente modifichi la password al login successivo, attivare Forza modifica password.

  5. Per costringere la rotazione delle password, impostare i valori di Numero massimo di giorni per la stessa password e Numero minimo di giorni per la stessa password.

  6. Per ricordare all'utente di modificare la password prima della scadenza, specificare Quanti giorni prima della scadenza della password mostrare l'avviso.

  7. Per limitare il periodo di tempo dopo il quale l'utente può eseguire il login in seguito alla scadenza della password, modificare il valore del Numero di giorni per i quali è ancora ammesso il login dopo la scadenza della password.

  8. È anche possibile specificare una determinata data di scadenza per l'account completo. Immettere la Data di scadenza nel formato AAAA-MM-GG. Tenere presente che questa impostazione non è collegata alla password, ma è applicabile all'account.

  9. Per ulteriori informazioni sulle opzioni e sui valori di default, fare clic su Aiuto.

  10. Applicare le modifiche con OK.

22.3.3 Gestione delle quote

Per evitare che le capacità del sistema si esauriscano senza preavviso, gli amministratori di sistema possono configurare quote per utenti o gruppi. È possibile definire le quote per uno o più file system, nonché limitare la quantità di spazio su disco utilizzabile e il numero di inode (nodi indice) che è possibile creare. Gli inode sono strutture di dati su un file system che memorizzano informazioni di base su un file normale, directory o altri oggetti del file system. Memorizzano tutti gli attributi di un oggetto del file system (quali proprietà di utenti e gruppi e permessi di lettura, scrittura o di esecuzione) tranne nome file e contenuti.

SUSE Linux Enterprise Server consente l'utilizzo di quote relative e assolute. Inoltre, possono essere definiti intervalli aggiuntivi che consentono agli utenti o ai gruppi di violare temporaneamente le quote per un determinato valore.

Quota relativa

Definisce una soglia di avvertimento che informa gli utenti quando stanno raggiungendo il limite. Gli amministratori esorteranno gli utenti a eseguire la pulizia e a ridurre i dati presenti sulla partizione. Il limite di quota relativa generalmente più basso del limite di quota assoluta.

Quota assoluta

Definisce il limite raggiunto il quale le richieste di scrittura vengono rifiutate. Quando si raggiunge la quota assoluta, non è più possibile memorizzare dati e le applicazioni potrebbero bloccarsi.

Periodo di tolleranza

Definisce l'intervallo di tempo tra l'overflow della quota relativa e l'emissione di un avviso. Viene generalmente impostato su un valore abbastanza basso, da una a diverse ore.

Procedura 22.4: Abilitazione del supporto quota per una partizione

Per configurare le quote per determinati utenti e gruppi, è innanzitutto necessario abilitare il supporto delle quote per le rispettive partizioni in Partizionatore avanzato di YaST.

Nota
Nota: quote partizioni Btrfs

Le quote per le partizioni Btrfs vengono gestite in modo diverso. Per ulteriori informazioni, vedere il Book “Storage Administration Guide”, Chapter 1 “Overview of File Systems in Linux”, Section 1.2.5 “Btrfs Quota Support for Subvolumes”.

  1. In YaST, selezionare Sistema › Partizionatore e fare clic su per continuare.

  2. In Partizionatore avanzato, selezionare la partizione per la quale abilitare le quote e fare clic su Modifica.

  3. Fare clic su Opzioni di fstab e attivare Abilita supporto quota. Se il pacchetto quota non è ancora installato, verrà installato quando si conferma il messaggio relativo con.

  4. Confermare le modifiche e abbandonare la finestra Partizionatore avanzato.

  5. Verificare che il servizio quotaon sia in esecuzione immettendo il seguente comando:

    tux > sudo systemctl status quotaon

    Dovrebbe essere contrassegnato come attivo. In caso contrario, avviarlo usando il comando systemctl start quotaon.

Procedura 22.5: Impostazione quote per utenti o gruppi

Ora è possibile definire quote relative o assolute per utenti specifici o gruppi e impostare periodi di tempo come intervalli aggiuntivi.

  1. Nella finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi di YaST, selezionare l'utente o il gruppo per il quale si desidera impostare le quote e fare clic su Modifica.

  2. Nella scheda Plug-in selezionare la voce Gestisci quota utente e fare clic su Lancia per aprire la finestra di dialogo Configurazione quota.

  3. In File system, selezionare la partizione alla quale applicare la quota.

    Image
  4. In Limiti alle dimensioni, limitare la quantità di spazio su disco. Immettere il numero di blocchi da 1 KB che l'utente o il gruppo può avere sulla partizione. Specificare un valore per il Limite relativo e per il Limite assoluto.

  5. Inoltre, è possibile limitare il numero di inode posseduti dall'utente o dal gruppo nella partizione. In Inodes Limits (Limiti inode), immettere un Limite relativo e un Limite assoluto.

  6. È possibile definire intervalli aggiuntivi se l'utente o il gruppo ha già superato il limite relativo specificato per le dimensioni o inode. In caso contrario, le caselle di testo relative al tempo non saranno attivate. Specificare il periodo di tempo per il quale all'utente o al gruppo è consentito superare i limiti di tempo impostati in precedenza.

  7. Confermare le impostazioni premendo OK.

  8. Fare clic su OK per chiudere la finestra di dialogo di amministrazione e salvare le modifiche.

    In alternativa, per salvare tutte le modifiche senza chiudere la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi, fare clic su Opzioni avanzate › Scrivi modifiche ora.

SUSE Linux Enterprise Server viene inoltre fornito con strumenti a riga di comando come repquota o warnquota. Gli amministratori di sistema possono servirsi di questi strumenti per controllare l'uso del disco o inviare notifiche e-mail agli utenti che superano le rispettive quote. Con l'utilizzo di quota_nld, gli amministratori possono anche inoltrare messaggi kernel relativi al superamento delle quote al D-BUS. Per ulteriori informazioni, consultare le manpage di repquota, warnquota e quota_nld.

22.4 Modifica delle impostazioni di default per utenti locali

YaST utilizza numerose impostazioni di default durante la creazione di nuovi utenti locali. Tali impostazioni comprendono, ad esempio, i gruppi primari e secondari a cui appartiene l'utente oppure le autorizzazioni di accesso alla home directory dell'utente. È possibile modificare queste impostazioni di default per soddisfare i requisiti:

  1. Aprire la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi di YaST e selezionare la scheda Default per nuovi utenti.

  2. Per cambiare il gruppo primario al quale i nuovi utenti dovrebbero automaticamente appartenere, selezionare un altro gruppo in Gruppo predefinito.

  3. Per modificare i gruppi secondari per i nuovi utenti, aggiungere o modificare i gruppi in Gruppi secondari. I nomi dei gruppi devono essere separati da virgole.

  4. Se non si desidera utilizzare /home/USERNAME come percorso di default per le nuove home directory degli utenti, modificare Prefisso del percorso per la directory home.

  5. Per modificare le modalità di autorizzazione di default per le home directory appena create, modificare il valore umask in Umask per la directory home. Per ulteriori informazioni su unmask, consultare Book “Security and Hardening Guide”, Chapter 19 “Access Control Lists in Linux” e la manpage di umask.

  6. Per informazioni sulle singole opzioni, fare clic su Aiuto.

  7. Applicare le modifiche con OK.

22.5 Assegnazione di utenti a gruppi

Gli utenti locali sono assegnati a vari gruppi a seconda delle impostazioni di default alle quali è possibile accedere tramite la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi, nella scheda Default per nuovi utenti. Di seguito, viene illustrato come modificare la singola assegnazione di un gruppo di utenti. Se si necessita modificare le assegnazioni del gruppo di default per i nuovi utenti, consultare Sezione 22.4, «Modifica delle impostazioni di default per utenti locali».

Procedura 22.6: Modifica dell'assegnazione di un gruppo di utenti.
  1. Aprire la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi di YaST e fare clic sulla scheda Utenti. Vengono elencati gli utenti e i gruppi a cui appartengono.

  2. Fare clic su Modifica e passare alla scheda Dettagli.

  3. Per modificare il gruppo primario al quale l'utente appartiene, fare clic su Gruppo predefinito e selezionare il gruppo dall'elenco.

  4. Per assegnare l'utente a ulteriori gruppi secondari, selezionare le caselle di controllo corrispondenti nell'elenco Gruppi aggiuntivi.

  5. Fare clic su OK per applicare le modifiche.

  6. Fare clic su OK per chiudere la finestra di dialogo di amministrazione e salvare le modifiche.

    In alternativa, per salvare tutte le modifiche senza chiudere la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi, fare clic su Opzioni avanzate › Scrivi modifiche ora.

22.6 Gestione dei gruppi

Con YaST è anche possibile aggiungere, modificare o eliminare gruppi facilmente.

Procedura 22.7: Creazione e modifica di gruppi
  1. Aprire la finestra di dialogo Gestione utente e gruppi di YaST e fare clic sulla scheda Gruppi.

  2. Con Imposta filtro definire il set di gruppi che si desidera gestire. Questa finestra di dialogo elenca i gruppi presenti nel sistema.

  3. Per creare un nuovo gruppo, fare clic su Aggiungi.

  4. Per modificare un gruppo esistente, selezionare il gruppo e fare clic su Modifica.

  5. Nella seguente finestra di dialogo immettere o modificare i dati. L'elenco a destra mostra una panoramica di tutti gli utenti disponibili e degli utenti di sistema che possono essere membri del gruppo.

    Image
  6. Per aggiungere utenti ad un nuovo gruppo, sceglierli da un elenco di possibili Membri gruppo selezionando la casella corrispondente. Per rimuoverli dal gruppo, disattivare la casella.

  7. Fare clic su OK per applicare le modifiche.

  8. Fare clic su OK per chiudere la finestra di dialogo di amministrazione e salvare le modifiche.

    In alternativa, per salvare tutte le modifiche senza chiudere la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi, fare clic su Opzioni avanzate › Scrivi modifiche ora.

È possibile eliminare un gruppo solo se non contiene alcun membro. Per eliminare un gruppo, selezionarne il nome nell'elenco e fare clic su Elimina. Fare clic su OK per chiudere la finestra di dialogo di amministrazione e salvare le modifiche. In alternativa, per salvare tutte le modifiche senza chiudere la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi, fare clic su Opzioni avanzate › Scrivi modifiche ora.

22.7 Modifica UAM (User Authentication Method)

Quando il computer è connesso a una rete, è possibile modificare il metodo di autenticazione. Sono disponibili le seguenti opzioni:

NIS

Gli utenti vengono amministrati a livello centrale su un server NIS per tutti i sistemi della rete. Per informazioni, vedere la Book “Security and Hardening Guide”, Chapter 3 “Using NIS”.

SSSD

System Security Services Daemon (SSSD) consente di memorizzare localmente nella cache i dati utente e di utilizzarli anche se il servizio di directory è (temporaneamente) irraggiungibile. Per informazioni, vedere Book “Security and Hardening Guide”, Chapter 4 “Setting Up Authentication Clients Using YaST”, Section 4.2 “SSSD”.

Samba

L'autenticazione SMB viene spesso utilizzata in reti miste Linux/Windows. Per informazioni, vedere il Book “Administration Guide”, Chapter 34 “Samba”.

Per modificare il metodo di autenticazione, procedere come indicato di seguito:

  1. Aprire la finestra di dialogo Amministrazione utenti e gruppi di YaST.

  2. Fare clic sulla scheda Impostazioni di autenticazione per visualizzare una panoramica dei metodi di autenticazione disponibili e delle impostazioni correnti.

  3. Per modificare il metodo di autenticazione, fare clic su Configura e selezionare il metodo di autenticazione che si desidera modificare. Verrà aperto direttamente il modulo di configurazione client in YaST. Per informazioni relative alla configurazione del client corretto, consultare le sezioni successive:

    NIS: Book “Security and Hardening Guide”, Chapter 3 “Using NIS”, Section 3.2 “Configuring NIS Clients”

    LDAP: Book “Security and Hardening Guide”, Chapter 4 “Setting Up Authentication Clients Using YaST”, Section 4.1 “Configuring an Authentication Client with YaST”

    Samba: Book “Administration Guide”, Chapter 34 “Samba”, Section 34.5.1 “Configuring a Samba Client with YaST”

    SSSD: Book “Security and Hardening Guide”, Chapter 4 “Setting Up Authentication Clients Using YaST”, Section 4.2 “SSSD”

  4. Dopo aver accettato la configurazione, ritornare alla panoramica Amministrazione utenti e gruppi.

  5. Fare clic su OK per chiudere la finestra di dialogo di amministrazione.

22.8 Utenti di sistema di default

Per default, i nomi utente creati in SUSE Linux Enterprise Server sono impossibili da eliminare. Di norma, tali utenti vengono definiti in Linux Standard Base. Nell'elenco seguente sono riportati i nomi utente comuni e il rispettivo scopo:

Nomi utente comuni installati per default
/bin, daemon

Utente esistente, incluso ai fini della compatibilità con le applicazioni esistenti. Per le nuove applicazioni non si deve utilizzare più questo nome utente.

gdm

Utilizzato da GDM (GNOME Display Manager) per fornire login grafici e gestire visualizzazioni locali e remote.

lp

Utilizzato dal daemon della stampante per CUPS (Common Unix Printing System).

posta

Utente riservato per programmi di posta come sendmail o postfix.

man

Utilizzato da man per accedere alla documentazione man.

messagebus

Utilizzato per accedere aD-Bus (Desktop Bus), un bus software per la comunicazione tra processi. Il daemon è dbus-daemon.

nobody

Utente che non detiene alcun file e non appartiene ad alcun gruppo con privilegi. Oggigiorno, il suo uso è limitato ed è consigliato da Linux Standard Base per fornire un account utente separato per ciascun daemon.

nscd

Utilizzato dal daemon NSCD (Name Service Caching Daemon), un servizio di ricerca che consente di migliorare le prestazioni con NIS e LDAP. Il daemon è nscd.

polkitd

Utilizzato dal framework di autorizzazione PolicyKit con il quale si definiscono e si gestiscono le richieste di autorizzazione per i processi senza privilegi. Il daemon è polkitd.

postfix

Utilizzato dal programma di posta Postfix.

pulse

Utilizzato dal server audio Pulseaudio.

root

Utilizzato dall'amministratore di sistema che fornisce tutti i privilegi appropriati.

rpc

Utilizzato dal comando rpcbind, un mapper di porte RPC.

rtkit

Utilizzato dal pacchetto rtkit che fornisce un servizio di sistema D-Bus per la modalità di pianificazione in tempo reale.

salt

Utente per l'esecuzione remota parallela fornito da Salt. Il daemon è denominato salt-master.

scard

Utente per la comunicazione con smart card e lettori. Il daemon è denominato pcscd.

srvGeoClue

Utilizzato dal servizio D-Bus GeoClue per fornire informazioni sull'ubicazione.

sshd

Utilizzato dal daemon SSH (Secure Shell) per assicurare comunicazioni protette e cifrate in una rete non protetta.

statd

Utilizzato dal protocollo NSM (Network Status Monitor), implementato nel daemon rpc.statd, per ascoltare le notifiche relative al riavvio.

systemd-coredump

Utilizzato dal comando /usr/lib/systemd/systemd-coredump per acquisire, salvare ed elaborare dump della memoria.

systemd-timesync

Utilizzato dal comando /usr/lib/systemd/systemd-timesyncd per sincronizzare l'orologio del sistema locale con un server NTP (Network Time Protocol) remoto.

23 Modifica delle impostazioni relative alla lingua e al paese con YaST

Se si lavora in paesi diversi o in ambienti multilingue, è necessario configurare il computer per il supporto di tali situazioni. SUSE® Linux Enterprise Server può gestire diverse impostazioni internazionali in parallelo. Per impostazioni internazionali si intendono un set di parametri che definiscono le impostazioni della lingua e del paese utilizzate dall'interfaccia utente.

La lingua di sistema principale è stata selezionata durante l'installazione e le impostazioni della tastiera e del fuso orario sono state modificate. Tuttavia, è possibile installare ulteriori lingue sul sistema e stabilire quale delle lingue installate deve essere utilizzata come quella di default.

Per eseguire questi task, utilizzare il modulo della lingua YaST come descritto nella Sezione 23.1, «Modifica della lingua di sistema». Installare lingue secondarie per ottenere localizzazioni facoltative se è necessario avviare applicazioni o desktop in lingue diverse da quella principale.

Oltre a ciò, il modulo dei fusi orari di YaST consente di modificare le impostazioni del paese e del fuso orario in modo appropriato. Inoltre, permette anche di sincronizzare l'orologio di sistema con un server dell'ora. Per ulteriori informazioni, vedere Sezione 23.2, «Modifica delle impostazioni relative al paese e all'ora».

23.1 Modifica della lingua di sistema

In base alla modalità di utilizzo del desktop e alla volontà o meno di impostare su un'altra lingua l'intero sistema o esclusivamente l'ambiente desktop, sono disponibili vari metodi di modifica:

Modifica della lingua di sistema a livello globale

Procedere come descritto nella Sezione 23.1.1, «Modifica delle lingue di sistema con YaST» e Sezione 23.1.2, «Modifica della lingua di sistema di default» per installare ulteriori pacchetti localizzati con YaST e impostare la lingua di default. Le modifiche diventano effettive dopo il successivo login. Per accertarsi che la modifica venga applicata all'intero sistema, riavviare il computer o chiudere e riavviare tutti i servizi, le applicazioni e i programmi in esecuzione.

Modifica della lingua per il solo desktop

Se in precedenza sono stati installati i pacchetti della lingua desiderati per l'ambiente desktop con YaST nel modo descritto di seguito, è possibile alternare le lingue del desktop utilizzando il relativo centro di controllo. Dopo il riavvio del server X, la nuova lingua selezionata viene utilizzata per tutte le opzioni del desktop. Le applicazioni che non appartengono al framework del desktop non sono interessate da questa modifica e possono comunque essere visualizzate nella lingua impostata in YaSTyast.

Impostazione temporanea di una lingua diversa per una sola applicazione

È anche possibile eseguire una singola applicazione in un'altra lingua (già installata con YaST). Per effettuare questa operazione, avviare l'applicazione dalla riga di comando specificando il codice della lingua, come descritto nella Sezione 23.1.3, «Alternanza delle lingue per le applicazioni X e GNOME standard».

23.1.1 Modifica delle lingue di sistema con YaST

YaST riconosce due categorie di lingua differenti:

Lingua principale

La lingua primaria impostata in YaST viene applicata all'intero sistema, tra cui YaST stesso e il desktop. Questa lingua viene utilizzata ogniqualvolta è disponibile, a meno che non venga specificata manualmente una lingua diversa.

Lingue secondarie

Installare le lingue secondarie per permettere al sistema di gestire più lingue. È possibile selezionare manualmente le lingue installate come secondarie in situazioni specifiche. Ad esempio, è possibile utilizzare una lingua secondaria per avviare un'applicazione in una determinata lingua, al fine di elaborare i testi in tale lingua.

Prima di installare altre lingue, stabilire quali di esse usare come lingua di sistema di default (lingua principale).

Per accedere al modulo della lingua YaST, avviare YaST e fare clic su Sistema › Lingua. In alternativa, avviare la finestra di dialogo Lingue direttamente eseguendo sudo yast2 language & da una riga di comando.

Image
Procedura 23.1: Installazione di altre lingue

Quando si installano altre lingue, YaST consente anche di specificare impostazioni internazionali diverse per l'utente root, come descritto nel Passo 4. L'opzione Impostazioni internazionali per utente root determina la modalità con cui le variabili delle impostazioni internazionali (LC_*) nel file /etc/sysconfig/language vengono impostate per root. È possibile impostarle alle stesse impostazioni internazionali definite per gli utenti normali. In alternativa, è possibile mantenere inalterate le modifiche della lingua o impostare solo la variabile RC_LC_CTYPE agli stessi valori definiti per gli utenti normali. La variabile RC_LC_CTYPE imposta la localizzazione per chiamate funzione specifiche per la lingua.

  1. Per aggiungere lingue al modulo della lingua di YaST, selezionare le Lingue secondarie da installare.

  2. Per impostare una lingua come lingua di default, impostarla come lingua principale.

  3. In alternativa, è possibile anche adattare la tastiera alla nuova lingua principale ed eventualmente modificare anche il fuso orario.

    Suggerimento
    Suggerimento: impostazioni avanzate

    Per visualizzare le impostazioni avanzate per la tastiera o il fuso orario, selezionare Hardware › Layout tastiera di sistema o Sistema › Data e ora in YaST per aprire le finestre di dialogo corrispondenti. Per ulteriori informazioni, vedere Sezione 18.1, «Configurazione del layout della tastiera di sistema» e Sezione 23.2, «Modifica delle impostazioni relative al paese e all'ora».

  4. Per modificare le impostazioni delle lingue specifiche dell'utente root, fare clic su Dettagli.

    1. Impostare il valore desiderato per Impostazioni internazionali per l'utente root. Per ulteriori informazioni, fare clic su Aiuto.

    2. Scegliere se utilizzare o meno l'opzione Usa codificazione caratteri UTF-8 per l'utente root.

  5. Se la lingua configurata nelle impostazioni internazionali non è inclusa nell'elenco delle lingue principali disponibili, provare a selezionare Impostazioni internazionali dettagliate per impostarla. Alcune localizzazioni potrebbero essere tuttavia incomplete.

  6. Fare clic su OK per confermare le modifiche. Se sono state selezionate lingue secondarie, YaST installa i pacchetti software localizzati per le lingue aggiuntive.

A questo punto il sistema è in grado di gestire più lingue. Tuttavia, per avviare un'applicazione in una lingua diversa da quella principale, è necessario impostare esplicitamente la lingua desiderata come descritto nella Sezione 23.1.3, «Alternanza delle lingue per le applicazioni X e GNOME standard».

23.1.2 Modifica della lingua di sistema di default

Per modificare a livello globale la lingua di default di un sistema, utilizzare la procedura seguente:

  1. Avviare il modulo della lingua YaST.

  2. Selezionare la nuova lingua di sistema desiderata da impostare come Lingua principale.

    Importante
    Importante: cancellazione delle lingue di sistema precedenti

    Se si passa a una lingua principale diversa, i pacchetti software localizzati per la lingua principale precedente vengono rimossi dal software. Per cambiare la lingua di default di sistema ma mantenere la lingua principale già impostata come lingua aggiuntiva, è necessario aggiungerla come lingua secondaria selezionando la casella di controllo corrispondente.

  3. Modificare le opzioni relative alla tastiera e al fuso orario, se necessario.

  4. Fare clic su OK per confermare le modifiche.

  5. Dopo che YaST ha applicato le modifiche, riavviare le sessioni X attuali (ad esempio effettuando il logout e poi di nuovo il login) per rendere effettive le nuove impostazioni della lingua in YaST e nelle applicazioni del desktop.

23.1.3 Alternanza delle lingue per le applicazioni X e GNOME standard

Dopo aver installato la propria lingua con YaST, è possibile eseguire una singola applicazione in un'altra lingua.

Avviare l'applicazione dalla riga di comando utilizzando il seguente comando:

LANG=LANGUAGE application

Ad esempio per avviare f-spot in tedesco, eseguire LANG=de_DE f-spot. Per le altre lingue, utilizzare il codice della lingua appropriato. Per visualizzare un elenco di tutti i codici lingua disponibili, utilizzare il comando locale  -av.

23.2 Modifica delle impostazioni relative al paese e all'ora

Il modulo YaST per la data e l'ora consente di regolare le informazioni di sistema su data, ora e fuso orario in base all'area geografica in cui si lavora. Per accedere al modulo YaST, avviare YaST e fare clic su Sistema › Data e ora. In alternativa, visualizzare direttamente la finestra di dialogo Fuso orario e orologio eseguendo sudo yast2 timezone & da una riga di comando.

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Selezionare una regione generale, come Europa. Scegliere il paese in cui si lavora, ad esempio, Germania.

Modificare le impostazioni dell'orologio per i componenti hardware in base ai sistemi operativi in esecuzione sulla workstation:

  • Se sul computer è in esecuzione un altro sistema operativo, ad esempio Microsoft Windows*, è probabile che il sistema non utilizzi UTC, ma l'ora locale. In questo caso, disattivare Orologio del sistema impostato su UTC.

  • Se sul computer si esegue unicamente Linux, impostare l'orologio hardware su UTC e attivare l'opzione che consente il passaggio automatico dall'ora solare all'ora legale.

Importante
Importante: impostazione dell'orologio dell'hardware su UTC

Si può passare automaticamente dall'ora solare all'ora legale (e viceversa) solo quando l'orologio dell'hardware (orologio CMOS) è impostato su UTC. Tale regola viene applicata anche se si utilizza la sincronizzazione dell'orario automatica con NTP, poiché la sincronizzazione automatica verrà eseguita solo se la differenza oraria tra l'orologio dell'hardware e quello del sistema è inferiore a 15 minuti.

Poiché un orario errato del sistema può causare problemi gravi (mancati backup, messaggi e-mail persi, errori di creazione nei file system remoti e così via) si consiglia vivamente di impostare sempre l'orologio dell'hardware su UTC.

È possibile cambiare data e ora manualmente o decidere di sincronizzare il computer con un server NTP in modo permanente o solo per la regolazione dell'orologio del sistema.

Procedura 23.2: Modifica manuale dell'ora e della data
  1. Nel modulo orario di YaST fare clic su Altre impostazioni per impostare la data e l'ora.

  2. Selezionare Manualmente e immettere i valori di data e ora.

  3. Confermare le modifiche.

Procedura 23.3: Impostazione di data e ora con un server NTP
  1. Fare clic su Altre impostazioni per impostare data e ora.

  2. Selezionare Sincronizza con il server NTP.

  3. Immettere l'indirizzo di un server NTP, se il campo è vuoto.

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  4. Fare clic su Sincronizza ora per impostare correttamente l'ora del sistema.

  5. Per utilizzare NTP in modo permanente, abilitare Salva la configurazione NTP.

  6. Utilizzare il pulsante Configura per aprire la finestra di dialogo delle impostazioni avanzate del server NTP. Per informazioni, vedere la Book “Administration Guide”, Chapter 30 “Time Synchronization with NTP”, Section 30.1 “Configuring an NTP Client with YaST”.

  7. Confermare le modifiche.

A Imaging e creazione dei prodotti

Per migliorare l'adattamento del sistema operativo alla propria installazione, è possibile creare supporti personalizzati da utilizzare come appliance o sistema live con KIWI. È possibile utilizzare KIWI su un computer locale o online in SUSE Studio Express (OBS).

Con KIWI è possibile creare Live CD e Live DVD, dischi flash da utilizzare per le piattaforme hardware supportate da Linux, nonché dischi virtuali per la virtualizzazione e sistemi cloud (come Xen, KVM, VMware, EC2 e così via). È inoltre possibile utilizzare le immagini create da KIWI in un ambiente PXE per consentire l'avvio dalla rete.

In questa Guida non vengono trattati nel dettaglio argomenti correlati a KIWI in quanto è disponibile una documentazione separata:

  • Per ulteriori informazioni, vedere la documentazione di KIWI in https://github.com/openSUSE/kiwi (disponibile anche nel pacchetto kiwi-doc).

  • È possibile utilizzare SUSE Studio Express su Open Build Service per creare online immagini del sistema operativo. Supporta la creazione di appliance virtuali e sistemi live basati su openSUSE o SUSE Linux Enterprise. Per ulteriori informazioni e documentazione, vedere https://studioexpress.opensuse.org/.